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venerdì 18 luglio 2008

CAMMINO ECUMENICO MIRA COMUNE CELEBRAZIONE EUCARISTIA


CITTA' DEL VATICANO, 18 LUG. 2008 (VIS). Questa mattina, al termine della celebrazione della Santa Messa in privato nella Cappella della Cathedral House, il Santo Padre ha ricevuto in udienze private, il Governatore del New South Wales, Professor Marie Bashir, il Primo Ministro del New South Wales, Signor Morris Iemma e il Sindaco di Sydney, Signora Clover Moore, con i rispettivi familiari.

  Poco prima delle 10:30, Benedetto XVI si è recato nella Cripta della St. Mary's Cathedral dove ha presieduto un Incontro Ecumenico con 40 Rappresentanti di altre Chiese e Confessioni cristiane e con i Membri del New South Wales Ecumenical Council. Dopo il saluto dell'Arcivescovo di Sydney, Cardinale Gorge Pell e del Vescovo anglicano di Sydney, Monsignor Robert Forsyth, il Papa ha tenuto un discorso.

  "L'Australia è un Paese contrassegnato da grande diversità etnica e religiosa" - ha detto il Pontefice - "Gli immigranti giungono ai lidi di questa maestosa terra con la speranza di trovarvi felicità e buone opportunità di occupazione. Anche la vostra è una Nazione che riconosce l'importanza della libertà religiosa. Questo è un diritto fondamentale che, se rispettato, consente ai cittadini di agire sulla base di valori radicati nelle loro più profonde convinzioni, contribuendo così al benessere dell'intera società".

  "Quest'anno celebriamo il bimillenario della nascita di San Paolo" - ha ricordato il Pontefice - "lavoratore instancabile a favore dell'unità nella Chiesa primitiva. Nel brano della Scrittura che abbiamo appena udito, Paolo ci ricorda l'enorme grazia che abbiamo ricevuto nel divenire membra del Corpo di Cristo mediante il Battesimo. Questo Sacramento, che è la porta d'ingresso nella Chiesa e il 'vincolo di unità' per quanti grazie ad esso sono rinati (cfr Unitatis redintegratio, 22), è conseguentemente il punto di partenza dell'intero movimento ecumenico. E tuttavia non è la destinazione finale. Il cammino dell'Ecumenismo mira in definitiva ad una comune celebrazione dell'Eucaristia (cfr Ut unum sint, 23-24.45), che Cristo ha affidato ai suoi Apostoli come il Sacramento per eccellenza dell'unità della Chiesa".

  "Per questa ragione un sincero dialogo concernente il posto dell'Eucaristia - stimolato da un rinnovato ed attento studio della Scrittura, degli scritti patristici e dei documenti dei due millenni della storia cristiana (cfr Ut unum sint, 69-70) - gioverà indubbiamente a far avanzare il movimento ecumenico e ad unificare la nostra testimonianza davanti al mondo".

  "Cari amici in Cristo, penso sarete d'accordo nel ritenere che il movimento ecumenico sia giunto ad un punto critico. Per andare avanti, dobbiamo continuamente chiedere a Dio di rinnovare le nostre menti con la grazia dello Spirito Santo (cfr Rm 12,2), che ci parla attraverso le Scritture e ci guida alla verità tutta intera (cfr 2 Pt 1,20-21; Gv 16,13). Dobbiamo stare in guardia contro ogni tentazione di considerare la dottrina come fonte di divisione e perciò come impedimento a quello che sembra essere il più urgente ed immediato compito per migliorare il mondo nel quale viviamo".

  "Quanto più assiduamente ci dedichiamo a raggiungere una comune comprensione dei divini misteri" - ha sottolineato il Pontefice - "tanto più eloquentemente le nostre opere di carità parleranno dell'immensa bontà di Dio e del suo amore verso tutti. (...) Il dialogo ecumenico avanza non soltanto mediante uno scambio di idee, ma condividendo doni che ci arricchiscono mutuamente (cfr Ut unum sint, 28,57). Un''idea' è finalizzata al raggiungimento della verità; un 'dono' esprime l'amore. Ambedue sono essenziali al dialogo. L'aprire noi stessi ad accettare doni spirituali da altri cristiani stimola la nostra capacità di percepire la luce della verità che viene dallo Spirito Santo".

  "San Paolo insegna che è nella 'koinonia' della Chiesa che noi abbiamo la facoltà di difendere la verità del Vangelo e i mezzi per tale difesa, perché la Chiesa è edificata 'sopra il fondamento degli Apostoli e dei Profeti', avendo lo stesso Gesù quale pietra angolare".

  "Ogni elemento della struttura della Chiesa è importante" - ha concluso il Papa - "ma tutti vacillerebbero e crollerebbero senza la pietra angolare che è Cristo. Quali 'concittadini' di questa 'casa di Dio', i cristiani devono operare insieme per far sì che l'edificio rimanga saldo così che altre persone siano attratte ad entrarvi e a scoprire gli abbondanti tesori di grazia che si trovano al suo interno. Nel promuovere i valori cristiani, non dobbiamo temere di proclamarne la fonte dando comune testimonianza a Gesù Cristo  Signore".

  Al termine della cerimonia Papa Benedetto XVI ha raggiunto la Sala Capitolare della St. Mary's Cathedral per l'incontro con 40 Rappresentanti di altre religioni.
PV-AUSTRALIA/INCONTRO ECUMENICO/SYDNEY               VIS 20080718 (740)


IMPEGNARSI TRASMETTERE GIOVANI VALORI RELIGIOSI

CITTA' DEL VATICANO, 18 LUG. 2008 (VIS). Al termine dell'Incontro Ecumenico, il Santo Padre ha raggiunto la Sala Capitolare della St. Mary's Cathedral di Sydney per l'Incontro con i Rappresentanti delle altre religioni.

  Dopo le parole di benvenuto di un Rappresentante di religione ebraica e di un Rappresentante di religione musulmana, il Santo Padre ha affermato che: "L'Australia è (...) una nazione che tiene in grande considerazione la libertà di religione".

  "L'armoniosa correlazione tra religione e vita pubblica è tanto più importante in un'epoca nella quale alcuni sono giunti a ritenere la religione causa di divisione piuttosto che forza di unità. In un mondo minacciato da sinistre e indiscriminate forme di violenza, la voce concorde di quanti hanno spirito religioso stimola le nazioni e le comunità a risolvere i conflitti con strumenti pacifici nel pieno rispetto della dignità umana".

  "Il senso religioso" - ha proseguito il Pontefice - "radicato nel cuore dell'uomo (...) ci guida a  venire incontro alle necessità degli altri e a cercare vie concrete per contribuire al bene comune. Le religioni svolgono un particolare ruolo a questo riguardo, in quanto insegnano alla gente che l'autentico servizio richiede sacrificio e autodisciplina, che a loro volta si devono coltivare attraverso l'abnegazione, la temperanza e l'uso moderato dei beni naturali".

  "Amici, questi valori - sono certo che siete d'accordo - sono particolarmente importanti per un'adeguata formazione dei giovani, che tanto sovente sono tentati di considerare la vita stessa come un prodotto di consumo".

  "Le religioni del mondo rivolgono costante attenzione alla meraviglia dell'esistenza umana" - ha ribadito Papa Benedetto XVI - "Uomini e donne sono dotati della capacità non solo di immaginare in che modo le cose potrebbero essere migliori, ma anche di investire le loro energie per renderle migliori. Da parte sua,  la religione, nel rammentarci la limitatezza e la debolezza dell'uomo, ci spinge a non riporre le nostre speranze ultime in questo mondo che passa".

  "La Chiesa" - ha sottolineato il Santo Padre - "si accosta al dialogo nella convinzione che la vera sorgente della libertà si trova nella persona di Gesù di Nazaret. I cristiani credono che è Lui che ci rivela appieno le potenzialità umane per la virtù e il bene; è lui che ci libera dal peccato e dalle tenebre. L'universalità dell'esperienza umana, che trascende ogni confine geografico e ogni limite culturale, rende possibile ai seguaci delle religioni di impegnarsi nel dialogo per affrontare il mistero delle gioie e delle sofferenze della vita".

  "Cari amici, sono venuto in Australia" - ha concluso Benedetto XVI - "come ambasciatore di pace. (...) Il nostro sforzo per arrivare alla riconciliazione tra i popoli sgorga da, ed è diretto verso, quella verità che dà alla vita uno scopo. La religione offre la pace, ma - ancor più importante - suscita nello spirito umano la sete della verità e la fame della virtù. Ci sia dato di incoraggiare tutti, specialmente i giovani, ad ammirare con stupore la bellezza della vita, a ricercarne il significato ultimo e ad impegnarsi a realizzarne il sublime potenziale!".

  Al termine dell'Incontro il Santo Padre ha fatto ritorno alla Cathedral House, dove ha consumato la seconda colazione con il Cardinale George Pell e con dodici giovani di varie nazionalità: un ragazzo e una ragazza per ciascun continente, più un ragazzo e una ragazza di nazionalità australiana.
PV-AUSTRALIA/INCONTRO INTERRELIGIOSO/SYDNEY   VIS 20080718 (550)


CHI COMPIE SCELTE SBAGLIATE PARTICOLARMENTE AMATO GESÙ


CITTA' DEL VATICANO, 18 LUG. 2008 (VIS). Alle 15:00 (ora locale), il Santo Padre ha guidato dal sagrato della St. Mary's Cathedral a Sydney la preghiera al termine della Prima Stazione della Via Crucis, la cui celebrazione è divenuta un evento ormai stabile delle Giornate Mondiali della Gioventù. Dopo la preghiera il Papa si è trasferito nella Cripta della Cattedrale per seguire in televisione la Via Crucis che si svolge in varie parti della città, dove si è provveduto a collocare alcuni schermi giganti per permetterne a tutti la visione.

  Terminata la Via Crucis il Papa ha raggiunto in auto la "University of Notre Dame Australia", che, fondata nel 1989 da un Atto del Parlamento dell'Australia Occidentale, ha avviato la sua attività accademica nel 1992. Le diverse facoltà del prestigioso ateneo sono ritenute come un fucina di eccellenza in un contesto di pastorale cattolica attenta ai valori etici ed umanistici.

  All'arrivo il Papa è stato accolto dal Cancelliere dell'Università che lo ha accompagnato alla Cappella del Sacro Cuore per un Incontro con un gruppo di giovani disadattati della Comunità di recupero dell'Università che partecipano al programma "Alive".

  Il nome del programma "Alive" è stato il filo conduttore del discorso del Pontefice che ha ricordato le parole di Mosé rivolte a quanti vivevano l'Antico Testamento: "Ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita (Dt 30, 19-20)".

  "Era chiaro ciò che (tutti i membri del Popolo di Dio n.d.r.) dovevano fare: dovevano prendere le distanze dagli altri dei e adorare il vero Dio che si era rivelato a Mosè - e dovevano obbedire ai suoi comandamenti" - ha spiegato Benedetto XVI - "Potreste pensare che sia improbabile che nel mondo di oggi la gente adori altri dei. Ma a volte la gente adora 'altri dei' senza rendersene conto. I falsi 'dei', (...), sono quasi sempre collegati all'adorazione di tre realtà: i beni materiali, l'amore possessivo, il potere".

  "I beni materiali, in sé, sono cose buone. Non sopravviveremmo a lungo senza denaro, abiti e un'abitazione. (...) Ma, se siamo ingordi, se rifiutiamo di condividere quanto abbiamo con l'affamato e con il povero, allora noi trasformiamo questi beni in una falsa divinità. Quante voci, nella nostra società materialistica, ci dicono che la felicità si trova procurandosi il maggior numero possibile di beni e di oggetti di lusso! Ma questo significa trasformare i beni in false divinità. Invece di portare la vita, portano la morte".

  "L'amore autentico è certamente qualcosa di buono" - ha proseguito il Pontefice -  "e quando amiamo, (...) noi (...) diventiamo più pienamente umani. Ma quanto facilmente l'amore può essere trasformato in una falsa divinità! La gente sovente pensa di amare quando in realtà tende a possedere l'altro o a manipolare l'altro. La gente a volte tratta gli altri come oggetti per soddisfare i propri bisogni piuttosto che come persone da apprezzare e amare. Quanto è facile essere ingannati dalle molte voci che nella nostra società sostengono un approccio permissivo alla sessualità, senza prestare riguardo alla modestia, al rispetto di sé e ai valori morali che conferiscono qualità alle relazioni umane!"

  "Il potere che Dio ci ha dato di plasmare il mondo intorno a noi è certamente qualcosa di buono. Utilizzato in modo appropriato e responsabile, ci permette di trasformare la vita della gente. (...) Ma quanto forte è la tentazione di attaccarsi al potere per se stesso, di cercare di dominare gli altri o di sfruttare l'ambiente naturale per i propri egoistici interessi!".

  "Il culto dei beni materiali, il culto dell'amore possessivo e il culto del potere spesso portano la gente a 'comportarsi da Dio': cercare di assumere il controllo totale, senza prestare nessuna attenzione alla sapienza o ai comandamenti che Dio ci ha fatto conoscere. Questa è la via che conduce alla morte. Al contrario, l'adorazione dell'unico vero Dio vuol dire riconoscere in lui la sorgente di tutto ciò che è bene, affidare noi stessi a lui, aprirci alla forza risanatrice della sua grazia e obbedire ai suoi comandamenti: questa è la via per scegliere la vita".

  Riferendosi quindi alla storia personale di molti membri della comunità di recupero il Santo Padre ha  detto: "Forse avete compiuto scelte delle quali ora vi rammaricate, scelte che vi hanno portato lungo una via che, per quanto potesse al momento apparire attraente, vi ha soltanto condotto a un ancor più profondo stato di miseria e di abbandono. (...) Prendo atto volentieri del coraggio dimostrato nello scegliere di ritornare sulla via della vita".

  "Cari amici" - ha detto infine il Papa - "vedo in voi degli ambasciatori di speranza per quanti si trovano in situazioni simili. Voi potete convincerli della necessità di scegliere la via della vita e di rifuggire dalla via della morte, perché parlate in base all'esperienza. In tutti i Vangeli, sono coloro che hanno operato scelte sbagliate ad essere particolarmente amati da Gesù, perché, quando si sono resi conto del loro errore, si sono aperti più degli altri alla sua parola risanatrice. (...) Erano coloro che desideravano ricostruire la loro vita che si dimostravano i più disponibili a dare ascolto a Gesù e a diventare suoi discepoli. Voi potete seguire le loro orme; anche voi potete crescere particolarmente vicini a Gesù proprio perché avete scelto di ritornare a Lui".
PV-AUSTRALIA/GIOVANI DISADATTATI/SYDNEY             VIS 20080718 (900)


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