CITTA' DEL VATICANO, 29 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto il Rettore, i sacerdoti e i seminaristi del Pontificio Collegio Etiopico, in occasione del 150° anniversario, celebrato il 31 luglio scorso, della morte di San Giustino De Jacobis (1800-1860), Patrono del Collegio.
“Degno figlio di San Vincenzo de’ Paoli” – ha detto il Papa – “San Giustino visse in modo esemplare il suo ‘farsi tutto a tutti’, specialmente al servizio del popolo abissino. Inviato a trentotto anni dall’allora Prefetto di ‘Propaganda Fide’, il Cardinale Franzoni, come missionario in Etiopia, (...) lavorò prima ad Adua e poi a Guala, dove pensò subito a formare preti etiopi, dando vita ad un seminario chiamato ‘Collegio dell’Immacolata’".
“Imparando la lingua locale e favorendo la plurisecolare tradizione liturgica del rito proprio di quelle comunità, egli si adoperò anche per un’efficace opera ecumenica. (...) Per la sua passione educativa, specialmente nella formazione dei sacerdoti, può essere giustamente considerato il patrono del vostro Collegio; infatti, ancora oggi questa benemerita Istituzione accoglie presbiteri e candidati al sacerdozio sostenendoli nel loro impegno di preparazione teologica, spirituale e pastorale”.
“Rientrando nelle comunità di origine, (...) sappiate suscitare in ciascuno” – ha esortato il Pontefice – “l’amore a Dio e alla Chiesa, sull’esempio di San Giustino De Jacobis. Egli coronò il suo fecondo contributo alla vita religiosa e civile dei popoli abissini con il dono della sua vita, silenziosamente riconsegnata a Dio dopo molte sofferenze e persecuzioni. Fu beatificato dal Venerabile Pio XII il 25 giugno 1939 e canonizzato dal Servo di Dio Paolo VI il 26 ottobre 1975”.
“Anche per voi, cari sacerdoti e seminaristi” – ha esclamato il Pontefice – “è tracciata la via della santità! (...) La santità si colloca quindi nel cuore stesso del mistero ecclesiale ed è la vocazione a cui tutti siamo chiamati. I Santi non sono un ornamento che riveste la Chiesa dall’esterno, ma sono come i fiori di un albero che rivelano la inesauribile vitalità della linfa che lo percorre. È bello contemplare così la Chiesa, in modo ascensionale verso la pienezza del ‘Vir perfectus’; in continua, faticosa, progressiva maturazione; dinamicamente sospinta verso il pieno compimento in Cristo”.
“Cari sacerdoti e seminaristi del Pontificio Collegio Etiopico” – ha esortato infine il Pontefice – “vivete con gioia e dedizione questo periodo importante della vostra formazione, all’ombra della cupola di San Pietro: camminate con decisione sulla strada della santità. Voi siete un segno di speranza, specialmente per la Chiesa nei vostri Paesi di origine. Sono certo che l’esperienza di comunione vissuta qui a Roma vi aiuterà anche a portare un prezioso contributo alla crescita e alla pacifica convivenza delle vostre amate Nazioni”.
AC/ VIS 20110131 (440)
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