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mercoledì 15 ottobre 2008

SEDICESIMA CONGREGAAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 15 OTT. 2008 (VIS). Questa mattina ha avuto luogo la Sedicesima Congregazione Generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in presenza di 238 Padri Sinodali. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Odilo Scherer, Arcivescovo di São Paulo (Brasile).

  Di seguito riportiamo estratti di alcuni interventi dei Padri Sinodali.

CARDINALE ANGELO BAGNASCO, ARCIVESCOVO DI GENOVA, PRESIDENZA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (ITALIA). "Per quanto riguarda la formazione ad una fede pensata e consapevole, in grado di dare ragione della propria speranza (cfr 1 Pietro), mi pare opportuno ricordare che se è necessario percorrere la via della conoscenza documentata, pregata e condivisa della Parola di Dio scritta, è altresì necessario percorrere la via della ragione. La Sacra Scrittura è attraversata non solo dalle verità soprannaturali, ma anche da quelle naturali che assume, conferma e porta a compimento. Ritorna la necessità e l'urgenza di tenere unita la Scrittura, la Tradizione e il Magistero, perché il credente possa comprendere meglio le grandi questioni del nascere e del morire, della famiglia e della libertà, dell'amore e della legge naturale, dell'eutanasia, della fecondazione ... e le sappia presentare anche ai non credenti, per i quali la Bibbia vale solo per la forza degli argomenti. Quando la Chiesa parla di questi temi non fa ingerenza, non va fuori della sua missione evangelizzatrice, ma è dentro alla sua missione. Nello stesso tempo serve le culture e le società perché possano diventare più umane".

CARDINALE GIOVANNI LAJOLO, PRESIDENTE DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE PER LO STATO DELLA CITTÁ DEL VATICANO E PRESIDENTE  DEL GOVERNATORATO DELLO STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO. "Si pone il quesito su come si possa far giungere in maniera convincente la Parola di Dio a tre categorie di persone: Gli analfabeti e coloro che, pur sapendo leggere, non leggono, i quali sono facilmente inducibili a credenze e superstizioni assurde. Converrebbe studiare come poterli raggiungere di persona o con mezzi audio visivi di facile comprensione e di vasta diffusione. Le persone di un certo livello culturale, talvolta anche assai alto, che si sentono urtate da pagine della Bibbia in cui apparirebbero violati, per ordine o con il consenso di Dio, diritti umani fondamentali. Per esse bisognerebbe cercare di evolvere ulteriormente il concetto di ispirazione della Sacra Scrittura. I credenti nell'Antico Testamento, ai quali non giova proporre la realizzazione delle profezie quale conoscibile 'post fidem'. Ad essi bisognerebbe dunque poter mostrare il significato cristiano delle profezie realizzate nel Messia Gesù quale conoscibile 'ante fidem'.

ARCIVESCOVO PAUL CREMONA, DI MALTA, O.P., PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (MALTA). "Parlerò nel contesto di paesi tradizionalmente cattolici come Malta. Ogni volta che parliamo della nuova evangelizzazione troviamo una pietra d'inciampo. Molti dei nostri fedeli provano ancora nostalgia per il modello di Chiesa che esisteva 30-40 anni fa e fanno un confronto con essa. Poiché la Chiesa cattolica non ha mantenuto la posizione privilegiata che aveva allora, vivono come un trauma quando la Chiesa o i suoi Pastori vengono sfidati. Spesso hanno paura di parlare apertamente dinanzi a questa cultura molte volte ostile. Dobbiamo uscire da questa esperienza traumatica ed iniziare una nuova evangelizzazione. Dobbiamo aiutare i fedeli a riconoscere che quel genere di Chiesa non esiste più e che non può essere riproposta in questo mondo cambiato. Non possiamo continuare a confrontare la nostra realtà con quella di allora. Dobbiamo proporre un nuovo modello di essere Chiesa e quello che corrisponde maggiormente alla realtà attuale è la comunità cristiana primitiva, così come viene descritta nei capitoli 2 e 4 degli Atti degli Apostoli ed emerge negli altri scritti del Nuovo Testamento. Dobbiamo confrontare la Chiesa attuale con quella comunità e conformarla ad essa".

VESCOVO AGUSTIN TRAORE, DI SÉOUE (MALI). "I cristiani del Mali costituiscono una piccola minoranza dal punto di vista numerico, ma sono apprezzati e rispettati per la testimonianza che rendono al Vangelo di Gesù Cristo. La qualità della testimonianza di vita dei cristiani cattolici e protestanti malesi s'impone all'ammirazione dei loro fratelli e sorelle musulmani che amano dire spesso che è necessario affidare sempre la gestione delle cose serie ai cristiani, perché il Vangelo che essi annunciano porta la giustizia e la pace. La coerenza nella testimonianza deve essere promossa da una collaborazione sempre più fruttuosa tra le comunità cristiane cattoliche e protestanti. La Segreteria dell'Apostolato Biblico della Conferenza Episcopale del Mali ha deciso, dopo la sua creazione, di favorire il dialogo ecumenico nel Mali. Quindi, lavoro a stretto contatto con l'Alleanza Biblica Universale del Mali, (...) in uno spirito di ecumenismo. I buoni rapporti intrattenuti fra i membri della Segreteria Biblica e l'Alleanza Biblica del Mali hanno permesso una fruttuosa collaborazione nei settori della formazione dei traduttori della Bibbia, della diffusione della Bibbia, dell'alfabetizzazione... La Parola di Dio, essendo per tutti i figli di Dio, è un potente mezzo di comunicazione tra gli uomini di religioni diverse. (...) Il dialogo interreligioso presuppone una buona conoscenza della Parola di Dio che è anche dialogo e che favorisce le condizioni di un dialogo fruttuoso fra le differenti confessioni".

CARDINALE ANTONIO CAÑIZARES LLOVERA, ARCIVESCOVO DI TOLEDO (SPAGNA). "L'intervento si riferisce alla catechesi, come a una delle forme di ministero della Parola. Si vuole sottolineare il ruolo insostituibile e fondamentale della catechesi per la trasmissione della Parola di Dio, la cui peculiarità consiste nell'essere un periodo di insegnamento e maturità, di riflessione vitale sul ministero di Cristo, di iniziazione integrale - vitale, ordinata e sistematica - alla Rivelazione che Dio stesso ha fatto all'uomo in Gesù Cristo, non isolata dalla vita né giustapposta artificialmente a essa, e custodita nella memoria profonda della Tradizione viva della Chiesa. (...) Senza catechesi, la maggior parte dei cristiani non sarebbe in grado di appropriarsi del Vangelo e tradurlo in vita, né di agire in senso missionario e apostolico, né di confrontarsi con successo con le correnti spirituali e culturali del nostro tempo. Solo partendo da una catechesi seria, autentica e rinnovata, la Chiesa potrà spiegare con forza tutta la vastità degli elementi e delle funzioni della sua azione evangelizzatrice".

VESCOVO FRAGKISKIS PAPAMANOLIS, O.F.M.CAP., DIO SYROS, MILOS E SANTORINI, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (GRECIA). "Sono consapevole delle necessità delle istituzioni e del bene che viene fatto anche attraverso la diplomazia. Tuttavia è pur vero che esse vanno sempre riesaminate e verificate alla luce della Parola di Dio, perchè il fine non giustifica i mezzi. Studiando la storia incontriamo nella vita della Chiesa delle decisioni di emergenza e modi di comportamento strutturale che potrebbero essere giustificati a causa di quel dato momento storico, ma quelle decisioni, rimaste poi nelle strutture della Chiesa, mi domando, continueranno a segnare il passo della vita della Chiesa per i secoli dei secoli? Specialmente quando simili strutture non reggono alla luce dei principi teologici? Per la Chiesa Cattolica l'impegno ecumenico è l'impegno primario nel terzo millennio. Un impegno che non può limitarsi allo scambio di inviti, di visite e di doni, o anche a tutti quei gesti che esprimono il nostro desiderio di creare unità. II desiderio non basta. Dobbiamo essere disposti a sacrificare leggi e strutture, per preparare il giorno benedetto in cui i cristiani saremo uniti".
SE/SEDICESIMA CONGREGAZIONE/...                    VIS 20081015 (1190)


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