Città
del Vaticano, 4 luglio 2014
(VIS). La Visita Pastorale di Papa Francesco in Molise si è conclusa
con l'indizione dell'Anno Giubilare Celestiniano nella Piazza della
Cattedrale di Isernia. Ad Isernia infatti nacque Pietro del Morrone,
futuro papa Celestino V (fra il 1209 e il 1215-1296), canonizzato nel
1313, che, eletto nel conclave del 1292 - 1294, dopo solo cinque mesi
al soglio di Pietro, rinunciò al pontificato per ritornare alla vita
eremitica.
"Questo
è l’ultimo incontro di oggi - ha detto il Papa rivolgendosi alla
cittadinanza di Isernia - e si svolge in un luogo simbolico: la
Piazza della Cattedrale. La piazza è il luogo dove ci incontriamo
come cittadini, e la cattedrale è il luogo dove ci incontriamo con
Dio, ascoltiamo la sua Parola, per vivere da fratelli, cittadini e
fratelli. Nel cristianesimo non c’è contrapposizione tra sacro e
profano, in questo senso: cittadini e fratelli".
"C’è
un’idea forte - ha proseguito il Pontefice - che mi ha colpito,
pensando all’eredità di san Celestino V. Lui, come san Francesco
di Assisi, ha avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio, e
del fatto che la misericordia di Dio rinnova il mondo. Pietro del
Morrone, come Francesco d’Assisi, conoscevano bene la società del
loro tempo, con le sue grandi povertà. Erano molto vicini alla
gente, al popolo. Avevano la stessa compassione di Gesù verso tante
persone affaticate e oppresse; ma non si limitavano a dispensare
buoni consigli, o pietose consolazioni. Loro per primi hanno fatto
una scelta di vita controcorrente, hanno scelto di affidarsi alla
Provvidenza del Padre, non solo come ascesi personale, ma come
testimonianza profetica di una Paternità e di una fraternità, che
sono il messaggio del Vangelo di Gesù Cristo".
"E
sempre mi colpisce che con questa loro compassione forte per la
gente, questi santi hanno sentito il bisogno di dare al popolo la
cosa più grande, la ricchezza più grande: la misericordia del
Padre, il perdono. 'Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li
rimettiamo ai nostri debitori'. In queste parole del Padre nostro c’è
tutto un progetto di vita, basato sulla misericordia. La
misericordia, l’indulgenza, la remissione dei debiti, non è solo
qualcosa di devozionale, di intimo, un palliativo spirituale (...). È
la profezia di un mondo nuovo (...) in cui i beni della terra e del
lavoro siano equamente distribuiti e nessuno sia privo del
necessario, perché la solidarietà e la condivisione sono la
conseguenza concreta della fraternità. Questi due Santi hanno dato
l’esempio. Loro sapevano che, come chierici - uno era diacono,
l’altro vescovo, vescovo di Roma -, come chierici, tutti e due
dovevano dare l’esempio di povertà, di misericordia e di
spogliamento totale di sé stessi".
"Ecco
allora il senso di una nuova cittadinanza, che sentiamo fortemente
qui, in questa piazza davanti alla Cattedrale, da dove ci parla la
memoria di san Pietro del Morrone Celestino V. Ecco il senso
attualissimo dell’Anno giubilare, di quest’anno giubilare
Celestiniano, che da questo momento dichiaro aperto, e durante il
quale sarà spalancata per tutti la porta della divina misericordia.
Non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi
problemi, è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore come forza
di purificazione delle coscienze, forza di rinnovamento dei rapporti
sociali, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone
al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro
e il profitto".
"Siamo
tutti consapevoli - ha ribadito il Pontefice - che questa strada non
è quella del mondo; non siamo dei sognatori, degli illusi, né
vogliamo creare oasi fuori dal mondo. Crediamo piuttosto che questa
strada è quella buona per tutti, è la strada che veramente ci
avvicina alla giustizia e alla pace. Ma sappiamo anche che siamo
peccatori, che noi per primi siamo sempre tentati di non seguire
questa strada e di conformarci alla mentalità del mondo, alla
mentalità del potere, alla mentalità delle ricchezze. Perciò ci
affidiamo alla misericordia di Dio, e ci impegniamo a compiere con la
sua grazia frutti di conversione e opere di misericordia. Queste due
cose: convertirsi e fare opere di misericordia. Questo è il motivo
conduttore di quest’anno, di quest’anno giubilare Celestiniano.
Ci accompagni e ci sostenga sempre in questo cammino la Vergine
Maria, Madre di Misericordia".
Infine,
alle 19:30 il Santo Padre, ripartito in elicottero dalla Caserma dei
Vigili del Fuoco di Isernia, è rientrato in Vaticano alle 20:15.
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