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lunedì 24 giugno 2013

PAPA FRANCESCO: LA CHIESA SERVE L'UOMO, AMA L'UOMO, CREDE NELL'UOMO

Città del Vaticano, 22 giugno 2013 (VIS). Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre ha ricevuto cinquemila pellegrini della Diocesi di Brescia, venuti a Roma in occasione dell'Anno della Fede e nella ricorrenza del 50° anniversario dell'elezione al Pontificato di Papa Paolo VI. Il Papa si è soffermato nel suo discorso su tre aspetti fondamentali della testimonianza e del magistero di Papa Paolo VI: l'amore a Cristo, l'amore alla Chiesa e l'amore all'uomo.

"Paolo VI - ha detto Papa Francesco - ha saputo testimoniare, in anni difficili, la fede in Gesù Cristo. (...) L’amore totale a Cristo emerge in tutta la vita di Montini, anche nella scelta del nome come Papa, da lui motivata con queste parole: è l’Apostolo 'che in modo supremo amò Cristo, che in sommo grado desiderò e si sforzò di portare il Vangelo di Cristo a tutte le genti, che per amore di Cristo offrì la sua vita'. (...) Un profondo amore a Cristo non per possederlo, ma per annunciarlo. - ha continuato il Papa - Questa parole appassionate sono parole grandi. Ma io vi confido una cosa: questo discorso a Manila, ma anche quello a Nazaret, sono stati per me una forza spirituale, mi hanno fatto tanto bene nella vita. E io torno a questo discorso, torno e ritorno, perché mi fa bene sentire questa parola di Paolo VI oggi. E noi: abbiamo lo stesso amore a Cristo? È il centro della nostra vita? Lo testimoniamo nelle azioni di ogni giorno?"

Come secondo punto, Papa Francesco ha sottolineato l’amore alla Chiesa di Papa Paolo VI: "un amore appassionato, l’amore di tutta una vita, gioioso e sofferto, espresso fin dalla sua prima Enciclica, 'Ecclesiam suam'. Paolo VI (...) ha amato la Chiesa e si è speso per lei senza riserve. (...) Questo è il cuore di un vero Pastore, di un autentico cristiano, di un uomo capace di amare!".

L'Esortazione apostolica 'Evangelii nuntiandi' è "per me - ha sottolineato Papa Francesco - il documento pastorale più grande che è stato scritto fino a oggi. (...) Paolo VI aveva una visione ben chiara che la Chiesa è una Madre che porta Cristo e porta a Cristo". Il Papa ha presentato ai fedeli questo interrogativo: "Siamo veramente Chiesa unita a Cristo, per uscire e annunciarlo a tutti, anche e soprattutto a quelle che io chiamo le 'periferie esistenziali', o siamo chiusi in noi stessi, nei nostri gruppi, nelle nostre piccole chiesuole? O amiamo la Chiesa, grande, la Chiesa madre, la Chiesa che ci invia in missione e ci fa uscire da noi stessi?".

Nel citare il terzo elemento, l'amore per l'uomo, Papa Francesco ha detto: "Anche questo è legato a Cristo: è la stessa passione di Dio che ci spinge ad incontrare l’uomo, a rispettarlo, a riconoscerlo, a servirlo". Papa Francesco ha ricordato le parole che Papa Paolo VI pronunciò nell'ultima Sessione del Vaticano II: "'La religione del Dio che si è fatto Uomo s’è incontrata con la religione dell’uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? uno scontro, una lotta, un anatema?. (...) Tutta questa ricchezza dottrinale è rivolta in un'unica direzione: servire l'uomo (...), in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità. La Chiesa si è quasi dichiarata l'ancella dell'umanità'. E questo anche oggi ci dà luce, in questo mondo dove si nega l'uomo, dove si preferisce andare sulla strada dello gnosticismo, sulla strada del pelagianesimo, o del 'niente carne' - un Dio che non si è fatto carne -, o del 'niente Dio' - l'uomo prometeico che può andare avanti -. Noi in questo tempo possiamo dire le stesse cose di Paolo VI: la Chiesa è l'ancella dell'uomo, la Chiesa crede in Cristo che è venuto nella carne e perciò serve l'uomo, ama l'uomo, crede nell'uomo. Questa è l'ispirazione del grande Paolo VI".

"Cari amici, ritrovarci nel nome del Venerabile Servo di Dio Paolo VI ci fa bene! - ha detto infine il Papa - La sua testimonianza alimenta in noi la fiamma dell’amore per Cristo, dell’amore per la Chiesa, dello slancio di annunciare il Vangelo all’uomo di oggi, con misericordia, con pazienza, con coraggio, con gioia".



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