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lunedì 28 giugno 2010

LIBERTÀ E AMORE COINCIDONO RINUNCIA TUTTO PER CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2010 (VIS). Il Papa ha dedicato la meditazione che precede la recita dell’Angelus di questa ultima domenica di giugno al tema della chiamata di Cristo e delle sue esigenze.

Rivolgendosi alle migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro, il Papa ha detto che: “Un giovane o una ragazza che lascia la famiglia di origine, gli studi o il lavoro per consacrarsi a Dio, sa bene di che cosa si tratta, perché ha davanti un esempio vivente di risposta radicale alla vocazione divina”.

“È questa una delle esperienze più belle che si fanno nella Chiesa: vedere, toccare con mano l’azione del Signore nella vita delle persone; sperimentare che Dio non è un’entità astratta, ma una Realtà così grande e forte da riempire in modo sovrabbondante il cuore dell’uomo, una Persona vivente e vicina, che ci ama e chiede di essere amata”.

Benedetto XVI ha sottolineato che le esigenze per rispondere alla chiamata di Cristo “possono apparire troppo dure, ma in realtà esprimono la novità e la priorità assoluta del Regno di Dio che si fa presente nella Persona stessa di Gesù Cristo. In ultima analisi, si tratta di quella radicalità che è dovuta all’Amore di Dio, al quale Gesù stesso per primo obbedisce”.

“Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù, entra in una nuova dimensione della libertà. (...) Libertà e amore coincidono! Al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalità e conflitti”.

“Oggi vorrei invitare tutti” – ha detto il Papa – “a contemplare il mistero del Cuore divino-umano del Signore Gesù (...). Chi fissa lo sguardo su quel Cuore trafitto e sempre aperto per amore nostro, sente la verità di questa invocazione: ‘Sei tu, Signore, l’unico mio bene’, ed è pronto a lasciare tutto per seguire il Signore”.

Dopo la recita dell’Angelus il Papa ha ricordato che questa mattina, in Libano, è stato proclamato Beato Estéphan Nehmé, al secolo Joseph, religioso dell’Ordine Libanese Maronita, vissuto in Libano tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Mi rallegro di cuore con i fratelli e le sorelle libanesi, e li affido con grande affetto alla protezione del nuovo Beato”.

“In questa domenica che precede la solennità dei Santi Pietro e Paolo” – ha concluso il Pontefice – “ ricorre in Italia e in altri Paesi la Giornata della Carità del Papa. Esprimo la mia viva gratitudine a quanti, con la preghiera e le offerte, sostengono l’azione apostolica e caritativa del Successore di Pietro e favore della Chiesa universale e di tanti fratelli vicini e lontani”.
ANG/ VIS 20100628 (440)

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