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lunedì 17 ottobre 2011

DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA VALIDA CRISI ATTUALE

CITTA' DEL VATICANO, 15 OTT. 2011 (VIS). “In questi 120 anni di sviluppo della dottrina sociale della Chiesa sono avvenuti nel mondo grandi mutamenti, che non erano neppure immaginabili all’epoca della storica Enciclica del Papa Leone XIII. Tuttavia, al mutare delle condizioni esterne non è cambiato il patrimonio interno del Magistero sociale, che promuove sempre la persona umana e la famiglia, nel loro contesto di vita, anche dell’impresa”.

Queste le parole che il Papa ha rivolto ai partecipanti al Convegno annuale della Fondazione “Centesimus Annus-Pro Pontifice”, dedicato, quest’anno, al rapporto tra famiglia e impresa, in coincidenza con il 20° anniversario dell’Enciclica “Centesimus Annus” del Beato Giovanni Paolo II, pubblicata a cento anni dalla “Rerum Novarum” di Leone XIII e nella ricorrenza del 30° anniversario dell’Esortazione Apostolica “Familiaris consortio”.

“Il Concilio Vaticano II ha parlato della famiglia in termini di ‘Chiesa domestica’, di ‘santuario intoccabile’ (...). Anche l’economia con le sue leggi deve sempre considerare l’interesse e la salvaguardia di tale cellula primaria della società (...)”, ha affermato il Pontefice, ricordando che il Beato Giovanni Paolo II, nella “Familiaris consortio’ indicò quattro compiti per l’istituzione familiare: la formazione di una comunità di persone; il servizio alla vita; la partecipazione sociale e la partecipazione ecclesiale. “Sono tutte funzioni alla cui base è l’amore, ed è a questo che educa e forma la famiglia. (...) Ed è primariamente nella famiglia che si apprende come il giusto atteggiamento da vivere nell’ambito della società, anche nel mondo del lavoro, dell’economia, dell’impresa, deve essere guidato dalla ‘caritas’, nella logica della gratuità, della solidarietà e della responsabilità gli uni per gli altri”, ha affermato il Pontefice.

“Nella difficile situazione che stiamo vivendo, assistiamo, purtroppo, ad una crisi del lavoro e dell’economia che si accompagna ad una crisi della famiglia (...) Occorre perciò una nuova sintesi armonica tra famiglia e lavoro, a cui la dottrina sociale della Chiesa può offrire il suo prezioso contributo”. In proposito Benedetto XVI ha citato l’Enciclica “Caritas in veritate” nella quale sottolinea che: “La giustizia commutativa – ‘dare per avere’ - e quella distributiva – ‘dare per dovere’ - non sono sufficienti nel vivere sociale. Perché vi sia vera giustizia è necessario aggiungere la gratuità e la solidarietà. ‘La solidarietà è anzitutto sentirsi tutti responsabili di tutti, quindi non può essere delegata solo allo Stato’”.

“Carità nella verità” – ha affermato Benedetto XVI – “in questo caso, significa che bisogna dare forma e organizzazione a quelle iniziative economiche che, pur senza negare il profitto, intendono andare oltre la logica dello scambio degli equivalenti e del profitto fine a se stesso’”.

“Non è compito della Chiesa definire le vie per affrontare la crisi in atto. Tuttavia i cristiani hanno il dovere di denunciare i mali, di testimoniare e tenere vivi i valori su cui si fonda la dignità della persona, e di promuovere quelle forme di solidarietà che favoriscono il bene comune, affinché l’umanità diventi sempre più famiglia di Dio”.
AC/ VIS 20111017 (490)

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