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venerdì 18 luglio 2008

CHI COMPIE SCELTE SBAGLIATE PARTICOLARMENTE AMATO GESÙ


CITTA' DEL VATICANO, 18 LUG. 2008 (VIS). Alle 15:00 (ora locale), il Santo Padre ha guidato dal sagrato della St. Mary's Cathedral a Sydney la preghiera al termine della Prima Stazione della Via Crucis, la cui celebrazione è divenuta un evento ormai stabile delle Giornate Mondiali della Gioventù. Dopo la preghiera il Papa si è trasferito nella Cripta della Cattedrale per seguire in televisione la Via Crucis che si svolge in varie parti della città, dove si è provveduto a collocare alcuni schermi giganti per permetterne a tutti la visione.

  Terminata la Via Crucis il Papa ha raggiunto in auto la "University of Notre Dame Australia", che, fondata nel 1989 da un Atto del Parlamento dell'Australia Occidentale, ha avviato la sua attività accademica nel 1992. Le diverse facoltà del prestigioso ateneo sono ritenute come un fucina di eccellenza in un contesto di pastorale cattolica attenta ai valori etici ed umanistici.

  All'arrivo il Papa è stato accolto dal Cancelliere dell'Università che lo ha accompagnato alla Cappella del Sacro Cuore per un Incontro con un gruppo di giovani disadattati della Comunità di recupero dell'Università che partecipano al programma "Alive".

  Il nome del programma "Alive" è stato il filo conduttore del discorso del Pontefice che ha ricordato le parole di Mosé rivolte a quanti vivevano l'Antico Testamento: "Ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita (Dt 30, 19-20)".

  "Era chiaro ciò che (tutti i membri del Popolo di Dio n.d.r.) dovevano fare: dovevano prendere le distanze dagli altri dei e adorare il vero Dio che si era rivelato a Mosè - e dovevano obbedire ai suoi comandamenti" - ha spiegato Benedetto XVI - "Potreste pensare che sia improbabile che nel mondo di oggi la gente adori altri dei. Ma a volte la gente adora 'altri dei' senza rendersene conto. I falsi 'dei', (...), sono quasi sempre collegati all'adorazione di tre realtà: i beni materiali, l'amore possessivo, il potere".

  "I beni materiali, in sé, sono cose buone. Non sopravviveremmo a lungo senza denaro, abiti e un'abitazione. (...) Ma, se siamo ingordi, se rifiutiamo di condividere quanto abbiamo con l'affamato e con il povero, allora noi trasformiamo questi beni in una falsa divinità. Quante voci, nella nostra società materialistica, ci dicono che la felicità si trova procurandosi il maggior numero possibile di beni e di oggetti di lusso! Ma questo significa trasformare i beni in false divinità. Invece di portare la vita, portano la morte".

  "L'amore autentico è certamente qualcosa di buono" - ha proseguito il Pontefice -  "e quando amiamo, (...) noi (...) diventiamo più pienamente umani. Ma quanto facilmente l'amore può essere trasformato in una falsa divinità! La gente sovente pensa di amare quando in realtà tende a possedere l'altro o a manipolare l'altro. La gente a volte tratta gli altri come oggetti per soddisfare i propri bisogni piuttosto che come persone da apprezzare e amare. Quanto è facile essere ingannati dalle molte voci che nella nostra società sostengono un approccio permissivo alla sessualità, senza prestare riguardo alla modestia, al rispetto di sé e ai valori morali che conferiscono qualità alle relazioni umane!"

  "Il potere che Dio ci ha dato di plasmare il mondo intorno a noi è certamente qualcosa di buono. Utilizzato in modo appropriato e responsabile, ci permette di trasformare la vita della gente. (...) Ma quanto forte è la tentazione di attaccarsi al potere per se stesso, di cercare di dominare gli altri o di sfruttare l'ambiente naturale per i propri egoistici interessi!".

  "Il culto dei beni materiali, il culto dell'amore possessivo e il culto del potere spesso portano la gente a 'comportarsi da Dio': cercare di assumere il controllo totale, senza prestare nessuna attenzione alla sapienza o ai comandamenti che Dio ci ha fatto conoscere. Questa è la via che conduce alla morte. Al contrario, l'adorazione dell'unico vero Dio vuol dire riconoscere in lui la sorgente di tutto ciò che è bene, affidare noi stessi a lui, aprirci alla forza risanatrice della sua grazia e obbedire ai suoi comandamenti: questa è la via per scegliere la vita".

  Riferendosi quindi alla storia personale di molti membri della comunità di recupero il Santo Padre ha  detto: "Forse avete compiuto scelte delle quali ora vi rammaricate, scelte che vi hanno portato lungo una via che, per quanto potesse al momento apparire attraente, vi ha soltanto condotto a un ancor più profondo stato di miseria e di abbandono. (...) Prendo atto volentieri del coraggio dimostrato nello scegliere di ritornare sulla via della vita".

  "Cari amici" - ha detto infine il Papa - "vedo in voi degli ambasciatori di speranza per quanti si trovano in situazioni simili. Voi potete convincerli della necessità di scegliere la via della vita e di rifuggire dalla via della morte, perché parlate in base all'esperienza. In tutti i Vangeli, sono coloro che hanno operato scelte sbagliate ad essere particolarmente amati da Gesù, perché, quando si sono resi conto del loro errore, si sono aperti più degli altri alla sua parola risanatrice. (...) Erano coloro che desideravano ricostruire la loro vita che si dimostravano i più disponibili a dare ascolto a Gesù e a diventare suoi discepoli. Voi potete seguire le loro orme; anche voi potete crescere particolarmente vicini a Gesù proprio perché avete scelto di ritornare a Lui".
PV-AUSTRALIA/GIOVANI DISADATTATI/SYDNEY             VIS 20080718 (900)


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