CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2006 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato alla "logica del Cristianesimo" le riflessioni che hanno preceduto la recita dell'Angelus con i pellegrini convenuti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
"Nel Vangelo di questa Domenica" - ha detto il Papa - "Gesù annuncia per la seconda volta ai discepoli la sua passione, morte e risurrezione. L'evangelista Marco mette in risalto il forte contrasto tra la sua mentalità e quella dei dodici Apostoli, che non solo non comprendono le parole del Maestro e rifiutano nettamente l'idea che Egli vada incontro alla morte, ma discutono su chi tra loro si debba considerare 'il più grande'".
"Gesù spiega ad essi con pazienza la sua logica" - ha spiegato il Santo Padre - "la logica dell'amore che si fa servizio fino al dono di sé: 'Se uno vuol essere il primo sia l'ultimo e il servo di tutti'. Questa è la logica del Cristianesimo, che risponde alla verità dell'uomo creato a immagine di Dio, ma al tempo stesso contrasta con il suo egoismo, conseguenza del peccato originale. Ogni persona umana è attratta dall'amore - che ultimamente è Dio stesso - ma spesso sbaglia nei modi concreti di amare, e così da una tendenza all'origine positiva, inquinata però dal peccato, possono derivare intenzioni e azioni cattive".
In proposito Benedetto XVI ha ricordato le parole della Lettera di San Giacomo: "'Dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia'. E l'Apostolo conclude: 'Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace' (3,16-18). Queste parole fanno pensare alla testimonianza di tanti cristiani che, con umiltà e nel silenzio, spendono la vita al servizio degli altri a causa del Signore Gesù, operando concretamente come servi dell'amore e perciò 'artigiani' di pace. Ad alcuni è chiesta talora la suprema testimonianza del sangue, come è accaduto pochi giorni fa anche alla religiosa italiana Suor Leonella Sgorbati, caduta vittima della violenza. Questa suora, che da molti anni serviva i poveri e i piccoli in Somalia, è morta pronunciando la parola 'perdono': ecco la più autentica testimonianza cristiana, segno pacifico di contraddizione che dimostra la vittoria dell'amore sull'odio e sul male".
ANG/LOGICA CRISTIANESIMO/SGORBATI VIS 20060925 (410)
"Nel Vangelo di questa Domenica" - ha detto il Papa - "Gesù annuncia per la seconda volta ai discepoli la sua passione, morte e risurrezione. L'evangelista Marco mette in risalto il forte contrasto tra la sua mentalità e quella dei dodici Apostoli, che non solo non comprendono le parole del Maestro e rifiutano nettamente l'idea che Egli vada incontro alla morte, ma discutono su chi tra loro si debba considerare 'il più grande'".
"Gesù spiega ad essi con pazienza la sua logica" - ha spiegato il Santo Padre - "la logica dell'amore che si fa servizio fino al dono di sé: 'Se uno vuol essere il primo sia l'ultimo e il servo di tutti'. Questa è la logica del Cristianesimo, che risponde alla verità dell'uomo creato a immagine di Dio, ma al tempo stesso contrasta con il suo egoismo, conseguenza del peccato originale. Ogni persona umana è attratta dall'amore - che ultimamente è Dio stesso - ma spesso sbaglia nei modi concreti di amare, e così da una tendenza all'origine positiva, inquinata però dal peccato, possono derivare intenzioni e azioni cattive".
In proposito Benedetto XVI ha ricordato le parole della Lettera di San Giacomo: "'Dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia'. E l'Apostolo conclude: 'Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace' (3,16-18). Queste parole fanno pensare alla testimonianza di tanti cristiani che, con umiltà e nel silenzio, spendono la vita al servizio degli altri a causa del Signore Gesù, operando concretamente come servi dell'amore e perciò 'artigiani' di pace. Ad alcuni è chiesta talora la suprema testimonianza del sangue, come è accaduto pochi giorni fa anche alla religiosa italiana Suor Leonella Sgorbati, caduta vittima della violenza. Questa suora, che da molti anni serviva i poveri e i piccoli in Somalia, è morta pronunciando la parola 'perdono': ecco la più autentica testimonianza cristiana, segno pacifico di contraddizione che dimostra la vittoria dell'amore sull'odio e sul male".
ANG/LOGICA CRISTIANESIMO/SGORBATI VIS 20060925 (410)

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