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venerdì 30 giugno 2006

NELLA DEBOLEZZA UOMINI IL SIGNORE MANIFESTA LA SUA FORZA


CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2006 (VIS). Alle ore 9:30 di oggi, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Concelebrazione dell'Eucaristia con 27 Arcivescovi Metropoliti provenienti da 17 Paesi, ai quali il Papa ha imposto il Sacro Pallio. Oggi, il Santo Padre Benedetto XVI festeggia anche il 55° anniversario di ordinazione sacerdotale.

Come di consueto, in occasione della Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni della città di Roma, è presente alla Santa Messa una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, guidata da Sua Eminenza Ioannis (Zizioulas), Metropolita di Pergamo e Co-Presidente della Commissione Mista Internazionale per il dialogo teologico tra cattolici e ortodossi, composta anche da S.E. Kallistos (Timothy Ware), Vescovo di Diokleia, Assistente dell'Arcivescovo di
Thyateira e Gran Bretagna, e dall'Archimandrita Dionysius Papavasileiou.

Nell'omelia il Papa ha ricordato che: "Pietro rende la propria confessione a Gesù riconoscendolo come Messia e Figlio di Dio. In base a ciò gli viene conferito il suo particolare compito mediante tre immagini: quella della roccia che diventa pietra di fondamento o pietra angolare, quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere".

Ponendo in rilievo che nel momento della promessa a Pietro Gesù si incammina verso Gerusalemme, verso la Croce, Benedetto XVI ha affermato: "La Chiesa - ed in essa Cristo - soffre anche oggi. In essa Cristo viene sempre di nuovo schernito e colpito; sempre di nuovo si cerca di spingerlo fuori del mondo. Sempre di nuovo la piccola barca della Chiesa è squassata dal vento delle ideologie, che con le loro acque penetrano in essa e sembrano condannarla all'affondamento. E tuttavia, proprio nella Chiesa sofferente Cristo è vittorioso. Nonostante tutto, la fede in Lui riprende forza sempre di nuovo".

"Anche oggi il Signore" - ha proseguito il Pontefice - "comanda alle acque e si dimostra Signore degli elementi. Egli resta nella sua barca, nella navicella della Chiesa. Così anche nel ministero di Pietro si rivela, da una parte, la debolezza di ciò che è proprio dell'uomo, ma insieme anche la forza di Dio: proprio nella debolezza degli uomini il Signore manifesta la sua forza; dimostra che è Lui stesso a costruire, mediante uomini deboli, la sua Chiesa".

Il Papa ha ribadito che il compito di Pietro è anche quello di "non lasciare mai che questa fede diventi muta", occorre "rinfrancarla sempre di nuovo, proprio anche di fronte alla croce e a tutte le contraddizioni del mondo".

Ricordando le tre volte in cui Pietro ha rinnegato il Signore, Benedetto XVI ha affermato: "Attraverso questa caduta Pietro - e con lui la Chiesa di tutti i tempi - deve imparare che la propria forza da sola non è sufficiente per edificare e guidare la Chiesa del Signore. Nessuno ci riesce soltanto da sé. Per quanto Pietro sembri capace e bravo - già nel primo momento della prova fallisce".

"Vogliamo sempre di nuovo implorare" lo "sguardo salvatore di Gesù: per tutti coloro che, nella Chiesa, portano una responsabilità; per tutti coloro che soffrono delle confusioni di questo tempo; per i grandi e per i piccoli: Signore, guardaci sempre di nuovo e così tiraci su da tutte le nostre cadute e prendici nelle tue mani buone".

"Il Signore affida a Pietro il compito per i fratelli attraverso la promessa della sua preghiera. L'incarico di Pietro è ancorato alla preghiera di Gesù. È questo che gli dà la sicurezza del suo perseverare attraverso tutte le miserie umane. E il Signore gli affida questo incarico nel contesto della Cena, in connessione con il dono della Santissima Eucaristia. La Chiesa, nel suo intimo, è comunità eucaristica e così comunione nel Corpo del Signore. Il compito di Pietro è di presiedere a questa comunione universale; di mantenerla presente nel mondo come unità anche visibile".

Successivamente, dopo aver salutato gli Arcivescovi Metropoliti nominati quest'anno, venuti da numerosi Paesi del mondo per ricevere il Pallio, il Papa si è rivolto alla Delegazione del Patriarcato Ecumenico con queste parole: "Sono grato al Patriarca Bartolomeo I e al Santo Sinodo per questo segno di fraternità, che rende manifesto il desiderio e l'impegno di progredire più speditamente sulla via dell'unità piena che Cristo ha invocato per tutti i suoi discepoli. Noi sentiamo di condividere l'ardente desiderio espresso un giorno dal Patriarca Atenagora e dal Papa Paolo VI: di bere insieme allo stesso Calice e di mangiare insieme il Pane che è il Signore stesso. Imploriamo nuovamente, in questa occasione, che tale dono ci sia concesso presto".
HML/CHIESA:UNITÀ/SANTI PIETRO:PAOLO VIS 20060630 (760)

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