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lunedì 23 settembre 2013

COMUNICARE IL VOLTO DI UNA CHIESA CHE SIA LA "CASA PER TUTTI"

Città del Vaticano, 21 settembre 2013 (VIS). Dal 19 al 21 settembre si è tenuta l'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali sul tema: "La rete e la Chiesa". Questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Dicastero e i partecipanti all'Assemblea Plenaria, sono stati ricevuti in udienza dal Papa che nel suo discorso ha presentato tre riflessioni: l'importanza della comunicazione per la Chiesa; che ruolo deve avere la Chiesa con le sue realtà operative e comunicative; siamo capaci, nel contesto comunicativo, di portare Cristo, di portare all’incontro con Cristo.

Relativamente al primo punto Papa Francesco, nel ricordare che quest'anno ricorrono i 50 anni dell'approvazione del Decreto Conciliare Inter mirifica, ha sottolineato che: "Non si tratta solo di un ricordo; quel Documento esprime l’attenzione della Chiesa alla comunicazione e ai suoi strumenti, importanti anche in una dimensione evangelizzatrice. Negli ultimi decenni i mezzi di comunicazione si sono molto evoluti, ma questa sollecitudine rimane, assumendo nuove sensibilità e forme. Il panorama comunicativo è diventato a poco a poco per molti un 'ambiente di vita', una rete dove le persone comunicano, dilatano i confini delle proprie conoscenze e delle proprie relazioni".

"In ogni situazione, al di là delle tecnologie - ha detto il Papa riferendosi al ruolo della Chiesa e dei mezzi di comunicazione - , credo che l’obiettivo sia quello di sapersi inserire nel dialogo con gli uomini e le donne di oggi, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze. Sono uomini e donne a volte un po’ delusi da un cristianesimo che a loro sembra sterile, in difficoltà proprio nel comunicare in modo incisivo il senso profondo che dona la fede. In effetti, noi assistiamo, proprio oggi, nell’era della globalizzazione, ad una crescita del disorientamento (...). È importante, allora, saper dialogare, entrando, con discernimento, anche negli ambiti creati dalle nuove tecnologie, nelle reti sociali, per far emergere una presenza, una presenza che ascolta, dialoga, incoraggia. Non abbiate timore di essere questa presenza, portando la vostra identità cristiana nel farvi cittadini di questo ambiente. Una Chiesa che accompagna il cammino, sa mettersi in cammino con tutti!".

una sfida quella che tutti noi affrontiamo insieme, in questo contesto comunicativo, e la problematica non è principalmente tecnologica. Ci dobbiamo domandare - e qui vengo al terzo passaggio -: siamo capaci, anche in questo campo, di portare Cristo, di portare all’incontro con Cristo? Siamo capaci di comunicare il volto di una Chiesa che sia la 'casa' per tutti? (...) Anche nel contesto della comunicazione serve una Chiesa che riesca a portare calore, ad accendere il cuore. (...) Abbiamo un tesoro prezioso da trasmettere, un tesoro che porta luce e speranza. (...) Il grande continente digitale non è semplicemente tecnologia, ma è formato da uomini e donne reali che portano con sé ciò che hanno dentro, le proprie speranze, le proprie sofferenze, le proprie ansie, la ricerca del vero, del bello e del buono. C’è bisogno di saper indicare e portare Cristo, condividendo queste gioie e speranze, come Maria che ha portato Cristo al cuore dell’uomo; c’è bisogno di saper entrare nella nebbia dell’indifferenza senza perdersi; c’è bisogno di scendere anche nella notte più buia senza essere invasi dal buio e smarrirsi; di ascoltare le illusioni di tanti, senza lasciarsi sedurre; di accogliere le delusioni, senza cadere nell’amarezza; di toccare la disintegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità".

"È importante l’attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo, nella consapevolezza, però, che noi siamo mezzi e che il problema di fondo non è l’acquisizione di sofisticate tecnologie, anche se necessarie ad una presenza attuale e valida. Sia sempre ben chiaro in noi - ha concluso Papa Francesco - che il Dio in cui crediamo, un Dio appassionato per l’uomo, vuole manifestarsi attraverso i nostri mezzi, anche se sono poveri, perché è Lui che opera, è Lui che trasforma, è Lui che salva la vita dell’uomo. Preghiamo perché il Signore riscaldi il nostro cuore e ci sostenga nell’affascinante missione di portarlo al mondo".


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