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martedì 18 giugno 2002

ARCIVESCOVO FOLEY: COLMARE DIVARIO DIGITALE


CITTA' DEL VATICANO, 18 GIU. 2002 (VIS). L'Arcivescovo John P. Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, partecipa in questi giorni alla Riunione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata alla Tecnologia dell'Informazione e della Comunicazione per lo Sviluppo, in corso a New York dal 17 al 18 giugno 2002.

Nel suo intervento, l'Arcivescovo Foley, ribadendo l'interesse della Santa Sede per l'argomento e per le sue "implicazioni umane e morali", ha ricordato che di fronte alla necessità di rendere disponibile al maggior numero possibile di persone la tecnologia dell'informazione e della comunicazione, occorrerà rispettare tre principi fondamentali: "importanza assoluta della verità, dignità della persona umana e bene comune".

Successivamente, in merito al divario digitale, l'Arcivescovo ha affermato che per colmare tale divario "è necessario prendere provvedimenti per porre fine all'ingiusta discriminazione che separa i ricchi dai poveri, sia all'interno delle nazioni che fra di esse, relativamente all'accesso alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Un altro divario opera a discapito delle donne" - ha aggiunto l'Arcivescovo Foley - "ed anche tale divario deve essere eliminato".

"L'estensione dei servizi fondamentali di comunicazione all'intera popolazione dei paesi in via di sviluppo è una questione di giustizia" - ha sottolineato il Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. - "Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione promuovono e stimolano il processo di globalizzazione, determinando una situazione in cui il commercio e la comunicazione sono liberi dalle restrizioni delle frontiere nazionali".

L'Arcivescovo Foley ha sottolineato inoltre che, nonostante tale situazione sia "fattore di creazione di ricchezza e di promozione dello sviluppo", la distribuzione dei benefici non è "equa". "Mentre alcuni paesi - corporazioni ed individui - hanno considerevolmente accresciuto le loro ricchezze, altri non sono stati in grado di mantenerle, anzi sono diventati più poveri. Peggio ancora, in alcuni paesi si avverte che la globalizzazione è stata imposta ed è un processo al quale essi non sono in grado di partecipare in maniera effettiva".

"Giovanni Paolo II, in un discorso al Segretario Generale delle Nazioni Unite ed al Comitato Amministrativo di Coordinamento delle Nazioni Unite" - ha concluso l'Arcivescovo - ha parlato di un 'crescente senso di solidarietà internazionale' che offre alle Nazioni Unite 'un'opportunità unica di contribuire alla globalizzazione della solidarietà fungendo da punto d'incontro degli Stati e della società civile e da punto di convergenza dei diversi interessi e necessità".
…/NUOVE TECNOLOGIE/USA:FOLEY VIS 20020618 (390)

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