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martedì 1 febbraio 2005

INTERVENTO OSSERVATORE PERMANENTE RIFORMA O.N.U.


CITTA' DEL VATICANO, 1 FEB. 2005 (VIS). L'Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto ieri a New York ad un incontro informale dell'Assemblea Generale, dedicato ad uno scambio di vedute sulle raccomandazioni contenute nel Rapporto del Comitato di Alto Livello sulle minacce, le sfide e i cambiamenti.

"Le raccomandazioni" - ha detto l'Arcivescovo Migliore - "implicano chiaramente la necessità di rendere più efficace e di perfezionare le strutture e i metodi di lavoro di questa Organizzazione. (...) La mia Delegazione prende la parola, mossa dalle aspettative che la Santa Sede, in questi ultimi anni, ha riposto nel ruolo fondamentale del diritto internazionale, relativamente alla promozione, alla coesistenza pacifica e al benessere dei popoli del mondo, e nel ruolo delle Nazioni Unite come loro garante e forza motrice".

L'Arcivescovo ha fatto riferimento alla riforma strutturale delle Nazioni Unite concernente il Consiglio di Sicurezza e l'Assemblea Generale, ed al potenziamento "del ruolo del Segretariato Generale come principale interlocutore, ed ad una nuova concezione del Consiglio Economico e Sociale che colleghi in modo più funzionale lo sviluppo e la sicurezza. La mia Delegazione ritiene quest'ultimo tema particolarmente interessante, perché esso non solo tocca il rapporto fra conflitto e povertà, ma anche le cause del terrorismo, la promozione dei diritti sociali, la lotta contro la povertà e la disoccupazione, come misure preventive".

L'Arcivescovo Migliore ha detto che la Santa Sede "accoglie favorevolmente gli sforzi, tanto necessari, di definire adeguati criteri di adesione al Consiglio di Sicurezza e l'aggiornamento del sistema elettorale dell'O.N.U.".

Nelle battute conclusive del suo intervento il Nunzio ha trattato dell'Articolo 51 dello Statuto dell'O.N.U. relativo al diritto dell'autodifesa: "In tale contesto, la mia Delegazione desidera riaffermare che la legittima difesa deve porre l'accento sulle persone e sulla loro sicurezza. Ogni stato ha la responsabilità di proteggere i suoi cittadini ma, quando non è in grado o non è disponibile a farlo, quella responsabilità deve essere assunta dalla più vasta comunità internazionale. Frequentemente, nel corso dei recenti conflitti, la Santa Sede ha avuto occasione di ripetere questa convinzione, a proposito della 'ingerenza umanitaria', concepita come una sorta di legittima difesa, e quanto tale ingerenza si presenti come obbligo della comunità internazionale di garantire la sopravvivenza degli individui e della comunità, di fronte all'azione o inazione di uno stato o di un gruppo di stati".
DELSS/RIFORMA:AUTODIFESA/O.N.U.:MIGLIORE VIS 20050201 (380)

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