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giovedì 18 dicembre 2008

DIVERSITÀ E' INSEGNAMENTO, NON DEVE FAR PAURA


CITTA' DEL VATICANO, 18 DIC. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto nel Palazzo Apostolico Vaticano, le Lettere Credenziali di undici nuovi Ambasciatori presso la Santa Sede: Signor Isaac Chikwekwere Lamba, Malawi; Signora Perols Ulla Birgitta Gudmundson, Svezia; Signor Christian Sheka Kargbo, Sierra Leone; Signor Elín Flygenring, Islanda, Signor Paul Dühr, Lussemburgo; Signor Rajaonarivony Narisoa, Madagascar; Signor Oscar Ayuso, Belize; Signor Rafiâa Limam Baouendi, Tunisia; Signor Amanzhol Zhankuliyev, Kazakstan; Signor Naser Muhamed Youssef Al Belooshi, Bahrein; Signor Pio Bosco Tikoisuva, Isole Fiji.

  Il Papa ha pronunciato, in lingua francese, un discorso generale rivolto al gruppo di diplomatici ed ha quindi consegnato ad ogni Ambasciatore un discorso relativo al Paese rappresentato.

  "La diversità della vostra provenienza" - ha detto il Papa - "mi consente di rendere grazie a Dio per il Suo amore creatore e per la molteplicità dei suoi doni che non cessano di sorprendere l'umanità. Tale diversità è un insegnamento. Alle volte la diversità fa paura, per cui non sorprende constatare che frequentemente l'uomo preferisce la monotonia dell'uniformità. Sistemi politico-economici provenienti o che rivendicano una matrice pagana o religiosa hanno afflitto l'umanità troppo a lungo ed hanno cercato di uniformarla con la demagogia e la violenza. Essi hanno ridotto, e, ahimé, ancora riducono l'uomo in una indegna schiavitù  al servizio di un'ideologia unica o di una economia disumana e pseudo-scientifica".

  "Tutti sappiamo che non esiste un modello politico unico" - ha proseguito il Pontefice - "Ogni popolo ha il suo genio ed anche i 'suoi demoni'. Ogni popolo avanza lungo un percorso, alle volte doloroso, che lo contraddistingue, verso un avvenire che desidera luminoso. Il mio auspicio è dunque che ogni popolo coltivi il suo genio, che lo arricchisca al meglio per il bene di tutti, e si purifichi dei propri 'demoni' che controllerà anche al meglio fino ad eliminarli trasformandoli in valori positivi e creatori di armonia, di prosperità e di pace, per difendere la grandezza della dignità umana!".

  Benedetto XVI ha successivamente ribadito che uno degli elementi essenziali della missione dell'Ambasciatore è "la ricerca e la promozione della pace. (...) L'ambasciatore può e deve essere un costruttore di pace. (...) La pace non implica soltanto lo stato politico o militare di non belligeranza; essa rinvia globalmente all'insieme di condizioni che permettono la concordia fra tutti e la piena realizzazione personale di ciascuno. (...) Quando il Cristo chiama il costruttore di pace, figlio di Dio, intende dire che questi partecipa e lavora, consapevolmente e inconsapevolmente, all'opera di Dio e prepara, con la sua missione, le condizioni necessarie all'accoglienza della pace venuta dall'alto. La vostra missione, è alta e nobile".

  "La pace autentica" - ha affermato il Santo Padre - "non è possibile se non quando regna la giustizia. (...) La giustizia (...) non rinvia soltanto alla sfera sociale o etica. Non rinvia unicamente a ciò che è equanime o conforme al diritto. L'etimologia ebraica della parola giustizia fa riferimento a ciò che viene 'aggiustato'. La giustizia di Dio si manifesta dunque tramite la sua giustezza. Essa rimette tutto a posto, tutto in ordine, perché il mondo sia conforme al disegno di Dio e al Suo ordine".

  "La nobile missione dell'ambasciatore consiste dunque nel dispiegare la sua arte affinché tutto sia 'aggiustato' perché la nazione che egli serve viva non solo in pace con gli altri paesi ma anche secondo la giustizia che si esprime con l'equità e la solidarietà nei rapporti internazionali, e i concittadini, godendo della pace sociale, possano vivere liberamente e serenamente le loro credenze e raggiungere così la 'giustezza' di Dio".

  Nel discorso consegnato all'Ambasciatore del Malawi, Benedetto XVI scrive: "L'Africa è sempre più consapevole dell'urgente necessità di unità e collaborazione nel far fronte alle sfide del futuro e nell'assicurare uno sviluppo solido e integrale del suo popolo. (...) In particolare i responsabili politici" - sottolinea il Pontefice - "devono coltivare un profondo senso del proprio dovere di far progredire il bene comune e così essere risolutamente impegnati nel dialogo e pronti a trascendere gli interessi particolari al servizio di tutto il corpo politico".

  All'Ambasciatrice della Svezia, il Santo Padre ricorda che "Mantenere un equilibrio fra le libertà che concorrono fra loro è uno dei compiti più delicati che uno Stato moderno deve affrontare. (...) Alle volte viene invocato il diritto ad essere difesi contro la discriminazione in circostanze che pongono in questione il diritto di gruppi religiosi ad affermare e mettere in pratica le proprie forti convinzioni, ad esempio, relativamente alla importanza fondamentale per la società dell'istituzione del  matrimonio, intesa come unione che dura tutta la vita, fra uomo e donna, aperta alla trasmissione della vita".

  Benedetto XVI esprime la sua "grande preoccupazione" al Rappresentante del Lussemburgo per "il testo della legge sull'eutanasia ed il suicidio assistito, attualmente all'esame del Parlamento", sottolinea "il grave dovere dei responsabili politici di servire il bene dell'uomo" e auspica che il popolo del Lussemburgo "in tutte le sue componenti, abbia sempre a cuore il riaffermare la grandezza e il carattere inviolabile della vita umana!".

  Rivolgendosi all'Ambasciatore della Tunisia, il Papa sottolinea che "il dialogo tra le culture e le religioni è nella nostra epoca una necessità ineludibile, al fine di poter agire insieme per la pace e la stabilità del mondo e per promuovere il rispetto autentico della persona e dei diritti umani fondamentali. (...) L'edificazione di una società dove ognuno è riconosciuto nella sua dignità implica anche il rispetto della libertà di coscienza e della libertà di religione di ogni individuo, poiché l'espressione delle convinzioni religiose autentiche è la manifestazione più vera della libertà umana".

  Parlando del ruolo positivo che le religioni possono ricoprire nella società, il Santo Padre ricorda nel discorso al Rappresentante del Kazakhstan che "E' di competenza dello Stato garantire la piena libertà religiosa, ma lo Stato deve anche imparare a rispettare il religioso evitando di interferire in materia di fede e nella coscienza del cittadino".

  Il Santo Padre ringrazia le Autorità del Regno del Bahrein per la possibilità offerta ai cattolici del Paese di praticare la propria religione ed auspica che, tenendo conto l'aumento del numero di credenti, essi possano disporre di più numerosi luoghi di culto.

  All'Ambasciatore delle Isole Fiji, Benedetto XVI scrive che: "La regione del Pacifico deve affrontare molte difficoltà in questo momento, non ultime gli effetti dei cambiamenti climatici, specialmente sulle popolazioni delle isole e la necessità di preservare le risorse naturali. La bellezza della creazione divina è specialmente evidente a coloro che vivono nel Sud del Pacifico".
CD/CREDENZIALI/...                            VIS 20081218 (1080)


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