CITTA' DEL VATICANO, 9 NOV. 2010 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un Messaggio del Papa indirizzato al Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in occasione della LXII Assemblea Generale della CEI, che si tiene in questa settimana ad Assisi.
“Dall’assistere alla Santa Messa e dal ricevere con devozione la santa Comunione sgorga la vita evangelica di San Francesco e la sua vocazione a ripercorrere il cammino di Cristo Crocifisso” – scrive il Papa ribadendo che: “La santità dell’Eucaristia esige che si celebri e si adori questo Mistero consapevoli della sua grandezza, importanza ed efficacia per la vita cristiana, ma esige anche purezza, coerenza e santità di vita da ciascuno di noi per essere testimoni viventi dell’unico Sacrificio di amore di Cristo”.
Nel riferirsi al tema principale in esame, la traduzione in italiano della terza edizione tipica del Messale Romano, il Santo Padre scrive: “Ogni vero riformatore, (...) è un obbediente della fede: non si muove in maniera arbitraria, né si arroga alcuna discrezionalità sul rito; non è il padrone, ma il custode del tesoro istituito dal Signore e a noi affidato. La Chiesa intera è presente in ogni liturgia: aderire alla sua forma è condizione di autenticità di ciò che si celebra”.
I progressi della scienza e della tecnica, tuttavia, sono avvenuti “spesso a scapito dei fondamenti del cristianesimo, nei quali si radica la storia feconda del Continente europeo: la sfera morale è stata confinata nell’ambito soggettivo e Dio, quando non viene negato, è comunque escluso dalla coscienza pubblica”.
“Per invertire la rotta” – sottolinea Benedetto XVI – “non è sufficiente un generico richiamo ai valori, né una proposta educativa che si accontenti di interventi puramente funzionali e frammentari. C’è bisogno, invece, di un rapporto personale di fedeltà tra soggetti attivi, protagonisti della relazione, capaci di prendere posizione e di mettere in gioco la propria libertà”.
“Per questa ragione” – prosegue il Pontefice – “è quanto mai opportuna la vostra scelta di chiamare a raccolta intorno alla responsabilità educativa tutti coloro che hanno a cuore la città degli uomini e il bene delle nuove generazioni. Tale indispensabile alleanza non può che partire da una nuova prossimità alla famiglia, che ne riconosca e sostenga il primato educativo; è al suo interno che si plasma il volto di un popolo”.
“In questo cammino” – conclude il Pontefice – “vi esorto a valorizzare la liturgia quale fonte perenne di educazione alla vita buona del Vangelo. Essa introduce all’incontro con Gesù Cristo, che con parole e opere costantemente edifica la Chiesa, formandola alle profondità dell’ascolto, della fraternità e della missione”.
OP/ VIS 20101109 (430)