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lunedì 19 novembre 2007

NELLA STORIA SI SVILUPPA DISEGNO DI SALVEZZA

CITTA' DEL VATICANO, 18 NOV. 2007 (VIS). Prima della recita dell'Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro, il Papa ha commentato l'odierna pagina evangelica, nella quale "San Luca ripropone alla nostra riflessione la visione biblica della storia e riferisce le parole di Gesù, che invitano i discepoli a non avere paura, ma ad affrontare difficoltà, incomprensioni e persino persecuzioni con fiducia, perseverando nella fede in Lui".

 "'Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni - dice il Signore -, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine" (Lc 21,9)".

  "Memore di questo ammonimento" - ha detto Papa Benedetto XVI - "sin dall'inizio la Chiesa vive (...), scrutando i segni dei tempi e mettendo in guardia i fedeli da ricorrenti messianismi, che di volta in volta annunciano come imminente la fine del mondo. In realtà, la storia deve fare il suo corso, che comporta anche drammi umani e calamità naturali. In essa si sviluppa un disegno di salvezza a cui Cristo ha già dato compimento nella sua incarnazione, morte e risurrezione. Questo mistero la Chiesa continua ad annunciare ed attuare con la predicazione, con la celebrazione dei sacramenti e la testimonianza della carità".

  "Cari fratelli e sorelle, raccogliamo l'invito di Cristo ad affrontare gli eventi quotidiani confidando nel suo amore provvidente. Non temiamo per l'avvenire, anche quando esso ci può apparire a tinte fosche, perché il Dio di Gesù Cristo, che ha assunto la storia per aprirla al suo compimento trascendente, ne è l'alfa e l'omega, il principio e la fine (cfr Ap 1,8). Egli ci garantisce che in ogni piccolo ma genuino atto di amore c'è tutto il senso dell'universo, e che chi non esita a perdere la propria vita per Lui, la ritrova in pienezza (cfr Mt 16,25)".

  "A tener viva tale prospettiva" - ha ricordato il Papa - ci invitano le persone consacrate e "quelle chiamate alla contemplazione nei monasteri di clausura" alle quali la Chiesa dedica una giornata speciale il 21 novembre, memoria della presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria. "Il monastero, 'come oasi spirituale, indica al mondo di oggi la cosa più importante, anzi alla fine l'unica cosa decisiva: esiste un'ultima ragione per cui vale la pena vivere, cioè Dio e il suo amore imperscrutabile'. La fede che opera nella carità è il vero antidoto contro la mentalità nichilista, che nella nostra epoca va sempre più estendendo il suo influsso nel mondo".

  Al termine della recita dell'Angelus, il Santo Padre ha ricordato il Servo di Dio Antonio Rosmini, che sarà beatificato nel pomeriggio a Novara, definendolo: "Grande figura di sacerdote e illustre uomo di cultura. (...) Testimoniò la virtù della carità in tutte le sue dimensioni e ad alto livello, ma ciò che lo rese maggiormente noto fu il generoso impegno per quella che egli chiamava 'carità intellettuale', vale a dire la riconciliazione della ragione con la fede".

  "Il suo esempio" - ha auspicato il Pontefice - "aiuti la Chiesa, specialmente le comunità ecclesiali italiane, a crescere nella consapevolezza che la luce della ragione umana e quella della Grazia, quando camminano insieme, diventano sorgente di benedizione per la persona umana e per la società".
ANG/SALVEZZA:ROSMINI/...                           VIS 20071119 (550)


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