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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 16 febbraio 2010

LA TESTIMONIANZA SUSCITA VOCAZIONI


CITTA' DEL VATICANO, 16 FEB. 2010 (VIS). "La testimonianza suscita vocazioni" è il tema del Messaggio del Santo Padre per la XLVII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebrerà il 25 aprile 2010, IV Domenica di Pasqua, domenica del "Buon Pastore". Di seguito riportiamo ampi estratti del Documento.

  "La fecondità della proposta vocazionale, infatti, dipende primariamente dall'azione gratuita di Dio, ma, come conferma l'esperienza pastorale, è favorita anche dalla qualità e dalla ricchezza della testimonianza personale e comunitaria di quanti hanno già risposto alla chiamata del Signore nel ministero sacerdotale e nella vita consacrata, poiché la loro testimonianza può suscitare in altri il desiderio di corrispondere, a loro volta, con generosità all'appello di Cristo".

  "Già nell'Antico Testamento i profeti erano consapevoli di essere chiamati con la loro esistenza a testimoniare ciò che annunciavano, pronti ad affrontare anche l'incomprensione, il rifiuto, la persecuzione. (...) Nella pienezza dei tempi, sarà Gesù, l'inviato del Padre (cfr Gv 5,36), a testimoniare con la sua missione l'amore di Dio verso tutti gli uomini, senza distinzione, con particolare attenzione agli ultimi, ai peccatori, agli emarginati, ai poveri. Egli è il sommo Testimone di Dio e del suo anelito per la salvezza di tutti".

  "Anche la vocazione di Pietro, (...), passa attraverso la testimonianza del fratello Andrea (...) Così avvenne per Natanaele, Bartolomeo, grazie alla testimonianza di un altro discepolo, Filippo (...). L'iniziativa libera e gratuita di Dio incontra e interpella la responsabilità umana di quanti accolgono il suo invito a diventare strumenti, con la propria testimonianza, della chiamata divina. Questo accade anche oggi nella Chiesa: Iddio si serve della testimonianza di sacerdoti, fedeli alla loro missione, per suscitare nuove vocazioni sacerdotali e religiose al servizio del Popolo di Dio".

  "Elemento fondamentale e riconoscibile di ogni vocazione al sacerdozio e alla consacrazione è l'amicizia con Cristo. (...) Se il sacerdote è l` "uomo di Dio", che appartiene a Dio e che aiuta a conoscerlo e ad amarlo, non può non coltivare una profonda intimità con Lui, rimanere nel suo amore, dando spazio all'ascolto della sua Parola".

  "Altro aspetto della consacrazione sacerdotale e della vita religiosa è il dono totale di sé a Dio. (...) L'immagine di Gesù che nell'Ultima Cena si alza da tavola, depone le vesti, prende un asciugamano, se lo cinge ai fianchi e si china a lavare i piedi agli Apostoli, esprime il senso del servizio e del dono manifestati nell'intera sua esistenza, in obbedienza alla volontà del Padre".

  "Alla sequela di Gesù, ogni chiamato alla vita di speciale consacrazione deve sforzarsi di testimoniare il dono totale di sé a Dio. Da qui scaturisce la capacità di darsi poi a coloro che la Provvidenza gli affida nel ministero pastorale, con dedizione piena, continua e fedele, e con la gioia di farsi compagno di viaggio di tanti fratelli, affinché si aprano all'incontro con Cristo e la sua Parola divenga luce per il loro cammino. La storia di ogni vocazione si intreccia quasi sempre con la testimonianza di un sacerdote che vive con gioia il dono di se stesso ai fratelli per il Regno dei Cieli".

  "Infine, un terzo aspetto che non può non caratterizzare il sacerdote e la persona consacrata è il vivere la comunione. (...) In modo particolare, il sacerdote dev'essere uomo di comunione, aperto a tutti, capace di far camminare unito l'intero gregge che la bontà del Signore gli ha affidato, aiutando a superare divisioni, a ricucire strappi, ad appianare contrasti e incomprensioni, a perdonare le offese".

  "Se i giovani vedono sacerdoti isolati e tristi, non si sentono certo incoraggiati a seguirne l'esempio. Essi restano dubbiosi se sono condotti a considerare che questo è il futuro di un prete. È importante invece realizzare la comunione di vita, che mostri loro la bellezza dell'essere sacerdote".

  "Si potrebbe dire che le vocazioni sacerdotali nascono dal contatto con i sacerdoti, quasi come un prezioso patrimonio comunicato con la parola, con l'esempio e con l'intera esistenza".

  "Questo vale anche per la vita consacrata. L'esistenza stessa dei religiosi e delle religiose parla dell'amore di Cristo, quando essi lo seguono in piena fedeltà al Vangelo e con gioia ne assumono i criteri di giudizio e di comportamento. Diventano 'segno di contraddizione' per il mondo, la cui logica spesso è ispirata dal materialismo, dall'egoismo e dall'individualismo".

  "La loro fedeltà e la forza della loro testimonianza, poiché si lasciano conquistare da Dio rinunciando a se stessi, continuano a suscitare nell'animo di molti giovani il desiderio di seguire, a loro volta, Cristo per sempre, in modo generoso e totale. Imitare Cristo casto, povero e obbediente, e identificarsi con Lui: ecco l'ideale della vita consacrata, testimonianza del primato assoluto di Dio nella vita e nella storia degli uomini".

  "Ogni presbitero, ogni consacrato e ogni consacrata, fedeli alla loro vocazione, trasmettono la gioia di servire Cristo, e invitano tutti i cristiani a rispondere all'universale chiamata alla santità. Pertanto, per promuovere le vocazioni specifiche al ministero sacerdotale ed alla vita consacrata, per rendere più forte e incisivo l'annuncio vocazionale, è indispensabile l'esempio di quanti hanno già detto il proprio 'si' a Dio e al progetto di vita che Egli ha su ciascuno. La testimonianza personale, fatta di scelte esistenziali e concrete, incoraggerà i giovani a prendere decisioni impegnative, a loro volta, che investono il proprio futuro".

  "Possa ancora una volta questa Giornata Mondiale offrire una preziosa occasione a molti giovani per riflettere sulla propria vocazione, aderendovi con semplicità, fiducia e piena disponibilità".
MESS/GIORNATA PREGHIERA VOCAZIONI/...              VIS 20100216 (910)


INCONTRO CON VESCOVI CONFERENZA EPISCOPALE IRLANDESE


CITTA' DEL VATICANO, 16 FEB. 2010 (VIS). Di seguito riportiamo il Comunicato reso pubblico questo mattina al termine dell'incontro del Santo Padre  Benedetto XVI con i Vescovi della Conferenza Episcopale Irlandese, iniziato ieri lunedì 15 febbraio e conclusosi oggi 16 febbraio 2010.

  "Il 15 e il 16 febbraio, il Santo Padre ha avuto un incontro con i Vescovi della Conferenza Episcopale Irlandese e con alcuni Membri anziani della Curia Romana per discutere la grave situazione emersa nella Chiesa in Irlanda. Insieme hanno esaminato il fallimento delle autorità della Chiesa Irlandese che per molti anni hanno mancato di agire efficacemente nel trattare i casi che implicavano l'abuso sessuale sui giovani, commessi da alcuni membri del clero e da religiosi irlandesi. Tutti i presenti hanno riconosciuto che questa grave crisi ha portato all'assenza di fiducia verso i responsabili della Chiesa e ha danneggiato la testimonianza del Vangelo e l'insegnamento morale della Chiesa".

  "L'incontro ha avuto luogo in uno spirito di preghiera e di fraternità collegiale e l'atmosfera sincera ed aperta ha offerto guida e sostegno ai Vescovi nel loro sforzo di affrontare la situazione nelle proprie rispettive Diocesi".

  "La mattina del 15 febbraio, dopo una breve introduzione del Santo Padre, ogni Vescovo irlandese ha presentato le proprie osservazioni e suggerimenti. I Vescovi hanno parlato con franchezza del senso di dolore e di rabbia, tradimento, scandalo e vergogna espressi, in numerose occasioni, dalle vittime degli abusi. Un simile senso di oltraggio era anche riflesso nei laici, nei sacerdoti e nei religiosi".

  "I Vescovi hanno descritto il sostegno che attualmente viene dato da migliaia di volontari laici preparati e dediti nelle parrocchie, per garantire la sicurezza dei bambini in tutte le attività della Chiesa, e hanno posto l'accento sul fatto che mentre non ci sono dubbi che gli errori di giudizio e le omissioni sono al fondo della crisi, sono state adottate misure significative per garantire la sicurezza dei bambini e dei giovani. I Vescovi hanno anche sottolineato il proprio impegno alla collaborazione con le Autorità statali in Irlanda, - del Nord e del Sud - e con il Consiglio Nazionale per la Salvaguardia dei Bambini nella Chiesa Cattolica in Irlanda per garantire che gli standard della Chiesa, le politiche e procedure rappresentino la migliore pratica in questo ambito".

  "Il Santo Padre ha osservato che l'abuso sessuale sui bambini e sui giovani non soltanto è un crimine odioso, ma anche un grave peccato che offende Dio e ferisce la dignità della persona umana creata a Sua immagine. Consapevole che l'attuale e dolorosa situazione non si risolverà rapidamente, il Santo Padre ha esortato i Vescovi ad affrontare i problemi del passato con determinazione e fermezza, e ad affrontare l'attuale crisi con onestà e coraggio. Il Papa ha anche auspicato che il presente incontro contribuisca ad unire i Vescovi e a renderli capaci di parlare ad una sola voce nell'identificazione di passi concreti per portare la guarigione alle vittime degli abusi, incoraggiandoli al rinnovamento della fede in Cristo e a ripristinare la credibilità spirituale e morale della Chiesa".

  "Il Santo Padre ha anche fatto riferimento alla crisi della fede, più generalizzata, che colpisce la Chiesa, collegandola alla mancanza di rispetto per la persona umana e all'affievolimento della fede che è stato un significativo fattore nel contribuire al fenomeno degli abusi sui minori. Benedetto XVI ha ribadito la necessità di una più profonda riflessione teologica di tutta la questione, ed ha richiamato l'attenzione sulla necessità di una migliore preparazione umana, spirituale, accademica e pastorale dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa e di quanti sono stati già ordinati e consacrati".

  "I Vescovi hanno avuto l'opportunità di esaminare e discutere una bozza della Lettera Pastorale del Santo Padre ai cattolici irlandesi. Tenendo conto dei commenti dei Vescovi irlandesi, Sua Santità completerà la Lettera che sarà pubblicata nel corso della Quaresima".
OP/INCONTRO VESCOVI IRLANDESI/...                   VIS 20100216 (660)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 16 FEB. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Ricardo Antonio Tobón Restrepo, Arcivescovo Metropolita di Medellín (superficie: 687; popolazione: 3.336.000; cattolici: 2.899.000; sacerdoti: 977; religiosi: 4.046; diaconi permanenti: 55), Colombia. L'Arcivescovo eletto, è nato a Ituango (Colombia), nel 1951, è stato ordinato sacerdote nel 1975 ed ha ricevuto l'ordinazione episcopale nel 2003. Finora Vescovo di Sonsón-Rionegro (Colombia), succede all'Arcivescovo Alberto Giraldo Jaramillo, P.S.S., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha accettato la rinuncia all'ufficio di Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Medellín (Colombia), presentata dal Vescovo Gonzalo de Jesús Rivera Gómez, per raggiunti limiti d'età.
NER:RE/.../TOBÓN:GIRALDO:RIVERA                                VIS 20100216 (110)


lunedì 15 febbraio 2010

RIMANERE IN DIO ED OSSERVARE I SUOI COMANDAMENTI


CITTA' DEL VATICANO, 13 FEB. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, il Santo Padre si è recato in visita al Pontificio Seminario Romano Maggiore, alla vigilia della Festa della Madonna della Fiducia, Patrona del Seminario.

  Il Papa ha tenuto una Lectio Divina sul testo del Vangelo di Giovanni, cap. 15, 9-17, soffermandosi soprattutto sulle parole: "rimanete" e "osservate".

  "Meditando questo dono - Dio si è fatto uno con noi tutti e, nello stesso tempo, ci fa tutti uno, una vite - dobbiamo anche iniziare a pregare, affinché sempre più questo mistero penetri nella nostra mente, nel nostro cuore, e sempre più siamo capaci di vedere e di vivere la grandezza del mistero, e così cominciare a realizzare questo imperativo: 'Rimanete'".

  Riferendosi al secondo imperativo "Osservate", Benedetto XVI ha affermato che esso "è solo il secondo livello; il primo è quello del 'rimanere', il livello ontologico, del rapporto con Dio, cioè che siamo uniti con Lui, che ci ha dato in anticipo se stesso, ci ha già dato il suo amore, il frutto. Non siamo noi che dobbiamo produrre il grande frutto; il cristianesimo non è un moralismo, non siamo noi che dobbiamo fare quanto Dio si aspetta dal mondo, ma dobbiamo innanzitutto entrare in questo mistero ontologico: Dio si dà Egli stesso. Il suo essere, il suo amare, precede il nostro agire e, nel contesto del suo Corpo, nel contesto dello stare in Lui, identificati con Lui, nobilitati con il suo Sangue, possiamo anche noi agire con Cristo".

  "Il Signore dice: 'Non vi chiamo più servi, il servo non sa quello che fa il suo padrone. Vi ho chiamato amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi'. (...) La novità quindi è che Dio si è fatto conoscere, che Dio si è mostrato, che Dio non è più il Dio ignoto, cercato, ma non trovato o solo indovinato da lontano. Dio si è fatto vedere: nel volto di Cristo vediamo Dio, Dio si è fatto 'conosciuto', e così ci ha fatto amici".

  "Purtroppo" - ha lamentato il Papa - "anche oggi molti vivono lontani da Cristo, non conoscono il suo volto e così l'eterna tentazione del dualismo, (...) cioè che forse non c'è solo un principio buono, ma anche un principio cattivo, un principio del male; (...) nel volto del Cristo Crocifisso vediamo Dio e vediamo la vera onnipotenza, non il mito dell'onnipotenza. (...) In Lui la vera onnipotenza è amare fino al punto che Dio può soffrire: qui si mostra la sua vera onnipotenza, che può giungere fino al punto di un amore che soffre per noi".

  "'Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda'. Nel capitolo 16 il Signore ci offre la chiave per comprendere: ci dice quanto ci dà, che cosa è questo tutto, la 'charà', la gioia: se uno ha trovato la gioia ha trovato tutto e vede tutto nella luce dell'amore divino".

    "Da Dio non chiediamo qualche piccola o grande cosa, da Dio invochiamo il dono divino, Dio stesso; questo è il grande dono che Dio ci dà: Dio stesso. In questo senso dobbiamo imparare a pregare, (...) perché Egli ci dia se stesso, ci dia il suo Spirito e così possiamo rispondere alle esigenze della vita e aiutare gli altri nelle loro sofferenze. (...) Dobbiamo imparare sempre più per quali cose possiamo pregare e per quali cose non possiamo pregare, perché sono espressioni del mio egoismo. Non posso pregare per cose che sono nocive per gli altri, non posso pregare per cose che aiutano il mio egoismo, la mia superbia. Così il pregare, davanti agli occhi di Dio, diventa un processo di purificazione dei nostri pensieri, dei nostri desideri. (...) Solo in questo processo di lenta purificazione, di liberazione da noi stessi e dalla volontà di avere solo noi stessi, sta il cammino vero della vita, si apre il cammino della gioia".
BXVI-VISITA/.../SEMINARIO MAGGIORE ROMA               VIS 20100215 (660)


BIOETICA: DIGNITÀ UMANA E LEGGE MORALE NATURALE


CITTA' DEL VATICANO, 13 FEB. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza i Membri della Pontificia Accademia per la Vita, il cui Presidente è l'Arcivescovo Rino Fisichella, in occasione della Assemblea Plenaria.

  "Le problematiche che ruotano intorno al tema della bioetica" - ha detto il Santo Padre - "(...) pongono in primo piano la questione antropologica. (...) Dinanzi a simili questioni, che toccano in modo così decisivo la vita umana nella sua perenne tensione tra immanenza e trascendenza, e che hanno grande rilevanza per la cultura delle future generazioni, è necessario porre in essere un progetto pedagogico integrale, che permetta di affrontare tali tematiche in una visione positiva, equilibrata e costruttiva, soprattutto nel rapporto tra la fede e la ragione".

  "Le questioni di bioetica mettono spesso in primo piano il richiamo alla dignità della persona, un principio fondamentale che la fede in Gesù Cristo Crocifisso e Risorto ha da sempre difeso, soprattutto quando viene disatteso nei confronti dei soggetti più semplici e indifesi: Dio ama ciascun essere umano in modo unico e profondo. Anche la bioetica, come ogni disciplina, necessita di un richiamo capace di garantire una coerente lettura delle questioni etiche che, inevitabilmente,  emergono dinanzi a possibili conflitti interpretativi. In tale spazio si apre il richiamo normativo alla legge morale naturale".

  "Il riconoscimento della dignità umana, infatti, in quanto diritto inalienabile" - ha ribadito il Pontefice - "trova il suo fondamento primo in quella legge non scritta da mano d'uomo, ma iscritta da Dio Creatore nel cuore dell'uomo, che ogni ordinamento giuridico è chiamato a riconoscere come inviolabile e ogni singola persona è tenuta a rispettare e promuovere. Senza il principio fondativo della dignità umana sarebbe arduo trovare una fonte per i diritti della persona e impossibile giungere a un giudizio etico nei confronti delle conquiste della scienza che intervengono direttamente nella vita umana".

  "Quando si invoca il rispetto per la dignità della persona è fondamentale che esso sia pieno, totale e senza vincoli, tranne quelli del riconoscere di trovarsi sempre dinanzi a una vita umana. Certo, la vita umana conosce un proprio sviluppo e l'orizzonte di investigazione della scienza e della bioetica è aperto, ma occorre ribadire che quando si tratta di ambiti relativi all'essere umano, gli scienziati non possono mai pensare di avere tra le mani solo della materia inanimata e manipolabile. Infatti, fin dal primo istante, la vita dell'uomo è caratterizzata dall'essere vita umana e per questo portatrice sempre, dovunque e nonostante tutto, di dignità propria".

  "Coniugare bioetica e legge morale naturale permette di verificare al meglio il necessario e ineliminabile richiamo alla dignità che la vita umana possiede intrinsecamente dal suo primo istante fino alla sua fine naturale".

  "Invece, nel contesto odierno, pur emergendo con sempre maggior insistenza il giusto richiamo ai diritti che garantiscono la dignità della persona, si nota che non sempre tali diritti sono riconosciuti alla vita umana nel suo naturale sviluppo e negli stadi di maggior debolezza. Una simile contraddizione rende evidente l'impegno da assumere nei diversi ambiti della società e della cultura perché la vita umana sia riconosciuta sempre come soggetto inalienabile di diritto e mai come oggetto sottoposto all'arbitrio del più forte. La storia ha mostrato" - ha sottolineato il Papa - "quanto possa essere pericoloso e deleterio uno Stato che proceda a legiferare su questioni che toccano la persona e la società, pretendendo di essere esso stesso fonte e principio dell'etica".

  "La legge morale naturale (...) offre al legislatore la garanzia per un autentico rispetto sia della persona, sia dell'intero ordine creaturale. Essa si pone come fonte catalizzatrice di consenso tra persone di culture e religioni diverse e permette di andare oltre le differenze, perché afferma l'esistenza di un ordine impresso nella natura dal Creatore e riconosciuto come istanza di vero giudizio etico razionale per perseguire il bene ed evitare il male".
AC/BIOETICA:LEGGE MORALE NATURALE/ACAD-V         VIS 20100215 (650)


COMMISSIONE BILATERALE PERMANENTE SANTA SEDE-ISRAELE


CITTA' DEL VATICANO, 13 FEB. 2010 (VIS). Il 10 febbraio 2010, si è svolto un incontro della Commissione Bilaterale Permanente di Lavoro tra la Santa Sede e lo Stato di Israele per continuare il lavoro relativo ad un Accordo in conformità all'Articolo 10, paragrafo 2, del "Fundamental Agreement" tra le Parti, del 1993.

  Un Comunicato Congiunto rende noto che: "I colloqui sono stati proficui e si sono svolti in un'atmosfera di grande cordialità".

  Il prossimo incontro avrà luogo il 18 marzo.
OP/COMMISSIONE BILATERALE/SANTA SEDE:ISRAELE     VIS 20100215 (90)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 13 FEB. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Vescovo Martin Roos, di Timisoara (Romania), in Visita "ad Limina Apostolorum".

- Il Vescovo Anton Cosa, di Chisinau (Moldova), in Visita "ad Limina Apostolorum".

- Il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
AP:AL/.../...                                         VIS 20100215 (90)

LA CHIESA RICONOSCE NEI POVERI VOLTO DI CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 14 FEB. 2010 (VIS). Benedetto XVI si è recato questa mattina in visita all'Ostello della Caritas Diocesana di Roma "Don Luigi di Liegro, alla Stazione Termini.

  Il complesso assistenziale, creato 23 anni fa, destinato ai poveri e agli emarginati della città, comprende vari locali: il poliambulatorio, la farmacia, l'ostello e la sala mensa.

  Rivolgendosi agli ospiti del Centro, il Papa ha detto: "Cari fratelli e amici che qui trovate accoglienza, sappiate che la Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona, perché riconosce nel volto di ognuno di voi il volto di Cristo".

  "La testimonianza della carità, che in questo luogo trova speciale concretizzazione, appartiene alla missione della Chiesa insieme con l'annuncio della verità del Vangelo. L'uomo non ha soltanto bisogno di essere nutrito materialmente o aiutato a superare i momenti di difficoltà, ma ha anche la necessità di sapere chi egli sia e di conoscere la verità su se stesso, sulla sua dignità".

  "La Chiesa, con il suo servizio a favore dei poveri" - ha sottolineato il Pontefice - "è dunque impegnata ad annunciare a tutti la verità sull'uomo, che è amato da Dio, creato a sua immagine, redento da Cristo e chiamato alla comunione eterna con Lui. Tante persone hanno potuto così riscoprire, e tuttora riscoprono, la propria dignità, smarrita a volte per tragici eventi, e ritrovano fiducia in se stessi e speranza nell'avvenire".

  La profonda certezza di sentirsi amati da Dio "genera nel cuore dell'uomo una speranza forte, solida, luminosa, una speranza che dona il coraggio di proseguire nel cammino della vita nonostante i fallimenti, le difficoltà e le prove che la accompagnano".

  "La mia visita" - ha ricordato il Papa - "avviene nell'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, indetto dal Parlamento Europeo e dalla Commissione Europea. Venendo in questo luogo come Vescovo di Roma, (...) desidero incoraggiare non solo i cattolici, ma ogni uomo di buona volontà, in particolare quanti hanno responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle diverse istituzioni, ad impegnarsi nella costruzione di un futuro degno dell'uomo, riscoprendo nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna".

  "Per promuovere una pacifica convivenza che aiuti gli uomini a riconoscersi membri dell'unica famiglia umana" - ha detto ancora il Papa - "è importante che le dimensioni del dono e della gratuità siano riscoperte come elementi costitutivi del vivere quotidiano e delle relazioni interpersonali. Tutto ciò diventa giorno dopo giorno sempre più urgente in un mondo nel quale, invece, sembra prevalere la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse".

  "L'esperienza di volontariato che qui molti vivono è, specie per i giovani, un'autentica scuola in cui si impara ad essere costruttori della civiltà dell'amore, capaci di accogliere l'altro nella sua unicità e differenza".

  "Nel suo servizio alle persone in difficoltà" - ha concluso il Pontefice - "la Chiesa è mossa unicamente dal desiderio di esprimere la propria fede in quel Dio che è il difensore dei poveri e che ama ogni uomo per quello che è e non per quello che possiede o realizza".

  Al termine della visita, gli ospiti dell'Ostello e i volontari della Caritas di Roma hanno consegnato al Papa il Crocifisso restaurato della Chiesa di San Pietro di Onna, la cittadina dell'Abruzzo più colpita dal terremoto dell'aprile scorso. Il Santo Padre riconsegnerà il Crocifisso alla Chiesa di Onna al termine dei lavori di restauro.
BXVI-VISITA/OSTELLO CARITAS/ROMA                   VIS 20100215 (610)


GIUSTIZIA DI DIO: POVERI AMMESSI BANCHETTO VITA


CITTA' DEL VATICANO, 14 FEB. 2010 (VIS). Al termine della visita all'Ostello della Caritas diocesana di Roma, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  Nel commentare il Vangelo di Luca e l'annuncio delle "beatitudini" , uno dei temi della liturgia odierna, il Papa ha affermato: "Le beatitudini si basano sul fatto che esiste una giustizia divina, che rialza chi è stato a torto umiliato e abbassa chi si è esaltato. (...) Questa giustizia e questa beatitudine si realizzano nel 'Regno dei cieli', o 'Regno di Dio', che avrà il suo compimento alla fine dei tempi ma che è già presente nella storia".

  "Dove i poveri sono consolati e ammessi al banchetto della vita, lì si manifesta la giustizia di Dio. E' questo il compito che i discepoli del Signore sono chiamati a svolgere anche nella società attuale" - ha sottolineato il Santo Padre  ricordando la visita all'Ostello della 'Caritas' Romana alla Stazione Termini ed ha incoraggiato "quanti operano in tale benemerita istituzione e quanti, in ogni parte del mondo, si impegnano gratuitamente in simili opere di giustizia e di amore".

  "Al tema della giustizia" - ha proseguito il Pontefice - "ho dedicato quest'anno il 'Messaggio per la Quaresima', che inizierà il prossimo mercoledì, detto delle Ceneri. Oggi desidero, pertanto, consegnarlo idealmente a tutti, invitando a leggerlo e a meditarlo. Il Vangelo di Cristo risponde positivamente alla sete di giustizia dell'uomo, ma in modo inatteso e sorprendente. Gesù non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico, ma quella dell'amore, che ha già realizzato con la sua Croce e la sua Risurrezione. Su di esse si fondano le beatitudini, che propongono il nuovo orizzonte di giustizia, inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un mondo migliore".

  Al termine della recita dell'Angelus, Benedetto XVI ha ricordato i Paesi dell'Asia, la Cina e il Vietnam e le molte comunità sparse nel mondo dove si celebra oggi il capodanno lunare ed ha detto: "Sono giorni di festa, che quei popoli vivono come occasione privilegiata per rinsaldare i vincoli familiari e generazionali. Auguro a tutti di mantenere e accrescere la ricca eredità di valori spirituali e morali, che si radicano saldamente nella cultura di quei popoli".

  Nel saluto ai pellegrini polacchi, il Papa ha ricordato che: "L'odierna domenica è anche la festa dei santi Cirillo e Metodio, patroni d'Europa. I valori che essi hanno propagato nel nostro continente, cioè il segno della Croce, il Vangelo di Cristo e la vita secondo il Vangelo, rimangono il solido fondamento della forza spirituale dei popoli e dell'unità dell'Europa. Sono valori importanti anche per noi contemporanei. Chiediamo che i santi apostoli degli Slavi continuino a condurci sulle vie della fede".
ANG/BEATITUDINI/...                               VIS 20100215 (480)


INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I VESCOVI IRLANDESI

CITTA' DEL VATICANO, 15 FEB. 2010 (VIS). Nel corso della giornata di oggi ha luogo un Incontro del Santo Padre con i Vescovi della Conferenza Episcopale Irlandese, nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico. L'incontro ha avuto inizio questa mattina alle 9:30 è si concluderà questa sera alle 19:00.
.../.../.../                                         VIS 20100215 (50)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 15 FEB. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Reverendo Jude Arogundade, Vescovo Coadiutore della Diocesi di Ondo (superficie: 15.518; popolazione: 4.403.000; cattolici: 214.000; sacerdoti: 87; religiosi: 68), Nigeria. Il Vescovo eletto è nato nel 1961 a Oka-Akoko (Nigeria) ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. E' stato finora Amministratore della parrocchia "Our Lady of Mount Carmel Catholic Church", in Elmsford, New York (Stati Uniti D'America).

  Sabato 13 febbraio è stato reso noto che il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Mario Meini, Vescovo di Fiesole (superficie: 1.300; popolazione: 140.600; cattolici: 135.600; sacerdoti: 257; religiosi: 490; diaconi permanenti: 15), Italia. Finora Vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello (Italia), il Vescovo Meini succede al Vescovo Luciano Giovanetti, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignore Eugene Martin Nugent, Nunzio Apostolico in Madagascar e Delegato Apostolico nelle Isole Comore, con funzioni di Delegato Apostolico in La Riunione, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo. L'Arcivescovo eletto, finora Consigliere di Nunziatura, è nato a Co. Clare (Irlanda), nel 1958 ed è stato ordinato sacerdote nel 1983.

- Ha nominato il Vescovo Dominik Duka, O.P: Arcivescovo di Praha (superficie: 8.990; popolazione: 2.045.957; cattolici: 370.111; sacerdoti: 339; religiosi: 578; diaconi permanenti: 26), Repubblica Ceca. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1943 a Hradec Králové (Repubblica Ceca), è stato ordinato sacerdote nel 1970 ed ha ricevuto l'ordinazione episcopale nel 1998. Finora Vescovo di Hradec Králové (Repubblica Ceca), succede al Cardinale Miloslav Vlk, del quale il Santo Padre ha accettato al rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Sacerdote Paolo Mancini, Prelato Segretario del Vicariato di Roma, al presente Parroco della Parrocchia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo in Roma.
NER:RE:NEC:NN:NA/.../...                               VIS 20100215 (170)


venerdì 12 febbraio 2010

VIAGGIO APOSTOLICO MALTA


CITTA' DEL VATICANO, 11 FEB. 2010 (VIS). Il Santo Padre si recherà a Malta nei giorni 17 e 18 aprile prossimo, in occasione del 1950° anniversario del naufragio di San Paolo, che avvenne nel corso di un viaggio a Roma dell'Apostolo, nell'anno 60 della nostra epoca.

  La partenza dell'aereo papale è prevista sabato 17 aprile alle 15:25, dall'aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino e l'arrivo a Malta alle 17:00. Dopo la cerimonia di benvenuto all'aeroporto internazionale di Luqa a Malta, il Santo Padre compirà una visita di cortesia al Presidente della Repubblica George Abela nel Palazzo dei Gran Maestri a La Valletta, capitale dell'Isola.

  Alle 19:45 Benedetto XVI si recherà in visita alla Grotta di Rabat, rifugio dell'Apostolo dopo il naufragio e sede della prima comunità cristiana a Malta, come riportano Gli Atti degli Apostoli.

  Domenica alle 10:00, il Pontefice celebrerà la Santa Messa sul Piazzale dei Granai a Floriana. In seguito è previsto il pranzo con i Vescovi di Malta nella Nunziatura Apostolica a Rabat. Alle 16:45 è in programma il trasferimento via mare dalla banchina del porto di Kalkara alla banchina del Porto Grande di La Valletta ed alle 17:15 il Papa presiederà un incontro con i giovani.

  Al termine della cerimonia di congedo all'aeroporto internazionale di Malta a Luqa e del discorso del Santo Padre, è in programma, alle 19:10, la partenza per Roma dove l'arrivo all'aeroporto di Ciampino è previsto per le 20:45.
PV-MALTA/PROGRAMMA/...                           VIS 20100212 (230)


CHIESA: EVANGELIZZAZIONE E CURA MALATI CORPO E SPIRITO


CITTA' DEL VATICANO, 11 FEB. 2010 (VIS). Alle ore 10:30 di oggi, memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Concelebrazione eucaristica in occasione della XVIII Giornata Mondiale del Malato e del XXV anniversario della fondazione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute). Alla liturgia eucaristica hanno partecipato i pellegrini dell'UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Malati a Lourdes e ai Santuari Internazionali) e i pellegrini dell'Opera Romana Pellegrinaggi.

  La liturgia eucaristica è stata preceduta dall'arrivo in Basilica delle Reliquie di Santa Bernadette Soubirous che hanno percorso in processione Piazza San Pietro accolte in Basilica dall'Arciprete Cardinale Angelo Comastri, per essere collocate accanto all'immagine della Beata Maria Vergine di Lourdes, all'Altare della Confessione.

  "Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo" - ha detto il Papa nell'omelia citando il Vangelo di Matteo - "La Chiesa, cui è affidato il compito di prolungare nello spazio e nel tempo la missione di Cristo, non può disattendere queste due opere essenziali: evangelizzazione e cura dei malati nel corpo e nello spirito. Dio, infatti, vuole guarire tutto l'uomo e nel Vangelo la guarigione del corpo è segno del risanamento più profondo che è la remissione dei peccati".

  "Non meraviglia, dunque, che Maria, madre e modello della Chiesa, sia invocata e venerata come 'Salus infirmorum', 'Salute dei malati'. Quale prima e perfetta discepola del suo Figlio, Ella ha sempre mostrato, nell'accompagnare il cammino della Chiesa, una speciale sollecitudine per i sofferenti. (...) Nella memoria delle apparizioni a Lourdes, luogo prescelto da Maria per manifestare la sua materna sollecitudine per gli infermi, la liturgia riecheggia opportunamente il 'Magnificat'" che "non è il cantico di coloro ai quali arride la fortuna, che hanno sempre 'il vento in poppa'; è piuttosto il ringraziamento di chi conosce i drammi della vita, ma confida nell'opera redentrice di Dio".

  "La Chiesa, come Maria, custodisce dentro di sé i drammi dell'uomo e la consolazione di Dio (...) lungo il pellegrinaggio della storia. (...) La sofferenza accettata e offerta, la condivisione sincera e gratuita, non sono forse miracoli dell'amore? (...) Per tutto questo noi viviamo una gioia che non dimentica la sofferenza, anzi, la comprende. In questo modo i malati e tutti i sofferenti sono nella Chiesa non solo destinatari di attenzione e di cura, ma prima ancora e soprattutto protagonisti del pellegrinaggio della fede e della speranza, testimoni dei prodigi dell'amore, della gioia pasquale che fiorisce dalla Croce e dalla Risurrezione di Cristo".

  Nel commentare il brano della "Lettera di Giacomo": "Chi è malato, chiami presso di sé i presbiteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato", il Santo Padre ha detto: "In questo Anno Sacerdotale, mi piace sottolineare il legame tra i malati e i sacerdoti (...). Il malato deve 'chiamare' i presbiteri, e questi devono rispondere, per attirare sull'esperienza della malattia la presenza e l'azione del Risorto e del suo Spirito".

  "In effetti, quando la Parola di Dio parla di guarigione, di salvezza, di salute del malato, intende questi concetti in senso integrale, non separando mai anima e corpo: un malato guarito dalla preghiera di Cristo, mediante la Chiesa, è una gioia sulla terra e nel cielo, è una primizia di vita eterna", ha concluso il Pontefice.

  Le cerimonie della XVIII Giornata Mondiale del Malato si sono concluse nel pomeriggio alle 16:30, con una processione che da Castel'Sant'Angelo ha raggiunto Piazza San Pietro percorrendo Via della Conciliazione. Intorno alle 17:30 il Santo Padre si è affacciato  alla finestra del suo studio per salutare e benedire i fedeli e i malati presenti.
HML/GIORNATA MONDIALE MALATO/...                   VIS 100212 (640)


CATTOLICI E ORTODOSSI IN DIFESA DEI VALORI CRISTIANI


CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i Presuli della Conferenza Episcopale di Romania, al termine della quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum".

  All'inizio del suo discorso il Papa ha ricordato i Vescovi, gli innumerevoli sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli che "nel tempo delle persecuzione, hanno mostrato indomito attaccamento a Cristo e alla sua Chiesa e hanno conservata intatta la loro fede".

  Nel ringraziare i Vescovi per il loro "generoso impegno a servizio della rinascita e dello sviluppo della comunità cattolica" in Romania e nella Repubblica di Moldova, Benedetto XVI ha avuto parole di esortazione dicendo loro di "proporre ai fedeli un itinerario di fede cristiana matura e responsabile, specialmente attraverso l'insegnamento della religione, la catechesi, anche degli  adulti, e la preparazione ai Sacramenti. (...) È un programma impegnativo, che richiede l'elaborazione comune di piani pastorali miranti al 'bonum animarum' di tutti i cattolici dei diversi riti ed etnie".

  "In quest'Anno Sacerdotale, vi esorto ad essere sempre autentici padri dei vostri presbiteri (...). Impegnatevi a curare la comunione tra voi e con loro in un clima di affetto, di attenzione e di dialogo rispettoso e fraterno; interessatevi alle loro condizioni spirituali e materiali, al loro necessario aggiornamento teologico e pastorale".

  Benedetto XVI ha sottolineato che: "È compito primario dei Vescovi promuovere la pastorale vocazionale e la formazione umana, spirituale e intellettuale dei candidati al Sacerdozio nei Seminari e negli altri Istituti formativi (...) anche mediante la scelta attenta degli educatori e dei docenti. Analoga cura va posta nella formazione dei membri degli Istituti di vita consacrata, in particolare di quelli femminili".

  "La fioritura di vocazioni sacerdotali e religiose dipende in buona parte dalla salute morale e religiosa delle famiglie cristiane" - ha affermato il Pontefice - "Le famiglie cattoliche del vostro Paese (...) non sono immuni dalla piaghe dell'aborto, della corruzione, dell'alcolismo e della droga, come pure del controllo delle nascite mediante metodi contrari alla dignità della persona umana. Per combattere queste sfide, occorre promuovere consultori parrocchiali che assicurino un'adeguata preparazione alla vita coniugale e familiare, nonché organizzare meglio la pastorale giovanile".

  "Occorre, soprattutto" - ha ribadito il Santo Padre - "un deciso impegno per favorire la presenza dei valori cristiani nella società, sviluppando centri di formazione dove i giovani possano conoscere i valori autentici, impreziositi dal genio della cultura dei vostri Paesi, così da poterli testimoniare negli ambienti dove vivono".

  "In questo contesto" - ha aggiunto il Pontefice - "risulta particolarmente importante la testimonianza di fraternità tra Cattolici e Ortodossi: prevalga sulle divisioni e sui dissidi e apra i cuori alla riconciliazione". Nel ricordare il decimo anniversario - nel maggio 2009 - della "storica visita che il Venerabile Papa Giovanni Paolo II realizzò in Romania", il Papa ha auspicato che: "Il desiderio di unità suscitato da quella visita alimenti la preghiera e l'impegno a dialogare nella carità e nella verità e a promuovere iniziative comuni".

  "Un ambito di collaborazione oggi particolarmente importante tra Ortodossi e Cattolici" -ha affermato infine Benedetto XVI - "riguarda la difesa delle radici cristiane dell'Europa e dei valori cristiani e la comune testimonianza su temi come la famiglia, la bioetica, i diritti umani, l'onestà nella vita pubblica, l'ecologia: (...) Un costruttivo dialogo tra Ortodossi e Cattolici non mancherà di essere fermento di unità e di concordia non solo per i vostri paesi, ma anche per l'intera Europa".
AL/.../ROMANIA                                           VIS 20100212 (560)


CONCISTORO PER ALCUNE CAUSE DI CANONIZZAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2010 (VIS). Venerdì 19 febbraio prossimo, alle 11:00, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, avrà luogo il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione dei Beati:

- Stanislaw Soltys, al secolo Kazimierczyk, sacerdote dei Canonico Regolari Lateranensi.

- André, al secolo Alfred, Bessette, religioso della Congregazione della Santa Croce.

- Cándida María De Jesús, al secolo Juana Josefa, Cipitria y Barriola, Vergine, Fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù.

- Mary of the Cross, al secolo Mary Helen, MacKillop, Vergine, Fondatrice della Congregazione delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore.

- Giulia Salzano, Vergine, Fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore.

- Battista, al secolo Camilla, Varano, Vergine, monaca dell'Ordine di Santa Chiara.
OCL/CONCISTORO CANONIZZAZIONE/...                  VIS 20100212 (120)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate, sette Presuli della Conferenza Episcopale di Romania, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Sua Beatitudine Lucian Muresan, Arcivescovo Maggiore di Fagaras i Alba Iulia, con gli Ausiliari Vescovo Vasile Bizau e Vescovo Mihai Catalin Fratila.

-    Il Vescovo Florentin Crihalmeanu, di Cluj-Gherla.

-    Il Vescovo Alexandru Mesian, di Lugoj.

-    Il Vescovo Ioan Sisestean, di Maramures.

-    Il Vescovo Virgil Bercea, di Oradea Mare dei Romeni.
AL/.../...                                VIS 20100212 (90)

mercoledì 10 febbraio 2010

ANTONIO DI PADOVA GRANDE ESEMPIO MINISTERO PREDICAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 10 FEB. 2010 (VIS). Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi a Sant'Antonio di Padova, "uno dei santi più popolari in tutta la Chiesa Cattolica".

   Sant'Antonio nacque a Lisbona da una nobile famiglia, intorno al 1195. Entrò fra i Canonici che seguivano la regola monastica di sant'Agostino, ma dopo il martirio di cinque missionari francescani in Marocco, lasciò i Canonici agostiniani e chiese  di diventare Frate Minore con il desiderio di recarsi missionario in Marocco. In seguito a una malattia, fu costretto a rientrare in Italia dove si dedicò ad un'intensa ed efficace attività apostolica. Morì a Padova nel 1231 e fu canonizzato nel 1232 da Papa Gregorio IX.

  "Antonio ha contribuito in modo significativo" - ha detto il Papa - "allo sviluppo della spiritualità francescana, con le sue spiccate doti di intelligenza, di equilibrio, di zelo apostolico e, principalmente, di fervore mistico" e "fu anche tra i primi maestri di teologia dei Frati Minori, se non proprio il primo".
 
  "Nell'ultimo periodo di vita" - ha spiegato il Papa - "Antonio mise per iscritto due cicli di 'Sermoni', intitolati rispettivamente 'Sermoni domenicali' e 'Sermoni sui Santi'" nei quali "propone un vero e proprio itinerario di vita cristiana. È tanta la ricchezza di insegnamenti spirituali contenuta nei 'Sermoni', che il Venerabile Papa Pio XII, nel 1946, proclamò Antonio Dottore della Chiesa, attribuendogli il titolo di 'Dottore evangelico', perché da tali scritti emerge la freschezza e la bellezza del Vangelo".

  Antonio di Padova o da Lisbona, come viene anche chiamato, "parla della  preghiera come di un rapporto di amore, che spinge l'uomo a colloquiare dolcemente con il Signore (...). La preghiera è articolata in quattro atteggiamenti indispensabili, (...) aprire fiduciosamente il proprio cuore a Dio, (...) colloquiare affettuosamente con Lui, (...) presentarGli i nostri bisogni, e poi lodarLo e ringraziarLo. In questo insegnamento di Sant'Antonio sulla preghiera cogliamo uno dei tratti specifici della teologia francescana (...) il ruolo assegnato all'amore divino, che entra nella sfera degli affetti, della volontà, del cuore, e che è anche la sorgente da cui sgorga una conoscenza spirituale, che sorpassa ogni conoscenza".

    Il "Dottore Evangelico" "conosce bene i difetti della natura umana, la tendenza a cadere nel peccato, per cui esorta continuamente a combattere l'inclinazione all'avidità, all'orgoglio, all'impurità (...). Agli inizi del XIII secolo, nel contesto della rinascita delle città e del fiorire del commercio, cresceva il numero di persone insensibili alle necessità dei poveri. Per tale motivo, Antonio più volte invita i fedeli a pensare alla vera ricchezza, quella del cuore, che rendendo buoni e misericordiosi, fa accumulare tesori per il Cielo".

  "Non è forse questo, cari amici, un insegnamento molto importante anche oggi, quando la crisi finanziaria e i gravi squilibri economici impoveriscono non poche persone, e creano condizioni di miseria?"  - si è chiesto il Papa nel commentare "Un altro tratto tipico della teologia francescana il cristocentrismo. Volentieri essa contempla, e invita a contemplare, i misteri dell'umanità del Signore, in modo particolare, quello della Natività" e della Crocifissione.

  "Anche la visione del Crocifisso" - ha proseguito il Santo Padre - "gli ispira pensieri di riconoscenza verso Dio e di stima per la dignità della persona umana, così che tutti, credenti e non credenti, possano trovarvi un significato che arricchisce la vita". Il Papa ha sottolineato "l'importanza del crocifisso per la nostra cultura e per il nostro umanesimo, nato dalla fede cristiana (...) perché Dio ci rende così importanti da essere per Lui degni della sua sofferenza".

  Benedetto XVI ha concluso la catechesi invocando l'intercessione di Sant'Antonio per la Chiesa intera e "soprattutto per coloro che si dedicano alla predicazione (...). I predicatori, traendo ispirazione dal suo esempio, abbiano cura di unire solida e sana dottrina, pietà sincera e fervorosa, incisività nella comunicazione. In quest'Anno Sacerdotale, preghiamo perché i sacerdoti e i diaconi svolgano con sollecitudine questo ministero di annuncio e di attualizzazione della Parola di Dio ai fedeli, soprattutto attraverso le omelie liturgiche".
AG/ANTONIO DI PADAVA/...                           VIS 20100210 (650)


RACCOGLIERE RISULTATI DIALOGO LUTERANO-CATTOLICO


CITTA' DEL VATICANO, 10 FEB. 2010 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale di oggi, il Papa ha ricevuto una Delegazione della "Chiesa Evangelica Luterana in America", guidata dal Vescovo Mark Hanson.

  "Auspico" - ha detto il Santo Padre - "che il continuo dialogo luterano-cattolico negli Stati Uniti d'America e a livello internazionale contribuisca ad edificare oltre gli accordi finora raggiunti".

  "Un importante compito sarà di raccogliere i risultati del dialogo luterano-cattolico che in modo così promettente ha avuto inizio al termine del Concilio Vaticano Secondo. Costruire su ciò che è stato realizzato insieme da quel momento, l'ecumenismo spirituale deve fondarsi sulla fervida preghiera e sulla conversione a Cristo, fonte di grazia e di verità. Che il Signore ci aiuti a far tesoro di ciò che è stato realizzato finora, a custodirlo con cura e a promuovere il suo sviluppo".

  Benedetto XVI ha concluso facendo suo l'auspicio espresso dal Venerabile Giovanni Paolo II quando, nel dirigersi ad una Delegazione della Chiesa Luterana in America nel 1985, disse: "Risolviamoci ad aprire il nostro cuore al Signore così che Egli si serva di questo incontro per i suoi fini, per conseguire l'unità che Egli desidera. Vi ringrazio per gli sforzi che compite a favore della piena unità di fede e carità".
AC/UNITÀ/LUTERANI AMERICA                       VIS 20100210 (210)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 10 FEB. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Reverendo Marcelo Alejandro Cuenca, Vescovo di Alto Valle del Río Negro (superficie: 37.130; popolazione: 294.978; cattolici: 253.982; sacerdoti: 30; religiosi: 42; diaconi permanenti: 1), Argentina. Il Vescovo eletto è nato nel 1956 a Córdoba (Argentina) ed è stato ordinato sacerdote nel 1983. Finora Parroco di "Madre de Dios y San José", in Villa del Dique, succede al Vescovo Néstor Navarro, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Virginio Domingo Bressanelli, S.C.I., Vescovo Coadiutore di Neuquén (superficie: 94.078; popolazione: 538.852; cattolici: 458.024; sacerdoti: 56; religiosi: 130; diaconi permanenti: 12), Il Vescovo Bressanelli è stato finora Vescovo di Comodoro-Rivadavia (Argentina). 

- Ha nominato il Monsignore Rafael Biernaski, Vescovo Ausiliare di Curitiba (superficie: 5.751; popolazione: 2.326.000; cattolici: 1.522.000; sacerdoti: 421; religiosi: 1.699; diaconi permanenti: 62), Brasile. Il Vescovo eletto è nato a Curitiba (Brasile), nel 1955 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1981. È stato finora Capo Ufficio della Congregazione per i Vescovi.
NER:RE:NEC:NEA/.../...                               VIS 20100210 (190)


martedì 9 febbraio 2010

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DI STATO


CITTA' DEL VATICANO, 9 FEB. 2010 (VIS). Di seguito riportiamo il testo di un Comunicato della Segreteria di Stato reso pubblico nella tarda mattinata di oggi:

  "Dal 23 gennaio si stanno moltiplicando, soprattutto su molti media italiani, notizie e ricostruzioni che riguardano le vicende connesse con le dimissioni del direttore del quotidiano cattolico italiano "Avvenire", con l'evidente intenzione di dimostrare una implicazione nella vicenda del direttore de "L'Osservatore Romano", arrivando a insinuare responsabilità addirittura del cardinale segretario di Stato. Queste notizie e ricostruzioni non hanno alcun fondamento".

  "In particolare, è falso che responsabili della Gendarmeria vaticana o il direttore de "L'Osservatore Romano" abbiano trasmesso documenti che sono alla base delle dimissioni, il 3 settembre scorso, del direttore di "Avvenire"; è falso che il direttore de "L'Osservatore Romano" abbia dato - o comunque trasmesso o avallato in qualsiasi modo - informazioni su questi documenti, ed è falso che egli abbia scritto sotto pseudonimo, o ispirato, articoli su altre testate".

  "Appare chiaro dal moltiplicarsi delle argomentazioni e delle ipotesi più incredibili - ripetute sui media con una consonanza davvero singolare - che tutto si basa su convinzioni non fondate, con l'intento di attribuire al direttore de "L'Osservatore Romano", in modo gratuito e calunnioso, un'azione immotivata, irragionevole e malvagia. Ciò sta dando luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice".

  "Il Santo Padre Benedetto XVI, che è sempre stato informato, deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi, rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori e prega perché chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perché si affermino la verità e la giustizia".
SS/COMUNICATO/...                               VIS 20100209 (280)



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