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venerdì 27 maggio 2011

AFFIDAMENTO ITALIA ALLA VERGINE 150° ANNIVERSARIO UNITÀ

CITTA' DEL VATICANO, 27 MAG. 2011 (VIS). Ieri pomeriggio, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, Benedetto XVI ha presieduto la recita del Santo Rosario con i Vescovi italiani riuniti in Assemblea Generale. Con la recita del Santo Rosario i Vescovi hanno inteso rinnovare l'affidamento dell'Italia alla Vergine Maria, nel 150° dell'unità politica del Paese.

  Dopo la recita dei misteri della luce, il Papa ha rivolto ai Presuli italiani alcune parole ricordando che la Basilica di San Maria Maggiore "è la prima in Occidente dedicata alla Vergine Madre di Dio. Nell'entrarvi, il mio pensiero è tornato al primo giorno dell'anno 2000, quando il Beato Giovanni Paolo II ne aprì la Porta Santa, affidando l'Anno giubilare a Maria, perché vegliasse sul cammino di quanti si riconoscevano pellegrini di grazia e di misericordia. Noi stessi oggi non esitiamo a sentirci tali, desiderosi di varcare la soglia di quella 'Porta' Santissima che è Cristo e vogliamo chiedere alla Vergine Maria di sostenere il nostro cammino ed intercedere per noi".

  "Le disposizioni del cuore di Maria - l'ascolto, l'accoglien¬za, l'umiltà, la fedeltà, la lode e l'attesa - corrispondono agli atteggiamenti interiori e ai gesti che plasmano la vita cristiana. Di essi si nutre la Chiesa, consapevole che esprimono ciò che Dio attende da lei".

  "La fede, infatti" - ha proseguito il Pontefice - "non è alienazione: sono altre le esperienze che inquinano la dignità dell'uomo e la qualità della convivenza sociale! (...) A ragione l'Italia, celebrando i centocinquant'anni della sua unità politica, può essere orgogliosa della presenza e dell'azione della Chiesa. Essa non persegue privilegi né intende sostituirsi alle responsabilità delle istituzioni politiche; rispettosa della legittima laicità dello Stato, è attenta a sostenere i diritti fondamentali dell'uomo. Fra questi vi sono anzitutto le istanze etiche e quindi l'apertura alla trascendenza, che costituiscono valori previi a qualsiasi giurisdizione statale, in quanto iscritti nella natura stessa della persona umana".

  "In questa prospettiva, la Chiesa (...) continua a offrire il proprio contributo alla costruzione del bene comune, richiamando ciascuno al dovere di promuovere e tutelare la vita umana in tutte le sue fasi e di sostenere fattivamente la famiglia (...)". Nel ricordare "la difficoltà ad accedere ad una piena e dignitosa occupazione" - il Papa ha affermato: "Mi unisco, perciò, a quanti chiedono alla politica e al mondo imprenditoriale di compiere ogni sforzo per superare il diffuso precariato lavorativo, che nei giovani compromette la serenità di un progetto di vita familiare, con grave danno per uno sviluppo autentico e armonico della società".

  Il Santo Padre ha quindi esortato i Presuli con queste parole: "Non esitate a stimolare i fedeli laici a vincere ogni spirito di chiusura, distrazione e indifferenza, e a partecipare in prima persona alla vita pubblica. Incoraggiate le iniziative di formazione ispirate alla dottrina sociale della Chiesa, affinché chi è chiamato a responsabilità politiche e amministrative non rimanga vittima della tentazione di sfruttare la propria posizione per interessi personali o per sete di potere".

  "Assumendo l'educazione come filo conduttore dell'impegno pastorale di questo decennio" - ha detto ancora il Papa - "avete voluto esprimere la certezza che l'esistenza cristiana - la vita buona del Vangelo - è proprio la dimostrazione di una vita realizzata. Su questa strada voi assicurate un servizio non solo religioso o ecclesiale, ma anche sociale, contribuendo a costruire la città dell'uomo. Coraggio, dunque! Nonostante tutte le difficoltà, 'nulla è impossibile a Dio'".

  "Sotto la protezione della 'Mater unitatis'" - ha concluso Benedetto XVI - "poniamo tutto il popolo italiano, perché il Signore gli conceda i doni inestimabili della pace e della fraternità e, quindi, dello sviluppo solidale. Aiuti le forze politiche a vivere anche l'anniversa¬rio dell'Unità come occasione per rinsaldare il vincolo nazionale e superare ogni pregiudiziale contrapposizione: le diverse e legittime sensibilità, esperienze e prospettive possano ricomporsi in un quadro più ampio per cercare insieme ciò che veramente giova al bene del Paese. L'esempio di Maria apra la via a una società più giusta, matura e responsabile, capace di riscoprire i valori profondi del cuore umano".
BXVI-ROSARIO/                                               VIS 20110527 (660)

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