Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

mercoledì 7 ottobre 2009

QUARTA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 6 OTT. 2009 (VIS). Alle 16:30 di oggi pomeriggio, ha avuto inizio la Quarta Congregazione Generale dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, durante la quale sono proseguiti gli interventi dei Padri Sinodali. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Wilfrid Fox Napier, O.F.M., Arcivescovo di Durban (Sud Africa). Erano presenti 225 Padri Sinodali.

  Di seguito riportiamo alcuni estratti degli interventi nell'Aula del Sinodo:

ARCIVESCOVO FRANÇOIS-XAVIER MAROY RUSENGO, DI BUKAVU (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO). "Partendo dai danni provocati dalle guerre e dalle violenze nella parte orientale del nostro paese, la Repubblica Democratica del Congo e, in particolare, nella nostra arcidiocesi di Bukavu, riteniamo che la riconciliazione non possa più limitarsi semplicemente ad armonizzare le relazioni interpersonali. Essa deve inevitabilmente prendere in considerazione le cause profonde della crisi delle relazioni che si collocano a livello degli interessi e delle risorse naturali del Paese, da sfruttare e gestire nella trasparenza e nell'equità a vantaggio di tutti. (...) Mentre prendiamo la parola in queste riunioni, gli agenti pastorali nella nostra arcidiocesi vengono attaccati dai nemici della pace. Una delle parrocchie della nostra arcidiocesi è stata incendiata venerdì 2 ottobre 2009, i sacerdoti sono stati maltrattati, altri presi in ostaggio da uomini in uniforme che hanno preteso un grosso riscatto che siamo stati costretti a pagare per risparmiare la vita dei nostri sacerdoti che essi minacciavano di massacrare. Con queste azioni, è la Chiesa, rimasta l'unico sostegno di un popolo terrorizzato, umiliato, sfruttato, dominato, che si vorrebbe ridurre al silenzio".

CARDINALE WALTER KASPER, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL'UNITÀ DEI CRISTIANI (CITTÀ DEL VATICANO). "Mentre, grazie a Dio, vi è stata una rapida crescita della Chiesa in Africa, purtroppo si è verificata anche una frammentazione sempre più grande tra i cristiani. Pur non essendo, questa situazione, peculiare dell'Africa, è troppo facile ritenere che tali divisioni derivino dall'eredità del cristianesimo diviso che l'Africa ha ricevuto, poiché in Africa vi sono anche numerose nuove divisioni - basti pensare più di recente alle comunità carismatiche e pentecostali, alle chiese cosiddette indipendenti e alle sette. La loro diffusione a livello mondiale è estesa e la loro vitalità nel continente africano è rispecchiata dall'aumento delle Chiese indipendenti africane, che ora hanno creato un'istituzione ufficiale, l'OAIC con sede a Nairobi. (...) Il dialogo con questi gruppi non è facile e spesso è del tutto impossibile a causa del loro comportamento aggressivo e - per non dire altro - per il loro basso standard teologico. Dobbiamo affrontare questa sfida urgente con un atteggiamento di autocritica. Infatti, non basta dire che cosa è sbagliato in loro, dobbiamo domandarci che cosa è sbagliato o che cosa manca nel nostro lavoro pastorale. Perché tanti cristiani abbandonano la nostra Chiesa? Che cosa manca loro da noi e che cosa cercano altrove?".

VESCOVO MARTIN MUNYANYI, DI GWERU (ZIMBABWE). "Lo Zimbabwe ha vissuto esperienze socio-politiche molto difficili ed inumane risalenti ai periodi precoloniale, coloniale e postcoloniale che devono essere trattate con urgenza. Nella ricerca di una riconciliazione durevole, sarebbe un errore chiedere alle persone di dimenticare semplicemente il passato. C'è bisogno di riconciliazione non solo nel paese in generale, ma anche nella Chiesa, dato che vediamo ribollire la tensione in alcune nostre parrocchie a causa delle differenze linguistiche ed etniche. In Africa, quando parliamo di giustizia, parliamo certamente di parti coinvolte, che comprendono anche le famiglie. Le comunità hanno bisogno di riunirsi a discutere i loro problemi in uno scenario di 'arbre à palabre'. E dovrebbe esserci una giustizia retributiva e riparatrice prima della morte di una delle parti in causa. Le questioni di giustizia nella Chiesa riguardano ovviamente il non pagare ai nostri lavoratori la somma corrispondente al giusto salario e il cattivo uso delle risorse della Chiesa da parte di sacerdoti a spese delle comunità. Alcune pratiche della Chiesa tendono ad avere pregiudizi contro le bambine. Per esempio la bambina viene punita mentre il bambino no. In quanto Chiesa locale abbiamo istituito strutture come la Commissione per la giustizia e la pace per dedicarci agli aspetti storici negativi della nostra esperienza".

VESCOVO ARMANDO UMBERTO GIANNI, O.F.M. CAP., DI BOUAR, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (REPUBBLICA CENTROAFRICANA). "Ci aspetta il delicato ma necessario compito di aiutare i sacerdoti che hanno problemi a ritrovare il cammino di verità. Aspettiamo dal sinodo una parola chiara e persuasiva su questo tema. Poi la sfida più grande: come aiutare i sacerdoti a formare delle vere famiglie sacerdotali. Si sente l'esigenza di avere un direttorio di vita sacerdotale. Se la nostra crisi ci ha apportato sofferenza ci aiuterà a crescere più armoniosamente. Abbiamo bisogno di intensificare l'unione profonda con Cristo. (...) La Chiesa è rimasta presente dappertutto nel paese. Anche nelle zone cosiddette rosse, cioè insicure; ha continuato a prestare la sua opera nelle scuole, nella sanità, vicino alle persone sfollate e handicappate. (...) Voglio far rimarcare la disponibilità data dal personale delle missioni in questo contesto di insicurezza per assicurare il servizio della mediazione tra forze governative e ribelli, a volte anche con i banditi. (...) Mi pare che la Chiesa abbia vocazione ad essere là, in questi luoghi umili e nascosti, per aiutare a spegnere sul nascere questi conflitti di casa. La sua voce è ascoltata e cercata, perché gode di credibilità".

VESCOVO GIOVANNI INNOCENZO MARTINELLI, O.F.M., Vicario Apostolico di Tripoli (LIBIA). "Sappiamo che nel continente africano vi sono più di dieci milioni di sfollati, di migranti che cercano una patria, una terra di pace. Il fenomeno di questo esodo rivela un volto d'ingiustizia e di crisi sociopolitica in Africa. In Libia viviamo tutta la tragedia di questo fenomeno... Venire in Libia per essere respinti dall'Europa... Vi sono migliaia di immigrati che entrano in Libia ogni anno, provenienti dai paesi dell'Africa sub-sahariana. La maggior parte di questi fugge dalla guerra e dalla povertà del proprio paese e arriva in Libia, dove cerca un lavoro per aiutare la famiglia oppure un modo per andare in Europa nella speranza di trovarvi una vita migliore e più sicura. (...) L'immigrazione è per molti una tragedia, soprattutto perché fatti oggetto di traffico,  sfruttamento (le donne in particolare) e del disprezzo dei diritti umani. Ma ringraziamo il Signore per la loro testimonianza cristiana. È una comunità che soffre, che cerca, precaria ma piena di gioia nell'espressione della fede! E che in un contesto sociale e religioso musulmano rende la Chiesa credibile... e vive il dialogo della vita con molti musulmani".

VESCOVO JOSÉ NAMBI, DI KWITO-BIÉ (ANGOLA). "I venti della democrazia si fanno sentire più nella capitale che in altre zone del paese e con pochi mezzi di comunicazione sociale. Si constata la mancanza di una vera educazione civica dei cittadini, cosa che favorisce la manipolazione. Tutto ciò, unito all'analfabetismo in ambiente rurale, rende molto precaria la situazione. La coscienza critica delle persone è debole. Alcuni ritengono vero tutto quanto detto dai mezzi di comunicazione sociale. Per questo è urgente promuovere l'educazione civica dei cittadini e rafforzare la loro coscienza critica. Ciò significa anche promuovere la difesa della libertà di espressione e di opinione come appannaggio della democrazia e spazi di sviluppo. I laici che militano nelle diverse istituzioni civili, nei partiti politici, in Parlamento, sono chiamati a dare una vera testimonianza della riconciliazione, della giustizia e della pace. Perciò riteniamo fondamentale continuare a puntare sulla loro formazione a tutti i livelli".
SE/QUARTA CONGREGAZIONE/...                     VIS 20091007 (1230)


Nessun commento:

Posta un commento

Copyright © VIS - Vatican Information Service