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lunedì 13 dicembre 2010

DIO, NON LE GRANDI PROMESSE, CAMBIANO IL MONDO

CITTA' DEL VATICANO, 12 DIC. 2010 (VIS). Questa mattina Benedetto XVI si è recato in visita pastorale alla parrocchia di San Massimiliano Kolbe, (Torre Angela), nel settore est della diocesi di Roma, dove ha presieduto la celebrazione della Santa Messa.

“L’Avvento” – ha detto il Papa nell’omelia – “è un forte invito per tutti a lasciare entrare sempre di più Dio nella nostra vita, nelle nostre case, nei nostri quartieri, nelle nostre comunità, per avere una luce in mezzo alle tante ombre, alle tante fatiche di ogni giorno”.

“Col passare del tempo” – ha detto il Papa – “la comunità è cresciuta e si è in parte trasformata, con l’arrivo di numerose persone dai Paesi dell’Est europeo e da altri Paesi. (...) È importante creare occasioni di dialogo e favorire la reciproca comprensione tra persone provenienti da culture, modelli di vita e condizioni sociali differenti”.

“Qui, come in ogni Parrocchia” – ha proseguito il Santo Padre – “occorre partire dai ‘vicini’ per giungere fino ai ‘lontani’, per portare una presenza evangelica negli ambienti di vita e di lavoro. Tutti devono poter trovare in Parrocchia cammini adeguati di formazione e fare esperienza di quella dimensione comunitaria che è una caratteristica fondamentale della vita cristiana. In tal modo saranno incoraggiati a riscoprire la bellezza di seguire Cristo e di fare parte della sua Chiesa. Sappiate, dunque, fare comunità con tutti, uniti nell’ascolto della Parola di Dio e nella celebrazione dei Sacramenti, in particolare dell’Eucaristia”.

“Abbiamo sentito nel Vangelo la domanda del Battista che si trova in carcere; il Battista, che aveva annunciato la venuta del Giudice che cambia il mondo, e adesso sente che il mondo rimane lo stesso. Fa chiedere, quindi, a Gesù: ‘Sei tu quello che deve venire? O dobbiamo aspettare un altro? Sei tu o dobbiamo aspettare un altro?’. Negli ultimi due, tre secoli molti hanno chiesto:’Ma realmente sei tu? (...) E sono venuti tanti profeti, ideologi e dittatori, che hanno detto: ‘Non è lui! Non ha cambiato il mondo! Siamo noi!’. Ed hanno creato i loro imperi, le loro dittature, il loro totalitarismo che avrebbe cambiato il mondo. E lo ha cambiato, ma in modo distruttivo. Oggi sappiamo che di queste grandi promesse non è rimasto che un grande vuoto e grande distruzione”.

“Il Signore, nel modo silenzioso che gli è proprio, risponde: ‘Vedete cosa ho fatto io. Non ho fatto una rivoluzione cruenta, non ho cambiato con forza il mondo, ma ho acceso tante luci che formano, nel frattempo, una grande strada di luce nei millenni’".

“Cominciamo qui, nella nostra Parrocchia: San Massimiliano Kolbe, che si offre di morire di fame per salvare un padre di famiglia. Che grande luce è divenuto lui! (...) Pensiamo al padre che era per i lebbrosi Damiano de Veuster, il quale è vissuto ed è morto con e per i lebbrosi, e così ha portato luce in questa comunità. Pensiamo a Madre Teresa, che ha dato tanta luce a persone, che, dopo una vita senza luce, sono morte con un sorriso, perché erano toccate dalla luce dell’amore di Dio”.
“E così potremmo continuare e vedremmo, come il Signore ha detto nella risposta a Giovanni, che non è la violenta rivoluzione del mondo, non sono le grandi promesse che cambiano il mondo, ma è la silenziosa luce della verità, della bontà di Dio che è il segno della Sua presenza e ci dà la certezza che siamo amati fino in fondo e che non siamo dimenticati, non siamo un prodotto del caso, ma di una volontà di amore”.

"’Dio è vicino’” – ha concluso il Pontefice – “ma noi siamo spesso lontani. Avviciniamoci, andiamo alla presenza della Sua luce, preghiamo il Signore e nel contatto della preghiera diventiamo noi stessi luce per gli altri”.
HML/ VIS 20101213 (620)

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