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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 15 ottobre 2013

IL CARDINALE TARCISIO BERTONE LASCIA L'INCARICO DI SEGRETARIO DI STATO

Città del Vaticano, 15 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico, il Papa ha ricevuto i Superiori e gli Officiali della Segreteria di Stato in occasione del saluto al Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B. che oggi lascia l'incarico di Segretario di Stato, e della presa di possesso del nuovo Segretario di Stato, Arcivescovo Pietro Parolin, finora Nunzio Apostolico in Venezuela. L'Arcivescovo Parolin prenderà possesso del suo nuovo incarico alcune settimane più tardi rispetto alla data di oggi, a motivo di un intervento chirurgico a cui ha dovuto sottoporsi.

"In questo momento - ha detto il Papa - è un sentimento di gratitudine quello che vorrei condividere con tutti voi (...). Vedo in Lei - ha proseguito il Papa rivolgendosi al Cardinale Bertone - anzitutto il figlio di don Bosco. Tutti siamo marcati dalla nostra storia. Pensando al Suo lungo servizio alla Chiesa, sia nell’insegnamento, come nel ministero di Vescovo diocesano e nel lavoro in Curia, fino all’incarico di Segretario di Stato, mi pare che il filo rosso sia costituito proprio dalla vocazione sacerdotale salesiana che (...) l’ha portata a svolgere tutti gli incarichi ricevuti, indistintamente, con profondo amore alla Chiesa, grande generosità, e con quella tipica miscela salesiana che unisce un sincero spirito di obbedienza e una grande libertà di iniziativa e di inventiva personale".

Il Pontefice ha quindi sottolineato "l’atteggiamento di incondizionata fedeltà e di assoluta lealtà a Pietro, caratteristica distintiva del Suo mandato come Segretario di Stato, tanto verso Benedetto XVI che verso di me in questi mesi. L’ho potuto avvertire in molte occasioni e Le sono profondamente grato per questo".

"Desidero infine ringraziarLa anche per il coraggio e la pazienza con cui ha vissuto le contrarietà che ha dovuto affrontare. Sono tante" - ha aggiunto Papa Francesco che ha presentato come esempio uno dei sogni raccontati da Don Bosco: "Il Santo vede un pergolato pieno di rose e inizia a incamminarsi al suo interno, seguito da molti discepoli. A mano a mano che si inoltra, però, insieme alle belle rose, che coprono tutto il pergolato, spuntano delle spine acutissime, che feriscono e provocano grandi dolori. (...) Il sogno vorrebbe rappresentare la fatica dell’educatore, ma penso si possa applicare anche a qualsiasi ministero di responsabilità nella Chiesa. Caro Cardinale Bertone, in questo momento mi piace pensare che, se pure vi sono state le spine, la Vergine Ausiliatrice non ha certo fatto mancare il suo aiuto, e non lo farà mancare in futuro: sia sicuro, eh? L’augurio che tutti Le facciamo è che Ella possa continuare a godere dei tesori che hanno segnato la Sua vocazione: la presenza di Gesù Eucaristia, l’assistenza della Madonna, l’amicizia del Papa. I tre grandi amori di don Bosco: questi tre".

"E con questi pensieri - ha concluso il Papa - diamo anche - in absentia - il più cordiale benvenuto al Segretario nuovo. Lui conosce molto bene la famiglia della Segreteria di Stato, vi ha lavorato per tanti anni, con passione e competenza e con quella capacità di dialogo e di tratto umano che sono una sua caratteristica. In un certo senso è come un ritornare 'a casa'”.

Infine il Papa rivolgendosi a tutto il personale della Segreteria di Stato ha detto: "Vi invito tutti a pregare per me". Successivamente il Cardinale Bertone ha pronunciato un breve discorso nel quale ha ricordato i sette anni di servizio nella Santa Sede, con Papa Benedetto XVI: "Ciò che ci ha appassionato con Papa Benedetto XVI - ha detto - è stato vedere la Chiesa comprendere se stessa nel profondo come comunione, e nello stesso tempo capace di parlare al mondo, al cuore e all'intelligenza di ognuno con chiarezza di dottrina e con altezza di pensiero".

"Papa Benedetto XVI - ha proseguito il Cardinale Bertone - "è stato un riformatore delle coscienze e del clero. Il Suo pontificato è stato percorso da forti progetti pastorali (...). Ha sofferto profondamente per i mali che deturpano il volto della Chiesa e per questo l'ha dotata di una nuova legislazione che colpisca con decisione il vergognoso fenomeno della pedofilia fra il clero, senza dimenticare l'avvio della nuova normativa in materia economico-amministrativa".

"Io vedo oggi in Papa Francesco non tanto una rivoluzione ma una continuità con Papa Benedetto XVI pur nella diversità degli accenti e dei segmenti di vita personale. (...) L'ascolto, la tenerezza, la misericordia, la confidenza sono stupende realtà che ho sperimentato personalmente con Lei. (...) E per finire non posso non sottolineare due espressioni che rafforzano questa continuità: il dono del consiglio spontaneo e ispirato, proiettato verso il futuro ma ricco di memoria, e poi la comune fervida devozione mariana. Non c'è icona più bella dei due Papi di quelle che li fotografa ciascuno raccolto in preghiera davanti alla statua della Madonna, e della Madonna di Fatima: a Fatima, nell'anno sacerdotale del 2010, Papa Benedetto, e a Roma, davanti alla medesima immagine, nell'anno della fede, Papa Francesco, per mettere l'intera Chiesa in stato di penitenza e di purificazione".

Il Cardinale ha concluso il suo discorso augurando al suo successore di "sciogliere i nodi che ancora impediscono alla Chiesa di essere in Cristo il cuore del mondo, orizzonte auspicato e incessantemente invocato".

LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO AL CARDINALE TARCISIO BERTONE

Città del Vaticano, 15 ottobre 2013 (VIS). Pubblichiamo la Lettera del Santo Padre Francesco, datata 15 ottobre, al Cardinale Tarcisio Bertone, S.d.B., Camerlengo di Santa Romana Chiesa, che oggi lascia l'incarico di Segretario di Stato:

"È giunto il momento per Lei, caro Fratello, di 'passare il testimone' nel servizio di Segretario di Stato. Desidero perciò unirmi spiritualmente a Lei nel rendere grazie a Dio per tutto il bene che Le ha permesso di compiere in questo ruolo così delicato e impegnativo. La memoria di Santa Teresa di Gesù, che in questa data la liturgia ci fa celebrare, invita a fissare lo sguardo in Dio: 'Nulla ti turbi – ci dice la grande Santa di Avila – nulla ti spaventi, chi ha Dio, nulla gli manca'.

In questa circostanza sento il bisogno di esprimerLe viva gratitudine per la sollecitudine con cui si è prodigato in questi sette anni; e lo faccio anche a nome dell’amato Benedetto XVI, che La chiamò da Genova, dove era Arcivescovo, a tornare a Roma e Le affidò l’incarico di Suo Segretario di Stato a partire dal 15 settembre 2006, e quindi anche di Camerlengo di Santa Romana Chiesa. Sette anni di lavoro intenso, vissuti con grande generosità e spirito di servizio. Anche io ho potuto avvalermi ancora, fino ad oggi, della Sua esperta collaborazione.

C’è un aspetto per il quale desidero manifestarLe in modo particolare il mio apprezzamento, ed è la Sua fedeltà allo spirito di Don Bosco, lo spirito salesiano, che Lei ha saputo conservare e testimoniare pur essendo assorbito dalle molteplici incombenze connesse al compito di coadiuvare il Successore di Pietro. Con l’intraprendenza e l’amore al Papa che caratterizzano i figli di San Giovanni Bosco, Lei ha svolto sempre con dedizione il suo compito di guida nei rapporti internazionali della Santa Sede, così importante nell’esercizio del Ministero del Vescovo di Roma. Allo stesso tempo, non si è risparmiato per portare il Magistero pontificio e la Benedizione apostolica in ogni dove: Paesi, diocesi, parrocchie, università, istituzioni, associazioni. La Madonna Ausiliatrice Le è stata vicina e L’ha sempre assistita in questo prezioso ministero. La sua materna intercessione Le ottenga le celesti ricompense e le grazie che più Le stanno a cuore. Le sia pegno di pace e di spirituale letizia anche la mia Benedizione che di cuore Le imparto, estendendola con sentita riconoscenza anche ai Suoi collaboratori ed alle persone care".

SULL'ELEVAZIONE ALLA DIGNITĀ EPISCOPALE DEL SEGRETARIO GENERALE DEL GOVERNATORATO DELLO STATO DELLA CITTĀ DEL VATICANO

Città del Vaticano, 15 ottobre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha indirizzato una lettera al Cardinale Bertello, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, nella quale spiega la sua decisione di elevare alla dignità episcopale il Padre Fernando Vérgez Alzaga, LC, Segretario Generale del Governatorato.

"Dalla natura specifica della Sede Apostolica - scrive il Papa - che ha una missione spirituale e pastorale a favore della Chiesa di Roma e della Chiesa Universale, deriva la speciale responsabilità di coloro che sono legati ad essa con vincolo di lavoro, e l'impegno di scrupolosa fedeltà a tutti i compiti e doveri assegnati nella laboriosità, nella professionalità e nell'onestà della vita".

"Spetta al Segretario Generale del Governatorato di curare in modo diretto la formazione umana e cristiana dei dipendenti e dei collaboratori, di coordinare i Sacerdoti incaricati dell'assistenza spirituale che già sono presenti nei vari settori, di promuovere opportune iniziative, specialmente in concomitanza con i programmi pastorali della Chiesa universale e nei tempi forti dell'anno liturgico".

"In considerazione di tali compiti ho deciso di elevare all'ordine episcopale il Reverendo Padre Fernando Vérgez Alzaga, L.C.".



ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 15 ottobre 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha elevato alla dignità episcopale, il Padre Fernando Vérgez Alzaga, L.C., Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. L'Arcivescovo eletto è nato a Salamanca (Spagna) nel 1945, ha emesso la professione perpetua nella Congregazione dei Legionari di Cristo nel 1965 ed è stato ordinato sacerdote nel 1969. Ha conseguito la licenza in Filosofia e Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e il diploma della Scuola d’Archivista presso l’Archivio Segreto Vaticano. Il 1° agosto 1972 ha iniziato il servizio presso la Santa Sede nella Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica; nell’aprile 1984 è stato trasferito al Pontificio Consiglio per i Laici; nel giugno 2004 è stato nominato Capo Ufficio dell’Ufficio Internet della Santa Sede; infine, il 10 gennaio 2008, è stato nominato Direttore della Direzione delle Telecomunicazioni dello Stato della Città del Vaticano.

- Ha nominato l'Arcivescovo Giovanni Ricchiuti, Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti (superficie: 1.309; popolazione: 170.500, cattolici: 168.500; sacerdoti: 91; religiosi: 184; diaconi permanenti: 11), Italia. Finora Arcivescovo di Acerenza (Italia), succede al Vescovo Mario Paciello, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Reverendo Mark Hagemoen, Vescovo della Diocesi di MacKenzie-Fort Smith (superficie: 1.523.400; popolazione: 49.150, cattolici: 27.050; sacerdoti: 8; religiosi: 11; diaconi permanenti: 1), Canada. Il Vescovo eletto è nato a Vancouver (Canada) nel 1961 ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Dal 1990 al 1992 è stato Vicario parrocchiale di St. Stephen, a Vancouver; dal 1992 al 1994 Vicario parrocchiale di St. Mary, a Chilliwack; dal 1994 al 1999 Direttore della pastorale per la gioventù dell’Arcidiocesi; dal 1999 al 2004 Parroco di St. Nicolas, a Langley; dal 2004 al 2009 Vicario generale dell’Arcidiocesi; dal 2007 al 2011 Vicario episcopale per i servizi pastorali diocesani; dal 2004 al 2011 Parroco di St. John the Apostle, a Vancouver; dal 2011 Direttore dei Collegi cattolici di Corpus Christi e St. Mark’s, a Vancouver.

- Ha nominato il Padre Narciso V. Abellana M.S.C., della Società Missionaria del Sacro Cuore, Vescovo di Romblon (superficie: 1.567;popolazione: 318.000; cattolici: 263.026; sacerdoti: 34; religiosi: 54), Filippine. Il Vescovo eletto è nato a Talisay City (Filippine), nel 1953, ha emesso la professione solenne nel 1977 ed è stato ordinato sacerdote nel 1978. Dal 1978 al 1986 è stato Parroco a Pilar, Cebu; dal 1986 al 1988 Rettore del College Seminary a Banawa, Cebu City; dal 1991 al 1993 Consigliere Provinciale e Vice Maestro dei Novizi; dal 1993 al 1999 Decano del Teologato; dal 1999 al 2005 Superiore Provinciale; dal 2005 al 2001 Vicario Generale e Primo Assistente del Superiore Generale a Roma; dal 2011 Cappellano presso la "Central Luzon State University" a Nueva Ecija.

- Ha nominato il Vescovo Sébastien Muyengo Mulombe, Vescovo della Diocesi di Uvira (superficie: 36.000; popolazione: 1.370.000; cattolici: 483.321; sacerdoti: 60; religiosi: 51), Repubblica Democratica del Congo. È stato finora Ausiliare di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo.

lunedì 14 ottobre 2013

C'È BISOGNO DI CRISTIANI MOTIVATI CHE RISVEGLINO LA SPERANZA

Città del Vaticano, 14 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina, il Santo Padre ha ricevuto in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. "Nel nostro tempo - ha detto il Papa - si verifica spesso un atteggiamento di indifferenza verso la fede, ritenuta non più rilevante nella vita dell’uomo. (...) È importante che noi cristiani mostriamo di vivere in modo concreto la fede, attraverso l’amore, la concordia, la gioia, la sofferenza, perché questo suscita delle domande, come all’inizio del cammino della Chiesa: perché vivono così? Che cosa li spinge? Sono interrogativi che portano al cuore dell’evangelizzazione che è la testimonianza della fede e della carità".

Nel notare che tante persone si sono allontanate dalla Chiesa, il Papa ha affermato: "C’è bisogno di cristiani che rendano visibile agli uomini di oggi la misericordia di Dio, la sua tenerezza per ogni creatura" ed ha esortato ad andare incontro agli altri "verso chi ha smarrito la fede e il senso profondo della vita. (...) La Chiesa - ha ribadito - è inviata a risvegliare dappertutto questa speranza, specialmente dove è soffocata da condizioni esistenziali difficili, a volte disumane, dove la speranza non respira, soffoca. C’è bisogno dell’ossigeno del Vangelo, del soffio dello Spirito di Cristo Risorto, che la riaccenda nei cuori. La Chiesa è la casa in cui le porte sono sempre aperte non solo perché ognuno possa trovarvi accoglienza e respirare amore e speranza, ma anche perché noi possiamo uscire a portare questo amore e questa speranza".

"Tutto questo, però nella Chiesa - ha sottolineato il Pontefice - non è lasciato al caso, all’improvvisazione. Esige l’impegno comune per un progetto pastorale che richiami l’essenziale e che sia ben centrato sull’essenziale, cioè su Gesù Cristo". Di qui l'importanza della pastorale delle diocesi e delle parrocchie, della catechesi come momento di evangelizzazione. Ricordando di aver incontrato bambini "che non sapevano neppure farsi il Segno della Croce", il Papa ha ribadito che la catechesi è un servizio prezioso per la nuova evangelizzazione ed ha affermato: "È importante che i genitori siano i primi catechisti, i primi educatori alla fede nella propria famiglia con la testimonianza e con la parola".


INVOCHIAMO L’INTERCESSIONE DI MARIA, PERCHÉ CI AIUTI A LASCIARCI SORPRENDERE DA DIO SENZA RESISTENZE

Città del Vaticano, 13 ottobre 2013 (VIS). Oltre centomila persone hanno partecipato questa mattina, in Piazza San Pietro, alla Santa Messa celebrata da Papa Francesco per la "Giornata Mariana", nell'ambito dell'Anno della Fede, presente la statua originale della Madonna di Fatima. Nell'omelia il Papa ha presentato alcune riflessioni su tre realtà: Dio ci sorprende, Dio ci chiede fedeltà, Dio è la nostra forza.

Di seguito riportiamo un'ampia sintesi dell'omelia di Papa Francesco:

"Nel Salmo abbiamo recitato: 'Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie'. Oggi siamo di fronte ad una delle meraviglie del Signore: Maria! Una creatura umile e debole come noi, scelta per essere Madre di Dio, Madre del suo Creatore. Proprio guardando a Maria, alla luce delle Letture che abbiamo ascoltato, vorrei riflettere con voi su tre realtà: prima, Dio ci sorprende; seconda, Dio ci chiede fedeltà; terza, Dio è la nostra forza".

"1. La prima: Dio ci sorprende. La vicenda di Naaman, capo dell’esercito del re di Aram, è singolare: per guarire dalla lebbra si rivolge al profeta di Dio, Eliseo, che non compie riti magici, né gli chiede cose straordinarie, ma solo fidarsi di Dio e di immergersi nell’acqua del fiume; non però dei grandi fiumi di Damasco, ma del piccolo fiume Giordano. È una richiesta che lascia Naaman perplesso, anche sorpreso: che Dio può essere quello che chiede qualcosa di così semplice? Vuole tornare indietro, ma poi fa il passo, si immerge nel Giordano e subito guarisce. Ecco, Dio ci sorprende; è proprio nella povertà, nella debolezza, nell’umiltà che si manifesta e ci dona il suo amore che ci salva, ci guarisce, ci dà forza. Chiede solo che seguiamo la sua parola e ci fidiamo di Lui".

"Questa è l’esperienza della Vergine Maria: davanti all’annuncio dell’Angelo, non nasconde la sua meraviglia. È lo stupore di vedere che Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei, una semplice ragazza di Nazaret, che non vive nei palazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie, ma che è aperta a Dio, sa fidarsi di Lui, anche se non comprende tutto (...). Dio ci sorprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!".

"Oggi chiediamoci tutti se abbiamo paura di quello che Dio potrebbe chiederci o di quello che ci chiede. Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze, sicurezze materiali, sicurezze intellettuali, sicurezze ideologiche, sicurezze dei miei progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo?".

"2. Nel brano di san Paolo che abbiamo ascoltato, l’Apostolo si rivolge al discepolo Timoteo dicendogli: ricordati di Gesù Cristo, se con Lui perseveriamo, con Lui anche regneremo. Ecco il secondo punto: ricordarsi sempre di Cristo, (...) e questo è perseverare nella fede; Dio ci sorprende con il suo amore, ma chiede fedeltà nel seguirlo. Noi possiamo diventare 'non fedeli', ma Lui non può, Lui è 'il fedele' e chiede da noi la stessa fedeltà. Pensiamo a quante volte ci siamo entusiasmati per qualcosa, per qualche iniziativa (...) ma poi, di fronte ai primi problemi, abbiamo gettato la spugna. E questo purtroppo, avviene anche nelle scelte fondamentali, come quella del matrimonio. La difficoltà di essere costanti, di essere fedeli alle decisioni prese, agli impegni assunti. Spesso è facile dire 'sì', ma poi non si riesce a ripetere questo 'sì' ogni giorno. Non si riesce ad essere fedeli".
"Maria ha detto il suo 'sì' a Dio, un 'sì' che ha sconvolto la sua umile esistenza di Nazaret, ma non è stato l’unico, anzi è stato solo il primo di tanti 'sì' pronunciati nel suo cuore nei suoi momenti gioiosi, come pure in quelli di dolore, tanti 'sì' culminati in quello sotto la Croce".

"E io mi domando: sono un cristiano 'a singhiozzo', o sono un cristiano sempre? La cultura del provvisorio, del relativo entra anche nel vivere la fede. Dio ci chiede di essergli fedeli, ogni giorno, nelle azioni quotidiane e aggiunge che, anche se a volte non gli siamo fedeli, Lui è sempre fedele e con la sua misericordia non si stanca di tenderci la mano per risollevarci, di incoraggiarci a riprendere il cammino, di ritornare a Lui e dirgli la nostra debolezza perché ci doni la sua forza. E questo è il cammino definitivo: sempre col Signore, anche nelle nostre debolezze, anche nei nostri peccati. Mai andare sulla strada del provvisorio".

"3. L’ultimo punto: Dio è la nostra forza. Penso ai dieci lebbrosi del Vangelo guariti da Gesù (...). Sono malati, bisognosi di essere amati, di avere forza e cercano qualcuno che li guarisca. E Gesù risponde liberandoli tutti dalla loro malattia. Fa impressione, però, vedere che uno solo torna indietro per lodare Dio a gran voce e ringraziarlo. Gesù stesso lo nota: dieci hanno gridato per ottenere la guarigione e solo uno è ritornato per gridare a voce alta il suo grazie a Dio e riconoscere che Lui è la nostra forza. Saper ringraziare, saper lodare per quanto il Signore fa per noi".

"Guardiamo Maria: dopo l’Annunciazione, il primo gesto che compie è di carità verso l’anziana parente Elisabetta; e le prime parole che pronuncia sono: 'L’anima mia magnifica il Signore', cioè un canto di lode e di ringraziamento a Dio non solo per quello che ha operato in lei, ma per la sua azione in tutta la storia della salvezza. Tutto è suo dono. Se noi possiamo capire che tutto è dono di Dio, quanta felicità nel nostro cuore! (...) Lui è la nostra forza! Dire grazie è così facile, eppure così difficile! Quante volte ci diciamo grazie in famiglia? È una delle parole chiave della convivenza. 'Permesso', 'scusa', 'grazie': se in una famiglia si dicono queste tre parole, la famiglia va avanti. (...) Quante volte diciamo 'grazie' in famiglia? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. È facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma andare a ringraziarlo: 'Mah, non mi viene'".

"Continuando l’Eucaristia invochiamo l’intercessione di Maria, perché ci aiuti a lasciarci sorprendere da Dio senza resistenze, ad essergli fedeli ogni giorno, a lodarlo e ringraziarlo perché è Lui la nostra forza".

Al termine della Santa Messa il Papa ha compiuto l'Atto di Affidamento alla Beata Vergine Maria di Fatima: "Insegnaci - ha detto - il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù".

Prima della recita dell'Angelus, Papa Francesco ha ricordato che oggi a Tarragona (Spagna) "vengono proclamati Beati circa cinquecento martiri, uccisi per la loro fede durante la guerra civile spagnola degli anni Trenta del secolo scorso. Lodiamo il Signore per questi suoi coraggiosi testimoni, e per loro intercessione supplichiamolo di liberare il mondo da ogni violenza".

"Ringrazio tutti voi - ha concluso Papa Francesco - che siete venuti numerosi da Roma, dall'Italia e da tante parti del mondo per questa festa della fede dedicata a Maria nostra Madre".

VIDEO MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA BEATIFICAZIONE DI 522 MARTIRI SPAGNOLI DEL SECOLO XX

Città del Vaticano, 13 ottobre 2013 (VIS). Pubblichiamo di seguito il testo del videomessaggio di Papa Francesco trasmesso all'inizio della Cerimonia di Beatificazione di 522 martiri spagnoli del secolo XX, svoltasi oggi a Tarragona (Spagna).

"Mi unisco con tutto il cuore ai partecipanti alla celebrazione a Tarragona, nella quale numerosi Pastori, persone consacrate e fedeli laici sono proclamati Beati martiri.

Chi sono i martiri? Sono cristiani conquistati da Cristo, discepoli che hanno ben appreso il significato di 'amare fino alla fine' che portò Gesù alla Croce. Non esiste l'amore a puntate, l'amore in porzioni. L'amore totale: e quando si ama, si ama sino alla fine. Sulla Croce Gesù ha sentito il peso della morte, il peso del peccato, ma si è affidato completamente al Padre ed ha perdonato. Poteva appena parlare, ma donò la vita. Cristo è il primo nell'amore; i martiri lo hanno imitato nell'amore sino alla fine.

Dicono i Santi Padri: 'Imitiamo i martiri! Bisogna sempre morire un poco per uscire da noi stessi, dal nostro egoismo, dal nostro benessere, dalla nostra pigrizia, dalle nostre tristezze e aprirsi a Dio, agli altri, specialmente a quanti hanno più bisogno.

Imploriamo l'intercessione dei martiri per essere cristiani concreti, cristiani con le opere e non a parole: per non essere cristiani mediocri, cristiani dal cristianesimo di superficie ma senza sostanza. Questi non erano cristiani di superficie, erano cristiani sino alla fine, chiediamo il loro aiuto per mantenerci saldi nella fede, anche nelle difficoltà, e siamo così fermento di speranza e artefici di fratellanza e solidarietà.

E vi chiedo di pregare per me. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi guidi".


GIORNATA MARIANA: LA FEDE DI MARIA DÀ CARNE UMANA A GESÙ

Città del Vaticano, 12 ottobre 2013 (VIS). Alle ore 17:00 di questo pomeriggio, in Piazza San Pietro, si è svolta una Celebrazione Mariana nell’ambito della "Giornata Mariana", indetta in occasione dell’Anno della fede. Alle ore 16:00 ha avuto inizio la processione - attraverso i vari settori della Piazza - della statua originale della Madonna di Fatima, giunta in aereo dal Portogallo. Sul sagrato la statua della Vergine è stata accolta alle ore 17:00 dal Santo Padre Francesco. Presenti oltre centomila persone.

Dopo l’indirizzo di saluto del Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, Arcivescovo Rino Fisichella, ha avuto luogo l’Intronizzazione della statua della Madonna di Fatima. A conclusione della preghiera mariana sotto forma di Via Matris, Papa Francesco ha pronunciato la catechesi nella quale ha spiegato che Maria sempre ci porta a Gesù. È una donna di fede, una vera credente. Possiamo domandarci: come è stata la fede di Maria?".

"La fede di Maria - ha detto Papa Francesco - scioglie il nodo del peccato. Che cosa significa? I Padri conciliari del Vaticano II hanno ripreso un’espressione di sant’Ireneo che dice: 'Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva aveva legato con la sua incredulità, la vergine Maria l’ha sciolto con la sua fede'. Il 'nodo' della disobbedienza, il 'nodo' dell’incredulità".

Quando noi non ascoltiamo Dio, non seguiamo la sua volontà, "compiamo delle azioni concrete in cui mostriamo mancanza di fiducia in Lui - e questo è il peccato -, si forma come un nodo nella nostra interiorità. E questi nodi ci tolgono la pace e la serenità. (...) Ma alla misericordia di Dio - lo sappiamo - nulla è impossibile! Anche i nodi più intricati si sciolgono con la sua grazia. E Maria, che con il suo 'sì' ha aperto la porta a Dio per sciogliere il nodo dell’antica disobbedienza, è la madre che con pazienza e tenerezza ci porta a Dio perché Egli sciolga i nodi della nostra anima con la sua misericordia di Padre. (...) Tutti i nodi del cuore, tutti i nodi della coscienza possono essere sciolti".

"La fede di Maria dà carne umana a Gesù. Dice il Concilio: 'Per la sua fede e la sua obbedienza Ella generò sulla terra lo stesso Figlio del Padre, senza conoscere uomo, ma sotto l’ombra dello Spirito Santo'. (...) Maria ha concepito Gesù nella fede e poi nella carne, quando ha detto 'sì' all’annuncio che Dio le ha rivolto mediante l’Angelo. Che cosa vuol dire questo? Che Dio non ha voluto farsi uomo ignorando la nostra libertà, ha voluto passare attraverso il libero assenso di Maria, attraverso il suo 'sì'".

"Ma quello che è avvenuto nella Vergine Madre in modo unico, accade a livello spirituale anche in noi quando accogliamo la Parola di Dio con cuore buono e sincero e la mettiamo in pratica. Succede come se Dio prendesse carne in noi, Egli viene ad abitare in noi, perché prende dimora in coloro che lo amano e osservano la sua Parola. (...) Credere in Gesù significa offrirgli la nostra carne, con l’umiltà e il coraggio di Maria, perché Lui possa continuare ad abitare in mezzo agli uomini; significa offrirgli le nostre mani per accarezzare i piccoli e i poveri; i nostri piedi per camminare incontro ai fratelli; le nostre braccia per sostenere chi è debole e lavorare nella vigna del Signore; la nostra mente per pensare e fare progetti alla luce del Vangelo; e, soprattutto, offrire il nostro cuore per amare e prendere decisioni secondo la volontà di Dio".

"E l’ultimo elemento è la fede di Maria come cammino: il Concilio afferma che Maria 'ha camminato nel pellegrinaggio della fede'. Per questo lei ci precede in questo pellegrinaggio, ci accompagna, ci sostiene. (...) Tutta la sua vita è stata seguire il suo Figlio: Lui - Lui, Gesù - è la via, Lui è il cammino! Progredire nella fede, avanzare in questo pellegrinaggio spirituale che è la fede, non è altro che seguire Gesù; ascoltarlo, lasciarsi guidare dalle sue parole; vedere come Lui si comporta e mettere i nostri piedi nelle sue orme, avere i suoi stessi sentimenti e atteggiamenti. E quali sono, i sentimenti e gli atteggiamenti di Gesù? Umiltà, misericordia, vicinanza, ma anche fermo rifiuto dell’ipocrisia, della doppiezza, dell’idolatria. La via di Gesù è quella dell’amore fedele fino alla fine, fino al sacrificio della vita, è la via della croce".

"Per questo il cammino della fede passa attraverso la croce e Maria l’ha capito fin dall’inizio (...). Maria sempre era con Gesù, seguiva Gesù in mezzo al popolo, e sentiva le chiacchiere, le odiosità di quelli che non volevano bene al Signore. E questa croce, Lei l’ha portata! Allora la fede di Maria ha affrontato l’incomprensione e il disprezzo. Quando è arrivata l’'ora' di Gesù, cioè l’ora della passione: allora la fede di Maria è stata la fiammella nella notte, (...). Nella notte del sabato santo Maria ha vegliato. La sua fiammella, piccola ma chiara, è stata accesa fino all’alba della Risurrezione; e quando le è giunta la voce che il sepolcro era vuoto, nel suo cuore è dilagata la gioia della fede, la fede cristiana nella morte e risurrezione di Gesù Cristo. Perché sempre la fede ci porta alla gioia, e Lei è la Madre della gioia: che ci insegni ad andare per questa strada della gioia e vivere questa gioia!".

"Questa sera, Madre, - ha concluso il Papa - ti ringraziamo per la tua fede, di donna forte e umile; rinnoviamo il nostro affidamento a te, Madre della nostra fede".

VEGLIA E ROSARIO NEL SANTUARIO DEL DIVINO AMORE

Città del Vaticano, 12 ottobre 2013 (VIS). Al termine della preghiera mariana in Piazza San Pietro, la statua della Madonna di Fatima è stata trasportata in elicottero al Santuario del Divino Amore.

Alle 19:30 ha avuto inizio la recita del Santo Rosario in collegamento con alcuni santuari mariani del mondo, seguita da una Veglia di preghiera "Con Maria oltre la notte", che si è estesa fino all'arrivo, all'alba, del tradizionale pellegrinaggio alla Madonna del Divino Amore.

Prima della recita del Santo Rosario è stato trasmesso un videomessaggio di Papa Francesco di cui di seguito riportiamo il testo:

"Cari fratelli e sorelle,

saluto tutti i pellegrini presenti nel Santuario del Divino Amore e quelli che sono collegati dai Santuari Mariani di Lourdes, Nazareth, Lujan, Vailankanni, Guadalupe, Akita, Nairobi, Benneux, Częstochowa e Marian Valley.

Questa sera mi sento unito a tutti voi nella preghiera del Santo Rosario e dell’Adorazione Eucaristica sotto lo sguardo della Vergine Maria.

Lo sguardo! Quanto è importante! Quante cose si possono dire con uno sguardo! Affetto, incoraggiamento, compassione, amore, ma anche rimprovero, invidia, superbia, perfino odio. Spesso lo sguardo dice più delle parole, o dice ciò che le parole non riescono o non osano dire.

Chi guarda la Vergine Maria? Guarda tutti noi, ciascuno di noi. E come ci guarda? Ci guarda come Madre, con tenerezza, con misericordia, con amore. Così ha guardato il figlio Gesù, in tutti i momenti della sua vita, gioiosi, luminosi, dolorosi, gloriosi, come contempliamo nei Misteri del Santo Rosario, semplicemente con amore.

Quando siamo stanchi, scoraggiati, schiacciati dai problemi, guardiamo a Maria, sentiamo il suo sguardo che dice al nostro cuore: 'Forza, figlio, ci sono io che ti sostengo!'. La Madonna ci conosce bene, è mamma, sa bene quali sono le nostre gioie e le nostre difficoltà, le nostre speranze e le nostre delusioni. Quando sentiamo il peso delle nostre debolezze, dei nostri peccati, guardiamo a Maria, che dice al nostro cuore: 'Rialzati, va’ da mio Figlio Gesù, in Lui troverai accoglienza, misericordia e nuova forza per continuare il cammino'.

Lo sguardo di Maria non si rivolge solamente verso di noi. Ai piedi della croce, quando Gesù le affida l’Apostolo Giovanni, e con lui tutti noi, dicendo: 'Donna, ecco tuo figlio', lo sguardo di Maria è fisso su Gesù. E Maria ci dice, come alle nozze di Cana: 'Qualsiasi cosa vi dice, fatela'. Maria indica Gesù, ci invita a testimoniare Gesù, ci guida sempre al suo Figlio Gesù, perché solo in Lui c’è salvezza, solo Lui può trasformare l’acqua della solitudine, della difficoltà, del peccato, nel vino dell’incontro, della gioia, del perdono. Solo Lui.

'Beata perché hai creduto!'. Maria è beata per la sua fede in Dio, per la sua fede, perché lo sguardo del suo cuore è sempre stato fisso su Dio, sul Figlio di Dio che ha portato in grembo e ha contemplato sulla Croce. Nell’Adorazione del Santissimo Sacramento, Maria ci dice: 'Guarda al mio Figlio Gesù, tieni lo sguardo fisso su di Lui, ascoltalo, parla con Lui. Lui ti guarda con amore. Non avere paura! Lui ti insegnerà a seguirlo per testimoniarlo nelle grandi e piccole azioni della tua vita, nei rapporti di famiglia, nel tuo lavoro, nei momenti di festa; ti insegnerà ad uscire da te stesso, da te stessa, per guardare agli altri con amore, come Lui che non a parole, ma con i fatti, ti ha amato e ti ama!'.

O Maria, facci sentire il tuo sguardo di Madre, guidaci al tuo Figlio, fa’ che non siamo cristiani 'di vetrina', ma che sanno 'sporcarsi le mani' per costruire con il tuo Figlio Gesù, il suo Regno di amore, di gioia e di pace".

ANCHE NELLA CHIESA È IMPORTANTE CHIEDERSI: QUALE PRESENZA HA LA DONNA?

Città del Vaticano, 12 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti al Seminario di studio "Dio affida l'essere umano alla donna", promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici, in occasione del 25° anniversario della pubblicazione della Lettera apostolica "Mulieris dignitatem", del Beato Giovanni Paolo II (15 agosto 1988). Al Seminario di studio hanno partecipato esperti e rappresentanti di movimenti ecclesiali provenienti da 25 paesi e da diversi ambiti professionali.

La "Mulieris dignitatem" ha ricordato il Santo Padre è "un documento storico, il primo del Magistero pontificio dedicato interamente al tema della donna". l"Che cosa significa questo 'speciale affidamento' dell’essere umano alla donna? Mi pare evidente - ha detto Papa Francesco - che il mio Predecessore si riferisca alla maternità".

"Tante cose possono cambiare e sono cambiate nell’evoluzione culturale e sociale, ma rimane il fatto che è la donna che concepisce, porta in grembo e partorisce i figli degli uomini. E questo non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una ricchezza di implicazioni sia per la donna stessa, per il suo modo di essere, sia per le sue relazioni, per il modo di porsi rispetto alla vita umana e alla vita in genere. Chiamando la donna alla maternità, Dio le ha affidato in una maniera del tutto speciale l’essere umano".

"Qui però ci sono due pericoli sempre presenti, due estremi opposti che mortificano la donna e la sua vocazione. Il primo è di ridurre la maternità ad un ruolo sociale, ad un compito, anche se nobile, ma che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità, non la valorizza pienamente nella costruzione della comunità. Questo sia in ambito civile, sia in ambito ecclesiale. E, come reazione a questo, c’è l’altro pericolo, in senso opposto, quello di promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti dal maschile, abbandona il femminile con i tratti preziosi che lo caratterizza. E qui vorrei sottolineare come la donna abbia una sensibilità particolare per le 'cose di Dio', soprattutto nell’aiutarci a comprendere la misericordia, la tenerezza e l’amore che Dio ha per noi".

"La 'Mulieris dignitatem' - ha concluso Papa Francesco - si pone in questo contesto, e offre una riflessione profonda, organica, con una solida base antropologica illuminata dalla Rivelazione. Da qui dobbiamo ripartire per quel lavoro di approfondimento e di promozione che già più volte ho avuto modo di auspicare. Anche nella Chiesa è importante chiedersi: quale presenza ha la donna? Può essere valorizzata maggiormente? È una realtà che mi sta molto a cuore e per questo ho voluto incontrarvi e benedire voi e il vostro impegno. Grazie, portiamolo avanti insieme! Maria Santissima, grande donna, Madre di Gesù e di tutti i figli di Dio, ci accompagni".

ESPERIENZE DI LIBERTÀ CON E SENZA DIO, 24 ANNI DOPO LA CADUTA DEL MURO

Città del Vaticano, 14 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuta una Conferenza Stampa di presentazione del "Cortile dei Gentili", in programma quest'anno a Berlino, dal 26 al 28 novembre 2013. L'iniziativa, promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura in collaborazione con l'Arcidiocesi di Berlino e la Conferenza Episcopale Tedesca, ha la finalità di rilanciare il dialogo fra credenti e non credenti che si interrogano sui grandi temi del mondo contemporaneo.

Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; l'Arcivescovo Robert Zollitsch, Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca; Padre Hans Langendörfer, S.I., Segretario Generale della Conferenza Episcopale Tedesca; il Dottor Joachim Hake, Direttore dell'Accademia Cattolica dell'Arcidiocesi di Berlino ed il Padre Laurent Mazas, Direttore esecutivo del "Cortile dei Gentili".

L'incontro affronterà tematiche come la profondità dell'umanesimo etico, la grandezza della fede in Dio, la libertà dell'arte e della bellezza, rispetto e creazione, aspetti e modelli dell'uomo, ma anche grazia e dignità della natura umana e della devozione.

Con il titolo: "Se non c'è nessun Dio, tutto è permesso", il "Cortile dei Gentili" sarà inaugurato nel Municipio Rosso di Berlino. Il tema "Guarda l'uomo: creatura di Dio dotata di creatività o artefice di se stesso?" sarà trattato presso l'Università di Medicina Charité e il tema del rispetto, blasfemia e libertà artistica sarà trattato nel Deutsches Theater di Berlino.

"Numerose sono le esperienze di libertà con Dio e senza Dio a Berlino - ha detto l'Arcivescovo Zollitsch - e sono tanto differenti come gli abitanti di questa città. Le strade della loro vita e della loro libertà si intrecciano in continuazione, come le processioni nel Bode Museum. Il Cortile dei Gentili vuol mostrare la ricchezza e la profondità della fede cattolica, esprimere stima per le posizioni dei non credenti, ma anche vedere nella fede le tracce dell’incredulità".



I BIGLIETTI PER PARTECIPARE AD UDIENZE O CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DAL SANTO PADRE SONO TOTALMENTE GRATUITI

Città del Vaticano, 12 ottobre 2013 (VIS). La Prefettura della Casa Pontificia comunica che per la Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, domenica 27 aprile 2014, la partecipazione sarà aperta a quanti troveranno posto in Piazza San Pietro, Piazza Pio XII e Via della Conciliazione, senza bisogno di alcun biglietto.

Come già avvenuto in altre occasioni, si mettono in guardia i fedeli da atti di "bagarinaggio" e di richieste di denaro da parte di agenzie o operatori turistici per ottenere biglietti.

Si ricorda anche che i biglietti per partecipare a udienze o celebrazioni presiedute dal Santo Padre sono totalmente gratuiti.

UDIENZE

Città del Vaticano, 14 ottobre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor William Lacy Swing, Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), con la Consorte, e Seguito.

- Il Cardinale Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa.

- L'Arcivescovo Leo Boccardi, Nunzio Apostolico in Iran.

- L'Arcivescovo Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare emerito per l’Italia.

- Il Vescovo Fernando Panico, di Crato (Brasile).

Sabato 12 ottobre il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Signor Carlos Ávila Molina, Ambasciatore di Honduras, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 14 ottobre 2013 (VIS). Il Santo Padre, in vista della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014, sul tema “Le sfide della famiglia nel contesto della evangelizzazione”, ha nominato:

- Il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), Relatore Generale;

- L'Arcivescovo Bruno Forte, di Chieti-Vasto (Italia), Segretario Speciale.

Sabato 12 ottobre, il Santo Padre ha nominato:

- Il Reverendo Ángel José Macín, Vescovo di Reconquista (superficie: 35.000; popolazione: 276.000; cattolici: 243.000; sacerdoti: 46; religiosi: 65; diaconi permanenti: 1), Argentina. Il Vescovo eletto è nato nel 1967 a Malabrigo (Argentina) ed è stato ordinato sacerdote nel 1992. Dal 1994 al 2003 è stato Vicario parrocchiale di Santa Ana di Florencia; dal 1995 al 2006 Formatore della Casa di Formazione Sacerdotale; dal 1996 al 2001 Professore di Nuovo Testamento del Seminario diocesano San Nicolás, Buenos Aires; dal 2003 al 2004 Amministratore parrocchiale del Sagrado Corazón in Villa Ana, Santa Fe; dal 2005 al 2006 Vicario parrocchiale dell’Inmaculada Concepción di Villa Ocampo; dal 2007 al 2009 Parroco di Nuestra Señora del Huerto di Malabrigo, Santa Fe; nel 2012 è stato nominato parroco di Nuestra Señora de la Merced di Avellaneda, Santa Fe. È stato finora Amministratore diocesano di Reconquista.

- Il Monsignor Ilson de Jesus Montanari, Segretario della Congregazione per i Vescovi, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1959 a Sertãozinho (Brasile) ed è stato ordinato sacerdote nel 1989. Nel 1989 è stato nominato Parroco della Parrocchia "São João Batista" a Sertãozinho; dal 1990 al 1994 è stato Professore di Teologia presso il Centro di Studi dell'arcidiocesi di Ribeirão Preto e del Seminario Arcidiocesano di Uberaba; dal 1993 al 2002 Cancelliere e poi Coordinatore della Pastorale dell'arcidiocesi di Ribeirão Preto; dal 1990 al 2001 è stato Membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio di Consultori dell'arcidiocesi di Ribeirão Preto; è stato finora Officiale della medesima Congregazione.

- Il Monsignore Diego Giovanni Ravelli, Capo Ufficio nella Elemosineria Apostolica. È stato finora Officiale della medesima Elemosineria Apostolica.



venerdì 11 ottobre 2013

IL PAPA ALLA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA: IL DIALOGO E UNA VERA E CONCRETA CULTURA DELL’INCONTRO VINCONO I PREGIUDIZI E I SOSPETTI

Città del Vaticano, 11 ottobre 2013 (VIS). "Come Vescovo di Roma, sento particolarmente vicina la vita della Comunità ebraica dell’Urbe: so che essa, con oltre duemila anni di ininterrotta presenza, può vantarsi di essere la più antica dell'Europa occidentale". Papa Francesco ha salutato con queste parole la Comunità Ebraica di Roma, guidata dal Rabbino Capo Riccardo Di Segni, che ha ricevuto questa mattina in occasione del 70° anniversario della deportazioni degli Ebrei di Roma.

"Da molti secoli dunque, - ha proseguito il Pontefice - la Comunità ebraica e la Chiesa di Roma convivono in questa nostra città, con una storia - lo sappiamo bene – che è stata spesso attraversata da incomprensioni e anche da autentiche ingiustizie. È una storia, però, che, con l’aiuto di Dio, ha conosciuto ormai da molti decenni lo sviluppo di rapporti amichevoli e fraterni. A questo cambiamento di mentalità ha certamente contribuito, per parte cattolica, la riflessione del Concilio Vaticano II, ma un apporto non minore è venuto dalla vita e dall’azione, da ambo le parti, di uomini saggi e generosi, capaci di riconoscere la chiamata del Signore e di incamminarsi con coraggio su sentieri nuovi di incontro e di dialogo".

Il Papa ha menzionato successivamente "la comune tragedia della guerra" che paradossalmente "ci ha insegnato a camminare insieme" ed ha ricordato il 70° anniversario della deportazione degli Ebrei di Roma, il 16 ottobre 1943. Quel giorno più di mille ebrei romani furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz in Polonia; soltanto 16 fecero ritorno alle loro case. "Faremo memoria e pregheremo per tante vittime innocenti della barbarie umana, per le loro famiglie. Sarà anche l’occasione per mantenere sempre vigile la nostra attenzione affinché non riprendano vita, sotto nessun pretesto, forme di intolleranza e di antisemitismo, a Roma e nel resto del mondo. L'ho detto altre volte e mi piace ripeterlo adesso: è una contraddizione che un cristiano sia antisemita. Un po' le sue radici sono ebree. Un cristiano non può essere antisemita! L’antisemitismo sia bandito dal cuore e dalla vita di ogni uomo e di ogni donna!", ha esclamato Papa Francesco.

"Quell’anniversario - ha proseguito - ci permetterà anche di ricordare come nell’ora delle tenebre la comunità cristiana di questa città abbia saputo tendere la mano al fratello in difficoltà. Sappiamo come molti istituti religiosi, monasteri e le stesse Basiliche Papali, interpretando la volontà del Papa, abbiano aperto le loro porte per una fraterna accoglienza, e come tanti cristiani comuni abbiano offerto l’aiuto che potevano dare, piccolo o grande che fosse. In grande maggioranza non erano certo al corrente della necessità di aggiornare la comprensione cristiana dell’ebraismo e forse conoscevano ben poco della vita stessa della comunità ebraica. Ebbero però il coraggio di fare ciò che in quel momento era la cosa giusta: proteggere il fratello, che era in pericolo. Mi piace sottolineare questo aspetto, perché se è vero che è importante approfondire, da entrambe le parti, la riflessione teologica attraverso il dialogo, è anche vero che esiste un dialogo vitale, quello dell’esperienza quotidiana, che non è meno fondamentale. Anzi, senza questo, senza una vera e concreta cultura dell’incontro, che porta a relazioni autentiche, senza pregiudizi e sospetti, a poco servirebbe l’impegno in campo intellettuale. Anche qui, (...) il Popolo di Dio ha un proprio fiuto e intuisce il sentiero che Dio gli chiede di percorrere. In questo caso il sentiero dell'amicizia, della vicinanza, della fraternità".

"Spero di contribuire qui a Roma, come Vescovo, a questa vicinanza e amicizia, così come ho avuto la grazia - perché è stata una grazia - di fare con la comunità ebraica di Buenos Aires. Tra le molte cose che ci possono accomunare, vi è la testimonianza alla verità delle dieci parole, al Decalogo, come solido fondamento e sorgente di vita anche per la nostra società, così disorientata da un pluralismo estremo delle scelte e degli orientamenti, e segnata da un relativismo che porta a non avere più punti di riferimento solidi e sicuri".

"Invoco con voi la protezione e la benedizione dell’Altissimo per questo nostro comune cammino d'amicizia e di fiducia. Possa Egli, nella sua benevolenza, concedere ai nostri giorni la sua pace", ha concluso il Santo Padre.


LE NUOVE GENERAZIONI NON ABBASSINO MAI LA GUARDIA CONTRO L'ANTISEMITISMO E CONTRO IL RAZZISMO

Città del Vaticano, 11 ottobre 2013 (VIS). Di seguito pubblichiamo il Messaggio che il Santo Padre ha consegnato al Dottor Riccardo di Segni, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma, in occasione del 70° anniversario della deportazione degli Ebrei di Roma (16 ottobre 1943).

"Desidero unirmi, con la vicinanza spirituale e la preghiera, alla commemorazione del 70° anniversario della deportazione degli Ebrei di Roma. Mentre ritorniamo con la memoria a quelle tragiche ore dell’ottobre 1943, è nostro dovere tenere presente davanti ai nostri occhi il destino di quei deportati, percepire la loro paura, il loro dolore, la loro disperazione, per non dimenticarli, per mantenerli vivi, nel nostro ricordo e nella nostra preghiera, assieme alle loro famiglie, ai loro parenti e amici, che ne hanno pianto la perdita e sono rimasti sgomenti di fronte alla barbarie a cui può giungere l’essere umano".

"Fare memoria di un evento però non significa semplicemente averne un ricordo; significa anche e soprattutto sforzarci di comprendere qual è il messaggio che esso rappresenta per il nostro oggi, così che la memoria del passato possa insegnare al presente e divenire luce che illumina la strada del futuro. Il Beato Giovanni Paolo II scriveva che la memoria è chiamata a svolgere un ruolo necessario 'nel processo di costruzione di un futuro nel quale l’indicibile iniquità della Shoah non sia mai più possibile' e Benedetto XVI nel Campo di concentramento di Auschwitz affermava che 'il passato non è mai soltanto passato. Esso riguarda noi e ci indica le vie da non prendere e quelle da prendere'".

"L’odierna commemorazione potrebbe essere definita quindi come una 'memoria futuri', un appello alle nuove generazioni a non appiattire la propria esistenza, a non lasciarsi trascinare da ideologie, a non giustificare mai il male che incontriamo, a non abbassare la guardia contro l'antisemitismo e contro il razzismo, qualunque sia la loro provenienza. Auspico che da iniziative come questa possano intrecciarsi e alimentarsi reti di amicizia e di fraternità tra Ebrei e Cattolici in questa nostra amata città di Roma".

"Dice il Signore per bocca del profeta Geremia: 'Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza' . Il ricordo delle tragedie del passato divenga per tutti impegno ad aderire con tutte le nostre forze al futuro che Dio vuole preparare e costruire per noi e con noi. Shalom!".

ANGELA DA FOLIGNO SANTA. DECRETI DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

Città del Vaticano, 11 ottobre 2013 (VIS). Il 9 ottobre 2013, il Santo Padre Francesco, accolta la relazione del Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha esteso alla Chiesa Universale il Culto liturgico in onore della Beata Angela da Foligno, dell'Ordine Secolare di San Francesco; nata a Foligno (Italia) intorno al 1248 ed ivi morta il 4 gennaio 1309, iscrivendola nel catalogo dei Santi.

Allo stesso tempo, il Papa ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

MIRACOLI

- un miracolo attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Assunta Caterina Marchetti, italiana (1871-1948), Cofondatrice della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo;

VIRTÙ EROICHE

- Beato Amato Ronconi, italiano (1226-1292), Fondatore dell'Ospedale-Ospizio dei Pellegrini Poveri di Saludecio (Diocesi di Rimini), chiamato ora "Casa di Riposo Opera Pia Beato Amato Ronconi";

- Servo di Dio Pio Alberto Del Corona, italiano (1837-1912), già Vescovo di San Miniato, Fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane dello Spirito Santo;

- Serva di Dio Maria Elisabetta Turgeon, canadese (1840-1881), Fondatrice della Congregazione delle Suore di Nostra Signora del Santo Rosario di San Germain;


- Serva di Dio Maria of Saint Francis Wilson (al secolo: Mary Jane),
Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane di Nostra Signora delle Vittorie; nata a Hurryhur (India) il 3 ottobre 1840 e morta a Camara de Lobos (Portogallo) il18 ottobre 1916;

- Serva di Dio Maria Eleonora Giorgi (al secolo: Angela), italiana, (1882- 1945), Suora professa della Congregazione delle Serve della Vergine Maria Addolorata di Firenze;

- Servo di Dio Attilio Luciano Giordani, italiano (1913-1972), Laico e Padre di famiglia, Cooperatore della Società Salesiana di San Giovanni Bosco.

PRESENTAZIONE DELLA GIORNATA MARIANA

Città del Vaticano, 11 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, è stato presentata la "Giornata Mariana", celebrazione nell'ambito dell'Anno della Fede, in programma a Roma il 12 e 13 ottobre. Alla Conferenza Stampa hanno partecipato l'Arcivescovo Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, il Vescovo José Octavio Ruiz Arenas, Segretario e il Monsignor Graham Bell, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

"Nella Lettera apostolica 'Porta fidei', con la quale si indiceva l'Anno della Fede - ha ricordato l'Arcivescovo Fisichella nel suo intervento - si legge: 'Sarà decisivo nel corso di questo Anno ripercorrere la storia della nostra fede'. In questo contesto, Benedetto XVI poneva in primo luogo la figura di Maria come icona insuperabile della fede in Gesù Cristo. La Vergine Maria rappresenta per i credenti la prima risposta di fede, piena e totale, con la quale ci si abbandona totalmente a Dio. (...) In forza di questo, non poteva mancare durante l’Anno della Fede, un evento da dedicare alla pietà mariana. Ciò che caratterizza in modo del tutto particolare lo svolgimento di queste giornate sarà la presenza della statua originale della Madonna di Fatima. Giungerà a Roma, domani sabato 12 ottobre e ritornerà a Fatima la sera di domenica". L'Arcivescovo Fisichella ha sottolineato l'importanza dell'evento precisando che "la statua della Vergine di Fatima non lascia mai il Santuario. È solo per eventi del tutto eccezionali e straordinari. L’ultima volta è accaduto nel Grande Giubileo dell’Anno 2000 quando il Beato Giovanni Paolo II il 13 maggio compì l’Atto di affidamento alla Madonna". La scelta della Giornata mariana è stata intenzionalmente voluta il 13 ottobre perché quella data ricorda l’ultima apparizione della Vergine ai pastorelli Giacinta, Francesco e Maria nel 1917.

All'arrivo della statua della Vergine di Fatima in Vaticano da Fiumicino, sabato pomeriggio, si snoderà una piccola processione interna. La statua della Vergine farà una sosta presso la cappella dell'abitazione di Papa Benedetto XVI per un suo breve momento di preghiera personale e quindi si dirigerà verso la Casa Santa Marta dove, all'ingresso, la Statua della Madonna sarà accolta direttamente da Papa Francesco.

Le due giornate si svolgeranno secondo un tradizionale programma. Nel mattino del sabato il pellegrinaggio alla Tomba di Pietro, nel pomeriggio, Piazza San Pietro aperta ai pellegrini a partire dalle 14:30. L'accoglienza dei pellegrini inizierà alle 15:00 con un momento di animazione e riflessione; alle 16:00 inizierà la processione della statua della Vergine attraverso i vari settori della Piazza. "Come è tradizione per la Madonna di Fatima, chiediamo ai pellegrini - ha ricordato l'Arcivescovo Fisichella - di salutare con il fazzoletto bianco il passaggio della Statua". Alle 17:00 il Santo Padre accoglierà la statua della Vergine sul Sagrato della Basilica di San Pietro.

Dopo il momento di preghiera in Piazza San Pietro, la statua della Vergine sarà trasportata al Santuario del Divino Amore, dove alla recita del Santo Rosario farà seguito una Veglia di preghiera che si estenderà per tutta la notte. La domenica mattina la statua della Vergine ritornerà in Vaticano per ripetere la processione attraverso Piazza San Pietro a partire dalle ore 9:30 con la successiva Santa Messa presieduta da Papa Francesco. Al termine il Papa compirà l’Atto di Affidamento alla Madonna concludendo con l’Angelus.

È prevista la partecipazione di 150.000 pellegrini di tutto il mondo con 48 rappresentanze internazionali del movimento mariano.

UDIENZE

Città del Vaticano, 11 ottobre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, e Seguito.

- Il Signor Jean-Claude Mignon, Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

- Il Reverendo Don Julián Carrón, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione.

- L'Arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.



ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 11 ottobre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Reverendo Tsegaye Keneni Derera, Coadiutore del Vicario Apostolico di Soddo (superficie: 46.786; popolazione 5.085.000; cattolici: 144.747: sacerdoti: 39; religiosi: 41), Etiopia. Il Vescovo eletto è nato nel 1943 a Metcha Borodo (Etiopia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. Dal 1976 al 1999 è stato Cancelliere di Curia ad Addis Abeba; dal 1985 al 1998 Vicario Generale della medesima Arcieparchia; dal 1991 al 1999 è stato Segretario Generale del Segretariato Cattolico di Addis Abeba; dal 1999 al 2008 Segretario esecutivo della Conferenza Episcopale di Etiopia; dal 2007 al 2010 Direttore del progetto dell’Università Cattolica di Etiopia St. Thomas Aquinas; dal 2012 Vicario Generale del Vicariato Apostolico di Nekemte (Etiopia).

- Il Reverendo Andrew Harmon Cozzens, Vescovo Ausiliare di Saint Paul and Minneapolis (superficie: 17.225; popolazione: 3.231.000; cattolici: 839.000; sacerdoti: 444; religiosi: 777; diaconi permanenti: 214), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto è nato nel 1968 a Stamford (Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1997. Dal 1997 al 2000 è stato Vicario parrocchiale della Cattedrale Saint Paul a Saint Paul e dal 2000 al 2002, Vicario della parrocchia Sacred Heart-Saint Lawrence-Immaculate Conception a Faribault; dal 2002 al 2006 Cappellano per le Missionarie della Carità; dal 2008 al 2010 Direttore Assistente dell’Ufficio arcidiocesano del culto; dal 2006 Professore Assistente, Formatore e Direttore di culto presso il Saint Paul Seminary School of Divinity a Saint Paul; dal 2010 Membro del Mission Advisory Council and Corporate Board of the Institute for Priestly Formation a Omaha e dal 2011 Membro del St. Paul's Outreach Board of Directors a Sain Paul e Co-Cappellano del Serra Club delle Twin Cities. Dal 1992 è membro fondatore dell’Associazione sacerdotale diocesana Companions of Christ.




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