CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2010 (VIS). È stato pubblicato oggi il Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2010 che come sempre sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema "Turismo e biodiversità". Il Messaggio di cui pubblichiamo ampi estratti, porta la firma dall’Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidente del Dicastero e dell’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del medesimo Dicastero.
“Biodiversità si riferisce alla grande ricchezza di esseri che vivono sulla Terra, come pure al delicato equilibrio di interdipendenza e interazione esistente tra di loro e con l’ambiente fisico che li accoglie e li condiziona”
“Su di loro incombono tre gravi pericoli, che esigono una soluzione urgente: il cambiamento climatico, la desertificazione e la perdita di biodiversità. Negli ultimi anni quest’ultima è cresciuta ad un ritmo senza precedenti. Studi recenti indicano che, a livello mondiale, sono minacciati o a rischio di estinzione il 22% dei mammiferi, il 31% degli anfibi, il 13.6% degli uccelli o il 27% delle barriere coralline”.
“A questi cambiamenti contribuiscono, in grande misura, numerosi settori dell’attività umana, tra i quali senza dubbio c’è il turismo, che si colloca tra quelli che hanno conosciuto una crescita più elevata e rapida. Al riguardo, possiamo ricordare le cifre fornite dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT). Se gli arrivi internazionali di turisti sono stati 534 milioni nel 1995, e 682 milioni nel 2000, le previsioni che appaiono nel rapporto ‘Tourism 2020 Vision’ sono di 1006 milioni per il 2010, e potranno raggiungere i 1561 milioni nel 2020, con una crescita media annuale del 4.1%. (...) Tutto ciò mostra la forte crescita di questo settore economico, che comporta alcuni effetti importanti per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità, con il conseguente pericolo che si trasformi in un serio impatto ambientale, specialmente per quanto riguarda il consumo smisurato di risorse limitate (come l’acqua potabile e il territorio) e per la grande produzione di residui contaminati, che superano la quantità che una determinata zona può assorbire”.
“La situazione è aggravata dal fatto che la domanda turistica si rivolge sempre più a destinazioni della natura, attratta dalle sue innumerevoli bellezze, il che presuppone un impatto importante sulle popolazioni visitate, sulla loro economia, sull’ambiente e sul patrimonio culturale”.
“In considerazione di tutto ciò, possiamo affermare che il turismo non può sottrarsi alla sua responsabilità nella difesa della biodiversità”.
“Lo sviluppo di questo comparto economico deve essere inevitabilmente accompagnato dai principi di sostenibilità e rispetto della diversità biologica”.
“La Chiesa vuole unirvi la sua voce, nel ruolo che le è proprio, partendo dalla convinzione che essa stessa ‘ha una responsabilità per il creato’ e deve far valere questa responsabilità anche nella sfera pubblica. (...) Il Magistero ribadisce ripetutamente la responsabilità dell’essere umano nella preservazione di un ambiente integro e sano per tutti, partendo dal convincimento che ‘la tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo’"
“C’è un elemento che rende ancor più esigente, se possibile, questo sforzo. Nella propria ricerca di Dio, l’essere umano scopre alcune vie per avvicinarsi al Mistero, che hanno come punto di partenza il creato. (...) Il turismo, perciò, avvicinandosi al creato in tutta la sua varietà e ricchezza, può essere occasione per promuovere o accrescere l’esperienza religiosa”.
“Gli sforzi per proteggere e promuovere la biodiversità nella sua relazione con il turismo passano, in primo luogo, per lo sviluppo di strategie partecipative e condivise, in cui siano coinvolti i settori interessati. La maggior parte dei Governi, istituzioni internazionali, associazioni professionali del settore turistico e organizzazioni non governative devono difendere, in una visione di ampio raggio, la necessità di un turismo sostenibile come unica forma possibile affinché il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà”.
“Le autorità pubbliche, poi, devono offrire una legislazione chiara, che protegga e potenzi la biodiversità, rafforzando i benefici e riducendo i costi del turismo, nella vigilanza del rispetto delle regole. (...) Gli sforzi governativi dovranno essere più consistenti nei luoghi maggiormente vulnerabili e in cui il degrado è stato più intenso. Probabilmente in alcuni di essi il turismo dovrà essere limitato o addirittura evitato”. “Si richiede, invece, alle imprese turistiche di ‘concepire e sviluppare la propria attività riducendo al minimo gli effetti negativi sulla protezione degli ecosistemi sensibili e dell’ambiente in generale contribuendo attivamente alla loro protezione e facendone beneficiare le comunità locali’".
“Infine, i turisti devono essere consapevoli del fatto che la loro presenza in un luogo non sempre è positiva. A questo scopo, essi devono essere informati sui benefici reali che comporta la conservazione della biodiversità ed educati al turismo sostenibile. (...) In nessun caso il territorio o il patrimonio storico-culturale delle destinazioni devono essere pregiudicati a favore del turista, adattandosi ai suoi gusti o desideri. Uno sforzo importante, che in modo particolare deve realizzare la pastorale del turismo, è l’educazione alla contemplazione, che aiuti i turisti a scoprire la traccia di Dio nella grande ricchezza della biodiversità”.
“Biodiversità si riferisce alla grande ricchezza di esseri che vivono sulla Terra, come pure al delicato equilibrio di interdipendenza e interazione esistente tra di loro e con l’ambiente fisico che li accoglie e li condiziona”
“Su di loro incombono tre gravi pericoli, che esigono una soluzione urgente: il cambiamento climatico, la desertificazione e la perdita di biodiversità. Negli ultimi anni quest’ultima è cresciuta ad un ritmo senza precedenti. Studi recenti indicano che, a livello mondiale, sono minacciati o a rischio di estinzione il 22% dei mammiferi, il 31% degli anfibi, il 13.6% degli uccelli o il 27% delle barriere coralline”.
“A questi cambiamenti contribuiscono, in grande misura, numerosi settori dell’attività umana, tra i quali senza dubbio c’è il turismo, che si colloca tra quelli che hanno conosciuto una crescita più elevata e rapida. Al riguardo, possiamo ricordare le cifre fornite dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT). Se gli arrivi internazionali di turisti sono stati 534 milioni nel 1995, e 682 milioni nel 2000, le previsioni che appaiono nel rapporto ‘Tourism 2020 Vision’ sono di 1006 milioni per il 2010, e potranno raggiungere i 1561 milioni nel 2020, con una crescita media annuale del 4.1%. (...) Tutto ciò mostra la forte crescita di questo settore economico, che comporta alcuni effetti importanti per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità, con il conseguente pericolo che si trasformi in un serio impatto ambientale, specialmente per quanto riguarda il consumo smisurato di risorse limitate (come l’acqua potabile e il territorio) e per la grande produzione di residui contaminati, che superano la quantità che una determinata zona può assorbire”.
“La situazione è aggravata dal fatto che la domanda turistica si rivolge sempre più a destinazioni della natura, attratta dalle sue innumerevoli bellezze, il che presuppone un impatto importante sulle popolazioni visitate, sulla loro economia, sull’ambiente e sul patrimonio culturale”.
“In considerazione di tutto ciò, possiamo affermare che il turismo non può sottrarsi alla sua responsabilità nella difesa della biodiversità”.
“Lo sviluppo di questo comparto economico deve essere inevitabilmente accompagnato dai principi di sostenibilità e rispetto della diversità biologica”.
“La Chiesa vuole unirvi la sua voce, nel ruolo che le è proprio, partendo dalla convinzione che essa stessa ‘ha una responsabilità per il creato’ e deve far valere questa responsabilità anche nella sfera pubblica. (...) Il Magistero ribadisce ripetutamente la responsabilità dell’essere umano nella preservazione di un ambiente integro e sano per tutti, partendo dal convincimento che ‘la tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo’"
“C’è un elemento che rende ancor più esigente, se possibile, questo sforzo. Nella propria ricerca di Dio, l’essere umano scopre alcune vie per avvicinarsi al Mistero, che hanno come punto di partenza il creato. (...) Il turismo, perciò, avvicinandosi al creato in tutta la sua varietà e ricchezza, può essere occasione per promuovere o accrescere l’esperienza religiosa”.
“Gli sforzi per proteggere e promuovere la biodiversità nella sua relazione con il turismo passano, in primo luogo, per lo sviluppo di strategie partecipative e condivise, in cui siano coinvolti i settori interessati. La maggior parte dei Governi, istituzioni internazionali, associazioni professionali del settore turistico e organizzazioni non governative devono difendere, in una visione di ampio raggio, la necessità di un turismo sostenibile come unica forma possibile affinché il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà”.
“Le autorità pubbliche, poi, devono offrire una legislazione chiara, che protegga e potenzi la biodiversità, rafforzando i benefici e riducendo i costi del turismo, nella vigilanza del rispetto delle regole. (...) Gli sforzi governativi dovranno essere più consistenti nei luoghi maggiormente vulnerabili e in cui il degrado è stato più intenso. Probabilmente in alcuni di essi il turismo dovrà essere limitato o addirittura evitato”. “Si richiede, invece, alle imprese turistiche di ‘concepire e sviluppare la propria attività riducendo al minimo gli effetti negativi sulla protezione degli ecosistemi sensibili e dell’ambiente in generale contribuendo attivamente alla loro protezione e facendone beneficiare le comunità locali’".
“Infine, i turisti devono essere consapevoli del fatto che la loro presenza in un luogo non sempre è positiva. A questo scopo, essi devono essere informati sui benefici reali che comporta la conservazione della biodiversità ed educati al turismo sostenibile. (...) In nessun caso il territorio o il patrimonio storico-culturale delle destinazioni devono essere pregiudicati a favore del turista, adattandosi ai suoi gusti o desideri. Uno sforzo importante, che in modo particolare deve realizzare la pastorale del turismo, è l’educazione alla contemplazione, che aiuti i turisti a scoprire la traccia di Dio nella grande ricchezza della biodiversità”.
CON-SM/ VIS 20100630 (850)
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