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lunedì 20 marzo 2006

LO SPRECO DELL'ACQUA È MORALMENTE INACCETTABILE


CITTA' DEL VATICANO, 18 MAR. 2006 (VIS). Una Delegazione della Santa Sede partecipa al IV Forum Mondiale sull'Acqua in corso a Città del Messico (Messico), dal 16 al 22 marzo. Convocato ogni tre anni, su iniziativa del Consiglio Mondiale dell'Acqua, il Forum intende sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi relativi all'acqua e promuovere la partecipazione e il dialogo fra i molteplici settori interessati a fare sentire la propria influenza sulle decisioni politiche per favorire lo sviluppo sostenibile.

A Città del Messico la Delegazione Santa Sede ha presentato un Documento che aggiorna quello elaborato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace per il III Forum Mondiale dell'Acqua (Kyoto, Giappone, 2003), dal titolo: "L'acqua, elemento essenziale per la vita". Il testo sottolinea l'enunciato che l'acqua è un bene fondamentale per lo sviluppo e un diritto di tutti gli esseri umani, riconosce l'importanza dell'acqua nelle tradizioni religiose e ribadisce il concetto che sia i governi, sia la comunità internazionale, devono affrontare il problema dell'acqua, a livello sociale, economico, politico e ambientale.

Il Documento aggiornato sottolinea il ruolo essenziale dell'acqua per la pace e la sicurezza, precisando che numerosi conflitti hanno origine per il controllo delle risorse idriche e pone come esempio la grave siccità che ha intensificato le tensioni etniche nel Corno d'Africa e le dispute nei Paesi del Medio Oriente per il possesso dei terreni irrigati. Nella sezione del Documento intitolato "Una cultura dell'acqua" si pone in rilievo l'immoralità dello spreco dell'acqua nei paesi sviluppati dove i cittadini non si rendono conto di vivere in condizioni privilegiate e non pensano "alle conseguenze che lo spreco dell'acqua arreca alla vita dei nostri fratelli e sorelle nel resto del mondo".

Le due sezioni finali del Documento sono dedicate alla gestione delle risorse idriche e alla risposta alle catastrofi naturali. "Le decisioni relative alla distribuzione dell'acqua" - si legge nel testo - "devono anche rispondere a criteri di giustizia. Si deve promuovere il diritto umano all'accesso all'acqua e a servizi igienici sicuri in modo da ridurre le disparità esistenti e promuovere il benessere delle persone meno fortunate".

Riguardo alle catastrofi naturali, il Documento rileva che molte di esse si verificano non soltanto per cause naturali ma anche "per l'uso e lo sfruttamento irresponsabile delle risorse della terra. I paesi poveri, devono essere incoraggiati, con l'aiuto dei paesi ricchi, ad investire risorse per ridurre le conseguenze delle inondazioni e della siccità. Si devono promuovere tali iniziative con l'attivo coinvolgimento delle comunità locali che devono essere informate in maniera particolareggiata sulle ripercussioni sull'ambiente e sulla loro vita di ogni infrastruttura edificata allo scopo di ridurre la vulnerabilità alle catastrofi naturali".

"L'essere umano è al centro della preoccupazione espressa nel Documento aggiornato", conclude il testo ribadendo che: "Obiettivo fondamentale di tutti gli sforzi deve essere il benessere di uomini, donne, bambini, famiglie, comunità che vivono nei luoghi più poveri del mondo e soffrono a causa della scarsità e dell'uso dissennato delle risorse idriche".
DELSS/IV FORUM MONDIALE ACQUA/CITTÀ MESSICO VIS 20060320 (500)

QUANDO LA VERITÀ È OLTRAGGIATA SI SCATENANO INGIUSTIZIE


CITTA' DEL VATICANO, 18 MAR. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, e i Rappresentanti della Santa Sede presso le Organizzazioni Internazionali.

"La presenza della Santa Sede presso gli Organismi Internazionali Intergovernativi" - ha detto il Papa nel suo discorso - "rappresenta un contributo fondamentale al rispetto dei diritti umani e del bene comune e, pertanto, all'autentica libertà ed alla giustizia".

"Le relazioni fra gli Stati e negli Stati" - ha proseguito il Pontefice - "sono giuste nella misura in cui esse rispettano la verità. Quando, invece, la verità è oltraggiata, la pace è minacciata, il diritto viene compromesso, allora, con logica conseguenza, si scatenano le ingiustizie".

Benedetto XVI ha sottolineato che tali ingiustizie "assumono anche molti volti; per esempio, il volto del disinteresse o del disordine, che giunge a ledere la struttura di quella cellula originante della società, che è la famiglia; oppure il volto della prepotenza o dell'arroganza, che può arrivare fino all'arbitrio, mettendo a tacere chi non ha voce o non ha forza per farla udire, come avviene nel caso dell'ingiustizia che, oggi, è forse la più grave, ossia quella che sopprime la vita umana nascente".

Il Papa ha concluso il suo discorso esortando i Rappresentanti delle Organizzazioni Internazionali con queste parole: "Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti". Questo criterio dell'azione divina, di perdurante attualità, vi sproni a non meravigliarvi (...) davanti alle difficoltà e alle incomprensioni. Sapete, infatti, che, attraverso di esse, partecipate con autorevolezza alla responsabilità profetica della Chiesa, che intende continuare a levare la sua voce in difesa dell'uomo, anche quando la politica degli Stati o la maggioranza dell'opinione pubblica si muovono in direzione contraria. La verità, infatti, trova forza in se stessa e non nel numero dei consensi che riceve".
AC/VERITÀ:GIUSTIZIA/SODANO VIS 20060320 (320)

VESCOVI CAMERUN: EVANGELIZZAZIONE, FAMIGLIA, PACE


CITTA' DEL VATICANO, 18 MAR. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i Presuli della Conferenza Episcopale del Camerun, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

Il Papa ha esortato i Vescovi a "far penetrare il Vangelo nel più profondo delle culture e delle tradizioni del vostro popolo, caratterizzate dalla ricchezza dei valori umani, spirituali e morali, senza cessare di purificare le culture, per mezzo di una necessaria conversione, di tutto ciò che in esse si oppone alla pienezza della verità".

Ribadendo che la situazione economica e sociale sfavorevole "rende fragile il legame sociale ed implica la perdita di un certo numero di valori tradizionali quali la famiglia, la condivisione, l'attenzione ai bambini e ai giovani, il senso della gratuità, il rispetto degli anziani", il Santo Padre ha affermato che: "L'offensiva delle sette, (...) il flagello dell'Aids, sono le sfide alle quali voi siete chiamati a dare risposte teologiche e pastorali precise, per evangelizzare in profondità il cuore degli uomini e per risvegliarne la coscienza".

Benedetto XVI ha auspicato che "la ricchezza delle vostre predicazioni" unita ad "una adeguata formazione iniziale e permanente dei catechisti" susciti "un nuovo slancio di santità nelle comunità".

"Mi rallegro per il numero crescente di sacerdoti e seminaristi nel vostro Paese" -ha proseguito il Pontefice - "e rendo grazie anche per il lavoro paziente dei missionari che li hanno preceduti. (...) La ricerca dell'unità al servizio della missione vi invita ad essere attenti ai legami di comunione fraterna con i vostri sacerdoti". Il Santo Padre ha invitato i presbiteri a meditare "sulle esigenze che la carità pastorale richiede, in particolare sulla necessità di una vita casta vissuta nel celibato, in conformità con la legge della Chiesa, su un giusto esercizio dell'autorità e su un sano rapporto con i beni materiali".

Ricordando che nei loro rapporti quinquennali i Vescovi hanno menzionato le sfide che la famiglia deve affrontare, il Papa ha auspicato la promozione di "una pastorale familiare che offra ai giovani un'educazione affettiva e morale esigente, preparandoli ad impegnarsi a vivere l'amore coniugale in maniera responsabile, condizione tanto importante per la stabilità delle famiglie e della società intera".

Al termine del suo discorso, Benedetto XVI ha sottolineato la necessità di consolidare "i rapporti fraterni con le altre confessioni cristiane e con i credenti di altre religioni, per manifestare l'amore del Cristo Salvatore che fa nascere fra gli uomini il desiderio di vivere in pace e di formare un popolo di fratelli".

"Che la Chiesa del Camerun" - ha esclamato il Papa - "in questa regione dell'Africa centrale tanto martirizzata dalle guerre, rimanga sempre più segno tangibile della pace da edificare, una pace che superi i ripiegamenti di identità o di etnia, che bandisca la tentazione della vendetta e del risentimento, e che stabilisca nuovi rapporti fra gli uomini, fondati sulla giustizia e sulla carità".
AL/.../CAMERUN VIS 20060320 (490)

TORNI PIENA COMUNIONE CHIESA ARMENA CON VESCOVO DI ROMA


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAR. 2006 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX Tarmouni, Patriarca di Cilicia degli Armeni (Libano), accompagnato dai membri del Sinodo Patriarcale e da un gruppo di pellegrini.

Nel suo discorso il Papa ha ricordato le sofferenze patite lungo i secoli dal Popolo armeno "in nome della fede cristiana negli anni della terribile persecuzione che resta nella storia col nome tristemente significativo di 'metz yeghèrn', il grande male'".

Tuttavia, ha proseguito Papa Benedetto, "Gli Armeni, che si sono sempre sforzati di integrarsi con la loro operosità e la loro dignità nelle società in cui si sono venuti a trovare, continuano a testimoniare anche oggi la loro fedeltà al Vangelo".

Ricordando che la Comunità armeno-cattolica è sparsa in molti Paesi, il Santo Padre ha affermato che "In Medio Oriente, in Cilicia e, successivamente, in Libano, la Provvidenza ha collocato il Patriarcato degli armeno-cattolici: ad esso, tutti i fedeli armeno-cattolici guardano come a saldo punto di riferimento spirituale per la loro secolare tradizione culturale e liturgica".

"Diverse Chiese" - ha continuato il Pontefice - "che riconoscono in San Gregorio l'Illuminatore il comune Padre fondatore, sono fra loro divise, anche se negli ultimi decenni tutte hanno ripreso un dialogo cordiale e fruttuoso, al fine di riscoprire le comuni radici. Incoraggio questa ritrovata fraternità e collaborazione, auspicando che da essa scaturiscano nuove iniziative per un percorso verso la piena unità. E se gli avvenimenti storici hanno visto la frammentazione della Chiesa armena, la Divina Provvidenza farà sì che un giorno essa torni ad essere unita con una sua Gerarchia in fraterna sintonia interna e in piena comunione con il Vescovo di Roma".

"Di questa auspicata unità è stato un segno confortante la celebrazione dei 1700 anni di fondazione della Chiesa armena, con la partecipazione dell'amato mio Predecessore Giovanni Paolo II".

Papa Benedetto ha concluso il suo discorso affermando: "Vogliamo essere tutti strumenti a disposizione di Cristo; Egli, che è Via, Verità e Vita, ci conceda di perseverare con ogni nostra forza, perché vi sia quanto prima un solo gregge sotto un solo Pastore".
AC/UNITÀ/CHIESA ARMENIA VIS 20060320 (370)

SAN GIUSEPPE: ESEMPIO FEDE NEL DIO CHE GUIDA EVENTI STORIA


CITTA' DEL VATICANO, 19 MAR. 2006 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato a San Giuseppe, la cui celebrazione liturgica è stata posticipata a domani lunedì, le meditazioni che precedono la recita dell'Angelus con le migliaia di pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Il Papa ha ricordato che di San Giuseppe era molto devoto Giovanni Paolo II "il quale gli dedicò l'Esortazione apostolica 'Redemptoris Custos' - Custode del Redentore - e sicuramente ne sperimentò l'assistenza nell'ora della morte" ed ha spiegato l'importanza della figura del padre putativo di Gesù nella storia della salvezza. "Appartenendo egli alla tribù di Giuda" - ha detto Benedetto XVI - "legò Gesù alla discendenza davidica, così che, realizzando le promesse sul Messia, il Figlio della Vergine Maria può dirsi veramente 'figlio di David'. Il Vangelo di Matteo, in modo particolare, pone in risalto le profezie messianiche che trovarono compimento mediante il ruolo di Giuseppe: la nascita di Gesù a Betlemme; il suo passaggio attraverso l'Egitto, dove la santa Famiglia si era rifugiata; il soprannome di 'Nazzareno'".

"San Giuseppe fu "al pari della sposa Maria, autentico erede della fede di Abramo: fede nel Dio che guida gli eventi della storia secondo il suo misterioso disegno salvifico. La sua grandezza, al pari di quella di Maria, risalta ancor più perché la sua missione si è svolta nell'umiltà e nel nascondimento della casa di Nazaret. Del resto, Dio stesso, nella Persona del suo Figlio incarnato, ha scelto questa via e questo stile nella sua esistenza terrena".

"Dall'esempio di San Giuseppe viene a tutti noi un forte invito a svolgere con fedeltà, semplicità e modestia il compito che la Provvidenza ci ha assegnato. Penso anzitutto ai padri e alle madri di famiglia, e prego perché sappiano sempre apprezzare la bellezza di una vita semplice e laboriosa, coltivando con premura la relazione coniugale e compiendo con entusiasmo la grande e non facile missione educativa".

Il Papa ha concluso le sue meditazioni con queste parole: "Ai Sacerdoti, che esercitano la paternità nei confronti delle comunità ecclesiali San Giuseppe ottenga di amare la Chiesa con affetto e piena dedizione, e sostenga le persone consacrate nella loro gioiosa e fedele osservanza dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Protegga i lavoratori di tutto il mondo, perché contribuiscano con le loro varie professioni al progresso dell'intera umanità e aiuti ogni cristiano a realizzare con fiducia e con amore la volontà di Dio, cooperando così al compimento dell'opera della salvezza".

Al termine della recita dell'Angelus, Papa Benedetto ha ricordato che quest'anno ricorre il V centenario dei Musei Vaticani che Giovanni Paolo II ha definito "una delle più importanti porte della Santa Sede aperte sul mondo" ed ha affermato: "Questa istituzione offre infatti un importante contributo alla missione della Chiesa, comunicando a milioni di persone le verità cristiane con il linguaggio dell'arte".
ANG/SAN GIUSEPPE:MUSEI VATICANI/... VIS 20060320 (460)

LAVORO NEL RISPETTO DIGNITÀ UMANA E SERVIZIO BENE COMUNE


CITTA' DEL VATICANO, 19 MAR. 2006 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la Santa Messa per i lavoratori, nel ricordo di San Giuseppe, la cui solennità si celebra domani lunedì, poiché il 19 marzo ha coinciso quest'anno con la III Domenica di Quaresima.

Con il Papa hanno concelebrato il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale del Santo Padre per la Diocesi di Roma e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana; il Vescovo Giuseppe Betori, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana ed il Vescovo Arrigo Miglio, Presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, il quale ha rivolto, all'inizio della celebrazione, un indirizzo di omaggio al Santo Padre Benedetto XVI con gli auguri per il Suo onomastico.

Benedetto XVI ha ricordato nell'omelia che la Bibbia "mostra come il lavoro appartenga alla condizione originaria dell'uomo" e fa parte del "progetto divino". "Lo stesso Figlio di Dio" - ha detto il Papa - "facendosi in tutto simile a noi, si dedicò per molti anni ad attività manuali, tanto da essere conosciuto come il 'figlio del carpentiere'".

"La Chiesa" - ha proseguito il Pontefice - "ha sempre mostrato, specialmente nell'ultimo secolo, attenzione e sollecitudine per questo ambito della società, come testimoniano i numerosi interventi sociali del Magistero e l'azione di molteplici associazioni di ispirazione cristiana, alcune delle quali sono oggi qui convenute a rappresentare l'intero mondo dei lavoratori".

Il Papa ha sottolineato che: "Il lavoro riveste primaria importanza per la realizzazione dell'uomo e per lo sviluppo della società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell'umana dignità e al servizio del bene comune. Al tempo stesso, è indispensabile che l'uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita. Al riguardo, giunge opportuno l'invito contenuto nella prima lettura: 'Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio'. Il sabato è giorno santificato, cioè consacrato a Dio, in cui l'uomo comprende meglio il senso della sua esistenza, ed anche dell'attività lavorativa. Si può, pertanto, affermare che l'insegnamento biblico sul lavoro trova il suo coronamento nel comandamento del riposo".

Ribadendo che "l'attività lavorativa deve servire al vero bene dell'umanità", il Santo Padre ha affermato che: "Perché ciò avvenga non basta la pur necessaria qualificazione tecnica e professionale, non è sufficiente nemmeno la creazione di un ordine sociale giusto e attento al bene di tutti. Occorre vivere una spiritualità che aiuti i credenti a santificarsi attraverso il proprio lavoro, imitando San Giuseppe, che ogni giorno ha dovuto provvedere alle necessità della Santa Famiglia con le sue mani e che per questo la Chiesa addita quale Patrono dei lavoratori. La sua testimonianza mostra che l'uomo è soggetto e protagonista del lavoro".

Benedetto XVI ha concluso l'omelia affidando a San Giuseppe "i giovani che a fatica riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, i disoccupati e coloro che soffrono i disagi dovuti alla diffusa crisi occupazionale".

"Insieme con Maria, sua sposa, vegli San Giuseppe su tutti i lavoratori ed ottenga per le famiglie e l'intera umanità serenità e pace. Guardando a questo grande Santo apprendano i cristiani a testimoniare in ogni ambito lavorativo l'amore di Cristo, sorgente di solidarietà e di stabile pace".
HML/SAN GIUSEPPE/... VIS 20060320 (580)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 20 MAR. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

- Tre Presuli della Conferenza Episcopale del Camerun, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Adalbert Ndzana, di Mbalmayo.

- Il Vescovo Jérôme Owono-Mimboe, di Obala.

- Il Vescovo Raphaël Marie Ze, di Sangmélima.

Sabato 18 marzo il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Cinque Presuli della Conferenza Episcopale del Camerun, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- L'Arcivescovo Simon-Victor Tonyé Bakot, di Yaoundé.

- Il Vescovo Emmanuel Bushu, di Yagoua.

- Il Vescovo Jean-Marie Benoît Bala, di Bafia, con il Vescovo emerito Athanase Bala, C.S.Sp.

- Il Vescovo Jean Mbarga, di Ebolowa-Kribi.

- L'Arcivescovo Antonio Franco, Nunzio Apostolico in Israele e Cipro e Delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/.../... VIS 20060320 (160)

CONCISTORO DEL 24 MARZO, VISITE DI CORTESIA

CITTA' DEL VATICANO, 20 MAR. 2006 (VIS). Una Notificazione dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, annuncia che venerdì 24 marzo, alle 10:30, sul sagrato della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI terrà un Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di 15 nuovi Cardinali.

Le visite di cortesia ai nuovi Cardinali si svolgeranno nel pomeriggio dello stesso giorno, dalle ore 16:30 alle ore 18:30, nel Palazzo Apostolico.

SALA REGIA: Cardinale William Joseph Levada e Cardinale Sean Patrick O'Malley, O.F.M.Cap.

AULA DELLE BENEDIZIONI: Cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, Cardinale Gaudencio B. Rosales, Cardinale Nicholas Cheong Jinsuk, Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, S.D.B., Cardinale Peter Poreku Dery e Cardinale Albert Vanhoye, S.I.

SALA DUCALE: Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo e Cardinale Agostino Vallini.

SALA DEI PARAMENTI 1: Cardinale Carlo Caffarra

SALA DEI PARAMENTI 2: Cardinale Franc Rodé

SALA PONTEFICI: Cardinale Stanislaw Dziwisz.

GALLERIA LAPIDARIA: Cardinale Jean-Pierre Ricard e Cardinale Antonio Canizares Llovera.

Sabato 25 marzo, Solennità dell'Annunciazione del Signore, alle ore 10:30 in Piazza San Pietro, avrà luogo la solenne Cappella Papale, durante la quale il Santo Padre presiederà la celebrazione della Santa Messa con i nuovi Cardinali ai quali consegnerà l'Anello cardinalizio.
OCL/CONCISTORO:VISITE CORTESIA/... VIS 20060320 (200)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAR. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Monsignore Gerardo Rocconi, finora Vicario Generale della Diocesi di Senigallia (Italia), Vescovo di Jesi (superficie: 315; popolazione: 76.200; cattolici: 74.400; sacerdoti: 56; religiosi: 76; diaconi permanenti: 8), Italia. Il Vescovo eletto è nato a Corinaldo (Ancona), nel 1949 ed è stato ordinato sacerdote nel 1973. Succede al Vescovo Oscar Serfilippi, O.F.M.Conv., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

Sabato 18 marzo è stato reso noto che il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Jose Serofia Palma, finora Vescovo di Calbayog (Filippine), Arcivescovo di Palo (superficie: 4.620; popolazione: 1.603.000; cattolici: 1.283.000; sacerdoti: 144; religiosi: 144), Filippine. L'Arcivescovo eletto è nato a Dingle (Filippine) nel 1950, è stato ordinato sacerdote nel 1976 ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 1998. Il Vescovo Serofia Palma succede all'Arcivescovo Pedro R. Dean, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignore Rodolfo Fontiveros Beltran, Vicario Apostolico di Bontoc-Lagawe (superficie: 4.615; popolazione: 307.348; cattolici: 202.754; sacerdoti: 30; religiosi: 23), Filippine. Il Vescovo eletto, finora Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Tuguegarao (Filippine), è nato a Gattaran - Cagayan (Filippine) nel 1948 ed è stato ordinato sacerdote nel 1976.

- Ha elevato la Missio sui iuris in Kyrgyzstan al rango di Amministrazione Apostolica ed ha nominato il Padre Nikolaus Messmer, primo Amministratore Apostolico della medesima circoscrizione ecclesiastica. Il Vescovo eletto è nato nel 1954 a Karaganda (Kazakhstan), è stato ordinato sacerdote nel 1989 e nel 2001 ha emesso la professione religiosa nella Compagnia di Gesù. È stato finora Rettore del Preseminario della Diocesi della "Trasfigurazione" a Novosibirsk nella Federazione Russa.
NER:RE:NA/.../... VIS 20060320 (300)
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