CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di oggi il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica di San Paolo fuori le mura la Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Alla cerimonia era presente la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, inviata da Sua Santità Bartolomeo I e composta da Sua Eminenza Gennadios (Limouris), Metropolita di Sassima; Sua Eminenza Bartholomaios (Ioannis Kessidis), Vescovo di Arianzós, Assistente del Metropolita di Germania e il Diacono Theodoros Meimaris, della Sede patriarcale del “Fanar”.
Nell’omelia il Papa ha offerto alcune riflessioni sulla vocazione missionaria della Chiesa ed ha ricordato che il Servo di Dio Giovanni Battista Montini, quando fu eletto Successore di Pietro, nel pieno svolgimento del Concilio Vaticano II, “scelse di portare il nome dell’Apostolo delle genti” e nel 1974 “convocò l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sul tema dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, e circa un anno dopo pubblicò l’Esortazione apostolica ‘Evangelii nuntiandi’”.
Riferendosi successivamente al Venerabile Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha affermato che egli “ha rappresentato ‘al vivo’ la natura missionaria della Chiesa, con i viaggi apostolici e con l’insistenza del suo Magistero sull’urgenza di una ‘nuova evangelizzazione’: (...) È a tutti evidente che il mio Predecessore ha dato un impulso straordinario alla missione della Chiesa, non solo – ripeto – per le distanze da lui percorse, ma soprattutto per il genuino spirito missionario che lo animava e che ci ha lasciato in eredità all’alba del terzo millennio”.
“Raccogliendo questa eredità” – ha detto il Papa – “ho potuto affermare, all’inizio del mio ministero petrino, che la Chiesa è giovane, aperta al futuro. E lo ripeto oggi, vicino al sepolcro di san Paolo: la Chiesa è nel mondo un’immensa forza rinnovatrice, non certo per le sue forze, ma per la forza del Vangelo”. “Le sfide dell’epoca attuale” – ha sottolineato il Santo Padre – “sono certamente al di sopra delle capacità umane (...). Ma non c’era – e non c’è – solo la fame di cibo materiale: c’è una fame più profonda, che solo Dio può saziare. Anche l’uomo del terzo millennio desidera una vita autentica e piena, ha bisogno di verità, di libertà profonda, di amore gratuito. Anche nei deserti del mondo secolarizzato, l’anima dell’uomo ha sete di Dio, del Dio vivente”.
“Vi sono regioni del mondo” – ha proseguito il Pontefice – “che ancora attendono una prima evangelizzazione; altre che l’hanno ricevuta, ma necessitano di un lavoro più approfondito; altre ancora in cui il Vangelo ha messo da lungo tempo radici, dando luogo ad una vera tradizione cristiana, ma dove negli ultimi secoli – con dinamiche complesse – il processo di secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della fede cristiana e dell’appartenenza alla Chiesa”.
“In questa prospettiva” – ha detto ancora il Papa – “ho deciso di creare un nuovo Organismo, nella forma di ‘Pontificio Consiglio’, con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di ‘eclissi del senso di Dio’, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo”.
“Cari fratelli e sorelle” – ha concluso il Pontefice – “la sfida della nuova evangelizzazione interpella la Chiesa universale, e ci chiede anche di proseguire con impegno la ricerca della piena unità tra i cristiani. Un eloquente segno di speranza in tal senso è la consuetudine delle visite reciproche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli in occasione delle feste dei rispettivi Santi Patroni. Per questo accogliamo oggi con rinnovata gioia e riconoscenza la Delegazione inviata dal Patriarca Bartolomeo I, al quale indirizziamo il saluto più cordiale”.
Alla cerimonia era presente la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, inviata da Sua Santità Bartolomeo I e composta da Sua Eminenza Gennadios (Limouris), Metropolita di Sassima; Sua Eminenza Bartholomaios (Ioannis Kessidis), Vescovo di Arianzós, Assistente del Metropolita di Germania e il Diacono Theodoros Meimaris, della Sede patriarcale del “Fanar”.
Nell’omelia il Papa ha offerto alcune riflessioni sulla vocazione missionaria della Chiesa ed ha ricordato che il Servo di Dio Giovanni Battista Montini, quando fu eletto Successore di Pietro, nel pieno svolgimento del Concilio Vaticano II, “scelse di portare il nome dell’Apostolo delle genti” e nel 1974 “convocò l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sul tema dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, e circa un anno dopo pubblicò l’Esortazione apostolica ‘Evangelii nuntiandi’”.
Riferendosi successivamente al Venerabile Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha affermato che egli “ha rappresentato ‘al vivo’ la natura missionaria della Chiesa, con i viaggi apostolici e con l’insistenza del suo Magistero sull’urgenza di una ‘nuova evangelizzazione’: (...) È a tutti evidente che il mio Predecessore ha dato un impulso straordinario alla missione della Chiesa, non solo – ripeto – per le distanze da lui percorse, ma soprattutto per il genuino spirito missionario che lo animava e che ci ha lasciato in eredità all’alba del terzo millennio”.
“Raccogliendo questa eredità” – ha detto il Papa – “ho potuto affermare, all’inizio del mio ministero petrino, che la Chiesa è giovane, aperta al futuro. E lo ripeto oggi, vicino al sepolcro di san Paolo: la Chiesa è nel mondo un’immensa forza rinnovatrice, non certo per le sue forze, ma per la forza del Vangelo”. “Le sfide dell’epoca attuale” – ha sottolineato il Santo Padre – “sono certamente al di sopra delle capacità umane (...). Ma non c’era – e non c’è – solo la fame di cibo materiale: c’è una fame più profonda, che solo Dio può saziare. Anche l’uomo del terzo millennio desidera una vita autentica e piena, ha bisogno di verità, di libertà profonda, di amore gratuito. Anche nei deserti del mondo secolarizzato, l’anima dell’uomo ha sete di Dio, del Dio vivente”.
“Vi sono regioni del mondo” – ha proseguito il Pontefice – “che ancora attendono una prima evangelizzazione; altre che l’hanno ricevuta, ma necessitano di un lavoro più approfondito; altre ancora in cui il Vangelo ha messo da lungo tempo radici, dando luogo ad una vera tradizione cristiana, ma dove negli ultimi secoli – con dinamiche complesse – il processo di secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della fede cristiana e dell’appartenenza alla Chiesa”.
“In questa prospettiva” – ha detto ancora il Papa – “ho deciso di creare un nuovo Organismo, nella forma di ‘Pontificio Consiglio’, con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di ‘eclissi del senso di Dio’, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo”.
“Cari fratelli e sorelle” – ha concluso il Pontefice – “la sfida della nuova evangelizzazione interpella la Chiesa universale, e ci chiede anche di proseguire con impegno la ricerca della piena unità tra i cristiani. Un eloquente segno di speranza in tal senso è la consuetudine delle visite reciproche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli in occasione delle feste dei rispettivi Santi Patroni. Per questo accogliamo oggi con rinnovata gioia e riconoscenza la Delegazione inviata dal Patriarca Bartolomeo I, al quale indirizziamo il saluto più cordiale”.
HML/ VIS 20100630 (620)