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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 6 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 6 NOV. 2006 (VIS).  Il Santo Padre ha accettato la rinuncia all'ufficio di Ausiliare dell'Arcidiocesi di Galveston-Houston (Stati Uniti d'America), presentata dal Vescovo Vincent M. Rizzotto, per raggiunti limiti d'età.

  Sabato 4 novembre è stato reso noto che il Santo Padre ha nominato il Vescovo Mansueto Bianchi, finora Vescovo di Volterra (Italia), Vescovo di Pistoia (superficie: 821; popolazione: 224.312; cattolici: 213.400; sacerdoti: 143; religiosi: 265; diaconi permanenti: 23), Italia. Il Vescovo Bianchi succede al Vescovo Simone Scatizzi, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.
RE:NER/.../RIZZOTTO:BIANCHI:SCATIZZI                   VIS 20061106 (110)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 6 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate nove Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Federale di Germania, in Visita "ad Limina Apostolorum":
 
    - Il Cardinale Georg Maximilian Sterzinsky, Arcivescovo di Berlino, con l'Ausiliare Vescovo Wolfgang Weider.

    - L'Arcivescovo Robert Zollitsch, di Freiburg im Breisgau, con gli Ausiliari Vescovo Paul Friedrich Wehrle, Vescovo Rainer Klug e Vescovo Bernd Joachim Uhl.

    - Il Vescovo Joachim Friedrich Reynelt, di Dresden-Meissen, con l'Ausiliare Vescovo Georg Weinhold.

    - Il Monsignore Hubertus Zomack, Amministratore Diocesano di Görlitz.
AP:AL/.../...                                       VIS 20061106 (100)

IN BREVE

L'ARCIVESCOVO CELESTINO MIGLIORE, OSSERVATORE PERMANENTE della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite è intervenuto il 3 novembre scorso, a New York, alla 61 Sessione dell'Assemblea Generale dell'O.N.U. dedicata al tema della cultura della pace. "La pace" - ha affermato il Nunzio - "comporta una verità che è comune a tutti i popoli oltre le diversità culturali, filosofiche e religiose. È l'idea della dignità di ogni persona umana intimamente legata con il trascendente. Così la pace potrà essere raggiunta una volta che sarà compresa e messa in opera come realizzazione della verità condivisa, nel rispetto reciproco delle diversità culturali. (...) La mancanza della verità fondamentale della pace a livello culturale ha indubbiamente causato effetti devastanti negli anni e vi sono ancora culture e mentalità che perfino oggi ne negano l'esistenza. L'esempio più drammatico è il terrorismo internazionale. I disegni criminali del terrorismo internazionale poggiano su false radici culturali che negano l'esistenza di un legame fra verità e vita umana. Tali radici sono identificabili nel nichilismo e nel fondamentalismo fanatico, che sono modi erronei di rapportarsi alla verità. 'I nichilisti'" - ha detto ancora l'Arcivescovo citando le parole di Benedetto XVI - 'negano l'esistenza di qualsiasi verità, i fondamentalisti accampano la pretesa di poterla imporre con la forza. Pur avendo origini differenti e pur essendo manifestazioni che si inscrivono in contesti culturali diversi, il nichilismo e il fondamentalismo si trovano accomunati da pericoloso disprezzo per l'uomo e per la sua vita e, in ultima analisi, per Dio stesso'".

IL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI, Arcivescovo John P. Foley, ha pronunciato sabato scorso, 4 novembre, a Roma, un discorso alla Fondazione "Springtime of Faith" (Primavera della Fede). In merito all'evangelizzazione mediante i mezzi di comunicazione, il Presule ha sottolineato che "è possibile evangelizzare attraverso i mezzi di comunicazione non solo attraverso grandi reti o trasmissioni internazionali, (...) ma anche per mezzo di giornali di piccola tiratura o stazioni radio, o, attualmente, per mezzo di siti Internet. (...) La trasmissione della evidente felicità nella nostra fede, nel nostro sacerdozio o nella nostra vita cristiana, può essere uno dei modi più potenti di evangelizzare personalmente e attraverso i mezzi di comunicazione".

IL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI, ha indetto a Roma, nei giorni 6 e 7 novembre, la Riunione dei Direttori Nazionali per la Pastorale del Turismo in Europa. Tema dell'Incontro è: "Il turismo, una realtà trasversale: aspetti pastorali". Aprendo i lavori, il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Dicastero, ha affermato che: "Noi europei di oggi dobbiamo affermare le nostre radici e la nostra eredità cristiana rinnovandola alla luce del Concilio Ecumenico Vaticano II. Dobbiamo inoltre studiare come continuare ad animare, nel futuro, una nuova evangelizzazione, una nuova civiltà dell'amore e del rispetto. In questa prospettiva, il turismo è certamente uno strumento adeguato per dare impulso a questi valori. Di fatto, molti dei nostri monumenti ed opere d'arte ci parlano di una Europa cristiana che, nonostante tutto, è impregnata di Vangelo, e non solo di esso".
.../IN BREVE/...                                   VIS 20061106 (510)


COMUNICATO SULL'UDIENZA AL PRESIDENTE DELL'UNGHERIA


CITTA' DEL VATICANO, 6 NOV. 2006 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha rilasciato un Comunicato che rende noto che: "Stamani, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza il Presidente della Repubblica d'Ungheria, S.E. il Sig. László Sólyom, il quale ha successivamente incontrato Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato".

  "I cordiali colloqui hanno permesso di soffermarsi sulla situazione del Paese, con particolare riferimento ai tradizionali valori morali e religiosi della società ungherese. Si è fatta menzione dell'applicazione dell''Accordo fra la Repubblica di Ungheria e la Santa Sede sul finanziamento delle attività di servizio pubblico e di altre prettamente religiose', in vigore dal 1997, e di altre questioni attinenti alle relazioni Chiesa-Stato. Vi è stato, infine, uno scambio di opinioni sui temi dell'integrazione europea e delle radici cristiane del Continente".
OP/PRESIDENTE UNGHERIA/BERTONE                   VIS 20061106 (150)


SCIENZA E TECNOLOGIA NON RISPONDONO A TUTTE LE NECESSITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 6 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti all'Assemblea Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, presieduta dal Professor Nicola Cabibbo, riuniti in questi giorni per discutere sul tema: "Prevedibilità nella scienza: accuratezza e limiti".

  "Alcuni hanno visto nel progresso della scienza e della tecnologia moderna" - ha detto il Papa nel suo discorso - "una delle principali cause della secolarizzazione e del materialismo: perché invocare il controllo di Dio su questi fenomeni quando la scienza si è dimostrata capace di fare la stessa cosa?".

  Sottolineando che "Il Cristianesimo non postula un conflitto inevitabile fra fede soprannaturale e progresso scientifico" Benedetto XVI ha ricordato che Dio ha creato l'essere umano dotandolo di ragione e affidandogli il dominio su tutte le creature, facendo di lui il "collaboratore" di Dio nella creazione, ed ha affermato: "Potremmo dire che l'opera di prevedibilità, controllo e governo della natura, che oggi la scienza rende più fattibile che in passato, è esso stesso parte del piano del Creatore".

  "L'essere umano" - ha proseguito il Pontefice - "non può porre nella scienza e nella tecnologia una fiducia così radicale e incondizionata quale quella di credere che il progresso scientifico e tecnologico può spiegare tutto e rispondere a tutte le sue esigenze esistenziali e spirituali. La scienza non può sostituire la filosofia e la rivelazione dando una risposta esauriente agli interrogativi più radicali dell'uomo: domande sul significato della vita e della morte, sui valori ultimi e sulla natura del progresso".

  Riferendosi alle responsabilità etiche dello scienziato, il Papa ha segnalato che: "Le sue conclusioni devono essere guidate dal rispetto per la verità e da un onesto riconoscimento dell'accuratezza e degli inevitabili limiti del metodo scientifico. Certamente ciò significa evitare allarmanti previsioni quando queste ultime non sono sostenute da sufficienti dati o superano l'effettiva abilità della scienza di fare previsioni. Ma significa altresì evitare l'opposto, cioè il silenzio, originato dalla paura, di fronte ai veri problemi. L'influenza degli scienziati nel formare la pubblica opinione sulla base delle proprie conoscenze è troppo importante per essere insidiata da fretta indebita o dal perseguimento di una superficiale pubblicità".

  Il Papa ha ricordato agli accademici che il mondo attende molto da essi "per giungere ad una chiara comprensione delle possibili conseguenze di molti importanti fenomeni naturali" e al riguardo ha menzionato, in particolare, "le continue minacce all'ambiente che interessano intere popolazioni e l'urgente necessità di scoprire fonti di energia alternativa sicura a disposizione di tutti".

  "Gli scienziati" - ha ribadito il Pontefice - "avranno il sostegno della Chiesa nei loro sforzi di affrontare tali problemi, poiché la Chiesa ha ricevuto dal suo divino Fondatore la missione di guidare le coscienze degli uomini verso il bene, la solidarietà e la pace. Proprio per questa ragione la Chiesa ritiene suo dovere e obbligo insistere sul fatto che l'abilità della scienza di formulare previsioni e controlli non deve mai essere impiegata contro la vita umana e la sua dignità, ma deve sempre essere posta al suo servizio, al servizio delle generazioni attuali e di quelle future".

  Successivamente Benedetto XVI ha menzionato altre tematiche esaminate dagli accademici: gli intrinseci limiti del metodo scientifico che necessariamente restringono la prevedibilità a contesti ed approcci specifici, per cui "la scienza non può presumere di fornire una rappresentazione completa e deterministica del nostro futuro e dello sviluppo di ogni fenomeno che prende in esame".

  "La filosofia e la teologica possono offrire un importante contributo a tale fondamentale questione epistemologica aiutando, ad esempio, le scienze empiriche ad individuare una differenza fra la inabilità matematica di prevedere certi avvenimenti e la validità del principio di causalità, o fra l'indeterminismo scientifico o contingenza e la causalità a livello filosofico, o, più radicalmente, fra evoluzione quale origine di una successione nello spazio e nel tempo, e la creazione quale origine ultima di un essere partecipato nell'Essere essenziale".

  "Allo stesso tempo" - ha concluso il Pontefice - "vi è un livello più alto che necessariamente trascende tutte le previsioni scientifiche, vale a dire, il mondo umano della libertà e della storia. Mentre il cosmo fisico può avere il proprio sviluppo spaziale-temporale, solo l'umanità, in senso stretto, ha una storia, la storia della sua libertà. La libertà, come la ragione, è una parte preziosa dell'immagine di Dio dentro di noi, e non può mai essere ridotta ad una analisi deterministica".
AC/SCIENZA:LIMITI/CABIBBO                           VIS 20061106 (740)


APPELLO DEL PAPA CONTRO SPARGIMENTO SANGUE STRISCIA GAZA


CITTA' DEL VATICANO, 5 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina, dopo la recita dell'Angelus con le migliaia di pellegrini convenuti in Piazza San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha detto: "Seguo con viva preoccupazione le notizie sul grave deteriorarsi della situazione relativa alla Striscia di Gaza e desidero esprimere la mai vicinanza alle popolazioni civili che soffrono le conseguenze degli atti di violenza".

  "Vi chiedo di unirvi alla mia preghiera" - ha proseguito il Pontefice - "perché Dio onnipotente e misericordioso illumini le Autorità israeliane e palestinesi, come pure quelle delle Nazioni che hanno una particolare responsabilità nella Regione, affinché si adoperino per far cessare lo spargimento di sangue, moltiplicare le iniziative di soccorso umanitario e favorire la ripresa immediata di un negoziato diretto, serio e concreto".

  Rivolgendosi successivamente ai pellegrini polacchi, il Santo Padre ha ricordato che il 4 novembre "abbiamo celebrato la memoria di San Carlo Borromeo" ed ha detto: "Questa memoria invita ad associare il grande riformatore della Chiesa dopo il Concilio di Trento con il grande esecutore delle disposizioni del Concilio Vaticano II, Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla. Alla Madre di Dio affido tutta la comunità dei fedeli, alla quale questi due Pastori hanno dedicato la loro vita".
ANG/GAZA:SAN CARLO/...                           VIS 20061106 (220)


AFFRONTANDO LA MORTE GESÙ HA RIVOLUZIONATO SENSO MORTE


CITTA' DEL VATICANO, 5 NOV. 2006 (VIS). Nelle riflessioni che precedono la recita dell'Angelus domenicale, il Santo Padre Benedetto XVI, rivolgendosi alle migliaia di pellegrini che affollavano Piazza  San Pietro, ha ricordato che i giorni che seguono la commemorazione liturgica dei fedeli defunti, sono "Un'occasione propizia per ricordare nella preghiera i nostri cari e meditare sulla realtà della morte, che la cosiddetta 'civiltà del benessere' cerca spesso di rimuovere dalla coscienza della gente, tutta presa dalle preoccupazioni della vita quotidiana".

  "Il morire, in realtà" - ha proseguito il Papa - "fa parte del vivere, e questo non solo alla fine, ma, a ben vedere, in ogni istante. Nonostante tutte le distrazioni, però, la perdita di una persona cara ci fa riscoprire il 'problema', facendoci sentire la morte come una presenza radicalmente ostile e contraria alla nostra naturale vocazione alla vita e alla felicità".

  "Gesù ha rivoluzionato il senso della morte" - ha sottolineato il Pontefice - "Lo ha fatto con il suo insegnamento, ma soprattutto affrontando Lui stesso la morte. 'Morendo ha distrutto la morte', ripete la Liturgia nel tempo pasquale. 'Con lo Spirito che non poteva morire - scrive un Padre della Chiesa - Cristo ha ucciso la morte che uccideva l'uomo'.  Il Figlio di Dio ha voluto in questo modo condividere sino in fondo la nostra condizione umana, per riaprirla alla speranza".

  "In ultima analisi, Egli è nato per poter morire, e così liberare noi dalla schiavitù della morte. Dice la Lettera agli Ebrei: 'Egli ha provato la morte a vantaggio di tutti'. Da allora, la morte non è più la stessa: è stata privata, per così dire, del suo 'veleno'. L'amore di Dio, operante in Gesù, ha dato infatti un senso nuovo all'intera esistenza dell'uomo, e così ne ha trasformato anche il morire. Se in Cristo la vita umana è 'passaggio da questo mondo al Padre', l'ora della morte è il momento in cui questo si attua in modo concreto e definitivo. Chi si impegna a vivere come Lui, viene liberato dalla paura della morte, che non mostra più il ghigno beffardo di una nemica ma, come scrive san Francesco nel Cantico delle creature, il volto amico di una 'sorella', per la quale si può anche benedire il Signore".

  "Della morte del corpo non c'è da aver paura, ci ricorda la fede" - ha concluso Benedetto XVI - "perché è un sonno da cui saremo un giorno risvegliati. La vera morte, che invece bisogna temere, è quella dell'anima, che l'Apocalisse chiama 'seconda morte'. Infatti chi muore in peccato mortale, senza pentimento, chiuso nell'orgoglioso rifiuto dell'amore di Dio, si autoesclude dal regno della vita".
ANG/MORTE/...                                   VIS 20061106 (450)


SANTA MESSA IN SUFFRAGIO CARDINALI E VESCOVI DEFUNTI

CITTA' DEL VATICANO, 4 NOV. 2006 (VIS). Come di consueto nel mese di novembre, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato, questa mattina nella Basilica Vaticana, la Santa Messa in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti durante l'ultimo anno. Hanno concelebrato con il Santo Padre i Membri del Collegio Cardinalizio.

  Benedetto XVI ha ricordato nell'omelia i nomi dei Porporati mancati negli ultimi dodici mesi: Cardinali Leo Scheffczyk, Pio Taofinu'u, Raúl  Francisco Primatesta, Angel Suquía Goicoechea, Johannes Willebrands, Louis-Albert Vachon, Dino Monduzzi e Mario Francesco Pompedda.

  "Affinché la veste bianca, ricevuta nel Battesimo, sia purificata da ogni scoria e da ogni macchia" - ha detto il Pontefice nell'omelia - "la Comunità dei credenti offre il Sacrificio eucaristico e altre preghiere di suffragio per coloro che la morte ha chiamato a passare dal tempo all'eternità. Si tratta di una nobile pratica, quella di pregare per i defunti, che presuppone la fede nella risurrezione dei morti, secondo quanto la Sacra Scrittura e, in modo compiuto, il Vangelo ci hanno rivelato".

  Il Papa ha ribadito che ognuno dei Cardinali e Vescovi defunti "è stato chiamato nella Chiesa a sentire come proprie e a cercare di mettere in pratica le parole dell'Apostolo Paolo: 'Per me vivere è Cristo'. (...) Questa vocazione, ricevuta nel Battesimo, si è in essi rafforzata con il sacramento della Confermazione e con i tre gradi dell'Ordine sacro, e si è costantemente alimentata nella partecipazione all'Eucaristia".

  "Attraverso tale itinerario sacramentale, il loro 'essere in Cristo' è andato consolidandosi e approfondendosi, così che il morire non è una perdita - dal momento che tutto avevano già evangelicamente 'perduto' per il Signore e per il Vangelo - ma un 'guadagno': quello di incontrare finalmente Gesù, e con Lui la pienezza della vita".

  Il Santo Padre ha terminato l'omelia domandando al Signore di concedere "a questi nostri cari fratelli Cardinali e Vescovi defunti di raggiungere la meta tanto desiderata. Lo domandiamo poggiando sull'intercessione di Maria Santissima e sulle preghiere di tanti, che in vita li hanno conosciuti e hanno apprezzato le loro virtù cristiane".
HML/CARDINALI:VESCOVI DEFUNTI/...                   VIS 20061106 (350)


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