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venerdì 29 maggio 2009

INGIUSTIZIE FRA NAZIONI ATTENTATI ALLA PACE


CITTA' DEL VATICANO, 29 MAG. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto le Lettere Credenziali di otto nuovi Ambasciatori presso la Santa Sede: Signor Danzannorov Boldbaatar (Mongolia); Signora Chitra Narayanan (India); Signor Charles Borromée Todjinou (Benin); Signor Robert Carey Moore-Jones (Nuova Zelanda); Signor George Johannes (Sud Africa); Signor Beyon Luc Adolphe Tiao (Burkina Faso); Signor Neville Melvin Gertze (Namibia); Signor Rolf Trolle Andersen (Norvegia). Il Santo Padre ha rivolto un discorso collettivo e successivamente ha consegnato a ciascun Diplomatico un discorso specifico relativo alla situazione del singolo Paese.

"Le mie preghiere e il mio pensiero vanno in particolare alle comunità cattoliche presenti nei vostri Paesi" - ha assicurato il Papa ai nuovi Ambasciatori - "Siate certi che esse desiderano collaborare fraternamente all'edificazione nazionale apportando, al meglio delle proprie possibilità, il proprio contributo fondato sul Vangelo".

"L'impegno al servizio della pace ed il rafforzamento di relazioni fraterne fra nazioni è il nucleo della vostra missione di diplomatici. Oggi, nella crisi sociale ed economica mondiale, è urgente prendere nuovamente coscienza che occorre lottare, efficacemente, per stabilire una pace autentica in vista dell'edificazione di un mondo più giusto e più prospero per tutti. Le ingiustizie spesso lampanti fra le nazioni, e all'interno dei confini di un paese, come pure tutti i processi che contribuiscono a suscitare divisioni fra i popoli o a emarginarli, sono pericolosi attentati alla pace e creano seri rischi di conflitto".

"La pace" - ha sottolineato il Pontefice - "non si può costruire che cercando con coraggio di eliminare le disparità generate da sistemi ingiusti, al fine di assicurare a tutti un livello di vita che consenta una esistenza degna e prospera. Tali disparità sono ancora più evidenti a causa della crisi finanziaria ed economica attuale che si espande attraverso diverse vie nei paesi di basso reddito". Benedetto XVI ha menzionato fra tali disparità "il riflusso degli investimenti stranieri, la caduta della domanda di materie prime e la tendenza a diminuire gli aiuti internazionali. A ciò si aggiunge la regressione delle rimesse degli emigranti, vittime della recessione che affligge anche i paesi che li accolgono".

"Questa crisi" - ha ammonito il Pontefice - "può trasformarsi in catastrofe umana per gli abitanti di numerosi paesi fragili". La crisi economica fra l'altro "provoca la disperazione, conduce certe persone alla ricerca angosciosa di una soluzione per permettere loro di sopravvivere ogni giorno. Questa ricerca è purtroppo accompagnata da atti di violenza, individuali o collettivi, che possono portare a conflitti interni che rischiano di destabilizzare ancor più società già indebolite".

"Per affrontare l'attuale situazione di crisi e trovarvi soluzione" - ha rilevato Benedetto XVI - "alcuni paesi hanno deciso di non diminuire gli aiuti ai paesi più minacciati, proponendosi anzi di aumentarli. Converrebbe che il loro esempio sia seguito da altri paesi sviluppati al fine di permettere a quelli che ne hanno bisogno, di sostenerne l'economia e di consolidare le misure sociali destinate a proteggere le popolazioni più bisognose. Lancio un appello per un accresciuta fraternità e solidarietà, ed una generosità globale realmente vissuta. Tale condivisione richiede che i paesi sviluppati ritrovino il senso della misura e della sobrietà nell'economia e nel modo di vivere".

"Non potete ignorare" - ha detto il Papa ai Diplomatici - "che nuove forme di violenza si sono manifestate in questi ultimi anni, e che purtroppo si appoggiano al Nome di Dio per giustificare atti pericolosi. (...) Tali eccessi hanno talvolta portato a vedere nelle religioni una minaccia per le società. Le religioni sono allora attaccate e screditate, e le si accusa di non essere fattori di pace. I responsabili religiosi hanno il dovere di accompagnare i credenti e di illuminarli affinché possano progredire nella santità e interpretare le parole divine nella verità".

"Conviene dunque favorire l'emergenza di un mondo dove le religioni e le società possano aprirsi le une alle altre, e ciò grazie all'apertura che esse praticano nel proprio ambito e fra di loro. Ciò significherebbe offrire una autentica testimonianza di vita. Sarebbe creare uno spazio che renderebbe il dialogo positivo e necessario. Apportando al mondo il proprio contributo, la Chiesa cattolica desidera testimoniare un visione positivo del futuro dell'umanità".

Nel discorso che il Papa ha consegnato al nuovo Ambasciatore dell'India, Benedetto XVI esprime "profonda preoccupazione per i cristiani che hanno sofferto a causa di esplosioni di violenza in alcune aree entro i confini del Paese. (....) Faccio appello a tutti affinché dimostrino rispetto per la dignità umana rigettando l'odio e rinunciando alla violenza in tutte le sue forme".

Rivolgendosi al nuovo Ambasciatore del Sud Africa, il Papa, nel ricordare che il popolo sudafricano ha dato prova di "grande coraggio morale e saggezza nell'affrontare le ingiustizie del passato", ha auspicato che "nell'attuale lotta conto la povertà e la corruzione, tale coraggio e saggezza prevalgano". In merito al flagello dell'Aids, il Papa ha affermato che: "La Chiesa prende sul serio il suo compito nella campagna contro la diffusione dell'Hiv/Aids, ribadendo la fedeltà nell'ambito del matrimonio e astinenza al di fuori di essi. Allo stesso tempo la Chiesa offre assistenza a livello pratico ai malati nel vostro continente e nel resto del mondo".
CD/CREDENZIALI/... VIS 20090529 (850)

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