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lunedì 7 novembre 2011

IL PAPA AI SACERDOTI: DONARSI A DIO, SERVIZIO, VITA ESEMPLARE

CITTA' DEL VATICANO, 5 NOV. 2011 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, venerdì 4 novembre, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre ha celebrato i Vespri in occasione dell’inizio dell’anno accademico delle Università Pontificie. Il Papa ha dedicato l’omelia al ministero sacerdotale ricordando l’istituzione settan’anni or sono, ad opera del Venerabile Pio XII, della Pontificia Opera per le Vocazioni Sacerdotali e la Prima Lettera di Pietro che “invita a meditare sulla missione dei Pastori nella comunità cristiana”.

“Fin dagli albori della Chiesa” – ha sottolineato il Pontefice – “è stato evidente il rilievo conferito alle guide delle prime comunità, stabilite dagli Apostoli per l’annuncio della Parola di Dio attraverso la predicazione e per celebrare il sacrificio di Cristo, l’Eucaristia. (...) Pietro, inoltre, fa leva sulla reciproca solidarietà dei Pastori nel ministero, sottolineando la sua e la loro appartenenza all’unico ordine apostolico. (...) Pascere il gregge di Cristo è vocazione e compito ad essi comune e li rende particolarmente legati tra loro, perché uniti a Cristo con un vincolo speciale.
(...) La vocazione apostolica vive grazie al rapporto personale con Cristo, alimentato dalla preghiera assidua e animato dalla passione di comunicare il messaggio ricevuto e la stessa esperienza di fede degli Apostoli”.

Successivamente Benedetto XVI ha enumerato tre condizioni perché vi sia una consonanza a Cristo nella vita del sacerdote: “l’aspirazione a collaborare con Gesù alla diffusione del Regno di Dio, la gratuità dell’impegno pastorale e l’atteggiamento del servizio”.

“Dio Padre ha inviato il Figlio eterno nel mondo per realizzare il suo piano di salvezza” – ha spiegato il Pontefice – “Cristo Gesù ha costituito la Chiesa perché si estendessero nel tempo gli effetti benefici della redenzione. La vocazione dei sacerdoti ha la sua radice in questa azione del Padre realizzata in Cristo, attraverso lo Spirito Santo. Il ministro del Vangelo allora è colui che si lascia afferrare da Cristo, che sa ‘rimanere’ con Lui, che entra in sintonia, in intima amicizia, con Lui, affinché tutto si compia ‘come piace a Dio’, secondo la sua volontà di amore, con grande libertà interiore e con profonda gioia del cuore”.

In secondo luogo, l’impegno pastorale deve essere gratuito. “Non bisogna mai dimenticare che si entra nel sacerdozio attraverso il Sacramento, l’Ordinazione, e questo significa appunto aprirsi all’azione di Dio scegliendo quotidianamente di donare se stessi per Lui e per i fratelli (...). La chiamata del Signore al ministero non è frutto di meriti particolari, ma è dono da accogliere e a cui corrispondere dedicandosi non a un proprio progetto, ma a quello di Dio, in modo generoso e disinteressato, perché Egli disponga di noi secondo la sua volontà, anche se questa potrebbe non corrispondere ai nostri desideri di autorealizzazione. (...) Mai dobbiamo dimenticare – come sacerdoti – che l’unica ascesa legittima verso il ministero di Pastore non è quella del successo, ma quella della Croce”.

“In questa logica essere sacerdoti vuol dire essere servi anche con l’esemplarità della vita. (...) I presbiteri sono dispensatori dei mezzi di salvezza, dei sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e della Penitenza, non ne dispongono a proprio arbitrio, ma ne sono umili servitori per il bene del Popolo di Dio. È una vita, allora, segnata profondamente da questo servizio: dalla cura attenta del gregge, dalla celebrazione fedele della liturgia, e dalla pronta sollecitudine verso tutti i fratelli, specie i più poveri e bisognosi. Nel vivere questa ‘carità pastorale’ sul modello di Cristo e con Cristo, in qualsiasi posto il Signore chiama, ogni sacerdote potrà realizzare pienamente sé stesso e la propria vocazione”.

Infine il Papa ha invitato gli studenti universitari a vivere bene il tempo di formazione “dono prezioso che Dio vi offre”, vivendolo in intima comunione con Lui.
HML/ VIS 20111107 (610)

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