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lunedì 16 aprile 2012

SACRA TUNICA SIMBOLO UNITÀ INDIVISIBILE CHIESA





Città del Vaticano, 14 aprile 2012 (VIS). In questi giorni, migliaia di pellegrini si recano al Duomo di Treviri (Germania) nella ricorrenza del quinto centenario della prima ostensione pubblica della Sacra Tunica (Der Heilige Rock) che Gesù indossava prima della crocifissione e che, secondo il Vangelo di Giovanni, i soldati romani si disputarono tirandola a sorte.

Secondo la tradizione parte della Sacra Tunica venne in possesso dell'Imperatrice Elena, madre di Costantino il Grande, che l'avrebbe consegnata all'Arcivescovo di Treviri, Sant'Agrizio. I fedeli poterono vedere la reliquia per la prima volta soltanto nel 1512,  quando l'imperatore Massimiliano I chiese all'Arcivescovo Richard von Greiffenklau di esporre la Sacra Tunica.

In occasione dell'inizio del pellegrinaggio che si protrarrà fino al 13 maggio, il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato un messaggio al Monsignor Stephan Ackermann, attuale Vescovo di Treviri. Il Messaggio è datato 6 aprile, Venerdì Santo.

Il Papa ricorda che Giovanni ci dice che la Tunica è tutta di un solo pezzo; per cui i soldati romani la tirano a sorte perché non vogliono strapparla.

"I Padri della Chiesa - scrive il Papa - vedono in questo passo l’unità della Chiesa; essa è fondata come unica e indivisa comunità dall’amore di Cristo. La Sacra Tunica intende rendercelo visibile. L’amore del Salvatore rimette insieme ciò che è diviso". (...)

"La Tunica di Cristo è 'tessuta interamente da capo a fondo'. Anche questa è un‘ immagine della Chiesa, che vive non grazie alle proprie forze, ma per l’azione di Dio. Come unica e indivisa comunità essa è opera di Dio, non il prodotto degli uomini e delle loro capacità. La Sacra Tunica vuole, nello stesso tempo, essere un ammonimento alla Chiesa perché rimanga fedele alle sue origini, si renda consapevole che la sua unità, il suo consenso, la sua efficacia, la sua testimonianza, (...) possono essere solo un dono di Dio".

"La Sacra Tunica non è una toga, un vestito elegante, che esprime un ruolo sociale. È un modesto capo di vestiario, che serve a coprire e proteggere chi lo porta, custodendone la riservatezza. Questo abito è il dono indiviso del Crocifisso alla Chiesa, che egli ha santificato con il suo sangue. Per questo la Sacra Tunica ricorda alla Chiesa la sua dignità. (...) Vi è bisogno di una costante disposizione alla conversione e all’umiltà, per essere discepoli del Signore con amore e con verità. Nello stesso tempo, la particolare dignità e integrità della Chiesa non può venire svenduta e abbandonata al chiasso di un giudizio sommario da parte della pubblica opinione".

"Il pellegrinaggio giubilare - conclude il Papa - ha come motto, che è poi un’invocazione al Signore, 'Riconduci all’unità ciò che è diviso'. Non vogliamo rimanere bloccati nell’isolamento. Vogliamo chiedere al Signore di guidarci nel cammino comune della fede, e di rendere nuovamente vivi i suoi contenuti. Potremo così, crescendo insieme come cristiani nella fede, nella preghiera e nella testimonianza, nel mezzo delle prove del nostro tempo, confessare la sua magnificenza e la sua bontà".

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