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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 23 settembre 2013

IL PAPA IN SARDEGNA: NON LASCIATEVI RUBARE LA SPERANZA, LOTTATE PER IL LAVORO

Città del Vaticano, 22 settembre 2013 (VIS). Questa mattina Papa Francesco si è recato in visita pastorale a Cagliari. È la seconda Visita pastorale in Italia, dopo quella a Lampedusa, l'8 luglio scorso. Entrambe le isole vivono grandi difficoltà: Lampedusa, meta di emigranti che fuggono da paesi in conflitto, la Sardegna colpita dalla mancanza di lavoro per la chiusura di molte fabbriche.

Il Papa si è trasferito dall'aeroporto di Cagliari a Largo Carlo Felice, dove con le Autorità religiose e civili, era ad attenderlo una grande folla che issava striscioni chiedendo lavoro. Prima di tenere il suo discorso, Papa Francesco ha ascoltato le parole di un giovane disoccupato, di una imprenditrice e di un sindacalista. Papa Francesco ha lasciato da parte il testo preparato e si è rivolto ai presenti improvvisando.

"Con questo incontro - ha detto il Papa - desidero soprattutto esprimervi la mia vicinanza, specialmente alle situazioni di sofferenza: a tanti giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie, agli imprenditori e commercianti che fanno fatica ad andare avanti. È una realtà che conosco bene per l’esperienza avuta in Argentina. Io non l’ho conosciuta, ma la mia famiglia sì: mio papà, giovane, è andato in Argentina pieno di illusioni a 'farsi l’America'. E ha sofferto la terribile crisi degli anni trenta. Hanno perso tutto! Non c’era lavoro! E io ho sentito, nella mia infanzia, parlare di questo tempo, a casa… Io non l’ho visto, non ero ancora nato, ma ho sentito dentro casa questa sofferenza, parlare di questa sofferenza. Conosco bene questo! Ma devo dirvi: 'Coraggio!'. Ma anche sono cosciente che devo fare tutto da parte mia, perché questa parola 'coraggio' non sia una bella parola di passaggio! Non sia soltanto un sorriso di impiegato cordiale, un impiegato della Chiesa che viene e vi dice: 'Coraggio!'. No! Questo non lo voglio! Io vorrei che questo coraggio venga da dentro e mi spinga a fare di tutto come Pastore, come uomo. Dobbiamo affrontare con solidarietà, fra voi - anche fra noi -, tutti con solidarietà e intelligenza questa sfida storica".

"Questa è la seconda città che visito in Italia. È curioso: tutte e due - la prima e questa - sono isole. Nella prima ho visto la sofferenza di tanta gente che cerca, rischiando la vita, dignità, pane, salute: il mondo dei rifugiati. E ho visto la risposta di quella città, che - essendo isola - non ha voluto isolarsi e riceve quello, lo fa suo; ci dà un esempio di accoglienza: sofferenza e risposta positiva. Qui, in questa seconda città, isola che visito, anche qui trovo sofferenza. Una sofferenza che uno di voi ha detto che 'ti indebolisce e finisce per rubarti la speranza'. Una sofferenza - la mancanza di lavoro - che ti porta - scusatemi se sono un po’ forte, ma dico la verità - a sentirti senza dignità! Dove non c’è lavoro, manca la dignità! E questo non è un problema della Sardegna soltanto - ma c’è forte qui! - non è un problema soltanto dell’Italia o di alcuni Paesi di Europa, è la conseguenza di una scelta mondiale, di un sistema economico che porta a questa tragedia; un sistema economico che ha al centro un idolo, che si chiama denaro".

"Dio ha voluto che al centro del mondo non sia un idolo, sia l’uomo, l’uomo e la donna, che portino avanti, col proprio lavoro, il mondo. Ma adesso, in questo sistema senza etica, al centro c’è un idolo e il mondo è diventato idolatra di questo 'dio-denaro'. Comandano i soldi! Comanda il denaro! Comandano tutte queste cose che servono a lui, a questo idolo. E cosa succede? Per difendere questo idolo si ammucchiano tutti al centro e cadono gli estremi, cadono gli anziani perché in questo mondo non c’è posto per loro! Alcuni parlano di questa abitudine di 'eutanasia nascosta', di non curarli, di non averli in conto… (...) E cadono i giovani che non trovano il lavoro e la loro dignità. Ma pensa, in un mondo dove i giovani - due generazioni di giovani - non hanno lavoro. Non ha futuro questo mondo. Perché? Perché loro non hanno dignità! È difficile avere dignità senza lavorare".

"Questa è la vostra sofferenza qui. Questa è la preghiera che voi di là gridavate: 'Lavoro', 'Lavoro', 'Lavoro'. È una preghiera necessaria. Lavoro vuol dire dignità, lavoro vuol dire portare il pane a casa, lavoro vuol dire amare! Per difendere questo sistema economico idolatrico si instaura la 'cultura dello scarto': si scartano i nonni e si scartano i giovani. E noi dobbiamo dire 'no' a questa 'cultura dello scarto'. Noi dobbiamo dire: 'Vogliamo un sistema giusto! un sistema che ci faccia andare avanti tutti'. Dobbiamo dire: 'Noi non vogliamo questo sistema economico globalizzato, che ci fa tanto male!'. Al centro ci deve essere l’uomo e la donna, come Dio vuole, e non il denaro!".

"Io avevo scritto alcune cose per voi, ma, guardandovi, sono venute queste parole. (...) Ma ho preferito dirvi quello che mi viene dal cuore guardandovi in questo momento! Guardate è facile dire non perdere la speranza. Ma a tutti, a tutti voi, quelli che avete lavoro e quelli che non avete lavoro, dico: 'Non lasciatevi rubare la speranza! (...) Forse la speranza è come le braci sotto la cenere; aiutiamoci con la solidarietà, soffiando sulle ceneri, perché il fuoco venga un’altra volta. Ma la speranza ci porta avanti. Quello non è ottimismo, è un’altra cosa. Ma la speranza non è di uno, la speranza la facciamo tutti! La speranza dobbiamo sostenerla fra tutti, tutti voi e tutti noi che siamo lontani. (...) Per questo vi dico: 'Non lasciatevi rubare la speranza!'. Ma siamo furbi, perché il Signore ci dice che gli idoli sono più furbi di noi. Il Signore ci invita ad avere la furbizia del serpente, con la bontà della colomba. Abbiamo questa furbizia e diciamo le cose col proprio nome. In questo momento, nel nostro sistema economico, nel nostro sistema proposto globalizzato di vita, al centro c’è un idolo e questo non si può fare! Lottiamo tutti insieme perché al centro, almeno della nostra vita, sia l’uomo e la donna, la famiglia, tutti noi, perché la speranza possa andare avanti…”.

"Adesso vorrei finire - ha detto infine Papa Francesco - pregando con tutti voi, in silenzio, (...) Io dirò quello che mi viene dal cuore e voi, in silenzio, pregate con me. 'Signore Dio guardaci! Guarda questa città, questa isola. Guarda le nostre famiglie. Signore, a Te, non è mancato il lavoro, hai fatto il falegname, Eri felice. Signore, ci manca il lavoro. Gli idoli vogliono rubarci la dignità. I sistemi ingiusti vogliono rubarci la speranza. Signore, non ci lasciare soli. Aiutaci ad aiutarci fra noi; che dimentichiamo un po’ l’egoismo e sentiamo nel cuore il 'noi', noi popolo che vuole andare avanti. Signore Gesù, a Te non mancò il lavoro, dacci lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro e benedici tutti noi'".


MANTENETE SEMPRE ACCESA LA LUCE DELLA SPERANZA

Città del Vaticano, 22 settembre 2013 (VIS). Alle 10:00 di questa mattina, dopo il saluto alle Autorità che lo attendevano nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria, il Santo Padre ha salutato un gruppo di malati. Alle 10:45 si è diretto al piazzale antistante il Santuario per presiedere la celebrazione della Santa Messa con l'Arcivescovo di Cagliari S.E.Monsignor Arrigo Miglio. Nell'omelia il Papa si è soffermato nuovamente sulla mancanza di lavoro, sulla precarietà e sull'incertezza del futuro sperimentate dagli abitanti della Sardegna. necessaria - ha detto - la collaborazione leale di tutti, con l’impegno dei responsabili delle istituzioni - anche la Chiesa - per assicurare alle persone e alle famiglie i diritti fondamentali, e far crescere una società più fraterna e solidale. Assicurare il diritto al lavoro, il diritto a portare pane a casa, pane guadagnato col lavoro!".

Papa Francesco ha assicurato i presenti della sua vicinanza incoraggiandoli "a perseverare nella testimonianza dei valori umani e cristiani così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione. Mantenete sempre accesa la luce della speranza!". "Maria - ha proseguito il Pontefice - ci insegna ad avere piena fiducia in Dio, nella sua misericordia. (...) Oggi sono venuto in mezzo a voi, anzi siamo venuti tutti insieme per incontrare lo sguardo di Maria, perché lì è come riflesso lo sguardo del Padre, che la fece Madre di Dio, e lo sguardo del Figlio dalla croce, che la fece Madre nostra. E con quello sguardo oggi Maria ci guarda. Abbiamo bisogno del suo sguardo di tenerezza, del suo sguardo materno che ci conosce meglio di chiunque altro, del suo sguardo pieno di compassione e di cura".

Papa Francesco ha incoraggiato la popolazione della Sardegna affermando che nonostante le difficoltà, non deve dimenticare che: "Non siamo soli, siamo in tanti, siamo un popolo, e lo sguardo della Madonna ci aiuta a guardarci tra noi in modo fraterno". Maria "ci invita ad essere veri fratelli. E non permettiamo che qualcosa o qualcuno si frapponga tra noi e lo sguardo della Madonna. Madre, donaci il tuo sguardo! Nessuno ce lo nasconda!".

Al termine della Celebrazione Eucaristica il Santo Padre ha recitato l'Angelus con i fedeli e i pellegrini presenti che ha raccomandato a Maria, Nostra Signora di Bonaria. Nel ricordare i numerosi santuari mariani della Sardegna e il forte legame con Maria del popolo sardo "un legame che esprimete nella vostra devozione e nella vostra cultura", Papa Francesco ha avuto parole di esortazione ed ha detto: "Siate sempre veri figli di Maria e della Chiesa, e dimostratelo con la vostra vita, seguendo l'esempio dei santi!". A questo proposito il Papa ha ricordato che sabato 21 settembre, a Bergamo, è stato proclamato Beato il frate cappuccino Tommaso Acerbis da Olera.


PAPA FRANCESCO AI DETENUTI: TUTTI SIAMO UGUALI DAVANTI AL PADRE

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). "Grazie a tutti per essere qui, oggi. Nei vostri volti vedo fatica, ma vedo anche speranza. Sentitevi amati dal Signore, e anche da tante persone buone, che con le loro preghiere e con le loro opere aiutano ad alleviare le sofferenze del prossimo. Io mi sento a casa in mezzo a voi. (...) Qui sentiamo in modo forte e concreto che siamo tutti fratelli. Qui l’unico Padre è il Padre nostro celeste, e l’unico Maestro è Gesù Cristo. Allora la prima cosa che volevo condividere con voi è proprio questa gioia di avere Gesù come Maestro, come modello di vita. Guardiamo a Lui! Tutti noi abbiamo difficoltà, tutti. (...) Tutti noi che siamo qui - tutti - abbiamo miserie (...) fragilità. Nessuno qui è migliore dell'altro. Tutti siamo uguali davanti al Padre, tutti!".

Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai detenuti ed ai bisognosi assistiti dalla Caritas, riuniti, nel pomeriggio di ieri, nella Cattedrale di Cagliari.

"E guardando Gesù noi vediamo che Lui ha scelto la via dell’umiltà e del servizio. (...) Gesù non è stato indeciso, non è stato 'qualunquista': ha fatto una scelta e l’ha portata avanti fino in fondo. Ha scelto di farsi uomo, e come uomo di farsi servo, fino alla morte di croce. Questa è la via dell’amore: non c’è un’altra. Perciò vediamo che la carità non è un semplice assistenzialismo, e meno un assistenzialismo per tranquillizzare le coscienze. No, quello non è amore, quello è negozio (...). L’amore è gratuito. La carità, l’amore è una scelta di vita (...) Non c’è un’altra via per questo amore: essere umili e solidali. Questa parola, 'solidarietà', in questa cultura dello scarto - quello che non serve si butta fuori - per rimanere soltanto quelli che si sentono giusti, che si sentono puri, che si sentono puliti. Poveretti! Questa parola, 'solidarietà', rischia di essere cancellata dal dizionario, perché è una parola che dà fastidio (...). Perché? Perché ti obbliga a guardare all’altro e darti all’altro con amore".

"E noi no, noi diciamo: questa è la via, l’umiltà e la solidarietà. Perché? L’abbiamo inventata noi preti? No! È di Gesù: Lui l’ha detto! (...) L’umiltà di Cristo non è un moralismo, un sentimento. L’umiltà di Cristo è reale, è la scelta di essere piccolo, di stare con i piccoli, con gli esclusi, di stare fra noi, peccatori tutti. Attenzione, non è un’ideologia! È un modo di essere e di vivere che parte dall’amore, parte dal cuore di Dio".

"Ma non basta guardare, bisogna seguire! (...). Gesù non è venuto nel mondo a fare una sfilata, per farsi vedere. (...) Gesù è la via, e una via serve per camminare, per percorrerla. Allora io voglio anzitutto ringraziare il Signore per il vostro impegno nel seguirlo, anche nella fatica, nella sofferenza, tra le mura di un carcere. (...) Voglio ringraziarlo per tutti voi che vi dedicate generosamente, qui a Cagliari e in tutta la Sardegna, alle opere di misericordia. Desidero incoraggiarvi a continuare su questa strada, ad andare avanti insieme, cercando di conservare anzitutto la carità tra di voi. (...) Dobbiamo fare le opere di misericordia, ma con misericordia! (...) Le opere di carità con carità, con tenerezza, e sempre con umiltà!".

"A volte - ha affermato il Papa - si trova anche l’arroganza nel servizio ai poveri! Sono sicuro che voi l’avete vista. (...) Alcuni si fanno belli, si riempiono la bocca con i poveri; alcuni strumentalizzano i poveri per interessi personali o del proprio gruppo. Lo so, questo è umano, ma non va bene! Non è di Gesù, questo. E dico di più: questo è peccato! È peccato grave, perché è 'usare' i bisognosi, quelli che hanno bisogno, che sono la carne di Gesù, per la mia vanità. Uso Gesù per la mia vanità, e questo è peccato grave! Sarebbe meglio che queste persone rimanessero a casa!".
Per seguire Gesù sulla via della carità è necessario "andare con Lui alle periferie esistenziali. (...) Per il buon Pastore ciò che (...) è sperduto e disprezzato è oggetto di una cura maggiore, e la Chiesa non può che far sua questa predilezione e questa attenzione. Nella Chiesa, i primi sono quelli che hanno più necessità, umana, spirituale, materiale, più necessità".

"E seguendo Cristo sulla via della carità, noi seminiamo speranza. (...) Chi ha responsabilità politiche e civili ha il proprio compito, che come cittadini bisogna sostenere in modo attivo. Alcuni membri della comunità cristiana sono chiamati ad impegnarsi in questo campo della politica, che è una forma alta di carità, come diceva Paolo VI. Ma come Chiesa abbiamo tutti una responsabilità forte che è quella di seminare la speranza con opere di solidarietà, sempre cercando di collaborare nel modo migliore con le pubbliche istituzioni, nel rispetto delle rispettive competenze. La Caritas è espressione della comunità, e la forza della comunità cristiana è far crescere la società dall’interno, come il lievito. (...) Non lasciatevi rubare la speranza e andate avanti! (...) Al contrario: seminare speranza!".

Al termine dell'incontro Papa Francesco ha salutato le suore di clausura della città di Cagliari incoraggiandole ad andare avanti con la certezza che "il Signore vi ha chiamate per sostenere la Chiesa con la preghiera".



IN TEMPI DI CRISI L'UNIVERSITÀ ALIMENTA LA SPERANZA

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nell'Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica Regionale di Cagliari, diretta dalla Comunità religiosa dei Gesuiti, il Papa ha incontrato il mondo della cultura. Papa Francesco ha parlato della necessità di trovare cammini di speranza, che aprano orizzonti nuovi nella nostra società. Della solidarietà come modo di fare la storia, come ambito vitale nel quale i conflitti, le tensioni e le contrapposizioni raggiungano un'armonia che genera vita. E dell'Università, punto di incontro fra chi crede e chi non crede, impegnandosi affinché la fede dia il suo contributo, senza mai ridurre lo spazio della ragione.

Il Santo Padre ha ricordato il brano del Vangelo dei discepoli di Emmaus ed ha offerto alcune riflessioni scegliendo tre parole chiave: disillusione, rassegnazione, speranza, che contraddistinguono anche gli uomini della società attuale. "Quando parliamo di crisi - ha sottolineato il Papa - parliamo di pericoli, ma anche di opportunità. (...) Certo, ogni epoca della storia porta in sé elementi critici, ma, almeno negli ultimi quattro secoli, non si sono viste così scosse le certezze fondamentali che costituiscono la vita degli esseri umani come nella nostra epoca".

"Di fronte alla crisi ci può essere la rassegnazione, il pessimismo verso ogni possibilità di efficace intervento. (...) La crisi può diventare momento di purificazione e di ripensamento dei nostri modelli economico-sociali e di una certa concezione del progresso che ha alimentato illusioni, per recuperare l’umano in tutte le sue dimensioni. Il discernimento non è cieco, né improvvisato: si realizza sulla base di criteri etici e spirituali, implica l’interrogarsi su ciò che è buono, il riferimento ai valori propri di una visione dell’uomo e del mondo, una visione della persona in tutte le sue dimensioni, soprattutto in quella spirituale, trascendente; non si può considerare mai la persona come 'materiale umano'! Questa è forse la proposta nascosta del funzionalismo". Papa Francesco ha sottolineato l'importanza della funzione dell'Università, come luogo di "sapienza" che forma al discernimento per alimentare la speranza. L'Università "come luogo in cui si elabora la cultura della prossimità" e come "luogo di formazione alla solidarietà".

"Pensando a questa realtà dell’incontro nella crisi, ho trovato nei politici giovani - ha detto il Papa - un’altra maniera di pensare la politica. Non dico migliore o non migliore ma un’altra maniera. Parlano diversamente, stanno cercando… la musica loro è diversa dalla musica nostra. Non abbiamo paura! Sentiamoli, parliamo con loro. Loro hanno un’intuizione: apriamoci alla loro intuizione. È l’intuizione della vita giovane. Dico i politici giovani perché è quello che ho sentito, ma i giovani in genere cercano questa chiave diversa. Per aiutarci all’incontro, ci aiuterà sentire la musica di questi politici, 'scientifici', pensatori giovani".

AI GIOVANI DELLA SARDEGNA: NON VENDETE LA VOSTRA GIOVENTÙ AI MERCENTI DI MORTE!

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). L'ultimo incontro della Visita Pastorale del Papa a Cagliari è stato quello con i giovani che, alle 17:00, lo attendevano a Largo Carlo Felice, dove, nella mattinata, si era svolto l'incontro con il mondo del lavoro.

Papa Francesco ha commentato il brano evangelico della pesca miracolosa, di cui era stata data lettura, invitando i presenti a non lasciarsi mai vincere dal pessimismo e dalla sfiducia. "Quando un giovane sente la sfiducia della vita, quando un giovane perde la speranza, dove va a trovare un po' di tranquillità, un po' di pace? Senza fiducia, senza speranza, senza gioia? Voi sapete, questi mercanti di morte, quelli che vendono morte ti offrono una strada per quando voi siete tristi, senza speranza, senza fiducia, senza coraggio! Per favore, non vendere la tua gioventù a questi che vendono morte! Voi mi capite di che cosa sto parlando!".
"Fidarsi di Gesù, - ha proseguito il Pontefice - E quando dico questa cosa, io voglio essere sincero e dirvi: io non vengo qui a vendervi un’illusione. Io vengo qui a dire: c’è una Persona che può portarti avanti: fidati di Lui! È Gesù! (...) E Gesù non è un’illusione! (...) Le difficoltà non devono spaventarvi (...) Prendete il largo e calate le reti (...). Siate sempre più docili alla Parola del Signore: è Lui, è la sua Parola, è il seguirlo che rende fruttuoso il vostro impegno di testimonianza. quando gli sforzi per risvegliare la fede tra i vostri amici sembrano inutili, (...) Ricordatevi che con Gesù tutto cambia. La Parola del Signore ha riempito le reti, e la Parola del Signore rende efficace il lavoro missionario dei discepoli. Seguire Gesù è impegnativo, vuol dire non accontentarsi di piccole mete, del piccolo cabotaggio, ma puntare in alto con coraggio! (...) Quando tutto sembra fermo e stagnante, quando i problemi personali ci inquietano, i disagi sociali non trovano le dovute risposte, non è buono darsi per vinti. La strada è Gesù: farlo salire sulla nostra 'barca' e prendere il largo con Lui! (...). La fede in Gesù conduce a una speranza che va oltre, a una certezza fondata non soltanto sulle nostre qualità e abilità, ma sulla Parola di Dio, sull’invito che viene da Lui. Senza fare troppi calcoli umani e non preoccuparsi di verificare se la realtà che vi circonda coincide con le vostre sicurezze. Prendete il largo, uscite da voi stessi; uscire dal nostro piccolo mondo e aprirci a Dio, per aprirci sempre più anche ai fratelli".

"Io voglio raccontarvi un’esperienza personale. Ieri ho fatto il 60° anniversario del giorno in cui ho sentito la voce di Gesù nel mio cuore. (...) Il Signore mi ha fatto sentire fortemente che dovevo andare per quella strada. Avevo 17 anni. (...) Soltanto vi dico questo: non mi sono pentito! Non mi sono pentito! (...) perché sempre, anche nei momenti più bui, nei momenti del peccato, nei momenti della fragilità, nei momenti di fallimento, ho guardato Gesù e mi sono fidato di Lui, e Lui non mi ha lasciato da solo".

Prima della Benedizione il Santo Padre ha ricordato l'attentato suicida di oggi, all'uscita da una Chiesa a Peshawar (Pakistan) ed ha detto: "Ci sono scelte sbagliate, scelte sbagliate, perché ci sono scelte di distruzione. Oggi, in Pakistan, per una scelta sbagliata, di odio, di guerra, è stato fatto un attentato e sono morte 70 persone. Questa strada non va, non serve. Soltanto la strada della pace, che costruisce un mondo migliore! Ma se non lo fate voi, se non lo fate voi - ha detto Papa Francesco ai giovani - non lo farà un altro! Questo è il problema, e questa è la domanda che io vi lascio: 'Sono disposto, sono disposta a prendere una strada per costruire un mondo migliore?'. Soltanto questo. E preghiamo un Padre Nostro per tutte queste persone che sono morte in questo attentato del Pakistan. (...) Che la Madonna ci aiuti sempre a lavorare per un mondo migliore, a prendere la strada della costruzione, la strada della pace, e mai la strada della distruzione e la strada della guerra".

Al termine dell’incontro con i giovani, il Santo Padre Francesco si è trasferito in auto all’aeroporto di Cagliari-Elmas per rientrare in Vaticano, dove è giunto poco dopo le 20:00.

COMUNICARE IL VOLTO DI UNA CHIESA CHE SIA LA "CASA PER TUTTI"

Città del Vaticano, 21 settembre 2013 (VIS). Dal 19 al 21 settembre si è tenuta l'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali sul tema: "La rete e la Chiesa". Questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Dicastero e i partecipanti all'Assemblea Plenaria, sono stati ricevuti in udienza dal Papa che nel suo discorso ha presentato tre riflessioni: l'importanza della comunicazione per la Chiesa; che ruolo deve avere la Chiesa con le sue realtà operative e comunicative; siamo capaci, nel contesto comunicativo, di portare Cristo, di portare all’incontro con Cristo.

Relativamente al primo punto Papa Francesco, nel ricordare che quest'anno ricorrono i 50 anni dell'approvazione del Decreto Conciliare Inter mirifica, ha sottolineato che: "Non si tratta solo di un ricordo; quel Documento esprime l’attenzione della Chiesa alla comunicazione e ai suoi strumenti, importanti anche in una dimensione evangelizzatrice. Negli ultimi decenni i mezzi di comunicazione si sono molto evoluti, ma questa sollecitudine rimane, assumendo nuove sensibilità e forme. Il panorama comunicativo è diventato a poco a poco per molti un 'ambiente di vita', una rete dove le persone comunicano, dilatano i confini delle proprie conoscenze e delle proprie relazioni".

"In ogni situazione, al di là delle tecnologie - ha detto il Papa riferendosi al ruolo della Chiesa e dei mezzi di comunicazione - , credo che l’obiettivo sia quello di sapersi inserire nel dialogo con gli uomini e le donne di oggi, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze. Sono uomini e donne a volte un po’ delusi da un cristianesimo che a loro sembra sterile, in difficoltà proprio nel comunicare in modo incisivo il senso profondo che dona la fede. In effetti, noi assistiamo, proprio oggi, nell’era della globalizzazione, ad una crescita del disorientamento (...). È importante, allora, saper dialogare, entrando, con discernimento, anche negli ambiti creati dalle nuove tecnologie, nelle reti sociali, per far emergere una presenza, una presenza che ascolta, dialoga, incoraggia. Non abbiate timore di essere questa presenza, portando la vostra identità cristiana nel farvi cittadini di questo ambiente. Una Chiesa che accompagna il cammino, sa mettersi in cammino con tutti!".

una sfida quella che tutti noi affrontiamo insieme, in questo contesto comunicativo, e la problematica non è principalmente tecnologica. Ci dobbiamo domandare - e qui vengo al terzo passaggio -: siamo capaci, anche in questo campo, di portare Cristo, di portare all’incontro con Cristo? Siamo capaci di comunicare il volto di una Chiesa che sia la 'casa' per tutti? (...) Anche nel contesto della comunicazione serve una Chiesa che riesca a portare calore, ad accendere il cuore. (...) Abbiamo un tesoro prezioso da trasmettere, un tesoro che porta luce e speranza. (...) Il grande continente digitale non è semplicemente tecnologia, ma è formato da uomini e donne reali che portano con sé ciò che hanno dentro, le proprie speranze, le proprie sofferenze, le proprie ansie, la ricerca del vero, del bello e del buono. C’è bisogno di saper indicare e portare Cristo, condividendo queste gioie e speranze, come Maria che ha portato Cristo al cuore dell’uomo; c’è bisogno di saper entrare nella nebbia dell’indifferenza senza perdersi; c’è bisogno di scendere anche nella notte più buia senza essere invasi dal buio e smarrirsi; di ascoltare le illusioni di tanti, senza lasciarsi sedurre; di accogliere le delusioni, senza cadere nell’amarezza; di toccare la disintegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità".

"È importante l’attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo, nella consapevolezza, però, che noi siamo mezzi e che il problema di fondo non è l’acquisizione di sofisticate tecnologie, anche se necessarie ad una presenza attuale e valida. Sia sempre ben chiaro in noi - ha concluso Papa Francesco - che il Dio in cui crediamo, un Dio appassionato per l’uomo, vuole manifestarsi attraverso i nostri mezzi, anche se sono poveri, perché è Lui che opera, è Lui che trasforma, è Lui che salva la vita dell’uomo. Preghiamo perché il Signore riscaldi il nostro cuore e ci sostenga nell’affascinante missione di portarlo al mondo".


CONCISTORO CANONIZZAZIONE GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II

Città del Vaticano, 21 settembre 2013 (VIS). L'Ufficio delle celebrazioni liturgiche rende noto che lunedì 30 settembre 2013, alle ore 10.00, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, avrà luogo, durante la celebrazione dell’Ora Terza, il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII, Papa e Giovanni Paolo II, Papa.


UDIENZE

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Juan Carlos Gamarra, Ambasciatore del Perù, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- Il Cardinale George Alencherry, Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro Malabaresi (India).

- Il Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima (Perù).

- Il Vescovo Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti (Italia), e Seguito.

- Il Signor Camilo Rey.

- L'Arcivescovo Cyprian Kizito Lwanga, di Kampala (Uganda).

Sabato 21 settembre il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Cardinale Marc Oullet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.



ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Shelton J. Fabre, Vescovo di Houma-Thibodaux (superficie: 9.062; popolazione: 221.500; cattolici: 126.000; sacerdoti: 79; religiosi: 36; diaconi permanenti: 40), Stati Uniti d'America. Finora Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di New Orleans (Stati Uniti d'America), succede al Vescovo Sam G. Jacobs, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato l'Arcivescovo Martin Krebs Nunzio Apostolico in Fiji, Samoa e Vanuatu, attualmente Nunzio Apostolico in Nuova Zelanda, Isole Cook, Kiribati, Palau, Stati Federati di Micronesia e Delegato Apostolico nell'Oceano Pacifico.

Sabato 21 settembre il Santo Padre:

- Ha accolto la rinunzia presentata, per raggiunti limiti d'età, dal Cardinale Manuel Monteiro de Castro, all'incarico di Penitenziere Maggiore.

- Ha nominato il Cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore, finora Prefetto della Congregazione per il Clero.

- Nella Congregazione per la Dottrina della Fede: ha confermato Prefetto l'Arcivescovo-Vescovo Gerhard Ludwig Müller, emerito di Regensburg (Germania); Segretario l'Arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer; ha nominato Segretario Aggiunto l'Arcivescovo Joseph Augustine Di Noia, finora Vice Presidente della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei"; ha confermato i Membri ed i Consultori; ha nominato Consultore il Vescovo Giuseppe Sciacca, Segretario Aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

- Nella Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli: ha confermato Prefetto il Cardinale Fernando Filoni; Segretario l'Arcivescovo Savio Hon Tai-Fai; Segretario Aggiunto l'Arcivescovo-Vescovo Protase Rugambwa, emerito di Kigoma (Tanzania), ha inoltre confermato i Membri ed i Consultori.

- Nella Congregazione per il Clero: ha nominato Prefetto l'Arcivescovo Beniamino Stella, finora Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica; ha confermato Segretario l'Arcivescovo Celso Morga Iruzubieta; ha nominato Segretario per i Seminari il Vescovo Jorge Carlos Patrón Wong, finora Vescovo di Papantla (Messico), elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo.

- Nell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica: ha nominato il Monsignor Mauro Rivella, Delegato della Sezione Ordinaria.

- Ha nominato l'Arcivescovo Nikola Eterovic, Nunzio Apostolico in Germania, finora Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.

- Ha nominato l'Arcivescovo Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, finora Segretario della Congregazione per i Vescovi.
- Ha nominato l'Arcivescovo Miroslaw Adamczyk, Nunzio Apostolico in Sierra Leone, attualmente Nunzio Apostolico in Liberia e in Gambia.

- Ha nominato il Monsignor Giampiero Gloder, Nunzio Apostolico e Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, finora Consigliere di Nunziatura e Capo Ufficio con incarichi speciali nella Segreteria di Stato, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo.

venerdì 20 settembre 2013

HONDURAS: CONTINUARE L’IMPEGNO PER FAVORIRE NEL PAESE LA RICONCILIAZIONE ED IL BENE COMUNE

Città del Vaticano, 20 settembre 2013 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente della Repubblica di Honduras, Signor Porfirio Lobo Sosa, è stato ricevuto in Udienza da Sua Santità Francesco. Successivamente ha incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato dall'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i cordiali colloqui, è stato espresso compiacimento per le buone relazioni tra Honduras e Santa Sede e per il dono di una statua di Nuestra Señora de Suyapa, Patrona della Nazione, offerta al Pontefice dal Capo dello Stato, che è stata collocata nei Giardini vaticani. Ci si è poi soffermati sul prezioso contributo che la Chiesa dà al Paese, specialmente in campo educativo e sanitario, come pure nei settori della carità e del contrasto alla povertà ed alla criminalità organizzata.

Nel prosieguo della conversazione si sono toccati alcuni temi etici quali la difesa della vita umana e della famiglia. È stata inoltre rilevata l’importanza di continuare l’impegno per favorire nel Paese la riconciliazione ed il bene comune.


LE CONSEGUENZE SOCIALI ED ETICHE DELLA CRISI ECONOMICA E L'IMPEGNO PER LA PACE TEMI CENTRALI DELLA VISITA DEL PRESIDENTE D'UNGHERIA AL PAPA

Città del Vaticano, 20 settembre 2013 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Signor, János Áder, Presidente d’Ungheria, che successivamente ha incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato dall’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nel corso dei colloqui, svoltisi in un clima di cordialità, dopo aver evocato la lunga tradizione cristiana dell’Ungheria, è stata espressa soddisfazione per le buone relazioni bilaterali e per la proficua collaborazione tra la Chiesa cattolica e lo Stato, sancita anche dagli Accordi vigenti.

Ci si è poi soffermati sulla situazione internazionale, particolarmente sulle persistenti conseguenze in Europa della crisi economica internazionale, come pure sulla necessità di affrontarne gli aspetti etici e sociali. In tale contesto è stato illustrato l’impegno del Governo ungherese in favore della vita e della famiglia.

Infine, sono state trattate questioni di comune interesse come la salvaguardia del creato, l’impegno per la pace e per la libertà religiosa, con particolare attenzione alla situazione in Siria e ai problemi dei Cristiani nel Medio Oriente, ribadendo l’auspicio che si persegua con decisione la via del dialogo e del negoziato per porre una rapida fine al conflitto.




PAPA FRANCESCO: NON ESISTE UNA VITA UMANA PIÙ SACRA DI UN'ALTRA

Città del Vaticano, 20 settembre 2013 (VIS). Nel discorso rivolto ai membri della Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche ed ai ginecologi cattolici, Papa Francesco ha posto l'accento sulla situazione paradossale che vive oggi la professione medica. "Da una parte - ha detto il Papa - constatiamo – e ringraziamo Dio – i progressi della medicina, grazie al lavoro di scienziati che, con passione e senza risparmio, si dedicano alla ricerca di nuove cure. Dall’altra, però, riscontriamo anche il pericolo che il medico smarrisca la propria identità di servitore della vita". Nel citare la Lettera Enciclica "Caritas in Veritate" il Papa ha spiegato che: "La situazione paradossale si vede nel fatto che, mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell’agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita". "In questo contesto contraddittorio, - ha affermato il Papa - la Chiesa fa appello alle coscienze di tutti i professionisti e i volontari della sanità, in maniera particolare di voi ginecologi, chiamati a collaborare alla nascita di nuove vite umane. La vostra è una singolare vocazione e missione - ha ribadito il Santo Padre - che necessita di studio, di coscienza e di umanità".

"Una diffusa mentalità dell’utile, la 'cultura dello scarto' - ha ribadito il Pontefice - ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un 'sì' deciso e senza tentennamenti alla vita. 'Il primo diritto di una persona umana è la sua vita. Essa ha altri beni e alcuni di essi sono più preziosi; ma è quello il bene fondamentale, condizione per tutti gli altri'".

Nel sottolineare che "l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, il Papa ha affermato: "Le cose hanno un prezzo e sono vendibili, ma le persone hanno una dignità, valgono più delle cose e non hanno prezzo".

"Siate testimoni e diffusori di questa 'cultura della vita' - ha esortato il Pontefice - "Voi che siete chiamati a occuparvi della vita umana nella sua fase iniziale, ricordate a tutti, con i fatti e con le parole, che questa è sempre, in tutte le sue fasi e ad ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede, ma di ragione e di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra".



INTERVISTA A PAPA FRANCESCO PUBBLICATA DA CIVILTÀ CATTOLICA

Città del Vaticano, 20 settembre 2013 (VIS). Papa Francesco ha concesso una lunga intervista pubblicata dalla rivista "La Civiltà Cattolica" e contemporaneamente da altre 16 riviste della Compagnia di Gesù in tutto il mondo. L'intervista è stata rilasciata dal Papa, nell'agosto scorso, nel suo studio privato a Santa Marta, nel corso di tre lunghi colloqui di oltre sei ore, con il direttore de "La Civiltà Cattolica", Padre Antonio Spadaro.

Nelle circa 30 pagine, Papa Francesco parla con grande franchezza di se stesso, anche delle sue preferenze artistiche e letterarie (Dostoïevski e Hölderlin, Borges e Cervantes, Caravaggio e Chagall, ma anche il Fellini de "La Strada", Rossellini, il "Pranzo di Babette", Mozart e il Wagner de "La Tetralogia), della sua esperienza nella Compagnia di Gesù e quale Arcivescovo di Buenos Aires e per definirsi afferma: "Non so quale potrebbe essere la risposta esatta... Sono un peccatore. Questa è la definizione più esatta. E non si tratta di un modo di parlare o di un genere letterario. Sono un peccatore".

"Il mio modo autoritario e rapido di prendere decisioni - afferma il Papa riferendosi al periodo in cui era Provinciale della Compagnia di Gesù - mi ha portato ad avere seri problemi e a essere accusato di essere ultraconservatore". Questa esperienza però ha fatto comprendere l'importanza della consultazione. "Penso che la consultazione sia molto importante - afferma Papa Francesco - I Concistori, i Sinodi sono, ad esempio, luoghi importanti per rendere vera e attiva questa consultazione", ma devono essere "meno rigidi nella forma".

Il Papa spiega che la sua formazione da gesuita e in particolare il discernimento lo hanno portato a vivere meglio il suo ministero. "Molti, ad esempio, pensano che i cambiamenti e le riforme possano avvenire in breve tempo. Io credo che ci sia sempre bisogno di tempo per porre le basi di un cambiamento vero, efficace. E questo è il tempo del discernimento. (...). La sapienza del discernimento compensa l'inevitabile ambiguità della vita e fa in modo che troviamo i mezzi più opportuni, che non sempre si identificano con ciò che appare grande o forte".

Per il Papa la necessità più importante della Chiesa attuale è: "la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. (...) Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite... Si deve cominciare dalle cose più elementari (...). La Chiesa a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più importante è invece il primo annuncio: 'Gesù Cristo ti ha salvato!'". Per cui "Il popolo di Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato. Invece di essere soltanto una Chiesa che accoglie e riceve, tenendo aperte le porte, cerchiamo di essere una Chiesa che cerca strade nuove, capace di uscire da se stessa andando verso colui che non la frequenta, andando verso chi si è allontanato, verso chi è indifferente".

Riferendosi a questioni complesse come l'omosessualità o i casi dei divorziati risposati, il Papa insiste sulla necessità di "sempre considerare la persona. Qui - afferma - entriamo nel mistero dell'uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione. Bisogna accompagnare con misericordia".

Il Papa aggiunge che "gli insegnamenti della Chiesa, dogmatici o morali, non sono tutti equivalenti". Una pastorale missionaria non "è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. (...) Dobbiamo quindi trovare un nuovo equilibrio. (...) La proposta evangelica deve essere più semplice, profonda, irradiante. È da questa proposta che poi vengono le conseguenze morali".

Riferendosi al ruolo della donna nella Chiesa Papa Francesco ribadisce che: "Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa, riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l'autorità nei vari ambiti della Chiesa".

Un altro tema affrontato nell'intervista è il Concilio Vaticano II che "è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea". Il Concilio "ha prodotto - afferma il Papa - un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro di riforma liturgica è stato un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta. Sì, ci sono linee di ermeneutica di continuità e di discontinuità, tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell'oggi, che è stata propria del Concilio, è assolutamente irreversibile".

Negli ultimi passaggi dell'intervista Papa Francesco parla della tentazione di "cercare Dio nel passato o nei futuribili" ed afferma. "Dio è certamente nel passato, perché è nelle impronte che ha lasciato. Ed è anche nel futuro come promessa. Ma il Dio 'concreto', diciamo così, è oggi. Per questo le lamentele mai mai ci aiutano a trovare Dio. Le lamentele di oggi su come va il mondo 'barbaro' finiscono a volte per far nascere dentro la la Chiesa desideri di ordine inteso come pura conservazione, difesa. No: Dio va incontrato nell'oggi".

Per leggere il testo integrale dell'intervista in italiano, pubblicato sulla rivista "La civiltà cattolica" consultare il sito: http://www.laciviltacattolica.it


CARTA DEI DIRITTI DELLA FAMIGLIA: PRINCIPI SEMPRE VALIDI E ATTUALI NEL 30° ANNIVERSARIO DI PUBBLICAZIONE

Città del Vaticano, 20 settembre 2013 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Convegno Internazionale "I Diritti della Famiglia e le sfide del mondo contemporaneo", organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, nel XXX anniversario della "Carta dei Diritti della Famiglia", in corso dal 19 al 21 settembre, presso la sede del Dicastero. Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi; l'Arcivescovo Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; la Dottoressa Helen M. Alvaré, Professor of Law, presso la George Mason University di Washington e il Professor Francesco D'Agostino, Presidente dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI).

L'Arcivescovo Paglia ha sottolineato che i diritti della famiglia "sono strettamente connessi con i diritti dell'uomo: infatti, se la famiglia è comunione di persone, la sua autorealizzazione dipende in misura significativa dalla giusta applicazione dei diritti delle persone che la compongono. Alcuni di questi diritti riguardano immediatamente la famiglia, come il diritto dei genitori alla procreazione responsabile e all'educazione della prole; altri diritti invece riguardano il nucleo familiare solo in modo indiretto".

La Carta dei Diritti della Famiglia, a trenta anni dalla sua pubblicazione e nonostante sia un documento poco conosciuto è, ha affermato l'Arcivescovo Paglia, "un appello profetico in favore dell'istituzione familiare, la quale deve essere rispettata e difesa da tutte le usurpazioni. (...) Questo Pontificio Consiglio ha voluto indire questo incontro internazionale, assieme alla Associazione dei Giuristi Cattolici Italiani, (...) per riprendere le ispirazioni di quei principi. È vero che ci troviamo in un nuovo contesto culturale che mette in questione l’istituto familiare in maniera ancor più radicale che in passato. Ma quei principi che la Carta raccoglie e ordina rimangono saldi in tutta la loro validità".


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 20 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Donald J. Kettler, Vescovo di Saint Cloud (superficie: 31.730; popolazione: 559.865; cattolici: 142.042; sacerdoti: 216; religiosi: 637; diaconi permanenti: 52), Stati Uniti d'America. Finora Vescovo della diocesi di Fairbanks (Stati Uniti d'America), succede al Vescovo John F. Kinney, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato l'Arcivescovo Roger Lawrence Schwietz, O.M.I., Arcivescovo di Anchorage (Stati Uniti d'America), Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis della Diocesi di Fairbanks (Stati Uniti d'America).

- Ha nominato l'Arcivescovo Stephen Joseph Reichert, O.F.M. Cap., Arcivescovo di Madang (Papua Nuova Guinea), Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis della Diocesi di Wewak.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Wewak, (Papua Nuova Guinea), presentata dal Vescovo Anthony Joseph Burgess, per raggiunti limiti d'età.




giovedì 19 settembre 2013

PAPA FRANCESCO: "EVITATE LO SCANDALO DI ESSERE 'VESCOVI DI AEROPORTO'”!

Città del Vaticano, 19 settembre 2013 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre ha ricevuto in udienza i Vescovi di recente nomina partecipanti al Corso promosso dalla Congregazione per i Vescovi e dalla Congregazione per le Chiese Orientali.

Con le parole di San Pietro "Pascete il gregge di Dio che vi è affidato", Papa Francesco ha ricordato ai Vescovi che: "Siamo chiamati e costituiti Pastori, non Pastori da noi stessi, ma dal Signore e non per servire noi stessi, ma il gregge che ci è stato affidato, servirlo fino a dare la vita come Cristo, il Buon Pastore".

"Che cosa significa pascere, avere 'abituale e quotidiana cura del gregge'. Tre brevi pensieri. Pascere significa: accogliere con magnanimità, camminare con il gregge, rimanere con il gregge. Accogliere, camminare, rimanere. Riguardo al primo punto il Santo Padre ha esortato i Vescovi con queste parole: "Il vostro cuore sia così grande da saper accogliere tutti gli uomini e le donne che incontrerete lungo le vostre giornate e che andrete a cercare quando vi metterete in cammino nelle vostre parrocchie ed in ogni comunità".

Relativamente al secondo punto, camminare con il gregge, accogliere con magnanimità, camminare, il Santo Padre ha affermato: "Questo vuol dire mettersi in cammino con i propri fedeli e con tutti coloro che si rivolgeranno a voi, condividendone gioie e speranze, difficoltà e sofferenze, come fratelli e amici, ma ancora di più come padri, che sono capaci di ascoltare, comprendere, aiutare, orientare. (...) E nel camminare vorrei richiamare l’affetto verso i vostri sacerdoti. I vostri sacerdoti sono il primo prossimo; il sacerdote è il primo prossimo del Vescovo - amate il prossimo, ma il primo prossimo è quello -, indispensabili collaboratori di cui ricercare il consiglio e l'aiuto, di cui prendersi cura come padri, fratelli e amici". Riferendosi alla necessaria presenza dei Vescovi nella diocesi, il Papa ha raccomandato: "Siate pastori con l'odore delle pecore, presenti in mezzo al vostro popolo come Gesù Buon Pastore. (...) Scendete in mezzo ai vostri fedeli (...). E qui vorrei aggiungere: lo stile di servizio al gregge sia quello dell’umiltà, direi anche dell'austerità e dell’essenzialità. Per favore, noi Pastori non siamo uomini con la 'psicologia da principi' - per favore - uomini ambiziosi che sono sposi di questa Chiesa, nell’attesa di un'altra più bella o più ricca. Ma questo è uno scandalo! Se viene un penitente e ti dice: 'Io sono sposato, vivo con mia moglie, ma guardo continuamente a quella donna che è più bella della mia: è peccato, Padre?' Il Vangelo dice: è peccato di adulterio. C'è un 'adulterio spirituale'? Non so, pensate voi. Non essere nell'attesa di un'altra più bella, più importante, più ricca. State bene attenti di non cadere nello spirito del carrierismo! È un cancro, quello!"

Infine il Papa si è soffermato sul terzo elemento: "Rimanere con il gregge. Mi riferisco - ha detto - alla stabilità, che ha due aspetti precisi: 'rimanere' nella diocesi, e rimanere in 'questa' diocesi, come ho detto, senza cercare cambi o promozioni". Se è necessario assentarsi dalla diocesi, "sia per lo stretto tempo necessario e non abitualmente. "Siete sposi della vostra comunità, legati profondamente ad essa! Vi chiedo, per favore, di rimanere in mezzo al vostro popolo. (...) Evitate lo scandalo di essere 'Vescovi di aeroporto'! Siate Pastori accoglienti, in cammino con il vostro popolo, con affetto, con misericordia, con dolcezza del tratto e fermezza paterna, con umiltà e discrezione, capaci di guardare anche ai vostri limiti e di avere una dose di buon umorismo. Questa è una grazia che dobbiamo chiedere, noi Vescovi. Tutti noi dobbiamo chiedere questa grazia: Signore, dammi il senso dell'umorismo. Trovare la strada di ridere di se stessi, prima e un po' delle cose. E rimanete con il vostro gregge!".

Il Papa ha concluso il suo discorso chiedendo "il dono della pace. Pace per la Siria, pace per il Medio Oriente, pace per il mondo!" ed infine ha detto: "Per favore, ricordatevi di pregare per me, io lo faccio per voi".


UDIENZA AL PRIMO MINISTRO DELLA REPUBBLICA DI LITUANIA

Città del Vaticano, 19 settembre 2013 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Primo Ministro della Repubblica di Lituania, Signor Algirdas Butkevicius, il quale ha in seguito incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato dall'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nei cordiali colloqui sono stati rilevati i buoni rapporti esistenti fra la Santa Sede e la Repubblica di Lituania. Ci si è soffermati, in particolare, sul contributo che da secoli la Chiesa cattolica offre alla società in campo educativo e sociale, come pure con il suo impegno in favore della famiglia e della formazione delle coscienze ai valori spirituali.

Alla luce dell'attuale Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea da parte della Repubblica di Lituania, sono stati passati in rassegna alcuni temi internazionali ed europei di mutuo interesse. Uno speciale cenno è stato riservato alla necessità di assicurare la pace in Medio Oriente e, in particolare, in Siria, privilegiando una soluzione politica della crisi attraverso il dialogo e il negoziato.

TELEGRAMMA DEL PAPA PER L'URAGANO INGRID IN MESSICO

Città del Vaticano, 19 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre Francesco, tramite il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Cardinale Francisco José Robles Ortega, Arcivescovo di Guadalajara (Messico) e Presidente della Conferenza Episcopale Messicana, per l'uragano Ingrid e la tempesta tropicale Manuel che si sono abbattuti sulla costa orientale del Messico provocando la morte di circa 80 persone e migliaia di senza tetto.

"Sua Santità Papa Francesco, profondamente addolorato nell'apprendere la notizia delle drammatiche conseguenze dell'urgano 'Ingrid' e della tempesta tropicale 'Manuel' che hanno devastato la diletta Nazione messicana, provocando vittime, feriti ed ingenti danni materiali, e lasciando numerose famiglie senza casa, offre fervide preghiere di suffragio per l'eterno riposo dei defunti e nel contempo chiede a Dio di concedere la sua consolazione a quanti soffrono per questa grave disgrazia e di ispirare in tutte le persone di buona volontà, sentimenti di fraterna solidarietà per collaborare fattivamente alla ricostruzione delle zone colpite ed aiutare efficacemente quanti sono sopraffatti dal dolore e dalla disperazione".

"Il Santo Padre, inoltre, desidera trasmettere le sue sentite condoglianze alle famiglie dei defunti e la sua paterna sollecitudine e vicinanza spirituale ai feriti e a quanti hanno subito danni e, mentre li affida alla materna protezione della Vergine di Guadalupe, imparte di cuore la confortatrice Benedizione Apostolica, in segno di affetto al caro popolo messicano, tante presente al suo cuore di pastore della Chiesa universale, in sì dolorose circostanze".

PRESENTAZIONE DELLA "GIORNATA DEI CATECHISTI"

Città del Vaticano, 19 settembre 2013 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, l'Arcivescovo Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, ha presieduto la conferenza stampa di presentazione della "Giornata dei Catechisti" (28-29 settembre 2013) nell'ambito dell'Anno della fede. La conferenza stampa sarà preceduta, (26-28 settembre), dal Congresso Internazionale di Catechesi. Alla conferenza stampa sono intervenuti il Vescovo José Octavio Ruiz Arenas, Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ed il Monsignor Graham Bell, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

"Tra le competenze del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che al suo nascere era incaricato tra l’altro di promuovere il Catechismo della Chiesa Cattolica - ha detto l'Arcivescovo Fisichella - si è aggiunta di recente anche la giurisdizione su tutta la catechesi. L’impegno è considerevole soprattutto se si pensa al forte legame che a partire dal Concilio hanno avuto la catechesi e l’evangelizzazione come una sua tappa qualificante".

L'Arcivescovo Fisichella ha annunciato che nelle prossime settimane sarà a disposizione gratuita degli utenti una App 'Catechismo della Chiesa Cattolica' per tablet e smartphone "che permetterà di avere a portata di mano sia il Catechismo della Chiesa Cattolica come il suo Compendio con la possibilità e facilità di consultazione dei testi, dei riferimenti biblici, della ricerca dei termini in questione e dei testi di riferimento, con l’opportunità di un loro trasferimento via facebook, twitter e altro".

"Un primo momento di questo evento sarà dedicato al Consiglio Internazionale per la Catechesi che si svolgerà il 25 settembre. Compito di questo Consiglio è quello di studiare le più importanti questioni della catechesi per favorire un servizio unitario alle Conferenze episcopali e permettere lo scambio di esperienze tra gli operatori della catechesi. Il 1 ottobre del 2012 questo Consiglio, istituito da Paolo VI nel 1973, è stato rinnovato e avrà come suo primo compito quello di verificare la situazione della catechesi nel mondo in questo ultimo decennio e progettare il nuovo impegno che ne deriva per il suo nuovo legame con l’evangelizzazione".

"Farà seguito il Congresso internazionale di catechesi che si svolgerà nell’Aula Paolo VI dal 26 al 28 settembre. La tematica che verrà sviluppata farà riferimento in modo particolare alla prima parte del Catechismo della Chiesa Cattolica sul tema della fede. (...)
Durante queste giornate - alle quali partecipano 104 delegazioni provenienti da 50 paesi per un totale di 1.600 persone - si alterneranno diversi relatori provenienti da diversi centri accademici. Momento peculiare sarà la catechesi che verrà offerta da Papa Francesco il venerdì pomeriggio, 27 settembre, alle ore 17:00".

La terza tappa (28-29 settembre) prevede il tradizionale pellegrinaggio alla Tomba di Pietro e la catechesi unita al momento della celebrazione del sacramento della riconciliazione e l’Adorazione Eucaristica. "Saranno coinvolti per la catechesi 14 vescovi per le diverse lingue - ha precisato l'Arcivescovo Fisichella - Per il grande numero di partecipanti e per creare meno disagio alla città, abbiamo organizzato le catechesi nelle chiese intorno a san Pietro, dividendo i gruppi linguistici; per cui gli stranieri avranno la catechesi nel mattino mentre gli italiani nel pomeriggio. Molte parrocchie e tanti centri si stanno autonomamente organizzando per raggiungere Roma in questi due giorni (...). Il Santo Padre Francesco, celebrerà la Santa Eucaristia la domenica alle ore 10.30 che sarà seguita dal rituale Angelus in Piazza san Pietro".

"Tutto questo evento nella sua globalità - ha concluso l'Arcivescovo Fisichella - avrà come tema caratterizzante l’espressione: 'Il catechista testimone della fede'. Quanti, infatti, sono chiamati ad assumere la grande responsabilità in questa fase della trasmissione della fede, sanno che la testimonianza di vita è elemento privilegiato per la credibilità della loro missione".


UDIENZE

Città del Vaticano, 19 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Cardinale Stanisław Ryłko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 19 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Padre Pedro Ramiro López, dell'Istituto del Verbo Incarnato (I.V.E.), Superiore ecclesiastico della Missio sui iuris di Tadjikistan (superficie: 143.100; popolazione: 7.477.000; cattolici: 350; sacerdoti: 4; religiosi: 12), Tadjikistan. Succede al Padre Carlos Antonio Avila, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al medesimo ufficio.





mercoledì 18 settembre 2013

UNA CHIESA MADRE CHE NON CHIUDE MAI LE PORTE DAVANTI A NESSUNO DEI SUOI FIGLI

Città del Vaticano, 18 settembre 2013 (VIS). L'immagine della Chiesa come madre è stato il tema sul quale Papa Francesco si è nuovamente soffermato, questa mattina, nel corso della catechesi dell'Udienza Generale del Mercoledì. "A me piace tanto questa immagine della Chiesa come madre. Per questo ho voluto ritornarvi, perché questa immagine mi sembra che ci dica non solo come è la Chiesa, ma anche quale volto dovrebbe avere sempre di più la Chiesa, questa nostra madre Chiesa".

Per spiegare tale immagine il Papa, guadando a ciò che fa una madre per i suoi figli, ha detto: "Che cosa fa una mamma? Prima di tutto insegna a camminare nella vita (...) sa come orientare i figli, cerca sempre di indicare la strada giusta nella vita per crescere e diventare adulti. E lo fa con tenerezza, con affetto, con amore, sempre anche quando cerca di raddrizzare il nostro cammino perché sbandiamo un poco nella vita o prendiamo strade che portano verso un burrone".

"La Chiesa fa la stessa cosa: orienta la nostra vita, ci dà degli insegnamenti per camminare bene. Pensiamo ai dieci Comandamenti: ci indicano una strada da percorrere per maturare, per avere dei punti fermi nel nostro modo di comportarci. E sono frutto della tenerezza, dell’amore stesso di Dio che ce li ha donati. Voi potrete dirmi: ma sono dei comandi! Sono un insieme di 'no'! Io vorrei invitarvi a leggerli (...) e poi di pensarli in positivo. Vedrete che riguardano il nostro modo di comportarci verso Dio, verso noi stessi e verso gli altri, proprio quello che ci insegna una mamma per vivere bene. Ci invitano a non farci idoli materiali che poi ci rendono schiavi, a ricordarci di Dio, ad avere rispetto per i genitori, ad essere onesti, a rispettare l’altro… Provate a vederli così e a considerarli come se fossero le parole, gli insegnamenti che dà la mamma per andare bene nella vita. Una mamma non insegna mai ciò che è male, vuole solo il bene dei figli, e così fa la Chiesa".

"Vorrei dirvi una seconda cosa: quando un figlio cresce, diventa adulto, (...) si assume le sue responsabilità (...) fa quello che vuole, e, a volte, capita anche di uscire di strada, capita qualche incidente. La mamma sempre, in ogni situazione, ha la pazienza di continuare ad accompagnare i figli. Ciò che la spinge è la forza dell’amore; una mamma sa seguire con discrezione, con tenerezza il cammino dei figli e anche quando sbagliano trova sempre il modo per comprendere, per essere vicina, per aiutare. Noi - nella mia terra - diciamo che una mamma sa 'dar la cara'. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che una mamma sa 'metterci la faccia' per i propri figli, cioè è spinta a difenderli, sempre".

"La Chiesa è così, è una mamma misericordiosa, che capisce, che cerca sempre di aiutare, di incoraggiare anche di fronte ai suoi figli che hanno sbagliato e che sbagliano, non chiude mai le porte della Casa; non giudica, ma offre il perdono di Dio, offre il suo amore che invita a riprendere il cammino anche a quei suoi figli che sono caduti in un baratro profondo, la Chiesa non ha paura di entrare nella loro notte per dare speranza; la Chiesa non ha paura di entrare nella nostra notte quando siamo nel buio dell'anima e della coscienza, per darci speranza! Perché la Chiesa è madre!".

"Un ultimo pensiero. Una mamma sa anche chiedere, bussare ad ogni porta per i propri figli, senza calcolare, lo fa con amore. E penso a come le mamme sanno bussare anche e soprattutto alla porta del cuore di Dio! Le mamme pregano tanto per i propri figli, specialmente (...) per quelli che hanno più bisogno, per quelli che nella vita hanno preso vie pericolose o sbagliate. (...) E così fa anche la Chiesa: mette nelle mani del Signore, con la preghiera, tutte le situazioni dei suoi figli. Confidiamo nella forza della preghiera di Madre Chiesa: il Signore non rimane insensibile. Sa sempre stupirci quando non ce l’aspettiamo. La Madre Chiesa lo sa!".

"Ecco, questi erano i pensieri che volevo dirvi oggi - ha concluso Papa Francesco - vediamo nella Chiesa una buona mamma che ci indica la strada da percorrere nella vita, che sa essere sempre paziente, misericordiosa, comprensiva, e che sa metterci nelle mani di Dio".

NUOVO APPELLO DEL PAPA PER LA PACE

Città del Vaticano, 18 settembre 2013 (VIS). "Invito i cattolici di tutto il mondo ad unirsi agli altri cristiani per continuare ad implorare da Dio il dono della pace nei luoghi più tormentati del nostro pianeta". Questo l'appello lanciato dal Papa, al termine della catechesi dell'Udienza Generale, ricordando che il 21 settembre, le Nazioni Unite celebrano la "Giornata Internazionale della Pace", ed il Consiglio Ecumenico delle Chiese si appella ai suoi membri affinché in tale giorno preghino per la pace.

"Possa la pace, dono di Gesù - ha detto Papa Francesco - abitare sempre nei nostri cuori e sostenere i propositi e le azioni dei responsabili delle Nazioni e di tutti gli uomini di buona volontà. Impegniamoci tutti a incoraggiare gli sforzi per una soluzione diplomatica e politica dei focolai di guerra che ancora preoccupano. Il mio pensiero va specialmente alla cara popolazione siriana, la cui tragedia umana può essere risolta solo con il dialogo e la trattativa, nel rispetto della giustizia e della dignità di ogni persona, specialmente i più deboli e indifesi".

A 50 ANNI DALLA PACEM IN TERRIS, LA SANTA SEDE RIBADISCE LA NECESSITÀ DEL DISARMO NUCLEARE

Città del Vaticano, 18 settembre 2013 (VIS). Il 16 settembre scorso, a Vienna (Austria), l'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, è intervenuto alla L Conferenza Generale dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (AIEA).

Nel ricordare che quest'anno ricorre il 50° anniversario dell'Enciclica "Pacem in terris" del Beato Papa Giovanni XXIII, l'Arcivescovo ha invitato i presenti a chiedersi se "davvero viviamo in un mondo più sicuro rispetto a quello di cinquanta anni fa".

"La Santa Sede condivide il pensiero e i sentimenti della maggior parte degli uomini e donne di buona volontà che aspirano alla totale eliminazione delle armi nucleari. Vorremmo profittare di questa occasione per rinnovare il nostro invito ai responsabili delle nazioni a porre fine alla produzione di armamenti nucleari e a servirsi dei materiali nucleari non più a fini militari ma per attività pacifiche".

Il Segretario per i Rapporti con gli Stati ha ribadito che il disarmo e la non proliferazione nucleare sono essenziali da un punto di vista umanitario esprimendo "la profonda preoccupazione della Santa Sede per i recenti tragici sviluppi in Medio Oriente e ribadendo il suo fermo sostegno all'impegno per istituire in Medio Oriente una zona libera da armi nucleari e da tutte le altre armi di distruzione di massa. Le zone libere da armi nucleari rappresentano il miglior esempio di fiducia e sicurezza e dimostrano che la pace e la sicurezza sono possibili senza il possesso di armi nucleari".

L'Arcivescovo Mamberti ha concluso il suo intervento ricordando i recenti negoziati relativi al programma nucleare dell'Iran ed ha ribadito la ferma convinzione della Santa Sede che le presenti difficoltà possono e devono essere superate attraverso i canali diplomatici, servendosi di tutti i mezzi di cui la diplomazia dispone. La Santa Sede considera necessario superare i diversi ostacoli che oggettivamente impediscono la fiducia reciproca".

UDIENZE

Città del Vaticano, 18 settembre 2013 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza l'Arcivescovo Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, con i Familiari.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 18 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Jaime Spengler, O.F.M., Arcivescovo Metropolita di Porto Alegre (superficie: 13.753; popolazione: 3.368.000; cattolici: 2.507.000; sacerdoti: 373; religiosi: 1.602; diaconi permanenti: 57), Brasile. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1960 a Blumenau (Santa Caterina, Brasile), ha fatto il postulandato francescano a Guaratinguetá nel 1981 e il noviziato a Rodeio nel 1982; ha emesso la professione perpetua nel 1985 ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Nello stesso anno è stato Professore nel Noviziato Francescano a Rodeio, Maestro dei Postulanti; dal 1991 al 1994 è stato Professore nel Postulandato e Vicario parrocchiale a Guaratinguetá; dal 2000 al 2003 è stato Professore e Vice-Rettore dell’Istituto di Filosofia “São Boaventura” a Campo Largo; dal 2001 al 2002 Assistente Religioso della Federação Brasileira das Irmãs Concepcionistas; dal 2004 al 2006 Superiore locale e Vicario Parrocchiale della Parrocchia “Senhor Bom Jesus”, nell’arcidiocesi di Curitiba; dal 2000 al 2003 Professore di Filosofia alla Facoltà “São Boaventura” a Curitiba; Vice-presidente dell’Associazione Francescana di Ensino Senhor Bom Jesus a Campo Largo e Guardiano del Convento Locale. Nel 2010 è stato nominato Ausiliare di Porto Alegre ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale nel 2011. Succede all'Arcivescovo Dadeus Grings, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima arcidiocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Antonio Di Donna, Vescovo della diocesi di Acerra (superficie: 157; popolazione: 123.887, cattolici: 121.763, sacerdoti: 53; religiosi: 73; diaconi permanenti: 4), Italia. Finora Vescovo Ausiliare di Napoli (Italia), succede al Vescovo Salvatore Giovanni Rinaldi del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima diocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di San Diego (Stati Uniti d'America), presentata dal Vescovo Robert H. Brom, per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Cirilo B. Flores, finora Vescovo Coadiutore della medesima diocesi.


martedì 17 settembre 2013

IL PAPA AI SACERDOTI DELLA DIOCESI DI ROMA: SIATE SEMPRE IN CONTATTO CON IL VOSTRO POPOLO

Città del Vaticano, 17 settembre 2013 (VIS). Nella giornata di ieri, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Papa Francesco ha incontrato il clero della Diocesi di Roma. In un clima di grande cordialità e fiducia, il Santo Padre ha invitato i sacerdoti a sentirsi liberi di chiedere qualunque cosa e, rispondendo alle domande, ha affermato di sentirsi soprattutto un sacerdote ed ora che è Papa avrebbe paura di sentirsi diverso. "Avrei paura di sentirmi un po' più importante, no?, quello sì: ho paura di quello, perché il diavolo è furbo, eh? - ha detto - e ti fa sentire che adesso tu hai potere, che tu puoi fare quello, che tu puoi fare quell'altro. (...) Ma grazie a Dio, quello non l'ho perso, ancora, no? E se voi vedete che una volta l'ho perso, per favore, ditemelo (...) e se non potete dirlo privatamente, ditelo pubblicamente, ma ditelo: 'Guarda convertiti!', perché è chiaro, no?".

Papa Francesco si è anche soffermato sulla fatica dell'essere sacerdoti perché il lavoro del sacerdote è duro. C'è una "fatica del lavoro" e quella "la conosciamo tutti. Arriviamo alla sera, stanchi di lavorare e passiamo davanti al Tabernacolo per salutare il Signore. Sempre bisogna passare dal Tabernacolo. Quando un prete è in contatto con il suo popolo, si fatica. Quando un prete non è in contatto con il suo popolo, si fatica, ma male e per addormentarsi deve prendere una pastiglia, no? Invece, quello che è in contatto con il popolo, che davvero il popolo ha tante esigenze - ma sono le esigenze di Dio, no?, quello fatica sul serio, eh?, e non sono necessarie le pastiglie".

C'è però una "fatica del cuore" che si vede "prima del tramonto della vita" dove "c'è la luce buia e il buio un po' luminoso". "È una fatica che viene nel momento in cui dovrebbe esserci il trionfo" e invece "viene questa fatica". "Il prete si interroga sulla sua esistenza, guarda indietro" al cammino fatto e pensa alle rinunce, ai figli che non ha avuto e si chiede se ha sbagliato, se la sua vita "è fallita". Il Papa ha così citato la fatica di tante figure nella Bibbia, da Elia a Mosé, da Geremia fino a Giovanni Battista che nel "buio del carcere" vive "il buio della sua anima" e manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù se è davvero Colui che stanno aspettando. Cosa può fare dunque un sacerdote che viva l'esperienza del Battista: pregare, "fino ad addormentarsi davanti al Tabernacolo, ma stare lì" e poi "cercare la vicinanza con gli altri preti" e soprattutto con i vescovi.

Nel rispondere ad una domanda sul servizio pastorale, Papa Francesco ha ribadito che non bisogna "confondere la creatività con fare qualcosa di nuovo. La creatività, ha detto, è "cercare la strada perché il Vangelo sia annunciato" e questo "non è facile". "Non è soltanto cambiare le cose". È un'altra cosa "viene dallo Spirito e si fa con la preghiera e si fa parlando con i fedeli, con la gente". Il Papa ha ricordato un'esperienza vissuta quando era arcivescovo di Buenos Aires. Con un sacerdote si cercava di capire come poter rendere la sua chiesa più accogliente. "Ah, se passa tanta gente, forse sarebbe bello che la chiesa fosse aperta tutta la giornata ... Bella idea! Anche sarebbe bello che ci fosse sempre un confessore a disposizione, lì... Bella idea! E così è andato".

Questa, ha detto, è una coraggiosa creatività. E allora bisogna "cercare strade nuove". La Chiesa, "anche il Codice di diritto canonico ci dà tante, tante possibilità, tanta libertà per cercare queste cose". Bisogna "cercare i momenti di accoglienza, quando i fedeli devono andare in parrocchia per una cosa o un'altra". Il Papa ha criticato severamente chi, in una parrocchia, è più preoccupato a chiedere soldi per un certificato che del Sacramento e così "allontana la gente". Serve, invece, l'"accoglienza cordiale": "che quello che viene in chiesa si senta a casa sua. Si senta bene. Che non senta che è sfruttato... Se "la gente vede che c'è un interesse economico" allora "si allontana".
Papa Francesco ha proposto ai sacerdote la figura del prete "misericordioso". Un prete innamorato deve sempre fare memoria del primo amore, di Gesù. Per me - ha detto il Santo Padre - questo "è il punto-chiave di un prete innamorato: che abbia la capacità di tornare con la memoria al primo amore... Una Chiesa che perde la memoria, è una Chiesa elettronica: non ha vita". Il Papa ha quindi affermato che bisogna guardarsi dai preti rigoristi e lassisti. "Il prete misericordioso è quello che dice la verità, ma aggiunge: 'Non spaventarti, il Dio buono ci aspetta. Andiamo insieme'". Questo, ha soggiunto il Papa, "dobbiamo averlo sempre sotto gli occhi: accompagnare, Essere compagni di strada". La conversione "sempre si fa così in strada, non in laboratorio".

Il Santo Padre ha anche fatto riferimento agli scandali che hanno colpito la chiesa affermando che si devono affrontare i gravissimi problemi con lucidità ma senza pessimismi perché "La santità è più grande degli scandali". "La Chiesa non crolla - ha detto il Papa - Mai la Chiesa è stata tanto bene come oggi, è un momento bello della Chiesa, basta leggerne la storia. Ci sono santi riconosciuti anche dai non cattolici - pensiamo alla Beata Teresa - ma c'è una santità quotidiana di tanti uomini e donne, e questo dà speranza. La santità è più grande degli scandali".

Non è mancato nell'incontro il tema delle periferie esistenziali, riferito questa volta alla situazione dei cattolici divorziati risposati. "Un problema - ha ricordato Papa Francesco - non si può ridurre soltanto" se si possa "fare la comunione o no, perché chi pone il problema soltanto in questi termini non capisce qual è il vero problema". È un "problema grave di responsabilità della Chiesa nei riguardi delle famiglie che vivono in questa situazione... La Chiesa "in questo momento deve fare qualcosa per risolvere i problemi delle nullità" matrimoniali. Il Papa ha ricordato che parlerà di questo argomento con il gruppo degli otto cardinali che si riuniscono i primi giorni di ottobre in Vaticano. Anche nel prossimo Sinodo dei Vescovi si parlerà sul "rapporto antropologico" del Vangelo con la persona e la famiglia, in modo che "sinodalmente si studi questo problema". "Questa - ha sottolineato il Papa - è una vera periferia esistenziale".

infine, in un clima di grande cordialità, il Papa ha ricordato che il prossimo 21 settembre ricorre il sessantesimo anniversario della sua vocazione al sacerdozio.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 17 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia dell'Arcivescovo Robert Zollitsch al governo pastorale dell’arcidiocesi di Freiburg im Breisgau, (Germania), presentata per raggiunti limiti d'età.

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