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lunedì 23 aprile 2007

PASSIONE PER LA VERITÀ, PAROLA CHIAVE VITA SANT'AGOSTINO

CITTA' DEL VATICANO, 22 APR. 2007 (VIS). Conclusa la visita al Policlinico "San Matteo" di Pavia, il Santo Padre si è recato in autovettura agli Orti dell'Almo Collegio Borromeo dove, alle ore 10:30, ha presieduto la Celebrazione della Santa Messa con i Vescovi della Lombardia, i Sacerdoti della Diocesi di Pavia e una rappresentanza dei Padri Agostiniani.

  Nell'omelia Papa Benedetto il Papa ha ricordato le "tre grandi tappe" del cammino di conversione di Sant'Agostino.

  Le "conversioni" di Agostino, ha detto il Papa, "di fatto, sono state un'unica grande conversione nella ricerca del Volto di Cristo e poi nel camminare insieme con Lui".

  "La prima conversione fondamentale' fu il cammino interiore verso il cristianesimo, verso il 'sì' della fede e del Battesimo. (...) Agostino (...) viveva come tutti gli altri, e tuttavia c'era in lui qualcosa di particolare: egli rimase sempre una persona in ricerca. (...) Era sempre tormentato dalla questione della verità. Voleva trovare la verità. (...) Voleva trovare la retta vita e non semplicemente vivere ciecamente senza senso e senza meta. La passione per la verità è la vera parola-chiave della sua vita".

  "E sempre aveva creduto - a volte piuttosto vagamente, a volte più chiaramente - che Dio esiste e che Egli si prende cura di noi. Ma conoscere veramente questo Dio e familiarizzare davvero con quel Gesù Cristo e arrivare a dire 'sì' a Lui con tutte le conseguenze - questa era la grande lotta interiore dei suoi anni giovanili".

  La seconda conversione, ha spiegato ancora Papa Benedetto XVI, si verificò dopo il Battesimo, nella città di Ippona, in Africa, dove Agostino aveva fondato un piccolo Monastero intendendo dedicare la vita "totalmente al colloquio con Dio e alla riflessione e contemplazione della bellezza e della verità della sua Parola". Invece accadde che: "Nel 391 andò a trovare nella città portuale di Ippona un amico, che voleva conquistare alla vita monastica. Ma nella liturgia domenicale (...) venne riconosciuto. Il Vescovo della città, (...), nella sua omelia non a caso disse di aver l'intenzione di scegliere un sacerdote al quale affidare anche il compito della predicazione. Immediatamente la gente afferrò Agostino e lo portò di forza avanti, perché venisse consacrato sacerdote a servizio della città". "Ora egli doveva vivere con Cristo per tutti", ha sottolineato il Papa.

  "La grande opera filosofica di tutta una vita, che aveva sognato, restò non scritta. Al suo posto ci venne donata una cosa più preziosa: il Vangelo tradotto nel linguaggio della vita quotidiana".

   "Fu questa la seconda conversione che quest'uomo, lottando e soffrendo, dovette continuamente realizzare" - ha ribadito il Santo Padre - "sempre di nuovo essere lì per tutti; sempre di nuovo, insieme con Cristo, donare la propria vita, affinché gli altri potessero trovare Lui, la vera Vita".

  "C'è ancora una terza tappa decisiva nel cammino di conversione' di Sant'Agostino" - ha proseguito il Pontefice - "Riguardo all'ideale della perfezione nelle sue omelie sul Discorso della montagna" Agostino "annota: 'Nel frattempo ho compreso che uno solo è veramente perfetto e che le parole del Discorso della montagna sono totalmente realizzate in uno solo: in Gesù Cristo stesso. Tutta la Chiesa invece - tutti noi, inclusi gli Apostoli - dobbiamo pregare ogni giorno: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori'".

  "Agostino aveva appreso un ultimo grado di umiltà - non soltanto l'umiltà di inserire il suo grande pensiero nella fede della Chiesa, non solo l'umiltà di tradurre le sue grandi conoscenze nella semplicità dell'annuncio, ma anche l'umiltà di riconoscere che a lui stesso e all'intera Chiesa peregrinante era continuamente necessaria la bontà misericordiosa di un Dio che perdona; e noi - aggiungeva - ci rendiamo simili a Cristo, il Perfetto, nella misura più grande possibile, quando diventiamo come Lui persone di misericordia".

  Al termine della Celebrazione Eucaristica negli Orti Borromaici, il Papa ha introdotto la recita del Regina Caeli, e rivolgendosi ai giovani ha detto loro: "Vi auguro di scoprire sempre più la gioia di seguire Gesù e di diventare suoi amici. È la gioia di Pietro e degli altri Apostoli, dei Santi e delle Sante di tutti i tempi. Questa gioia è anche quella che mi ha spinto a scrivere il libro 'Gesù di Nazaret', appena pubblicato. Per i più giovani è un po' impegnativo, ma idealmente lo consegno a voi, perché accompagni il cammino di fede delle nuove generazioni".
PV-ITALIA/MESSA/PAVIA                                   VIS 20070423 (680)


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