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lunedì 13 dicembre 2004

LA CROAZIA HA BISOGNO DI RICONCILIAZIONE E DI PACE


CITTA' DEL VATICANO, 11 DIC. 2004 (VIS). Giovanni Paolo II ha ricevuto questa mattina il Signor Emilio Marin, nuovo Ambasciatore della Repubblica di Croazia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Ricordando nel suo discorso le tre visite compiute nel Paese - l'ultima lo scorso anno che ha coinciso con il centesimo Viaggio Apostolico all'estero - il Santo Padre ha affermato di aver potuto constatare "i segni di un cristianesimo incarnato nella vita della gente".

  Attingendo al loro patrimonio religioso, ha detto il Papa, "i Croati continueranno a costruire anche in futuro la propria storia e, forti della loro identità spirituale, potranno apportare al consorzio dei popoli europei il contributo della loro esperienza. Per questo auspico che vadano a buon fine i crescenti sforzi per far parte dell'Europa unita e condivido la preoccupazione espressa da alcuni che cioè un ritardato ingresso della Croazia nell'Unione Europea potrebbe recare detrimento al processo di attuazione delle riforme democratiche non soltanto in codesto Paese, ma nelle altre Nazioni di quella parte del Continente, che vanno avviandosi con fervida speranza verso l'integrazione europea".

  Riferendosi alle parole dell'Ambasciatore "sull'impegno del Popolo Croato a favorire il dialogo, la riconciliazione e la pace" nel Paese e nei Paesi euroatlantici, Giovanni Paolo II ha affermato: "È vero, anche il Paese che Ella qui rappresenta ha bisogno di riconciliazione e di pace. Penso anche al problema ancora esistente dei profughi e degli esuli, particolarmente di quelli originari della Bosnia ed Erzegovina, che attendono di poter rientrare nelle loro case. (...) Al riguardo, il recente accordo tra Croazia e Serbia costituisce un positivo e importante contributo per assicurare il pieno e reciproco riconoscimento dei diritti della minoranza croata in Serbia e Montenegro, e di quella serba nella Repubblica di Croazia".

  Il Papa ha sottolineato che dopo l'esperienza del totalitarismo e superata l'ultima guerra, la Croazia persegue "un armonico progresso, dando prova di pazienza, disponibilità al sacrificio e perseverante ottimismo, tenacemente protesa alla creazione di un avvenire migliore per tutti i suoi abitanti".

  "Ho avuto occasione" - ha concluso il Pontefice - "di incoraggiare più volte i Vescovi a non risparmiare i loro sforzi per promuovere un'evangelizzazione che valorizzi gli elementi validi della religiosità popolare, e per cooperare attivamente con lo Stato per il vero bene della società croata. Proficui, al riguardo, risultano gli accordi stipulati tra la Santa Sede e la Croazia, che stanno dimostrando la loro efficacia, anche se per alcuni aspetti attendono ancora una piena attuazione".
CD/CREDENZIALI/CROAZIA:MARIN             VIS 20041213 (420)

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