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lunedì 9 marzo 2009

ATTENZIONE PATERNA DEL VESCOVO DI ROMA PER LA SUA CITTÀ

CITTA' DEL VATICANO, 9 MAR. 2009 (VIS). Alle ore 10.40 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in Visita al Campidoglio, dove erano ad accoglierlo il Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, con la Consorte e gli Assessori e Funzionari dell'Amministrazione capitolina.

  Il Santo Padre ha ricevuto nella Piazza del Campidoglio i saluti del Sindaco Alemanno e della Consorte Isabella Rauti. Raggiunto il primo piano del Palazzo Senatorio, il Santo Padre è entrato nello Studio del Sindaco e si è affacciato dal balcone con vista sul Foro Romano. Il Papa ha salutato quindi gli Assessori e i Funzionari di Palazzo riuniti ad attenderlo nella Sala dell'Arazzo; poi, nella Sala delle Bandiere, ha apposto la Sua firma sul "Libro d'Oro" del Comune di Roma.

  Alle 11:30, nell'Aula Giulio Cesare, dove si è tenuta la seduta straordinaria del Consiglio Comunale, il Sindaco di Roma ha pronunciato un indirizzo di saluto ed  ha annunciato la costruzione di un centro di aiuto per i giovani disagiati in un terreno di proprietà del Comune di Roma, intitolato a Benedetto XVI. Al termine del saluto del Sindaco Alemanno, il Santo Padre ha pronunciato il suo discorso nel quale ha ricordato le visite al Campidoglio di tre Predecessori: il Beato Pio IX nel 1870, il Papa Paolo VI nel 1966 e Giovanni Paolo II il 15 gennaio 1998.
 
  "Sono gesti che testimoniano" - ha detto il Papa - "l'affetto e la stima che i Successori di Pietro, Pastori della comunità cattolica romana e della Chiesa universale, nutrono da sempre nei confronti di Roma, centro della civiltà latina e cristiana, 'madre accogliente dei popoli' e 'discepola della verità'".

  "Con l'odierna mia presenza su questo Colle" - ha proseguito il Pontefice - "mi preme rinnovare l'assicurazione dell'attenzione paterna che il Vescovo della comunità cattolica nutre non solamente nei confronti dei membri di questa, ma anche di tutti i romani e di quanti da varie parti d'Italia e del mondo vengono nella Capitale per ragioni religiose, turistiche, di lavoro, o per restarvi integrandosi nel tessuto cittadino. (...) Signor Sindaco, ho ravvisato nel suo intervento il fermo proposito di operare perché Roma continui ad essere faro di vita e di libertà, di civiltà morale e di sviluppo sostenibile, promosso nel rispetto della dignità di ogni essere umano e della sua fede religiosa. Mi preme assicurare Lei ed i suoi collaboratori, che la Chiesa cattolica, come sempre, non farà mancare il suo attivo sostegno ad ogni iniziativa culturale e sociale rivolta a promuovere il bene autentico di ogni persona e della Città nel suo insieme".

  "Segno di questa collaborazione vuole essere il dono del 'Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa', che con affetto offro al Sindaco e agli altri Amministratori".

  "Signor Sindaco" - ha ricordato ancora il Papa - "Roma è sempre stata una città accogliente. Specialmente negli ultimi secoli, essa ha aperto i suoi istituti universitari e centri di ricerca civili ed ecclesiastici a studenti provenienti da ogni parte del mondo, i quali, tornando nei loro Paesi, sono poi chiamati a ricoprire ruoli e mansioni di alta responsabilità in vari settori della società, come pure nella Chiesa. Questa nostra città, come del resto l'Italia e l'intera umanità, si trova ad affrontare oggi inedite sfide culturali, sociali ed economiche, a causa delle profonde trasformazioni e dei numerosi cambiamenti sopravvenuti in questi ultimi decenni. Roma si è andata popolando di gente che proviene da altre nazioni e appartiene a culture e tradizioni religiose diverse, ed in conseguenza di ciò, ha ormai il volto di una Metropoli multietnica e multireligiosa, nella quale talvolta l'integrazione è faticosa e complessa".

  "Da parte della comunità cattolica" - ha ribadito il Pontefice - "non verrà mai meno un convinto apporto per trovare modalità sempre più adatte alla tutela dei diritti fondamentali della persona nel rispetto della legalità. Sono anch'io persuaso, (...) che, attingendo nuova linfa alle radici della sua storia plasmata dal diritto antico e dalla fede cristiana, Roma saprà trovare la forza per esigere da tutti il rispetto delle regole della convivenza civile e respingere ogni forma di intolleranza e discriminazione".

  "Mi sia permesso, inoltre, notare che gli episodi di violenza, da tutti deplorati, manifestano un disagio più profondo; sono il segno - direi - di una vera povertà spirituale che affligge il cuore dell'uomo contemporaneo. La eliminazione di Dio e della sua legge, come condizione della realizzazione della felicità dell'uomo, non ha affatto raggiunto il suo obbiettivo; al contrario, priva l'uomo delle certezze spirituali e della speranza necessarie per affrontare le difficoltà e le sfide quotidiane".

  "Nell'era post-moderna Roma deve riappropriarsi della sua anima più profonda, delle sue radici civili e cristiane, se vuole farsi promotrice di un nuovo umanesimo che ponga al centro la questione dell'uomo riconosciuto nella sua piena realtà. L'uomo, svincolato da Dio, resterebbe privo della propria vocazione trascendente. Il cristianesimo è portatore di un luminoso messaggio sulla verità dell'uomo, e la Chiesa, che di tale messaggio è depositaria, è consapevole della propria responsabilità nei confronti della cultura contemporanea".

  Infine il Papa ha ringraziato il Sindaco per aver voluto intitolare un centro per giovani disagiati con il nome "di un anziano Pontefice che guarda fiducioso ai giovani e per essi prega ogni giorno. (...) Possa anche questa erigenda opera essere uno stimolo per Roma a realizzare un tessuto sociale di accoglienza e di rispetto, dove l'incontro tra la cultura e la fede, tra la vita sociale e la testimonianza religiosa cooperi a formare comunità veramente libere e animate da sentimenti di pace".
BXVI-VISITA/CAMPIDOGLIO/ROMA                       VIS 20090309 (940)


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