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lunedì 2 dicembre 2013

LA CHIESA È VICINA AI FRATELLI E SORELLE CHE PATISCONO GRANDE TRIBOLAZIONE IN SIRIA

Città del Vaticano, 30 novembre 2013 (VIS). "Venite come testimoni delle origini apostoliche della nostra fede. Da allora, la gioia del Vangelo continua a illuminare l’umanità, e in essa voi camminate, nonostante le numerose prove che avete conosciuto nella storia e fino ai nostri giorni", ha detto il Papa nel ricevere, questa mattina, un gruppo di pellegrini della Comunità Greco-Melchita, con il Patriarca di Antiochia.

"Il mio pensiero - ha detto il Papa - va subito ai fratelli e alle sorelle della Siria, che patiscono da lungo tempo una 'grande tribolazione'; prego per quanti hanno perso la vita e per i loro cari. Voglia il Signore asciugare le lacrime di questi suoi figli; la vicinanza di tutta la Chiesa li conforti nell’angoscia e li preservi dalla disperazione".

"Crediamo fermamente nella forza della preghiera e della riconciliazione - ha ribadito il Santo Padre - e rinnoviamo il nostro accorato appello ai Responsabili perché cessi ogni violenza e attraverso il dialogo si trovino soluzioni giuste e durature ad un conflitto che ha già causato troppi danni. In particolare, esorto al rispetto vicendevole tra le varie confessioni religiose, per assicurare a tutti un futuro basato sui diritti inalienabili della persona, compresa la libertà religiosa. La vostra Chiesa da secoli ha saputo convivere pacificamente con altre religioni ed è chiamata a svolgere un ruolo di fraternità in Medio Oriente".

"Ripeto anche a voi: non ci rassegniamo a pensare al Medio Oriente senza i cristiani. Tuttavia, molti vostri fratelli e sorelle sono emigrati, e una folta rappresentanza dalle comunità in diaspora è qui presente. Le incoraggio a mantenere salde le radici umane e spirituali della tradizione melchita, custodendo dovunque l’identità greco-cattolica, perché la Chiesa intera ha bisogno del patrimonio dell’Oriente cristiano, di cui anche voi siete eredi. Al tempo stesso, siete segno visibile per tutti i nostri fratelli orientali della auspicata comunione col Successore di Pietro".

"Preghiamo il Signore - ha proseguito Il Papa - che ci aiuti a proseguire il cammino ecumenico, nella fedeltà ai principi del Concilio Ecumenico Vaticano II. Aiuti voi ad essere sempre cooperatori dell’evangelizzazione, coltivando la sensibilità ecumenica e interreligiosa. Ciò è possibile grazie all’unità, alla quale sono chiamati i discepoli di Cristo; e l’unità esige sempre la conversione da parte di tutti. (...) Le divisioni all’interno delle nostre comunità ostacolano seriamente la vita ecclesiale, la comunione e la testimonianza".

Infine il Papa ha preso congedo invocando l'intercessione di Sant'Andrea, santo molto venerato dalle Chiese Orientali, del quale oggi è la festa, per implorare dal Signore Onnipotente "la pace per il mondo e la grande misericordia per le anime nostre".

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