CITTA' DEL VATICANO, 20 FEB. 2011 (VIS). Durante la recita dell’Angelus con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che: “In questa settima domenica del Tempo Ordinario, le letture bibliche ci parlano della volontà di Dio di rendere partecipi gli uomini della sua vita: ‘Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo’ - si legge nel Libro del Levitico (19,1)”.
“Gesù stesso dice: ‘Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli’ (Mt 5,44-45). Chi accoglie il Signore nella propria vita e lo ama con tutto il cuore è capace di un nuovo inizio. Riesce a compiere la volontà di Dio: realizzare una nuova forma di esistenza animata dall’amore e destinata all’eternità (...). Se siamo veramente consapevoli di questa realtà” – ha concluso il Pontefice – “e la nostra vita ne viene profondamente plasmata, allora la nostra testimonianza diventa chiara, eloquente ed efficace”.
Infine il Santo Padre ha ricordato che “dopodomani, 22 febbraio, celebreremo la festa della Cattedra di San Pietro. A lui, primo degli Apostoli, Cristo ha affidato il compito di Maestro e di Pastore per la guida spirituale del Popolo di Dio, affinché esso possa innalzarsi fino al Cielo. Esorto, pertanto, tutti i Pastori ad ‘assimilare quel ‘nuovo stile di vita’ che è stato inaugurato dal Signore Gesù ed è stato fatto proprio dagli Apostoli’”.
Dopo l’Angelus il Papa ha rivolto ai fedeli i saluti nelle diverse lingue ed ha ribadito la necessità della riconciliazione. “Quando si soffre per il male” – ha detto Benedetto XVI – “la persecuzione, l’ingiustizia, evitiamo la rivincita, la vendetta e l’odio, e preghiamo per i persecutori. ‘Vinciamo il male col bene’. Affidiamo a Dio tutte queste avversità per raggiungere la libertà e la pace spirituale”.
Esprimendosi in lingua spagnola il Santo Padre ha riaffermato come la liturgia di oggi invita “alla pienezza della vita cristiana ed alla perfezione della carità, mediante il perdono dei nemici e la preghiera per coloro che perseguitano, fonte di duratura riconciliazione”.
ANG/ VIS 20110221 (430)
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