Città
del Vaticano, 4 luglio 2014
(VIS). Poco prima delle 15:00, Papa Francesco è giunto al Santuario
dell'Addolorata di Castelpetroso per l'incontro con i giovani delle
Diocesi di Abruzzo e Molise. Dopo un momento di preghiera in privato
nel Santuario, il Papa si è recato sul Piazzale salutato da migliaia
di ragazzi e ragazze che ha ringraziato per l'entusiasmo e il clima
di festa che avevano saputo creare.
"Siete
aperti- con questo entusiasmo - alla speranza e desiderosi di
pienezza, desiderosi di dare significato al vostro futuro - ha
affermato il Pontefice - (...) di intravedere il cammino adatto per
ciascuno di voi e scegliere la via che vi porti serenità e
realizzazione umana. (...) Da un lato, siete alla ricerca di ciò che
veramente conta, che rimane stabile nel tempo ed è definitivo, siete
alla ricerca di risposte che illuminino la vostra mente e scaldino il
vostro cuore non soltanto per lo spazio di un mattino o per un breve
tratto di strada, ma per sempre. (...) Dall’altro lato, provate il
forte timore di sbagliare - è vero, chi cammina può sbagliare -,
provate la paura di coinvolgervi troppo nelle cose - l'avete sentita,
tante volte -, la tentazione di lasciare sempre aperta una piccola
via di fuga, che all’occorrenza possa aprire sempre nuovi scenari e
possibilità".
"La
società contemporanea e i suoi prevalenti modelli culturali - per
esempio, la 'cultura del provvisorio' - non offrono un clima
favorevole alla formazione di scelte di vita stabili con legami
solidi, costruiti su una roccia dell’amore, di responsabilità
piuttosto che sulla sabbia dell’emozione del momento - ha detto
Papa Francesco - L’aspirazione all’autonomia individuale è
spinta fino al punto da mettere sempre tutto in discussione e da
spezzare con relativa facilità scelte importanti e lungamente
ponderate, percorsi di vita liberamente intrapresi con impegno e
dedizione. Questo alimenta la superficialità nell’assunzione delle
responsabilità, poiché nel profondo dell’animo esse rischiano di
venir considerate come qualcosa di cui ci si possa comunque liberare.
Oggi scelgo questo, domani scelgo quell’altro… come va il vento
vado io; o quando finisce il mio entusiasmo, la mia voglia,
incomincio un’altra strada… E così si fa questo 'girare' la
vita, proprio del labirinto. Ma il cammino non è il labirinto!
Quando voi vi trovate a girare in un labirinto (...) fermatevi!
Cercate il filo per uscire dal labirinto; cercate il filo: non si può
bruciare la vita girando".
"Tuttavia,
cari giovani, il cuore dell’essere umano aspira a cose grandi, a
valori importanti, ad amicizie profonde, a legami che si
irrobustiscono nelle prove della vita anziché spezzarsi. L’essere
umano aspira ad amare e ad essere amato, (...) definitivamente. (...)
Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire nella vostra vita
cose grandi e solide! È questo che vi porta avanti. Non
accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il
coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi e di giocare in
pienezza il vostro futuro insieme a Gesù".
"Da
soli non possiamo farcela. Di fronte alla pressione degli eventi e
delle mode, da soli mai riusciremo a trovare la via giusta, e se
anche la trovassimo, non avremmo la forza sufficiente per
perseverare, per affrontare le salite e gli ostacoli imprevisti. E
qui entra l’invito del Signore Gesù: 'Se vuoi… seguimi'. Ci
invita per accompagnarci nel cammino, non per sfruttarci, non per
farci schiavi, ma per farci liberi. (...) Egli ci ama
definitivamente, ci ha scelti definitivamente, si è donato
definitivamente a ciascuno di noi. (...) Com’è bello poter
affrontare le alterne vicende dell’esistenza in compagnia di Gesù,
avere con noi la sua Persona e il suo messaggio! Egli non toglie
autonomia o libertà; al contrario, irrobustendo la nostra fragilità,
ci permette di essere veramente liberi, liberi di fare il bene, forti
di continuare a farlo, capaci di perdonare e capaci di chiedere
perdono".
"Una
parola che a me piace ripetere - ha detto ancora il Papa - perché
spesso la dimentichiamo: Dio non si stanca di perdonare. (...) Egli
perdona definitivamente, cancella e dimentica il nostro peccato se ci
rivolgiamo a Lui con umiltà e fiducia. Egli ci aiuta a non
scoraggiarci nelle difficoltà, a non considerarle insormontabili; e
allora, fidandoci di Lui, getterete nuovamente le reti per una pesca
sorprendente e abbondante, avrete coraggio e speranza anche
nell’affrontare le difficoltà derivanti dagli effetti della crisi
economica. Il coraggio e la speranza sono doti di tutti ma in
particolare si addicono ai giovani (...). Il futuro certamente è
nelle mani di Dio, le mani di un Padre provvidente. Questo non
significa negare le difficoltà e i problemi, ma vederli, questi sì,
come provvisori e superabili. Le difficoltà, le crisi, con l’aiuto
di Dio e la buona volontà di tutti possono essere superate, vinte,
trasformate".
"Non
voglio finire senza dire una parola su un problema che vi tocca, un
problema che voi vivete nell’attualità: la disoccupazione. (...)
Non possiamo rassegnarci a perdere tutta una generazione di giovani
che non hanno la forte dignità del lavoro! (...) Una generazione
senza lavoro è una sconfitta futura per la patria e per l’umanità.
Dobbiamo lottare contro questo. E aiutarci gli uni gli altri a
trovare una via di soluzione, di aiuto, di solidarietà. (...) E
questa parola solidarietà (...) è una parola cristiana: andare
avanti con il fratello per aiutare a superare i problemi. Coraggiosi,
con speranza e con solidarietà".
Infine,
ricordando che il Santuario della Madonna Addolorata fu "eretto
nel luogo dove due ragazze di questa terra, Fabiana e Serafina, nel
1888 ebbero una visione della Madre di Dio mentre lavoravano nei
campi", il Santo Padre ha affermato: "Maria è madre, ci
soccorre sempre: quando lavoriamo e quando siamo in cerca di lavoro,
quando abbiamo le idee chiare e quando siamo confusi, quando la
preghiera sgorga spontanea e quando il cuore è arido: Lei sempre è
lì ad aiutarci. Maria è Madre di Dio, madre nostra e madre della
Chiesa".
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