Città
del Vaticano, 5 luglio 2014 (VIS). La Visita Pastorale del Santo
Padre alle Diocesi di Campobasso-Boiano ed Isernia-Venafro, sul tema:
"Dio non si stanca di perdonare", ha avuto inizio questa
mattina con l'incontro con il mondo del lavoro e dell'industria
nell'Aula Magna dell'Università degli Studi del Molise. Partito in
elicottero alle 7:45, all'arrivo all'eliporto dell'Università del
Molise a Campobasso, il Santo Padre è stato accolto dalle autorità
civili e religiose.
"Il
nostro Dio è il Dio delle sorprese. (...) Dio che rompe gli schemi.
E se noi non abbiamo il coraggio di rompere gli schemi, mai andremo
avanti perché il nostro Dio ci spinge a questo: essere creativi sul
futuro" - sono state le prime parole pronunciate dal Papa - "Il
luogo in cui ci troviamo è l'Università. E questo è significativo:
esprime l’importanza della ricerca e della formazione anche per
rispondere alle nuove complesse domande che l’attuale crisi
economica pone, sul piano locale, nazionale e internazionale. Lo
testimoniava poco fa il giovane agricoltore con la sua scelta di fare
il corso di laurea in agraria e di lavorare la terra 'per vocazione'.
Il restare del contadino sulla terra non è rimanere fisso, è fare
un dialogo, un dialogo fecondo, un dialogo creativo. È il dialogo
dell’uomo con la sua terra che la fa fiorire, la fa diventare per
tutti noi feconda. (...) Questa è una delle più grandi sfide della
nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il
creato. Io vedo l’America - la mia patria, pure: tante foreste,
spogliate, che diventano terra che non si può coltivare, che non può
dare vita. Questo è il peccato nostro: di sfruttare la terra e non
lasciare che lei ci dia quello che ha dentro, con il nostro aiuto
della coltivazione".
Il
Papa ha poi fatto riferimento ad un'altra sfida della nostra epoca:
conciliare i tempi del lavoro con i tempi della famiglia. "Questo
è un punto 'critico' - ha detto - un punto che ci permette di
discernere, di valutare la qualità umana del sistema economico in
cui ci troviamo. E all’interno di questo ambito si colloca anche la
questione della domenica lavorativa, che non interessa solo i
credenti, ma interessa tutti, come scelta etica. (...) La domanda è:
a che cosa vogliamo dare priorità? La domenica libera dal lavoro
(...) sta ad affermare che la priorità non è all’economico, ma
all’umano, al gratuito, alle relazioni non commerciali ma
familiari, amicali, per i credenti alla relazione con Dio e con la
comunità. Forse è giunto il momento di domandarci se quella di
lavorare alla domenica è una vera libertà".
"Cari
amici, oggi vorrei unire la mia voce - ha continuato il Pontefice - a
quella di tanti lavoratori e imprenditori di questo territorio nel
chiedere che possa attuarsi anche un 'patto per il lavoro' (...).
Tanti posti di lavoro potrebbero essere recuperati attraverso una
strategia concordata con le autorità nazionali, un 'patto per il
lavoro' che sappia cogliere le opportunità offerte dalle normative
nazionali ed europee".
Successivamente,
citando la parola chiave detta da un lavoratore: dignità, il Papa ha
affermato: "Non avere lavoro non è soltanto non avere il
necessario per vivere, no. Noi possiamo mangiare tutti i giorni:
andiamo alla Caritas, andiamo a questa associazione, andiamo al club,
andiamo là e ci danno da mangiare. Ma questo non è il problema. Il
problema è non portare il pane a casa: questo è grave, e questo
toglie la dignità! Questo toglie la dignità. E il problema più
grave non è la fame - anche se il problema c’è. Il problema più
grave è la dignità. Per questo dobbiamo lavorare e difendere la
nostra dignità, che dà il lavoro".
Infine
nel ricevere in dono un dipinto che rappresenta una maternità,
ringraziando, Papa Francesco ha detto: "Maternità comporta
travaglio, ma il travaglio del parto è orientato alla vita, è pieno
di speranza. Allora non solo vi ringrazio per questo dono, ma vi
ringrazio ancora di più per la testimonianza che esso contiene:
quella di un travaglio pieno di speranza".
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