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venerdì 10 luglio 2009

"IL TURISMO, CELEBRAZIONE DELLA DIVERSITÀ"


CITTA' DEL VATICANO, 10 LUG. 2009 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il Messaggio pastorale del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2009 (27 settembre), sul tema: "Il turismo, celebrazione della diversità".

  Nel Messaggio, datato 24 giugno, l'Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e l'Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del medesimo Dicastero, scrivono che: "La diversità è un fatto, una realtà, ma, come ci ricorda Papa Benedetto XVI, è pure un dato positivo, un bene, e non una minaccia o un pericolo, al punto tale da volere egli che 'le persone accettino non soltanto l'esistenza della cultura dell'altro, ma desiderino anche riceverne un arricchimento'".

  "Nella valutazione positiva del diverso osserviamo un paradosso: se da un lato si constata, in questo tempo di globalizzazione, che le culture e le religioni si avvicinano sempre più, e che nel cuore di tutte le culture sboccia un autentico desiderio di pace, dall'altro si verificano incomprensioni, ci sono pregiudizi e malintesi profondamente radicati, che elevano barriere e alimentano divisioni. È il timore in noi del diverso, dello sconosciuto".

  Il Presidente ed il Segretario del Pontificio Consiglio affermano che: "Dobbiamo quindi impegnarci per trasformare la discriminazione, la xenofobia e l'intolleranza in comprensione e mutua accettazione, percorrendo le strade del rispetto, dell'educazione e del dialogo aperto, costruttivo e vincolante".

  "Il turismo, in quanto pone a contatto con altri modi di vivere, altre religioni e forme di vedere il mondo e la sua storia, è pure un'occasione di dialogo e di ascolto, e costituisce un invito a non chiudersi nella propria cultura, ma ad aprirsi e confrontarsi con modi di pensare e vivere diversi. Non deve sorprendere pertanto che settori estremisti e gruppi terroristici di indole fondamentalista indichino il turismo come un pericolo e un obiettivo da distruggere. La conoscenza reciproca aiuterà - lo speriamo ardentemente - a costruire una società più giusta, solidale e fraterna".

  "Se il turismo si sviluppa in assenza di un'etica di responsabilità" - scrivono inoltre l'Arcivescovo Vegliò e l'Arcivescovo Marchetto - "parallelamente prende corpo il pericolo della uniformità e della bellezza come 'fascinatio nugacitatis' (cfr. Sap 4,12). Accade così, per esempio, che gli autoctoni possono fare per i turisti spettacolo delle loro tradizioni offrendo la diversità come un prodotto commerciale, solo per lucro".

  "Tutto ciò esige uno sforzo, tanto da parte del visitatore che dell'autoctono accogliente, di assumere atteggiamenti di apertura, rispetto, vicinanza, fiducia in modo che nel desiderio di incontrare gli altri, rispettandoli nella loro diversità personale, culturale e religiosa, si aprano al dialogo e alla comprensione".

  "Nel contemplare la diversità, l'uomo scopre le tracce del divino nelle orme dell'umano. E per il credente, l'insieme delle diversità apre cammini per avvicinarsi all'infinita grandezza di Dio".

  "Dio affida alla Chiesa il compito di forgiare in Cristo Gesù, grazie allo Spirito, una nuova creazione, ricapitolando in Lui tutto il tesoro della diversità umana che il peccato ha trasformato in divisione e conflitti".

  "Il soffio divino vinca ogni xenofobia, discriminazione, razzismo" - conclude il Messaggio - "renda vicini coloro che sono lontani, nella contemplazione della unità/diversità di una famiglia umana benedetta da Dio".
CON-SM/TURISMO:DIVERSITÀ/VEGLIÒ:MARCHETTO       VIS 20090710 (540)

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