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lunedì 2 aprile 2012

FASCINO IMPERITURO DI CHIARA DI ASSISI


Città del Vaticano, 31 marzo 2012 (VIS). I Francescani e le Clarisse di tutto il mondo celebrano l'"Anno Clariano", nell'VIII centenario della chiamata alla "conversione" e consacrazione di Santa Chiara di Assisi (1194-1253), avvenuta la domenica delle Palme del 1211 o 1212. In questa occasione il Santo Padre ha fatto pervenire una Lettera al Vescovo Domenico Sorrentino, della Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.

Il Papa ricorda la storia della Fondatrice delle Clarisse che trascinata dall'esempio di Francesco, proprio nella Domenica delle Palme, ricevette dalle mani del Vescovo una palma e quella stessa notte lasciò la casa paterna  - i genitori intendevano darla in sposa ad un giovane molto ricco - per incamminarsii verso la Porziuncola, dove erano ad attenderla Francesco e i suoi compagni. Clara rinunciò al mondo e quando Francesco le tagliò i capelli si coprì con un velo nero e indossò rozzi sandali, primo abito delle clarisse.

La storia di Chiara, scrive Benedetto XVI: "parla anche alla nostra generazione, e ha un fascino soprattutto per i giovani. (...) La storia della conversione di Chiara ruota intorno alla festa liturgica della Domenica delle Palme. (...) Tutta la vita cristiana, e dunque anche la vita di speciale consacrazione, sono un frutto del Mistero pasquale e una partecipazione alla morte e alla risurrezione di Cristo. Nella liturgia della Domenica delle Palme dolore e gloria si intrecciano, come un tema che si andrà poi sviluppando nei giorni successivi attraverso il buio della Passione fino alla luce della Pasqua. Chiara, con la sua scelta, rivive questo mistero.

"Nel suo significato profondo, la 'conversione' di Chiara è una conversione all’amore. Ella non avrà più gli abiti raffinati della nobiltà di Assisi, ma l’eleganza di un’anima che si spende nella lode di Dio e nel dono di sé. Nel piccolo spazio del monastero di San Damiano, alla scuola di Gesù Eucaristia contemplato con affetto sponsale, si andranno sviluppando giorno dopo giorno i tratti di una fraternità regolata dall’amore a Dio e dalla preghiera, dalla premura e dal servizio. È in questo contesto di fede profonda e di grande umanità che Chiara si fa sicura interprete dell’ideale francescano, implorando quel 'privilegio' della povertà, ossia la rinuncia a possedere anche solo comunitariamente dei beni, che lasciò a lungo perplesso lo stesso Sommo Pontefice, il quale alla fine si arrese all’eroismo della sua santità".

"Come non proporre Chiara, al pari di Francesco, all’attenzione dei giovani d’oggi? Il tempo che ci separa dalla vicenda di questi due Santi non ha sminuito il loro fascino. Al contrario, se ne può vedere l’attualità al confronto con le illusioni e le delusioni che spesso segnano l’odierna condizione giovanile. Mai un tempo ha fatto sognare tanto i giovani, con le mille attrattive di una vita in cui tutto sembra possibile e lecito. Eppure, quanta insoddisfazione è presente, quante volte la ricerca di felicità, di realizzazione finisce per imboccare strade che portano a paradisi artificiali, come quelli della droga e della sensualità sfrenata! Anche la situazione attuale con la difficoltà di trovare un lavoro dignitoso e di formare una famiglia unita e felice, aggiunge nubi all’orizzonte".

"Non mancano però  - conclude il Pontefice - giovani che, anche ai nostri giorni, raccolgono l’invito ad affidarsi a Cristo e ad affrontare con coraggio, responsabilità e speranza il cammino della vita, anche operando la scelta di lasciare tutto per seguirlo nel totale servizio a Lui e ai fratelli. La storia di Chiara, insieme a quella di Francesco, è un invito a riflettere sul senso dell’esistenza e a cercare in Dio il segreto della vera gioia. È una prova concreta che chi compie la volontà del Signore e confida in Lui non solo non perde nulla, ma trova il vero tesoro capace di dare senso a tutto".

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