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venerdì 8 maggio 2009

PREGARE PER IL PREZIOSO DONO DELL'UNITÀ E DELLA PACE


CITTA' DEL VATICANO, 8 MAG. 2009 (VIS). Alle 15:30, ora locale, (14:30 ora italiana) il Santo Padre è giunto al Centro "Regina Pacis" di Amman, per la riabilitazione ed il reinserimento sociale dei portatori di handicap fondata dal Vescovo Salim Sayegh, Vicario Patriarcale Latino per la Giordania. Dopo il saluto del Patriarca Latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Fouad Twal, il Santo Padre ha iniziato il suo discorso esprimendo il suo apprezzamento alle Suore Comboniane ed al personale responsabile del Centro.

"Come per innumerevoli migliaia di pellegrini prima di me, è ora il mio turno di soddisfare quel profondo desiderio di toccare, di trarre conforto dai luoghi dove Gesù visse e che furono santificati dalla sua presenza e di venerarli. Dai tempi apostolici, Gerusalemme è stata il principale luogo di pellegrinaggio per i Cristiani, ma ancora prima, nell'antico Vicino Oriente, i popoli Semitici costruirono luoghi sacri per indicare e commemorare una presenza o un'azione divina. E la gente comune soleva recarsi in questi centri portando una parte dei frutti della loro terra e del loro bestiame per farne offerta come atto di omaggio e di gratitudine".

"Cari Amici, ognuno di noi è un pellegrino. Siamo tutti proiettati in avanti, risolutamente, sulla via di Dio. Naturalmente, tendiamo poi a volgere lo sguardo indietro al percorso della vita - talvolta con rimpianti o recriminazioni, spesso con gratitudine ed apprezzamento - ma guardiamo anche avanti - a volte con trepidazione o ansia, sempre con attesa e speranza, sapendo che ci sono anche altri ad incoraggiarci lungo la strada. So che i viaggi che hanno condotto molti di voi al Centro 'Regina Pacis' sono stati segnati da sofferenza o prove. Alcuni di voi lottano coraggiosamente con forme di invalidità, altri hanno sopportato il rifiuto, ed alcuni di voi sono stati attratti a questo luogo di pace semplicemente per cercare incoraggiamento ed appoggio. Di particolare importanza, lo so bene, è il grande successo del Centro nel promuovere il giusto posto dell'invalido nella società e nell'assicurare che un adeguato esercizio e strumentazione siano forniti per facilitare una simile integrazione".

"A volte" - ha proseguito il Papa - "è difficile trovare una ragione per ciò che appare solo come un ostacolo da superare o anche come prova - fisica o emotiva - da sopportare. Ma la fede e la ragione ci aiutano a vedere un orizzonte oltre noi stessi per immaginare la vita come Dio la vuole. L'amore incondizionato di Dio, che dà la vita ad ogni individuo umano, mira ad un significato e ad uno scopo per ogni vita umana".

"Amici, diversamente dai pellegrini d'un tempo, io non vengo portando regali od offerte. Io vengo semplicemente con un'intenzione, una speranza: pregare per il regalo prezioso dell'unità e della pace, più specificamente per il Medio Oriente. La pace per gli individui, per i genitori e i figli, per le comunità, pace per Gerusalemme, per la Terra Santa, per la regione, pace per l'intera famiglia umana; la pace durevole generata dalla giustizia, dall'integrità e dalla compassione, la pace che sorge dall'umiltà, dal perdono e dal profondo desiderio di vivere in armonia come un'unica realtà".

Rivolgendosi in particolare ai giovani del Centro, Benedetto XVI ha detto: "A voi in particolare desidero dire che stando in mezzo a voi io sento la forza che proviene da Dio. La vostra esperienza del dolore, la vostra testimonianza in favore della compassione, la vostra determinazione nel superare gli ostacoli che incontrate, mi incoraggiano a credere che la sofferenza può determinare un cambiamento in meglio. Nelle nostre personali prove, e stando accanto agli altri nelle loro sofferenze, cogliamo l'essenza della nostra umanità, diventiamo, per così dire, più umani. E incominciamo ad imparare che, su un altro piano, anche i cuori induriti dal cinismo o dall'ingiustizia o dalla riluttanza a perdonare non sono mai al di là del raggio d'azione di Dio, possono essere sempre aperti ad un nuovo modo di essere, ad una visione di pace".

"Vi esorto tutti a pregare ogni giorno per il nostro mondo" - ha detto infine il Santo Padre - "Ed oggi voglio chiedervi di assumervi uno specifico compito: pregate, per favore, per me ogni giorno del mio pellegrinaggio; per il mio spirituale rinnovamento nel Signore e per la conversione dei cuori al modo di perdonare e di solidarizzare che è proprio di Dio, così che la mia speranza - la nostra speranza - per l'unità e la pace nel mondo porti frutti abbondanti".

Conclusa la visita il Papa si è recato alla Nunziatura Apostolica di Amman da dove si dirigerà al Palazzo Reale Al-Husseineh per la visita di cortesia alle loro Maestà il Re e la Regina di Giordania.
OP-GIORDANIA/DISABILI/AMMAN VIS 20090508 (780)

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