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lunedì 25 settembre 2006

LOGICA CRISTIANESIMO AMORE CHE SI FA SERVIZIO FINO DONO SÉ

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2006 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato alla "logica del Cristianesimo" le riflessioni che hanno preceduto la recita dell'Angelus con i pellegrini convenuti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

  "Nel Vangelo di questa Domenica" - ha detto il Papa - "Gesù annuncia per la seconda volta ai discepoli la sua passione, morte e risurrezione. L'evangelista Marco mette in risalto il forte contrasto tra la sua mentalità e quella dei dodici Apostoli, che non solo non comprendono le parole del Maestro e rifiutano nettamente l'idea che Egli vada incontro alla morte,  ma discutono su chi tra loro si debba considerare 'il più grande'".

  "Gesù spiega ad essi con pazienza la sua logica" - ha spiegato il Santo Padre - "la logica dell'amore che si fa servizio fino al dono di sé: 'Se uno vuol essere il primo sia l'ultimo e il servo di tutti'. Questa è la logica del Cristianesimo, che risponde alla verità dell'uomo creato a immagine di Dio, ma al tempo stesso contrasta con il suo egoismo, conseguenza del peccato originale. Ogni persona umana è attratta dall'amore - che ultimamente è Dio stesso - ma spesso sbaglia nei modi concreti di amare, e così da una tendenza all'origine positiva, inquinata però dal peccato, possono derivare intenzioni e azioni cattive".

  In proposito Benedetto XVI ha ricordato le parole della Lettera di San Giacomo: "'Dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia'. E l'Apostolo conclude: 'Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace' (3,16-18). Queste parole fanno pensare alla testimonianza di tanti cristiani che, con umiltà e nel silenzio, spendono la vita al servizio degli altri a causa del Signore Gesù, operando concretamente come servi dell'amore e perciò 'artigiani' di pace. Ad alcuni è chiesta talora la suprema testimonianza del sangue, come è accaduto pochi giorni fa anche alla religiosa italiana Suor Leonella Sgorbati, caduta vittima della violenza. Questa suora, che da molti anni serviva i poveri e i piccoli in Somalia, è morta pronunciando la parola 'perdono': ecco la più autentica testimonianza cristiana, segno pacifico di contraddizione che dimostra la vittoria dell'amore sull'odio e sul male".
ANG/LOGICA CRISTIANESIMO/SGORBATI                   VIS 20060925 (410)


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