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lunedì 15 aprile 2013

REGINA CAELI: PREGHIAMO PER I CRISTIANI CHE SOFFRONO PERSECUZIONE

Città del Vaticano, 15 aprile 2013 (VIS). La pagina degli Atti degli Apostoli che riferisce la prima predicazione degli Apostoli a Gerusalemme e come i sommi sacerdoti e i capi della città cercassero di stroncare sul nascere la comunità dei credenti in Cristo, è stato il tema centrale del Regina Caeli di questa terza Domenica di Pasqua.

Il Papa ha spiegato alle migliaia di persone convenute in Piazza San Pietro che i dodici che erano stati imprigionati con l'ordine di non insegnare più nel nome di Cristo, risposero ai persecutori: "'Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù ... lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore ... E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo'". "Allora - ha detto il Papa - fecero flagellare gli Apostoli e comandarono loro nuovamente di non parlare più nel nome di Gesù. Ed essi se ne andarono, così dice la Scrittura, 'lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù'".

"Io mi domando: - ha detto Papa Francesco - dove trovavano i primi discepoli la forza per questa loro testimonianza? Non solo: da dove venivano loro la gioia e il coraggio dell’annuncio, malgrado gli ostacoli e le violenze? Non dimentichiamo che gli Apostoli erano persone semplici, non erano scribi, dottori della legge, né appartenenti alla classe sacerdotale. Come hanno potuto, con i loro limiti e avversati dalle autorità, riempire Gerusalemme con il loro insegnamento? È chiaro che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l’azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto (...). La loro fede si basava su un’esperienza così forte e personale di Cristo morto e risorto, che non avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura vedevano le persecuzioni come un motivo di onore, che permetteva loro di seguire le orme di Gesù e di assomigliare a Lui, testimoniandolo con la vita".

"Questa storia della prima comunità cristiana ci dice una cosa molto importante, che vale per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi: quando una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare questa esperienza. E se questa persona incontra incomprensioni o avversità, si comporta come Gesù nella sua Passione: risponde con l’amore e con la forza della verità".

"Pregando insieme il Regina Caeli - ha concluso il Papa - chiediamo l’aiuto di Maria Santissima affinché la Chiesa in tutto il mondo annunci con franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida testimonianza con segni di amore fraterno. L’amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto. Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione; in questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti, in tanti Paesi: preghiamo per loro, con amore, dal nostro cuore. Sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto".

Dopo il Regina Caeli, il Santo Padre ha ricordato che ieri, a Venezia (Italia), è stato proclamato Beato Don Luca Passi, sacerdote bergamasco del secolo diciannovesimo, fondatore dell’Opera laicale Santa Dorotea e dell’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea e che oggi in Italia si celebra la Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sul tema "Le nuove generazioni oltre la crisi".

"Questo Ateneo - ha detto Papa Francesco - nato dalla mente e dal cuore di Padre Agostino Gemelli e con un grande sostegno popolare, ha preparato migliaia e migliaia di giovani ad essere cittadini competenti e responsabili, costruttori del bene comune. Invito a sostenere sempre questo Ateneo, perché continui ad offrire alle nuove generazioni un’ottima formazione, per affrontare le sfide del tempo presente".


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