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mercoledì 30 marzo 2005

GIOVEDÌ SANTO: SANTA MESSA DEL CRISMA E IN CENA DOMINI


CITTA' DEL VATICANO, 24 MAR. 2005 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, Giovedì Santo, nella Basilica Vaticana, il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha presieduto a nome del Santo Padre, la Santa Messa del Crisma, concelebrata dai Cardinali, Vescovi e Sacerdoti presenti a Roma nel periodo pasquale.

All'inizio della Santa Messa, il Porporato ha dato lettura di un Messaggio fatto pervenire dal Santo Padre Giovanni Paolo II nel quale il Papa assicura che: "Dal mio appartamento, attraverso la televisione, sono spiritualmente tra voi, carissimi. Con voi rendo grazie a Dio del dono e mistero del nostro sacerdozio; insieme a voi e all'intera famiglia dei credenti, prego perché non manchino mai nella Chiesa numerosi e santi sacerdoti".

Nell'omelia, il Cardinale Re ha sottolineato che: "A noi, Presbiteri e Vescovi, il Giovedì Santo apre il cuore a rinnovare le promesse con le quali ci siamo legati a Cristo
Sacerdote nel giorno della nostra Ordinazione, e ci chiede l'impegno - e direi - il gusto di vivere in pienezza la bellezza del nostro ministero, nella sequela di Cristo, gioiosamente dedicati al servizio degli altri".

"In quest'anno dell'Eucaristia" - ha proseguito il Cardinale Re - "che ci aiuta a scoprire la bellezza e la forza dell'Eucaristia e la sua centralità, risuonano con particolare eloquenza nelle nostre menti e nei nostri cuori le parole dell'Enciclica 'Ecclesia de Eucharistia': 'la Chiesa vive dell'Eucaristia'; l'Eucaristia è 'il cuore e il vertice del mistero della Chiesa'; essa deve essere anche 'il cuore e il vertice del ministero sacerdotale'".

Ricordando che le parole scritte due anni fa dal Papa Giovanni Paolo II "ci portano a lui col pensiero", il Cardinale ha affermato: "Nella sua assenza, egli è più che mai presente a questa Messa Crismale e lo vogliamo ringraziare per la testimonianza che continua a darci anche col suo esempio di sereno abbandono a Dio che lo associa al mistero della Croce".

All'omelia hanno fatto seguito il rinnovamento delle promesse sacerdotali e la benedizione dell'olio per i catecumeni, i malati e i confermati.

Alle 17:30, nella Basilica Vaticana, il Cardinale Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha presieduto a nome del Santo Padre, la Santa Messa "nella cena del Signore" e ha compiuto il "mandato" richiesto da Cristo per essere al servizio dei fratelli, con la Lavanda dei piedi a dodici Presbiteri.

Nel suo breve Messaggio, letto dal Cardinale al principio della Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre scrive: "Con la mente e con il cuore sono vicino a voi. In questa sera del Giovedì Santo, Cristo ci invita a tornare spiritualmente con lui nel Cenacolo, per farci entrare in profondità nel mistero della sua Pasqua. Alla vigilia della sua morte, Egli compì due segni, che ogni anno si rinnovano nella liturgia. Lavò, dapprima, i piedi agli Apostoli, volendo dare loro l'esempio di un amore che si fa umile e concreto servizio. Poi consacrò il pane e il vino, quale sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, dati in sacrificio per la nostra salvezza".

Nell'omelia, il Cardinale López Trujillo ha affermato che: "La lavanda dei piedi è prova di totale, decisivo e definitivo amore, 'sino all'estremo'. Senza perdere la signoria dovuta alla sua condizione di Figlio di Dio, il Signore si fa servo, e questa donazione di se stesso è sigillata nella croce dove l'Agnello di Dio salva l'umanità".

Sottolineando che: "In una cultura del godimento, assai diffusa, che sperimenta una grande paura della sofferenza, il Maestro esige dai discepoli di prendere la croce", il Porporato ha affermato: "Siamo chiamati ad una profonda conversione a Dio e ai veri valori, senza i quali non ci sarà un futuro degno dell'uomo, immagine di Dio, che per la redenzione raggiunge la più alta dignità di immagine: essere figlio di Dio".

Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ha proseguito affermando: "L'Eucaristia dilata il cuore di tutta la famiglia umana, per i più poveri e bisognosi, che hanno diritto a una 'globalizzazione della solidarietà', e al riconoscimento e al rispetto dei diritti dell'uomo e dei diritti della famiglia, che sono fondamentali. I più deboli, innocenti, indifesi, ammalati sono spesso considerati un pesante fardello. L'uomo non è arbitro della vita e non può negare quel dono prezioso. Noi non possiamo odiare ciò che Dio ama".

"Immersi in questo Mistero della Pasqua" - ha concluso il Cardinale - "la nostra fervida preghiera è per il Santo Padre, strenuo difensore e testimone di ciò che è la vera qualità di vita, che dobbiamo proclamare e difendere, grati al Signore della vita per il suo servizio così generoso alla Chiesa e all'umanità".

Al termine dell'omelia, il Celebrante ha lavato i piedi a dodici Presbiteri. Su indicazione del Papa, le offerte raccolte durante la Messa sono destinate alle popolazioni del Venezuela colpite dalla devastanti inondazioni del febbraio scorso.
GPII-SETTIMANA SANTA/GIOVEDÌ SANTO/... VIS 20050330 (820)

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