Nel suo discorso il Papa ha sottolineato che “l’azione evangelizzatrice della Chiesa cattolica é stata e continua ad essere cruciale per determinare l’identità del popolo brasiliano che si caratterizza per la coesistenza armoniosa fra persone di differenti regioni e culture. Nonostante i valori della fede cattolica abbiano modellato i cuori e le menti dei brasiliani, oggi si osserva una crescente influenza di nuovi elementi nella società praticamente sconosciuti qualche decennio. Ciò provoca un abbandono consistente di molti cattolici della vita della Chiesa o finanche nella Chiesa, mentre nel panorama religioso del Brasile si assiste a una rapida espansione delle comunità evangeliche e neo-pentecostali”.
“In un certo senso” – ha proseguito il Pontefice – “le ragioni che sono alla radice del successo di questi gruppi sono un segnale di sete generalizzata di Dio del vostro popolo. È anche un indizio di una evangelizzazione, a livello personale, a volte superficiale. (...) In tale contesto, è necessario, in primo luogo, che la Chiesa cattolica in Brasile si impegni in una nuova evangelizzazione che non risparmi sforzi alla ricerca di cattolici lontani e di quelle persone che sanno poco o nulla del messaggio evangelico, portandoli a un incontro personale con Gesù Cristo vivo e attivo nella sua Chiesa. D’altra parte con la crescita di nuovi gruppi che si dicono seguaci di Cristo, anche se divisi in varie comunità e confessioni, è oltremodo necessario, da parte dei pastori cattolici, l’impegno di costruire punti di contatto mediante un dialogo ecumenico nella verità”.
Benedetto XVI ha sottolineato che “la mancanza di unità è causa di scandalo che in ultima istanza, mina la credibilità del messaggio cristiano proclamato nella società. E oggi, la sua proclamazione, è più che mai necessaria rispetto agli anni passati, giacché (...) c’è una influenza sempre più negativa del relativismo intellettuale e morale nella vita delle persone”.
Riferendosi ai numerosi ostacoli nella ricerca dell’unità dei cristiani, il Papa ha ricordato che “bisogna rigettare una visione erronea dell’ecumenismo che porta ad una certo indifferentismo dottrinale, che cerca di livellare, in un irenismo acritico, tutte le ‘opinioni’ in una specie di relativismo ecclesiologico. Allo stesso tempo, esiste la sfida della moltiplicazione incessante di nuovi gruppi cristiani, alcuni dei quali fanno uso di un proselitismo aggressivo, e che mostra come il paesaggio dell’ecumenismo continua ad essere molto differente e confuso”.
Il Santo Padre ha invitato i Vescovi a proseguire nell’impegno del “dialogo con le chiese e le comunità ecclesiali che appartengono al Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane, che con iniziative come la Campagna di Fraternità Ecumenica aiutano a promuovere i valori del Vangelo nella società brasiliana”.
“Il dialogo fra i cristiani” – ha proseguito il Pontefice – “è attualmente un imperativo ed una opzione irreversibile della Chiesa. Come ricorda il Concilio Vaticano II, il cuore di tutti gli sforzi per l’unità deve essere la preghiera, la conversione e la santificazione della vita”.
Benedetto XVI ha concluso il suo discorso ponendo in rilievo che “i pastori devono obbedire alla volontà del Signore, promuovendo iniziative concrete, libere da ogni riduzionismo conformista, ma realizzate con sincerità e realismo, con pazienza e perseveranza, che sorgono dalla fede nell’azione provvidenziale dello Spirito Santo”.
AL/ VIS 20100910 (570)
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