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lunedì 26 settembre 2011

ELIMINARE CIÒ CHE VI È DI MONDANO NELLA CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 25 SET. 2011 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, alle 17:00, presso la Konzerthaus di Freiburg, il Santo Padre ha avuto un incontro con i rappresentanti delle associazioni cattoliche impegnate nella Chiesa e nella società.

Nel ringraziare i presenti per il servizio e la testimonianza cristiana, missione “non sempre facile nel tempo attuale”, Benedetto XVI ha affermato: “Da decenni assistiamo ad una diminuzione della pratica religiosa, constatiamo un crescente distanziarsi di una parte notevole di battezzati dalla vita della Chiesa. Emerge la domanda: la Chiesa non deve forse cambiare?”.

La ‘Chiesa’, ha ricordato il Santo Padre, non è sinonimo di gerarchia, il Papa i Vescovi: “Chiesa siamo tutti noi, i battezzati. (...) Sì, c’è motivo per un cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti sono chiamati ad una continua conversione. (...) Per quanto riguarda la Chiesa, il motivo fondamentale del cambiamento è la missione apostolica dei discepoli e della Chiesa stessa”.

“Infatti, la Chiesa” – ha proseguito il Pontefice – “deve sempre di nuovo verificare la sua fedeltà a questa missione”, il cui mandato comprende tre aspetti: testimonianza, fare discepoli tutti i popoli e proclamare il Vangelo. “La missione della Chiesa, infatti, deriva dal mistero del Dio uno e trino, dal mistero del suo amore creatore”. La Chiesa “non possiede niente di autonomo di fronte a Colui che l’ha fondata. Essa trova il suo senso esclusivamente nell’impegno di essere strumento della redenzione, di pervadere il mondo con la parola di Dio e di trasformare il mondo introducendolo nell’unione d’amore con Dio”.

“Nello sviluppo storico della Chiesa si manifesta, però, anche una tendenza contraria: quella cioè di una Chiesa che si accomoda in questo mondo, diventa autosufficiente e si adatta ai criteri del mondo. Essa dà così all’organizzazione e all’istituzionalizzazione un’importanza maggiore che non alla sua chiamata all’apertura”.

“Per corrispondere al suo vero compito, la Chiesa” – ha ribadito il Pontefice – “deve sempre di nuovo fare lo sforzo di distaccarsi dalla mondanità del mondo. (...) In un certo senso, la storia viene in aiuto alla Chiesa attraverso le diverse epoche di secolarizzazione, che hanno contribuito in modo essenziale alla sua purificazione e riforma interiore”.

“Le secolarizzazioni infatti – fossero esse l’espropriazione di beni della Chiesa o la cancellazione di privilegi o cose simili – significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità: essa si spogliava, per così dire, della sua ricchezza terrena e tornava ad abbracciare pienamente la sua povertà terrena”. Distaccandosi dai suoi legami materiali “il suo agire missionario tornava ad essere credibile”.

“Gli esempi storici mostrano che la testimonianza missionaria di una Chiesa distaccata dal mondo emerge in modo più chiaro. Liberata dal suo fardello materiale e politico, la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero, può essere veramente aperta al mondo”.

“Non si tratta qui di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa.” – ha sottolineato il Pontefice. Si tratta piuttosto di deporre tutto ciò che è soltanto tattica e di cercare la piena sincerità, che non trascura né reprime alcunché della verità del nostro oggi, ma realizza la fede pienamente (...) togliendo da essa ciò che solo apparentemente è fede, ma in verità sono convenzioni ed abitudini”.

“Diciamolo ancora con altre parole: la fede cristiana è per l’uomo uno scandalo sempre e non soltanto nel nostro tempo. (...) Questo scandalo, che non può essere abolito se non si vuole abolire il cristianesimo, purtroppo, è stato messo in ombra proprio recentemente dagli altri scandali dolorosi degli annunciatori della fede. Si crea una situazione pericolosa, quando questi scandali (...) nascondono la vera esigenza cristiana dietro l’inadeguatezza dei suoi messaggeri”.

“Vi è una ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa. (...) Una Chiesa alleggerita degli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini (...) la particolare forza vitale della fede cristiana. (...) Essere aperti alle vicende del mondo significa quindi per la Chiesa distaccata dal mondo testimoniare, secondo il Vangelo, con parole ed opere qui ed oggi la signoria dell’amore di Dio”.
PV-GERMANIA/ VIS 20110926 (690)

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