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giovedì 23 maggio 2002

BASTA GUERRA IN NOME DI DIO. BASTA PROFONAZIONE SUO NOME


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAG. 2002 (VIS). Alle ore 18:00, ora locale, nel Palazzo Presidenziale di Baku, Azerbajian, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha avuto un Incontro con i Rappresentanti delle Religioni, della Politica, della Cultura e dell'Arte.

Ricordando la presenza delle tre grandi religioni nel Paese: l'ebraica, la cristiana e l'islamica, il Santo Padre ha affermato: "Nonostante le differenze che vi sono tra noi, ci sentiamo insieme impegnati a coltivare rapporti di stima e di benevolenza reciproca. Conosco al riguardo l'intensa opera svolta dai capi religiosi in favore della tolleranza e della mutua comprensione in Azerbaijan. Attendo l'incontro di domani con i rappresentanti delle tre religioni monoteiste, per affermare insieme con loro la convinzione che la religione non deve servire ad alimentare la contrapposizione e l'odio, ma a promuovere l'amore e la pace".

"Da questo Paese, che ha conosciuto e conosce la tolleranza come valore preliminare di ogni sana convivenza civile, vogliamo gridare al mondo: Basta con la guerra in nome di Dio! Basta con la profanazione del Suo Nome santo!" - ha esclamato il Pontefice -. "Sono venuto in Azerbaijan come ambasciatore di pace. Fino a quando avrò voce, io griderò: 'Pace, nel nome di Dio!'".

"Lode a voi, uomini dell'islam in Azerbaijan" - ha proseguito il Pontefice - "per esservi aperti all'ospitalità, valore così caro alla vostra religione e al vostro popolo, ed aver accettato i credenti delle altre religioni come vostri fratelli".

"Lode a voi, ebrei" - ha detto ancora il Santo Padre - "che avete qui mantenuto con coraggio e costanza le vostre antiche abitudini di buon vicinato, arricchendo questa Terra di un apporto di grande valore e profondità".

"Lode a voi, cristiani, che avete contribuito in modo consistente (…) a costruire l'identità di questa Terra. Lode in particolare a te, Chiesa ortodossa, testimone del Dio amico degli uomini (…). Quando la furia dell'ateismo s'è scatenata su questa regione, tu hai dato accoglienza ai figli della Chiesa cattolica, privati dei loro luoghi di culto e dei loro pastori, e li hai messi in comunicazione con Cristo mediante la grazia dei santi Sacramenti".

Successivamente, il Santo Padre ha esortato gli esponenti della cultura e dell'arte, con queste parole: "Ridate a coloro che si accostano a voi il gusto della bellezza!", affermando che il loro contributo "è essenziale per il futuro del popolo azero. Se si emargina la cultura, se si trascura e si disprezza l'arte, si mette in pericolo la sopravvivenza stessa di una civiltà".

Agli "uomini e donne della politica" il Santo Padre ha ricordato che: "La vostra specifica attività è servizio al bene comune, è promozione del diritto e della giustizia, è garanzia di libertà e di prosperità per tutti. Ma la politica è anche un ambito irto di pericoli. È facile che vi si imponga la ricerca egoistica del tornaconto personale, a spese della doverosa dedizione al bene comune". Il Papa ha ribadito che: "La politica ha bisogno di onestà e trasparenza. (…) Chi assume la responsabilità della gestione della cosa pubblica non può illudersi: il popolo non dimentica!".

Giovanni Paolo II ha esortato tutti i presenti, "uomini e donne della religione, della cultura, dell'arte e della politica", dicendo loro: "Guardate ai giovani e per essi impegnatevi senza risparmio di forze! Sono essi la forza del domani. (…) Soprattutto, ci si preoccupi di formarli ai valori profondi che durano nel tempo e danno un senso al vivere e all'operare".

Al termine del suo discorso il Papa, rivolgendosi agli uomini e donne di religione, ha detto: "Sentitevi sempre impegnati ad annunciare con sincerità e lealtà i valori in cui credete, senza ricorrere a subdoli strumenti, che impoveriscono e tradiscono gli ideali proclamati. Confrontatevi sui contenuti, rifuggendo da mezzi di persuasione che non siano rispettosi della dignità e della libertà della persona".
PV-AZERBAIJAN/RELIGIONE:CULTURA/BAKU VIS 20020523 (640)

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