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venerdì 3 maggio 2002

NUOVO AMBASCIATORE DEL MAROCCO RICEVUTO DAL SANTO PADRE


CITTA' DEL VATICANO, 3 MAG. 2002 (VIS). Questa mattina, il Signor Mohamed Sbihi, nuovo Ambasciatore del Regno del Marocco presso la Santa Sede, ha presentato al Santo Padre Giovanni Paolo II le Lettere Credenziali. Nei rispettivi discorsi, il Pontefice ed il nuovo Ambasciatore hanno ricordato i legami fra il Marocco e la Santa Sede risalenti al XIII secolo. Il Papa ha sottolineato come il Marocco, per la sua posizione geografica e la sua storia, sia terra d'incontro di popoli, culture e religioni e possa "ricoprire un grande ruolo" nella promozione del dialogo per la pace.

Il Santo Padre ha ricordato le circostanze difficili della situazione internazionale, in particolare in Medio Oriente, affermando che: "i responsabili delle Nazioni e le autorità spirituali hanno il dovere di adoperarsi senza sosta per sradicare la violenza che domina troppo spesso, nel mondo, i rapporti fra gli individui ed i gruppi". Essi hanno anche il dovere, ha detto ancora il Pontefice, di "denunciare chiaramente tutte le false legittimazioni della violenza, specialmente in nome della religione".

Il Santo Padre, riferendosi nuovamente alla "tragica situazione in Medio Oriente e alle preoccupazioni che ci assalgono riguardo ai Luoghi Santi della regione, in particolare la Città Santa di Gerusalemme, simbolo per tutti i credenti delle religioni monoteiste", ha lanciato un appello per la ripresa dei negoziati, perché "si faccia tutto il possibile per far cessare il conflitto armato", che "non dà prospettive né speranze ai popoli lì presenti".

"Come ho già detto" - ha affermato Giovanni Paolo II - "né la violenza cieca del terrorismo, né la violenza della guerra, possono portare ad una soluzione".

Il Santo Padre ha detto infine che il Marocco "si onora di un'antica tradizione di tolleranza e di apertura religiosa, e i fedeli di diverse religioni vivono nel rispetto reciproco, senza ostacolare le libertà fondamentali, dimostrando così che è possibile, a credenti di tradizioni religiose diverse, vivere in pace sul medesimo suolo", ed ha aggiunto che i cattolici "hanno il loro ruolo nella vita del paese e godono della stima della popolazione. Essi sperano di contribuire (…) all'edificazione di un mondo di giustizia e di pace, al servizio dell'uomo e del suo sviluppo".
CD/LETTERE CREDENZIALI/MAROCCO:SBIHI VIS 20020503 (380)

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