Città
del Vaticano, 24 febbraio 2014
(VIS). Al termine della concelebrazione della Santa Messa con i nuovi
Cardinali nella Basilica Vaticana, il Papa si è affacciato alla
finestra del suo studio per recitare l'Angelus con i numerosi fedeli
convenuti in Piazza San Pietro.
Nel
commentare la Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, una comunità
dove si erano formati dei gruppi che si riferivano ai vari
predicatori considerandoli loro capi, il Papa ha ricordato che
l'Apostolo spiega che "questo modo di pensare è sbagliato,
perché la comunità non appartiene agli apostoli, ma sono loro - gli
apostoli - ad appartenere alla comunità; però la comunità, tutta
intera, appartiene a Cristo!".
"Da
questa appartenenza - ha affermato il Papa - deriva che nelle
comunità cristiane - diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti -
le differenze non possono contraddire il fatto che tutti, per il
Battesimo, abbiamo la stessa dignità: tutti, in Gesù Cristo, siamo
figli di Dio. (...) Coloro che hanno ricevuto un ministero di guida,
di predicazione, di amministrare i Sacramenti, non devono ritenersi
proprietari di poteri speciali, padroni, ma porsi al servizio della
comunità, aiutandola a percorrere con gioia il cammino della
santità".
"La
Chiesa oggi affida la testimonianza di questo stile di vita pastorale
ai nuovi Cardinali (...). Possiamo salutare tutti i nuovi Cardinali,
con un applauso. Salutiamo tutti! - ha esclamato il Pontefice - Il
Concistoro di ieri e l’odierna Celebrazione eucaristica ci hanno
offerto un’occasione preziosa per sperimentare la cattolicità,
l’universalità della Chiesa, ben rappresentata dalla variegata
provenienza dei membri del Collegio Cardinalizio, raccolti in stretta
comunione attorno al Successore di Pietro. E che il Signore ci dia la
grazia di lavorare per l’unità della Chiesa, di costruire questa
unità, perché l’unità è più importante dei conflitti! L’unità
della Chiesa è di Cristo, i conflitti sono problemi che non sono
sempre di Cristo".
"Vi
invito anche a sostenere questi Pastori e ad assisterli con la
preghiera (...). Ma quanto bisogno di preghiera ha un Vescovo, un
Cardinale, un Papa, affinché possa aiutare ad andare avanti il
Popolo di Dio! Dico 'aiutare', cioè servire il Popolo di Dio, perché
la vocazione del Vescovo, del Cardinale e del Papa è proprio questa:
essere servitore, servire in nome di Cristo. Pregate per noi, perché
siamo buoni servitori: buoni servitori, non buoni padroni! Tutti
insieme, Vescovi, presbiteri, persone consacrate e fedeli laici
dobbiamo offrire la testimonianza di una Chiesa fedele a Cristo,
animata dal desiderio di servire i fratelli e pronta ad andare
incontro con coraggio profetico alle attese e alle esigenze
spirituali degli uomini e delle donne del nostro tempo. La Madonna ci
accompagni e ci protegga in questo cammino".
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