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mercoledì 10 febbraio 2010

ANTONIO DI PADOVA GRANDE ESEMPIO MINISTERO PREDICAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 10 FEB. 2010 (VIS). Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi a Sant'Antonio di Padova, "uno dei santi più popolari in tutta la Chiesa Cattolica".

   Sant'Antonio nacque a Lisbona da una nobile famiglia, intorno al 1195. Entrò fra i Canonici che seguivano la regola monastica di sant'Agostino, ma dopo il martirio di cinque missionari francescani in Marocco, lasciò i Canonici agostiniani e chiese  di diventare Frate Minore con il desiderio di recarsi missionario in Marocco. In seguito a una malattia, fu costretto a rientrare in Italia dove si dedicò ad un'intensa ed efficace attività apostolica. Morì a Padova nel 1231 e fu canonizzato nel 1232 da Papa Gregorio IX.

  "Antonio ha contribuito in modo significativo" - ha detto il Papa - "allo sviluppo della spiritualità francescana, con le sue spiccate doti di intelligenza, di equilibrio, di zelo apostolico e, principalmente, di fervore mistico" e "fu anche tra i primi maestri di teologia dei Frati Minori, se non proprio il primo".
 
  "Nell'ultimo periodo di vita" - ha spiegato il Papa - "Antonio mise per iscritto due cicli di 'Sermoni', intitolati rispettivamente 'Sermoni domenicali' e 'Sermoni sui Santi'" nei quali "propone un vero e proprio itinerario di vita cristiana. È tanta la ricchezza di insegnamenti spirituali contenuta nei 'Sermoni', che il Venerabile Papa Pio XII, nel 1946, proclamò Antonio Dottore della Chiesa, attribuendogli il titolo di 'Dottore evangelico', perché da tali scritti emerge la freschezza e la bellezza del Vangelo".

  Antonio di Padova o da Lisbona, come viene anche chiamato, "parla della  preghiera come di un rapporto di amore, che spinge l'uomo a colloquiare dolcemente con il Signore (...). La preghiera è articolata in quattro atteggiamenti indispensabili, (...) aprire fiduciosamente il proprio cuore a Dio, (...) colloquiare affettuosamente con Lui, (...) presentarGli i nostri bisogni, e poi lodarLo e ringraziarLo. In questo insegnamento di Sant'Antonio sulla preghiera cogliamo uno dei tratti specifici della teologia francescana (...) il ruolo assegnato all'amore divino, che entra nella sfera degli affetti, della volontà, del cuore, e che è anche la sorgente da cui sgorga una conoscenza spirituale, che sorpassa ogni conoscenza".

    Il "Dottore Evangelico" "conosce bene i difetti della natura umana, la tendenza a cadere nel peccato, per cui esorta continuamente a combattere l'inclinazione all'avidità, all'orgoglio, all'impurità (...). Agli inizi del XIII secolo, nel contesto della rinascita delle città e del fiorire del commercio, cresceva il numero di persone insensibili alle necessità dei poveri. Per tale motivo, Antonio più volte invita i fedeli a pensare alla vera ricchezza, quella del cuore, che rendendo buoni e misericordiosi, fa accumulare tesori per il Cielo".

  "Non è forse questo, cari amici, un insegnamento molto importante anche oggi, quando la crisi finanziaria e i gravi squilibri economici impoveriscono non poche persone, e creano condizioni di miseria?"  - si è chiesto il Papa nel commentare "Un altro tratto tipico della teologia francescana il cristocentrismo. Volentieri essa contempla, e invita a contemplare, i misteri dell'umanità del Signore, in modo particolare, quello della Natività" e della Crocifissione.

  "Anche la visione del Crocifisso" - ha proseguito il Santo Padre - "gli ispira pensieri di riconoscenza verso Dio e di stima per la dignità della persona umana, così che tutti, credenti e non credenti, possano trovarvi un significato che arricchisce la vita". Il Papa ha sottolineato "l'importanza del crocifisso per la nostra cultura e per il nostro umanesimo, nato dalla fede cristiana (...) perché Dio ci rende così importanti da essere per Lui degni della sua sofferenza".

  Benedetto XVI ha concluso la catechesi invocando l'intercessione di Sant'Antonio per la Chiesa intera e "soprattutto per coloro che si dedicano alla predicazione (...). I predicatori, traendo ispirazione dal suo esempio, abbiano cura di unire solida e sana dottrina, pietà sincera e fervorosa, incisività nella comunicazione. In quest'Anno Sacerdotale, preghiamo perché i sacerdoti e i diaconi svolgano con sollecitudine questo ministero di annuncio e di attualizzazione della Parola di Dio ai fedeli, soprattutto attraverso le omelie liturgiche".
AG/ANTONIO DI PADAVA/...                           VIS 20100210 (650)


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