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lunedì 17 marzo 2003

LETTERA IV CENTENARIO NASCITA DI SAN GIUSEPPE DA COPERTINO


CITTA' DEL VATICANO, 17 MAR. 2003 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il testo di una Lettera del Santo Padre Giovanni Paolo II al Padre Joachim Giermek, Ministro Generale dell'Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali, in occasione del quarto centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino. Il Santo Padre scrive che: "Questo fedele discepolo del Poverello d'Assisi (…) conosciuto popolarmente come il 'Santo dei voli' a motivo delle sue frequenti estasi e della straordinarietà delle esperienze mistiche (…) continua a risplendere ai nostri giorni come faro che illumina il cammino quotidiano di quanti ricorrono alla sua celeste intercessione".

"Patrono degli studenti" - scrive ancora il Pontefice - "San Giuseppe da Copertino incoraggia il mondo della cultura, in particolare della scuola, a fondare il sapere umano sulla sapienza di Dio. Ed è proprio grazie a questa sua interiore docilità ai suggerimenti della sapienza divina che questo singolare Santo può proporsi come guida spirituale di ogni categoria di fedeli. Ai sacerdoti e ai consacrati, ai giovani e agli adulti, ai bambini e agli anziani".

Il Santo Padre ricorda la spiritualità di San Giuseppe, contraddistinta dal grande amore per il mistero dell'Incarnazione e dell'Eucaristia e dalla sua commovente partecipazione al mistero della Passione di Cristo ed osserva che "Il Crocifisso gli era sempre presente nella mente e nel cuore, tra le sofferenze di una vita incompresa e spesso ostacolata. Le lacrime gli scendevano copiose al pensiero della morte di Gesù sulla Croce, soprattutto perché, come amava ripetere, sono stati i peccati a trafiggere il corpo immacolato del Redentore col martello dell'ingratitudine, dell'egoismo e dell'indifferenza".

"San Giuseppe da Copertino" - scrive ancora il Papa - "si distinse per la semplicità e l'obbedienza. Distaccato da tutto, visse continuamente in cammino, spostandosi da un convento all'altro come i Superiori stabilivano, abbandonandosi in ogni circostanza nelle mani di Dio. (…) Nutrì un profondo attaccamento al Successore di Pietro ed ebbe un senso vivo della Chiesa, che amò in modo incondizionato. (…) E che dire della sua devozione filiale e commovente per la Vergine Santa? (…) Per lui Maria fu una vera madre con cui intratteneva rapporti filiali di semplice e sincera confidenza".

"Alla sua scuola" - conclude il Pontefice - "possano tutti imparare a percorrere la strada che conduce ad una santità 'feriale', contrassegnata dal compimento fedele del proprio quotidiano dovere".
GPII-LETTERA/GIUSEPPE DA COPERTINO/GIERMEK VIS 20030317 (400)

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