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lunedì 3 giugno 2013

IL PAPA: PREGHIAMO PER LE VITTIME DI QUELLA PAZZIA CHE È LA GUERRA

Città del Vaticano, 2 giugno 2013 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, nella Cappella della Casa Santa Marta, il Santo Padre Francesco ha celebrato una Santa Messa con i parenti, soprattutto i genitori dei militari italiani caduti nelle missioni di pace degli ultimi anni - in particolare in Afghanistan e con alcuni militari feriti nel corso delle stesse missioni, accompagnati anch’essi dai loro cari. Il gruppo era guidato dal Vescovo Vincenzo Pelvi, Ordinario militare per l'Italia che ha concelebrato con il Santo Padre.

I parenti dei caduti erano 55, in memoria di 24 militari e i feriti 13. Nel corso della celebrazione si è pregato per tutti i caduti e feriti per la causa della pace. Il giorno scelto per questo incontro è stato domenica 2 giugno, perché in Italia si celebra la Festa Nazionale e in essa il Paese - come ha ricordato Mons. Pelvi nel breve saluto rivolto al Santo Padre all’inizio della celebrazione - "con diverse manifestazioni esprime un debito di amore verso la famiglia militare".

Nell'omelia il Papa ha commentato l'episodio del Vangelo che narra del centurione che chiede la guarigione del suo servo. "Il nostro Dio - ha detto il Papa - sente la preghiera di tutti, tutti non come se fossero 'anonimi' ma la preghiera 'di tutti e di ciascuno'. (...) Noi oggi siamo venuti a pregare per i nostri morti, per i nostri feriti, per le vittime di quella pazzia che è la guerra! È il suicidio dell'umanità, perché uccide il cuore, uccide proprio dov'è il messaggio del Signore: uccide l'amore! Perché la guerra viene dall'odio, dall'invidia, dalla voglia di potere, anche - tante volte lo vediamo - da quell'affanno di più potere".

"Tante volte, abbiamo visto che i problemi locali, i problemi economici, le crisi economiche, i grandi della terra vogliono risolverli con una guerra" - ha proseguito il Santo Padre - "Perché? Perché i soldi sono più importanti delle persone per loro! E la guerra è proprio questo: è un atto di fede ai soldi, agli idoli, agli idoli dell'odio, all'idolo che ti porta ad uccidere il fratello, che porta ad uccidere l'amore. Mi viene in mente quella parola del nostro Padre Dio a Caino che, per invidia, aveva ucciso suo fratello: 'Caino, dov'è tuo fratello?'. Oggi possiamo sentire questa voce: è il nostro Padre Dio che piange, che piange per questa nostra pazzia, che ci dice a tutti noi 'Dov'è tuo fratello?'; che dice a tutti i potenti della Terra: 'Dov'è vostro fratello? Cosa avete fatto!".

Il Papa ha esortato a pregare il Signore perché "allontani da noi ogni male", ripetendo questa preghiera "anche con le lacrime, con quelle lacrime del cuore". "'Volgiti a noi, Signore, e abbi misericordia di noi, perché siamo tristi, siamo angosciati. Vedi la nostra miseria e la nostra pena e perdona tutti i peccati', perché dietro una guerra sempre ci sono i peccati: c'è il peccato dell'idolatria, il peccato di sfruttare gli uomini nell'altare del potere, sacrificarli. 'Volgiti a noi, Signore, e abbi misericordia, perché siamo tristi e angosciati. Vedi la nostra miseria e la nostra pena'. Siamo sicuri che il Signore ci ascolterà e farà qualche cosa per darci lo spirito di consolazione. Così sia".

Al termine della Messa è stata recitata la "Preghiera per l'Italia", composta dal Beato Papa Giovanni Paolo II nel 1994. Successivamente il Papa, come di solito, ha salutato singolarmente tutti i presenti, con grande cordialità e affetto. La comunità ecclesiale dell'Ordinariato militare ha donato al Papa un'opera di artigianato napoletano in terracotta che rappresenta San Giuseppe lavoratore che mostra gli strumenti da falegname al piccolo Gesù, il quale sorregge una cesta dove sono contenuti gli oggetti simbolo della crocifissione: chiodi, martello e tenaglia.

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