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giovedì 27 aprile 2006

MESSAGGIO DEL PAPA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI


CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2006 (VIS). Oggi è stato pubblicato un Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI al Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in occasione della chiusura della Sessione Plenaria di questo Dicastero.

"La Chiesa, fin dall'inizio" - si legge nel Documento - ha dedicato "nel corso dei secoli, un'attenzione sempre più vigile alle procedure che conducono i Servi di Dio agli onori degli altri. Le Cause dei Santi, infatti, sono considerate 'cause maggiori' sia per la nobiltà della materia tratta sia per la loro incidenza nella vita del popolo di Dio".

Successivamente il Papa ricorda gli interventi dei Pontefici per migliorare la celebrazione e lo studio delle cause, citando, fra gli altri, i provvedimenti di Giovanni Paolo II che, nel 1983, promulgò la Costituzione Apostolica "Divinus perfectionis Magister" e le "Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopis faciendis in Causis Sanctorum".

"L'esperienza di oltre vent'anni da quel testo ha suggerito a codesta Congregazione di predisporre un'opportuna 'Istruzione per lo svolgimento dell'inchiesta diocesana nelle Cause dei Santi'" che "si rivolge prevalentemente ai Vescovi diocesani" e costituisce il primo tema esaminato dalla Congregazione. Tale Istruzione "intende agevolare la fedele applicazione delle citate 'Normae servandae' al fine di salvaguardare la serietà delle investigazioni che si svolgono nelle inchieste diocesane sulle virtù dei Servi di Dio oppure sui casi di asserito martirio o sugli eventuali miracoli".

"È chiaro che non si potrà iniziare una Causa di beatificazione e canonizzazione se manca una comprovata fama di santità, anche se ci si trova in presenza di persone che si sono distinte per coerenza evangelica e per particolari benemerenze ecclesiali e sociali".

Riferendosi al secondo tema esaminato dalla Plenaria "il miracolo nelle Cause dei Santi", Papa Benedetto XVI ricorda che "Oltre a rassicurarci che il Servo di Dio vive in cielo in comunione con Dio, i miracoli costituiscono la divina conferma del giudizio espresso dall'autorità ecclesiastica sulla sua vita virtuosa. Auspico che la Plenaria possa approfondire questo argomento alla luce della tradizione della Chiesa, dell'odierna teologia e delle più accreditate acquisizioni della scienza. Non va dimenticato che nell'esame degli asseriti eventi miracolosi confluisce la competenza degli scienziati e dei teologi, sebbene la parola decisiva spetti alla teologia, la sola in grado di dare del miracolo un'interpretazione di fede. (...) È poi da tenere presente chiaramente che la prassi ininterrotta della Chiesa stabilisce la necessità di un miracolo fisico, non bastando un miracolo morale".

Del terzo tema "Il martirio", il Papa scrive: "Se il motivo che spinge al martirio resta invariato, avendo in Cristo la fonte e il modello, sono invece mutati i contesti culturali del martirio e le strategie 'ex parte persecutoris', che sempre meno cerca di evidenziare in modo esplicito la sua avversione alla fede cristiana (...) ma simula differenti ragioni, per esempio di natura politica o sociale. È certo necessario reperire prove inconfutabili sulla disponibilità al martirio, come effusione del sangue, e sulla sua accettazione da parte della vittima, ma è altrettanto necessario che affiori direttamente o indirettamente, pur sempre in modo moralmente certo, l'odium Fidei' del persecutore. Se difetta questo elemento, non si avrà un vero martirio secondo la perenne dottrina teologica e giuridica della Chiesa".

Infine Papa Benedetto XVI, riferendosi agli obiettivi indicati da Giovanni Paolo II nella Costituzione apostolica "Divinus perfectionis Magister", relativi alla convenienza di maggiormente associare i Vescovi alla Sede Apostolica nel trattare le Cause dei Santi, afferma che, coerentemente con tali indicazioni, eletto alla Cattedra di Pietro ha "dato esecuzione al diffuso auspicio che venisse maggiormente sottolineata, nelle modalità celebrative, la differenza sostanziale tra la beatificazione e la canonizzazione e che nei riti di beatificazione venissero coinvolte più visibilmente le Chiese particolari, fermo restando che solo al Romano Pontefice compete concedere il culto ad un Servo di Dio".
MESS/CONGREGAZIONE CAUSE SANTI/SARAIVA VIS 20060427 (630)

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